Sono partito dalla figura della ruota poiché essendo cresciuto in una famiglia Buddista, avevo il ricordo di un’immagine in cui veniva raccontato del Buddha che faceva metaforicamente girare la ruota del Dharma (la legge); a prescindere da questo significato, ho poi voluto trattenere il simbolo della ruota, che mi trasmetteva il senso di ciclicità e ritualità che avevo bisogno di esprimere, la associavo infatti all’elemento del tempo che scorre senza sosta in un orologio, ma anche all’immagine di un rito collettivo di persone riunite in cerchio.
Questo brano è appunto nato in un momento di lutto, un periodo particolare in cui mi sono trovato a interfacciarmi con il senso d’impermanenza delle cose e di ineluttabilità dello scorrere del tempo, nel quale ho avuto la necessità di creare un rituale che fosse personale e che sentissi mio tanto da essere uno spazio sicuro dove esorcizzare quel dolore.
Onestamente sento di poter dire che non ho mai pensato particolarmente al destino.
Per un periodo ritenevo che le nostre azioni fossero cause dirette degli effetti, adesso la sensazione è di poter influenzare solo in parte le cose che accadono, visto che la realtà è così sfaccettata e complessa che pretendere di averne il controllo assoluto può diventare un’illusione svantaggiosa.
Percepisco una visione meno consequenzialmente diretta e sento che le varie cause e i vari effetti universali siano interconnessi e non dipendano esclusivamente da noi, la nostra opportunità risiede invece nel come accogliere e interfacciarsi con gli accadimenti.
Senz’altro ritengo che l’esperienza del dolore sia comunque personale e non ci sia una modalità univoca in cui vada vissuto, personalmente però sento di aver imparato che è importante sia dare spazio al dolore e prendersene cura quando è presente; allo stesso tempo credo sia necessario ad un certo punto lasciarlo andare per evitare che diventi una condizione di normalità.
Devo ammettere che in questi ultimi periodi costellati di eventi globalmente negativi, il pensiero del futuro mi ha suscitato sensazioni di ansia, perciò per non farmi sopraffare da queste sensazioni negative sto imparando a concentrarmi sul presente o comunque su “piccoli futuri’”.
PRIMAVERA: “Appartamento” di Venerus ft. Frah Quintale
ESTATE: “Musica Musica” di Pino Daniele
AUTUNNO: “Nature Boy” versione di Kurt Elling
INVERNO: “Without Within” di Ari Hoenig
Domanda difficile! Onestamente non essendo stato presente quando è stata inventata la ruota non saprei ahaha.
Effettivamente sono entrambe innovazioni così importanti ed epocali per la storia e per la società che penso possano essere accostate, anche se nate ed evolutesi con modalità molto diverse, tanto che di internet forse ancora non conosciamo tutte le implicazioni.
Penso che la musica possa essere sia rito intimo che collettivo, credo però che sprigioni la massima espressione di se nel momento di condivisione collettiva.
Arriva da Parma una ventata d'ottimismo e forte energia positiva grazie a "Bellissimo", terzo album…
"Please stay. I want you, I need you, oh God. Don't take. These beautiful things…
Un ponte è una costruzione che unisce due sponde di un fiume, attraversarlo significa quindi…
Se possiamo immaginare la vita come un percorso che parte dalla nascita e finisce, ahino,i…
Non la avverti tutta questa realtà ovattata? Tutto così CUTE, tutto così giusto, TOP! Ne…
Lorenzo Dal Zotto o meglio dalz8, è un cantautore umbro che ha pubblicato come brano…