Dipinto di Joan Mirò

Ti porto via | Indie Tales

Lucia amava i film horror, Marco li guardava con lei, ma molto spesso, chiudeva gli occhi e si addormentava dolcemente al suo fianco, prima di essere risvegliato all’improvviso da qualche urla sullo schermo. Lui preferiva le storie d’amore, era uno dei pochi a credere nel lieto fine.

La relazione tra questi due ragazzi funzionava alla perfezione, con i difetti di ciascuno che si mischiavano dentro lunghi baci, soluzione che veniva presa in considerazione quando piccole discussioni rischiavano di diventare discorsi con troppe parole. Anche quando litigavano, invece di alzare la voce, preferivano rimanere in silenzio, guardarsi negli occhi, prima di avvicinare le loro labbra, in modo da far parlare solamente il loro amore.

Si erano conosciuti per caso, ad una cena di amici di amici. Dopo qualche uscita in compagnia, Marco aveva preso l’iniziativa, ma il suo era stato un gesto romantico, addirittura fuori dal tempo.

Il giovane, invece di affidare le sue intenzioni ad un classico messaggio sui social, con l’obiettivo di tastare il terreno nel tentativo di capire se ci potesse essere un interesse da entrambe le parti, aveva scelto di agire nell’ombra, preparando una lettera da lasciare nella cassetta della posta di Lucia.

Una mattina, mentre lei era al lavoro, Marco suonò ai vicini fingendosi il postino, si fece aprire la porta e le lasciò un bigliettino nella buca.

“Stasera hai impegni? La macchina è rotta, la bici va lenta, ma che ne dici se ci vediamo al bar in piazza verso le 19? Io sarò lì”

Lucia tornata stanca verso le 17.30,dopo l’intensa giornata di lavoro,  salì direttamente nel suo piccolo appartamento senza trovare l’invito, mentre Marco, ignaro della situazione si stava preparando per la serata. Le campane della chiesa stavano suonando indicando l’orario dell’incontro mentre il giovane stava arrivando in piazza. Tutti i tavolini del bar erano occupati da ragazzini che stavano festeggiando la fine della scuola e l’inizio delle vacanze estive, ma di Lucia nessuna traccia.
La ragazza era intenta a preparare la cena, voleva fare anche una torta per tirarsi su un po’ di morale dopo aver passato il pomeriggio a litigare con un cliente irrispettoso che le aveva mancato di rispetto, trattandola male.

Ovviamente però quel giorno tutto l’universo le stava remando contro, aveva bisogno dello zucchero, ma si era dimenticato di comprarlo prima di tornare a casa. Per fortuna, la sua vicina, Annamaria, era una signora anziana molto disponibile e così, Lucia decise di andarle a suonare per chiederle se le potesse dare l’ingrediente mancante in cambio di una buona fetta di torta.

Marco intanto stava bevendo una birretta seduto sugli scalini della chiesa, anche se ormai era già passato parecchio tempo dall’orario dell’appuntamento e la ragazza, non si era presentata. È innegabile che il giovane ci era rimasto un po’ male, ma il caldo mischiato ad un leggero venticello, gli avevano fatto voglia di fermarsi lì seduto, quasi a voler fermare il tempo, prima di ritornare con la coda tra le gambe alla sua classica routine. Aveva voglia di conoscere Lucia, anche per scappare un po’ dalle sue giornate monotone, sperando di trovare una compagna d’avventura in modo da iniziare a guardare la vita da un’altra prospettiva.

“Hey cara, ma lo sai che questa mattina un bel giovanotto ti ha fatto una sorpresa romantica? Mi ha detto di essere il postino, ma in realtà era quel tuo amico ricciolino”

“Chi Marco” rispose la giovane, sperando di sentire un sì dalla vicina.

“Ah non ne ho idea, ma credo che ti abbia messo una lettera nella buca”

“Ora corro a vedere” sussurrò a metà tra l’imbarazzo e la sorpresa, prima di correre giù dalle scale.

“Lucia, lo zucchero!!” gridò Annamaria.

“Grazie, ma ho cambiato i miei piani” disse la giovane ridendo.

Nella cassetta delle poste il bigliettino era ancora lì, stropicciato tra bollette da pagare e volantini del supermercato.

Erano passate da poco le 8 di sera, quando la ragazza prese la  prima maglietta abbandonata sul divano, e senza neanche truccarsi uscì di casa iniziando a correre. Sembrava la scena di un film, mancava solamente una canzone indie in sottofondo.

Dopo neanche 5 minuti era arrivata in piazza e Marco, era ancora lì, che stava scrivendo i suoi pensieri sulle note del cellulare, una poesia dedicata all’amore con tutte la sue sfumature, bellissime e strane contradizioni.
“Hey sono qui, scusa il ritardo ma l’ho visto solamente adesso il tuo invito, come stai?”

““Lo sai sono scemo, ma mi diverto. Uso la fantasia.”

Con questo divertente scambio scambio di battute iniziò la storia d’amore tra Marco e Lucia.

RACCONTO ISPIRATO DAL BRANO  “TI PORTO VIA” DI BRILLA