Albertissimo: “Cosa c’è prima del lieto fine?” | Intervista
Un gioco di sguardi può essere l’inizio di una storia d’amore che finisce con un lieto fine da far invidia ai film Disney, oppure creare l’illusione di una relazione che non s’ha da fare.
Albertissimo parte da questo momento per raccontarci l’imbarazzo del non detto, con i rimpianti che giocano la loro partita, trasformandolo in una canzone it pop dove malinconia e ironia si mischiano, dando la sensazione che tutto sia possibile, ma allo stesso tempo facendo presagire che si dovranno fare i conti con la malinconia.
Forse per capire come andrà a finire bisogna vedere la vita con gli occhi di un bambino, liberandosi di pesanti preconcetti, perché a volte tutto può succedere!
INTERVISTANDO ALBERTISSIMO
Chi è Albertissimo?
È un drink che si può gustare sulla costiera amalfitana, presso un piccolo bar: “L’alternativo”, rinominato poi, il bar dell’ amore.
Come spiegheresti l’amore ad un bambino? Quale sarebbe la sua versione?
C’è davvero poco da spiegare ai bambini, ma se proprio dovessi dirgli qualcosa, gli direi che prima di andare a giocare in un campo e sporcarsi di terra, dovrebbe, prima di uscire, pulirsi per bene. Lui sarebbe sincero e mi direbbe che non saprebbe come dirlo.
Chi è il tuo personaggio Disney preferito?
Peter Pan li batte tutti.
Qual è il film mentale più strano che ti sei fatto?
Per un breve periodo ho creduto davvero di essere in un “Truman Show”
Hai un motivo per credere nel lieto fine?
Ogni fine è sempre lieta,anche quando non ci appare tale.
C’è una famosa canzone che dice che per fare l’ albero ci vuole il seme, per fare il seme ci vuole il frutto e per fare il frutto ci vuole il fiore.
Si sta perdendo il diritto al silenzio?
Più che altro si è persa la confidenza con il silenzio, è diventata così prorompente la sua voce, che cerchiamo in tutti i modi di fuggirla.
In certe occasioni è meglio fare la scelta sbagliata per imparare qualcosa di nuovo piuttosto che scegliere la soluzione più facile?
Sicuramente gli errori, accrescono il bagaglio di esperienza diretta, che è il campo dove realmente si acquisisce la conoscenza, è ciò che distingue una vita vissuta da una vita raccontata. Quindi direi molte scelte sbagliate, e poi giusto per riposare, qualche scelta facile.
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