FOCUS ON THE CRASH

“Focus on the Crash” è il nuovo singolo dei QVINTESSENCE | Intervista

Quando avevo da poco compiuto 18 anni ed ero fresco di patente, mio padre – guidatore esperto con un passato da pilota professionista – mi disse che, per guidare in modo più preciso e spedito sulle strade di montagna, non dovevo guardare ciò che avevo subito davanti ai miei occhi. Il suo consiglio era quello di volgere lo sguardo il più lontano possibile, fissando le curve che sarebbero arrivate dopo duecento/trecento metri, ripetendomi: “rimani concentrato sul tuo obiettivo nel lungo termine e nel frattempo il tuo cervello saprà come reagire a tutto ciò che succede in mezzo, senza che tu te ne accorga”.

Ma adesso mi chiedo? Se guardando sempre più avanti, fossi in grado di vedere il momento in cui succede l’irreparabile…il mio cervello continuerebbe ancora a concentrarsi sull’obiettivo oppure sarebbe focalizzato sull’impatto e come evitarlo? Forse la risposta alla mia domanda (per fortuna) non la troverò mai, ma di sicuro i QVINTESSENCE con il nuovo singolo “Focus on the Crash” non fanno che gettare benzina sul fuoco dell’inconsapevole…

INTERVISTANDO I QVINTESSENCE

Di cosa parla “Focus on the Crash”? Cosa vi ha mosso a scriverla?

Focus on the crash parla di scelte dolorose per un essere umano, che non si possono più rimandare, per esempio la sensazione di ingannare qualcuno da molto tempo e che quel qualcuno non se lo meriti. In contrapposizione a tutto questo però, esiste anche la consapevolezza di non averlo fatto apposta. E’ la messa a fuoco dei momenti di rottura prima che accadano realmente.

Ci ha mosso a scriverla la pura necessità di trasporre in un testo, o più in generale in musica e in arte, ogni nostra emozione di portata importante, che sia nel bene o nel male.

Secondo voi è più devastante l’impatto nelle vite degli altri o l’autodistruzione?

Dipende ovviamente dalla sensibilità e dalla struttura caratteriale, dalla presenza che si ha nei riguardi del prossimo e da quanto una persona senta di avere la coscienza pulita. Nel caso di Focus on the crash, si esprime proprio il dolore dato dalla consapevolezza di ciò che si sta inevitabilmente e involontariamente infliggendo, così vivamente vissuto da essere disposti, semmai si potesse, a vivere la sofferenza al posto dell’altro.

Focus On the Crash

Qual è la vita di una persona che si focalizza sull’impatto finale piuttosto che sul breve termine?

E’ semplicemente la vita di una persona per certi versi troppo sensibile e che viene sempre attraversata e travolta dalle emozioni, mai semplicemente lambita da queste.

“Living on the edge” è fondamentale per “focus(ing) on the Crash”?

Sì certo, è fondamentale, come qualsiasi stato d’animo sincero e inevitabile. Fa parte di tutti noi e spesso la cosa più complicata da fare è riuscire a trovare punti intermedi tra i due estremi.

Musicalmente parlando, che ne pensate dell’Italia e di ciò che può offrire a band come voi?

L’Italia è sicuramente un prezioso scrigno di opportunità ma per una band come noi ce ne sarebbero sicuramente di più se i nostri testi fossero in italiano. Nonostante le cose non stiano così, l’Italia potrà fare tanto per noi, sia ora, sia dopo che avremo avuto un po’ di consensi all’estero. Abbiamo molta voglia di affrontare questa sfida, abbiamo aspettato tanto per dare alla luce questo nostro primo disco, inoltre siamo tranquilli perchè supportati da un team molto valido, Deepout Records innanzitutto.

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