welcomeFICO: “L’importanza di vivere una vita normale” | Intervista

PH: Carlotta Berti

welcomeFICO: “L’importanza di vivere una vita normale” | Intervista

“Goffredo” è il protagonista del nuovo brano dei welcomeFICO,  che racconta la storia di un uomo normale, con le sue gioie e i suoi dolori come tutti gli altri, che si accontenta di una vita fuori dai riflettori.

La società oggi tende ad emarginare questo tipo d’atteggiamento, ma i welcomeFICO provano a ribaltare la situazione, trasformando la figura di Goffredo in un vero eroe, il tutto con un tocco punk.

Anche la moda vuole imporre regole, gusti ed estetica come evidenzia il brano “Giast Cavalli”, realizzato con Nicolò, storico componente della band Peter Punk, ma questa visione invece di esaltare le scelte dei singoli tende ad una omologazione collettiva.

“Goffredo aiutami tu a non avere più paura di questa tribù che ti giudica, che ti svalvola, che ti strangola”.

 

INTERVISTANDO welcomeFICO

A chi è dedicata “Goffredo”?

Goffredo è una canzone dedicata a tutte quelle persone che si sentono un po’ emarginate, perché magari sono un poco più strane del “normale”, oppure sono più timide e questa eccessiva timidezza le fa rendere più deboli.

Goffredo è un personaggio di fantasia, quella piccola vocina interiore che ci dice di fregarcene ogni tanto e di fare quello che più ci piace, uscendo dai canoni standard della società e da tutte le imposizioni, perlopiù superflue.

Nella canzone infatti si fa riferimento allo smartphone che ormai è diventato il nostro tutto, dove troviamo qualsiasi cosa, oggetti, informazioni, relazioni e molto altro, facendoci vivere appunto la nostra vita “just in time”, in base all’offerta di mercato.

Almeno quando andiamo a dormire, spegniamolo. 

Impossibile.

Che esperienza è stata suonare in un supermercato?

Suonare in questa location particolare è stato molto piacevole e divertente!

Abbiamo contattato il responsabile/direttore del Conad City di Alfonsine per illustrargli il progetto del video e lui, con piacevole sorpresa, ci ha dato l’ok a procedere.

Questa esperienza sarà indimenticabile, perché oltre alla cortesia e la fantastica ospitalità, suonare in mezzo alle corsie del supermercato sembrava quasi di essere in un set preparato apposta, mentre era pura realtà.

Ecco questa cosa è stata abbastanza punk.

Qual è la cosa più punk che avete fatto insieme?

Premesso che non siamo negli anni ‘70 / ’80, tempi in cui anche solo un rutto poteva scandalizzare, dove il punk e la ribellione giovanile era nel pieno, abbiamo appunto suonato in un supermercato, questo lo ritengo abbastanza punk.

Abbiamo fatto altre cose quando eravamo più giovani e quando suonavamo alle feste, ma penso che queste cose non possano essere dette pubblicamente anche per questioni di decoro. In effetti sarebbe veramente punk dirle in una intervista, ma preferiamo questa volta dire passo. Se qualcuno è curioso, potrà sempre chiedercelo tramite messaggio sui nostri social Facebook o Instagram. 

 

Cos’è il capitalismo per i welcomeFICO?

Questa è una bellissima domanda, che però potrebbe portare, anzi porta al pensiero politico.

Sinceramente in questo frangente del nostro percorso artistico, non vogliamo dare troppa importanza ad un messaggio socio-politico-economico tra la classe dominante e i dominati, tra dirigenti e operai, tra leader e popolo.

A noi piace descrivere il mondo nei suoi fatti, anche più semplici e cose molto ovvie e dannose che sono sotto gli occhi di tutti, per esempio la televisione spazzatura, pensare che una un brand o marchio “faccia” la persona, il politicamente troppo corretto che va moltissimo di moda ora.

Questi sono tempi duri ed essere se stessi è molto difficile, noi puntiamo anche a questo con alcune delle nostre canzoni, fate ciò che vi fa star bene! 

L’apparenza sta trasportando i filtri social anche nella realtà di tutti i giorni?

Questa cosa è molto vera, per quanto ci riguarda.

I social possono essere utili per esempio per artisti, musicisti, scrittori, imprenditori ecc.. strumenti molto validi per espandere la propria attività. 

Mentre espandere la propria persona e la propria intimità, pensiamo sia una cosa alquanto dannosa, per noi stessi e a livello sociale.

Le persone sono belle perché con relazioni vere si possono scoprire, un’espressione reale del viso vale mille volte di più che 2 foto sul profilo instagram.

I filtri distolgono dalla realtà, magari ci fanno apparire più fichi di quello che siamo, innescando in noi forse anche la paura di mostrarci dal vivo.

Meno filtri più conversazioni reali, questo consigliamo. 

PH: Carlotta Berti

Ci sono delle imposizioni che rifiutereste sempre?

Si, di imposizioni ce ne sarebbero a tonnellate da rifiutare, ma penso che l’imposizione principe sia quella delle persone che decidono al posto tuo senza nemmeno chiederti nulla.

Non chiediamo di essere presi in considerazione per scelte economiche e sociali di grande interesse, ma nelle piccole cose si, nel proprio lavoro, in famiglia, con gli amici.

Ecco, per esempio i guru, quelli che stanno su internet adesso, che ti dicono come vivere la tua vita e quali scelte fare. Quelli li, quelli li, proprio non li sopportiamo.

Una imposizione molto seria sarebbe quella del discriminare, se mi dicessero di discriminare le persone…ecco che li ci trasformiamo, ci si gonfierebbe la vena. 

Discriminare le persone per qualsiasi motivo e soprattutto per futili motivi ci farebbero girare le palle parecchio.

Quale moda vi piacerebbe lanciare?

La moda non fa per noi, ogni mattina praticamente ci buttiamo nell’armadio per vestirci.

Non vestiamo griffati e non facciamo storie ne balletti su tik tok.

Una bella moda che ci piacerebbe tornasse, sarebbe quella dei giochi all’aria aperta, dal nascondino a strega mangia colori, da uno due tre stella a far rimbalzare i sassi nell’acqua.

Una cosa più di tutte ci piacerebbe tornasse di moda, avere cassette o cd da ascoltare. Una volta spendevi i tuoi pochi risparmi della paghetta in cd o musicassette e per far fruttare al meglio la spesa, quel disco lo consumavi fino al sanguinamento dell’orecchio.

Tornare ad “ascoltare” la musica sarebbe una gran ficata!