PH: Silvia Violante Rouge

chiamamifaro: “Anche la Post Nostalgia è una fase passeggera” | Indie Talks

Se cerchiamo la definizione di nostalgia su un dizionario troveremo certamente qualcosa di simile a questa spiegazione: “Stato d’animo corrispondente al desiderio pungente o al rimpianto malinconico di quanto è trascorso o lontano”, mentre per conoscere la Post Nostalgia è consigliato ascoltare il primo disco di chiamamifaro.

“E dopo la nostalgia, cosa c’è? Un posto in cui rifugiarsi, un faro che splende sul mare, la gelateria degli anni d’oro dell’adolescenza, i concerti del 2020, la vacanza con gli amici del liceo, i dialoghi sconclusionati davanti al portone di casa, il ricordo che si sfoca ma non sbiadisce. 

Con queste parole Angelica, ci trasporta in un viaggio tra passato e futuro, con la pazienza di esplorare alcuni piccoli momenti di vita quotidiana, molto spesso trascurati perché, solamente all’apparenza, sembrano insignificanti.

Per superare un dolore, abbandonare la malinconia o addirittura riuscire a trovare il coraggio per affrontare una scomoda verità, è importante non cascare nella fretta, rispettando i tempi di cui ognuno di noi ha bisogno.

 

chiamamifaro X INDIETALKS

Proviamo a descrivere la tua musica come se fosse la ricetta della “ Pasta Rossa”?

Mi sembra un ottimo paragone. Mi piace pensare che la mia musica sia semplice, da tutti i giorni, il più diretta possibile. E il piatto che più le somiglia è la pasta al sugo. Quella che a casa mia si mangia la domenica a pranzo perché mia mamma non è una grande cuoca ma quella la fa benissimo. Pasta Rummo, passata Mutti, uno spicchio d’aglio e basilico. Stop.

Che fase è quella della post nostalgia?

Il post nostalgia è, come si può capire dalla parola in sè, ciò che viene dopo la nostalgia. E li in mezzo c’è un passaggio che si riesce a fare solo imparando a dire degli addii. Mi piace pensare che non tutti gli addii siamo brutti, anzi, a volte dire addio ad un ricordo a cui siamo troppo legati, una persona, un luogo ci porta poi a ripensarli con più leggerezza. Ecco, per me la post nostalgia è una nostalgia più felice, più spensierata.

Spesso sono gli altri che ci chiedono di diventare grandi?

Certo, ma non solo le persone. È un po’ il mondo che ce lo chiede e ce lo impone. Ed è giusto così, è naturale. Come è naturale averne paura e sentirsi completamente fuori luogo qualche volta.

Quali ricordi di quest’estate sei pronta a conservare per sempre?

Questo tour meraviglioso in tutta italia che ora si sta per concludere. Sembra una banalità, ma portare in giro le mie canzoni e questo primo album è la cosa che mi fa stare meglio al mondo. In tour poi non ci sono solo i concerti, ma anche tutti i viaggi, avventure e disavventure insieme ai ragazzi della band. I furgoni che ti lasciano a piedi, le corse per arrivare in tempo, i voli in ritardo. Insomma ci siamo divertiti un sacco.

PH: Silvia Violante Rouge

Quale “vhs” non vorresti mai buttare via?

Ahimè sono più piccola di quanto la gente pensa quindi di vhs veri e propri ne possiedo davvero pochi. Ma parlando in senso figurato, un momento di quest’estate che vorrei davvero tenere stretto a me è il concerto a Bologna all’Unipol Arena in apertura ai pinguini tattici nucleari. Era la prima volta che provavo a far cantare al pubblico il “sento che perdo una parte di me” su metaverso e poteva andare benissimo come disastrosamente. Invece mi sono ritrovata qualche migliaia di persone che cantavano fortissimo ed è stato davvero speciale.

Hai imparato a galleggiare sopra le lacrime?

Forse no, però se in mare si galleggia, sulle lacrime il concetto dovrebbe rimanere invariato. Insomma teoricamente funziona.

Quando arriva il momento di dire “ Addio sul serio”?

Io ancora non te lo so dire. Sugli addii sono sempre stata un po’ scarsa. Però l’addio sul serio di cui si parla nella canzone è uno di quelli teneri e purtroppo definitivi di quando ci lascia qualcuno o qualcosa a cui vogliamo bene. In quel caso per esempio parla di un cane che non c’è più.