New Indie Italia Music Week #124
“Uno è morto, uno è pazzo, uno lavora. Uno non mangia, uno non esce…
se mi guardo intorno non c’è più nessuno. Si bolle in questa città. Il tempo vola aspettando di cambiare” (Io tu e miei amici – Oratio)
Ci incontriamo fortuitamente, ci conosciamo, impariamo ad amarci, a godere nel osservare reciprocamente le nostre esistenze che si evolvono, che si deturpano, che fioriscono e poi, ci perdiamo con la stessa casualità con la quale ci siamo incontrati.
Quante sono le volte in cui grazie alla musica abbiamo conosciuto nuove persone e instaurato nuove relazioni?
Quante volte grazie a una canzone ascoltata distrattamente alla radio veniamo colpiti da flashback che rievocano persone che sono state importanti e che adesso non frequentiamo più?
La musica ha il potere di sovvertire le leggi del tempo e dello spazio.
Scopri la tua nuova scintilla musicale con il nuovo numero di New Indie Italia Music Week!
DIAMANTI (Album)
“Immaginate di meditare e di riuscire a raggiungere la parte più segreta che vive dentro di voi. Lì troverete una pietra preziosa: la consapevolezza che ognuno di noi brilla come un diamante”.
È così che GINEVRA ci racconta il suo disco d’esordio “DIAMANTI”, un viaggio nel paese delle meraviglie della cantante.
Atmosfere tra Aurora, Elisa Toffoli, Mahmood. Ma anche un pizzico di anni 90, Massive Attack, Autechre, follia. Il tutto tenuto insieme da una voce da creatura magica.
Poco pop e tanta creatività per uno dei progetti più interessanti in circolazione. Pezzi preferiti: OCEANO, ASTEROIDI, TORINO. Ascoltateli.
(Vernante Pallotti)
GINEVRA: 8
Techno Pastorale
Un brano viscerale, nato dall’urgenza emotiva dell’artista di raccontare una storia d’amore tra due persone, in cui l’amore stesso diventa l’unica cosa a cui aggrapparsi. La delineazione di una generazione precaria, fatta di lunghe notti insonni e speranze per un futuro migliore.
Gli ingredienti del pezzo sono un’elettronica sintetica, richiami alla club culture e alla new wave e un pizzico di campi della provincia bolognese.
Sono proprio le distese padane a evocare a Miglio delle visioni emozionali, perché nei campi si può immaginare una libertà primordiale. Il brano, i visual e le immagini, rappresentano un vero e proprio viaggio collettivo tra la città e la provincia, immaginato per raccontare il mondo interiore di Miglio.
(Sara Pederzoli)
Miglio: 8
Porcella
Sfacciata, diretta e onesta: queste le prime parole che mi vengono in mente per definire Vale Lp e il suo brano “Porcella”, con cui l’artista comunica tutta la sua forza. Già presentato a XFactor, ma rimasto in cassaforte fino ad ora, momento giusto per pubblicarlo. Un giro di chitarra fuori dal tempo, strofe caratterizzate da pensieri discontinui in contrasto con un ritornello leggero e orecchiabile danno vita ad una narrazione fuori dai convenevoli, intima e senza sovrastrutture.
Porcella è decisamente un singolo più da cantare che da capire, che già dal titolo dimostra una voglia di sdrammatizzare la paura di esporsi di Vale Lp, unita ad un timbro accattivante e riconoscibile. Una canzone che sicuramente non si scorda facilmente.
(Sara Pederzoli)
Vale LP: 8
Nelle parole degli altri
Una profonda riflessione sull’esistere, quella raccontata nel nuovo singolo dell’artista bolognese Gregorio Sanchez dal titolo “Nelle parole degli altri”.
“Piegare il tempo fino al momento in cui sono nato”: cosa eravamo prima di venire al mondo? Un pensiero nella mente dei nostri genitori, esistendo già nelle loro parole, nelle loro azioni preventive al nostro arrivo.
Crescendo, continuiamo ad esistere in carne ed ossa. Allarghiamo il perimetro di conoscenze, intraprendiamo rapporti umani, diventiamo parole nelle bocche degli altri, diventiamo pensieri nella testa di chi ci ama, di chi ci odia. Viviamo.
(Alessandra Ferrara)
Gregorio Sanchez: 8
Alla fine del giorno
“Anche questa notte rimaniamo spenti, distesi come due strisce parallele sul tuo letto”
È un amore passivo quello cantato nel nuovo brano di Grecale intitolato “Alla fine del giorno” in collaborazione con Gigante. Succede che l’amore si spegne, ci rende cupi, inermi. Ma imperterriti continuiamo a portare avanti qualcosa che non è più un sentimento, ma semplicemente una fonte di dolore.
(Alessandra Ferrara)
Grecale feat Gigante: 7,5
Freestyle Pack – Freestyle #6 (EP)
Un Ep per racchiudere i più famosi freestyle che Nicola Siciliano ha già pubblicato su social e YouTube, ma anche per aggiungerne uno nuovo. È Freestyle Pack, copertina gialla e le iniziali dell’artista che da Secondigliano ha mostrato la pelle per riuscire in poco tempo a farsi un nome nella scena, tra collaborazioni con Geolier, Vegas Jones, Ketama126, Livio Cori. Tre freestyle che hanno ricevuto moltissimi consensi e che ora sono disponibili insieme, tra i quali compare il sample di “Ragione e sentimento” di Maria Nazionale.
Forte l’attaccamento alle radici partenopee, con l’uso del dialetto (che utilizza da sempre) e i riferimenti alla cultura napoletana, che si ritrovano anche nel banger inedito. “Balla tarantella, tradizione c’ha insegnato” ripete Nicola Siciliano a fine traccia, accompagnato dall’utilizzo ipnotico del sintetizzatore e dell’808, in un finale che si acquieta dopo un passo di liriche serrate che rappresentano la vera essenza dell’artista.
(Lorenzo Ottanelli)
Nicola Siciliano: 8,5
Puta Digital
Un futuro alla Blade Runner, cartelloni pubblicitari enormi, club house, rave alle periferie di un grande centro città, magari nella realtà aumentata. È l’ambientazione perfetta per “Puta digital”, che suona digitale e lo fa con la voce elettronica di Boyrebecca che scandisce il tempo con la ripetizione di “Milano, Miami, Tokyo, London” e “tu sei loco, fammi crazy”.
Ritmi psichedelici, house, disco è un Pablo America che non conoscevamo. Anzi, da ora è anche Pablo Suzuki スズキ, il suo nuovo progetto artistico, che non rimpiazzerà il precedente, ma gli si andrà ad aggiungere e che mostra un artista ancora più eclettico di quanto immaginassimo. Se già, infatti, ci aveva colpito la doppia anima cantautorale e “club”, oggi Pablo America oltrepassa l’oceano verso il Giappone e ci mostra questa terza anima dance e schizofrenica. Un invito a essere sé stessi, oltre i generi e le etichette.
(Lorenzo Ottanelli)
Pablo Suzuki スズキ feat. Boyrebecca: 7,5
Ragazza del treno
“Milano cade a pezzi, ragazza del treno, sembriamo pesci rossi alle fiere, noi”.
Un film nella testa con una ragazza conosciuta sul treno, la fermata bucata per poterla guardare ancora un po’, dieci volte prima di riuscire a parlarle, dalla periferia al centro. Alla fine, l’amore scoppia davvero. È il più classico dei racconti, l’innamoramento, cantato con una eccellente produzione vocale, accompagnato da un giro di chitarra che fa da intro fino a quando non incontra la batteria e il brano si fa più ritmato. Un cantautorato che prende il meglio del passato, e lo rende attuale e fresco grazie all’utilizzo di clip vocali e di particolari legati alla contemporaneità.
“Ragazza del treno” è un inno alla gioventù, all’innamoramento, alla vita. Con questo brano Ormai dimostra una volta in più di avere tutte le carte in regola per fare parte del gioco, cosa che ha già mostrato duettando insieme a Fabri Fibra e a Giorgia nell’album di Michele Canova.
(Lorenzo Ottanelli)
Ormai: 7
Giocare con me
Dutch Nazari gioca con le nostre sensazioni nello stesso modo in cui lo fa con questo ultimo singolo.
Il verbo giocare è molto versatile, in base al contesto in cui lo utilizziamo può avere una valenza o positiva o del tutto negativa. È proprio questo il concetto sui cui si basa “Gioca con me”, ultimo lavoro dell’artista che va a chiudere il cerchio di “Cori da stadio”, il suo ultimo album pubblicato.
Una canzone in completo stile Dutch che si muove nel sottile confine tra il prendere le cose alla leggera e l’affrontarle in modo riflessivo e serio. Il ritmo della canzone va avanti appoggiandosi sui kick della batteria, mentre in sottofondo si muove un fantastico riff di chitarra che fa da contrappeso ad un ritornello che si pone un’unica seria domanda: “E tu ci vuoi giocare con me?”
(Filippo Micalizzi)
Dutch Nazari: 8
Cinema Carmen
Suoni distopici e universi malinconici, sono quelli di Barriera, musicista, autore e filmmaker casertano trapiantato a Roma, che con il nuovo brano “Cinema Carmen” ci proietta dentro la sua visione fatta di synth e sperimentazioni. “Carmen, la notte è buia e io sono una discarica in fiamme”, ci sentiamo dentro un universo parallelo mentre ascoltiamo Barriera, che in questo brano unisce i suoi due argomenti preferiti: l’amore sofferto e bramato e i disagi mentali provocati da questa vita, che definirla complicata è dire poco.
Evadiamo dalla realtà e ci ritroviamo in una stanza armati di pistola laser, numerosi sono i nemici da eliminare davanti a noi e con la colonna sonora di “Cinema Carmen” riusciamo a caricarci ed eliminarli tutti, alla fine rimarremo solamente noi, con i nostri ricordi, la nostra malinconia e le nostre ferite: ma finalmente liberi.
(Margherita Ciandrini)
Barriera: 8
Rave
“E non è vero che non può durare, solo perchè sono diverso da te, e tu diversa da me”
La dolcezza di IGI, insieme a tutto il suo disagio, esce prepotente in “Rave”, terzo singolo del giovane artista napoletano che ha fatto del bedroom pop e delle sonorità sognanti indie-rock il suo tratto distintivo. Quando il nostro pensiero fisso è quello di essere sbagliati sempre e comunque, in ogni situazione, i nostri dubbi sono come enormi mostri neri che ci inglobano e difficilmente riusciamo ad uscire da questi gusci immaginari e socializzare normalmente con le persone.
In questo dialogo con la sua ragazza, IGI prova ad esprimere queste sensazioni di disagio interiore che lo attanagliano e riusciamo a percepire tutta l’urgenza dell’artista che, come miglior metodo di comunicazione, sceglie la musica e attraverso i sound delicati e i testi sinceri, riusciamo ad empatizzare con lui e scivoliamo dentro la sua coperta, nascondendoci dal mondo che è sempre pronto a giudicare ogni nostro passo falso.
(Margherita Ciandrini)
IGI: 8,5
Rituali
Tutto inizia da un “come stai?”, poi una risposta che nasconde tante parole non dette mascherate dalla retorica sociale. È difficile, come canta Angelina Mango, esprimere chiaramente il casino che si ha in testa quando ti chiedono come stai, tante sono le formulazioni che sperimentiamo di usare per cercare di dire quello che stiamo provando, ma quante volte ci è capitato di rifugiarci dietro un “bene” per sfuggire all’indifferenza?
La voce perfetta di Angelina indaga proprio questa bugia che continuiamo a raccontarci più per ritualità che per vero interesse verso l’altro. “Rituali” è affrontare in modo cinico l’argomento, ballandoci su.
(Ilaria Rapa)
Angelina Mango: 7,5
Nanè
Un ballo dance, un bacio e Nanè ci fa prendere un biglietto solo andata per Paloma: un posto da sogno in cui anche i desideri più difficili sembrano prendere forma di realtà. Nanè torna con un nuovo singolo leggero, fatto per danzare e per abbandonarci alle note di una canzone che forse ha ancora un leggero retrogusto estivo.
“Un bacio e sono a Paloma”!
(Ilaria Rapa)
Paloma: 7
Piccola miss
“Piccola miss” è ipnotica e distopica e felice di esserlo. Il genere del nuovo singolo di Alfonso Cheng in featuring con Supernino è l’Hypnagogic Pop, un pop lo-fi psichedelico che ci porta in un luogo spazio-temporale dalle sfumature “retrò-giapponesi” abitato da synth e suoni distorti. Dietro al pezzo, una dedica alla sua “Piccola Miss”, a cui promette di essere migliore, diverso, più normale, c’è un richiamo alla sua terra, la Campania, casa che Alfonso Cheng guarda ancora con occhi ammaliati, ma in cui si sente in trappola.
E quindi, come un mantra, una voce ripete: “alle feste non ci vado più, alle sagre non ci vado più, ai rave non ci vado più”. La scelta musicale è coraggiosa e caotica e proprio per questo funziona su un brano che vuole solo farci vedere pezzi sparsi e disordinati di ricordi, come coriandoli. Perché le storie d’amore, soprattutto quelle con la propria terra, sono fatte di sentimenti contrastanti, odi e amori che forse non possono essere spiegati a tutti. Forse sono semplicemente immagini confuse e sfocate, pubbliche questioni private.
(Benedetta Fedel)
Alfonso Cheng, Supernino: 7
Coccinelle nere
“Le coccinelle nere portano fortuna, non è che c’hai una maglia che non usi più?”.
Non sappiamo con certezza se questa storia delle coccinelle sia vera, ma sicuramente hanno portato fortuna al pezzo del giovanissimo artista napoletano Tripolare. Coerentemente col nome d’arte, anche il nuovo singolo funziona ad estremi: il suono non è connesso alle parole ed è esattamente qui che sta la sua bellezza. “Coccinelle nere” è uno scorcio sul quotidiano di Tripolare messo in una musica in cui l’elettronica si prende tanto, perché l’artista, che vuole “portarci con sé”, ci fa vedere com’è il suo mondo, niente di più e niente di meno.
Il testo è solo apparentemente semplice perché è estremamente evocativo. “Camminerò sulle mani per te. Da adesso il mio bene è il tuo bene. Da adesso il tuo bene è il mio bene”. Non si riesce a non essere travolti dalla potenza emotiva di questa immagine, che prende forma su una musica che non ti dà il tempo di capire dove sei. Sai solo che ci vuoi stare.
(Benedetta Fedel)
Tripolare: 8
Congratulazioni
I rapporti umani sono il centro focale dell’attenzione dell’artista lucchese Gionata, che ha fatto uscire il suo secondo album, “Congratulazioni”. È disarmante l’occhio con cui il cantautore riesce a cogliere le sottili sfumature dell’animo umano e la capacità di trasmettere il contesto entro cui si verificano. Ironia e disincanto sono costanti della vita e siamo tutti sempre in equilibrio tra una felicità eternamente auspicata e una disillusione che ci fa piangere e ridere insieme.
Mal comune, mezzo gaudio, no? Ed è così che ci si sente ascoltando “Congratulazioni”, perché tutti almeno una volta siamo stati Gionata. Tutti ci siamo incastrati nell’amore e nella vita, tra le loro mille maschere. La musica è un cantautorato indie con sfumature più o meno dream pop che si sposano perfettamente e coerentemente col contenuto dei testi. La domanda che ci viene da chiederci in tutta questa overdose di realtà è: “Ma congratulazioni per cosa?”. In bilico tra un sorriso e un ghigno, credo proprio che questa sia una domanda a cui una risposta non c’è.
(Benedetta Fedel)
Gionata: 8,5
Bologna sospesa
Ogni città può mostrare diverse sfumature che sono legate inevitabilmente al contesto interiore di chi ha il coraggio di abitarle o solamente concedersi un viaggio come piccolo assaggio.
Per Campi, Bologna è il luogo dove cercare riparo ma anche una promessa di futuro incerto sospeso tra sogni e realtà. Le paure però vengono cullate da una melodia uptempo con tonalità funky, ricca di speranza basata sulla condivisione.
Per sentirsi parte di un posto bisogna entrare a far parte della comunità, riuscendo a costruire relazioni, lasciando da parte un certo tipo di individualismo egoista, perché alla fine abitiamo tutti in quelle stesse vie.
(Nicolò Granone)
Campi: 7,5
okokok
Uscire dalla propria zona di confort non è solo un atto di coraggio, ma un gesto necessario per esplorare davvero chi siamo.
In questo mondo fatto di regole, giudizi e falsi gesti, ogni tanto è necessario affezionarsi alla ribellione. Non si può cambiare rispondendo sempre okokok, ma talvolta è meglio fare nuove domande o alimentare la scintilla di passioni negli occhi di chi guarda verso un’altra direzione.
(Nicolò Granone)
okgiorgio: 7.5
Alle amicizie tramontate, alle amicizie solide, a quelle che nasceranno, a quelle che ritorneranno: scopri nuove sensazioni con le playlist di Indie Italia Magazine!
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