PH: Alessandro Bigozzi

Alessandro Bigozzi: “Ora sono pronto a rinascere” | Intervista

La “Fenice” da sempre simboleggia la rinascita, animale leggendario che è riuscito a risorgere dalle proprie ceneri. Come ci ricorda Alessandro Bigozzi nel suo nuovo singolo, questo processo può avvenire solamente se si è disposti a faticare, riuscendo quindi a superare il dolore, accettandone con grazia la propria esistenza.

Il cantautore toscano riscopre la bellezza della vita tra i canali di Venezia, esprimendo una sensazione di gioia e curiosità verso il mondo esterno. Tutto però inizia con la condizione essenziale dell’amare se stesso, raggiunta usando la musica come fonte d’ispirazione,  strumento utile per riaccendere sentimenti e pensieri rimasti troppo tempo in silenzio.

Alessandro Bigozzi ha riversato dentro “Fenice” tutte le sue energie positive scrivendo un inno universale da condividere con tutte quelle persone che sentono l’estrema esigenza di tornare a vivere una vita normale, tra uscite con amici, lunghe serate estive e concerti tutti insieme a cantare fino a perdere la voce.

INTERVISTANDO ALESSANDRO BIGOZZI

“Fenice” celebra l’amore che ognuno dovrebbe avere per se stesso?

Assolutamente sì, se amarsi significa anche, di conseguenza, amare questo meraviglioso viaggio che è la vita. Penso che sia la cosa più difficile di tutte, ma anche la base di tutto. Ovviamente questo è soltanto il primo step: dobbiamo poi fare in modo di proiettare questo amore verso l’esterno. Ma non possiamo realmente amare gli altri e la vita che ci è stata donata se prima non amiamo noi stessi.

Rinascere che effetto ti fa?

È qualcosa di primordiale e potente. Rinascere è come tornare a respirare dopo una lunga apnea, rivedere il sole alto fino a tarda sera dopo le giornate troppo corte di un lungo inverno, rinnamorarsi. Penso che nasciamo in questo mondo per rinascere continuamente.

Non si tratta di qualcosa privo di dolore: la fenice deve bruciare per poi rinascere ancora più splendente di prima. Così anche noi dobbiamo imparare a lasciare andare il nostro passato, e con esso tutte le cose che ci hanno reso cenere, per rinnovarci nel “qui e ora”. L’importante è accettare che siamo sia inverno, sia primavera, e in mezzo a questi stati anche tutti i colori che portano con sé l’estate e l’autunno. Siamo un continuo divenire, un continuo rinnovarci: “panta rei”, tutto scorre, dicevano gli antichi greci. Penso che la pandemia in questo ci abbia insegnato molto.

PH: Alessandro Bigozzi

La musica è la tua oasi felice?

Sì, la musica è “la mia oasi in questo deserto” (ho colto il riferimento al testo, furbetti!!). L’ho trovata da piccolo, e ogni volta che ho sete e ho bisogno di ricaricare le energie torno sempre da Lei.

Il bello è che non è un miraggio, ma energia vera, viva e pura, amore fedele e compagna di vita.

Cosa rappresenta per te Venezia, città protagonista nel video del tuo ultimo singolo?

In realtà la scelta di Venezia come location principale del videoclip è stata qualcosa di istintivo e non calcolato: un sogno. Nell’aprile del 2020, in piena prima pandemia, è venuta a mancare mia nonna materna, Leda, a cui ero estremamente legato. Una notte, dopo aver scritto Fenice, l’ho sognata: mi diceva di girare il videoclip nella magica Venezia, una delle città meta del suo viaggio di nozze con mio nonno Giovanni. Nel sogno promisi che lo avrei fatto. Quando ho detto al mio amico e regista Francesco Nisi, che ha scritto insieme a me e diretto tutti i miei video con il suo straordinario talento, che avremmo dovuto girare nel capoluogo veneto, non mi ha chiesto neanche la motivazione, ma si è fidato del mio istinto. Ed è proprio questo fidarsi reciprocamente l’uno dell’altro che rende questo nostro sodalizio artistico speciale; è questo il segreto del successo dei nostri videoclip!

Ah, per chi non lo sapesse, il teatro più importante di Venezia, nonché uno tra i più prestigiosi al mondo, si chiama “La Fenice”, ed è stato per due volte riedificato a causa di due incendi, uno nel 1836 e l’ultimo nel 1996, anno in cui sono nato.

PH: Alessandro Bigozzi

Perché abbiamo il super potere di complicarci la vita inventando problemi che non esistono?

Perché spesso siamo dei coglioni che praticano la deleteria arte del pensare troppo. Guardiamo troppo al passato, viviamo in ansia per il futuro e ci dimentichiamo che il presente è tutto ciò che abbiamo. Quando mi accorgo che mi sto complicando troppo la vita, mi fermo, chiudo gli occhi e cerco di tornare a ragionare e vedere il mondo come quando ero bambino. I bambini vanno dritto all’essenziale, non hanno paura di meravigliarsi continuamente delle cose che accadono e riescono a percepire la bellezza con estrema semplicità.

È questo che intendo quando canto “In tutto ciò che prima davo per scontato mi perdo, e resto senza fiato”: l’importanza di liberare il bambino dentro di noi, con tutto il suo stupore, la sua creatività, spontaneità e, perché no, sana incoscienza.

Come si fa a non cadere in un mondo così fragile?

Accettando di essere fragili. La fragilità è una grande forza per noi cantautori: senza di essa non avrei iniziato a scrivere canzoni. E poi chi l’ha detto che non dobbiamo cadere? Cadere è essenziale! “ Dobbiamo cadere per rialzarsi ancor più su” (sì, sono un po’ autoreferenziale, vd. l’incipit del mio singolo “Non ci sei più”). Accettare e amare la nostra fragilità rende ogni caduta un trampolino di lancio per raggiungere nuove vette.

PH: Alessandro Bigozzi

Per vivere davvero bisogna scoprire quale scintilla ci fa battere il cuore?

Questa è molto alla Marzullo (rido). Scherzo! Vi faccio i complimenti per la qualità delle domande; non capita quasi mai di poter affrontare delle questioni così profonde e interessanti quando si parla di interviste musicali. Ebbene la risposta alla domanda finale da un milione di dollari è sì. La vita vera inizia quando si scopre e si asseconda la nostra vocazione. Ogni vocazione nasce perché abbiamo creduto in un sogno preciso, unico e fatto su misura per noi. Per farla semplice, scoprire qual è la nostra vocazione significa scoprire chi e cosa siamo chiamati ad essere in questa vita. Per farla ancora più semplice, TENETEVI STRETTI I SOGNI e non metteteli nel cassetto, ma coltivateli giorno per giorno!

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