PH: Marco Simi

Androgynus: “Dov’è la natura dentro questo Medioevo Digitale?” | Intervista

In questo “Medioevo Digitale” stiamo sacrificando la realtà per concentrarci maggiormente sul piano del virtuale, dimenticandoci non solo della natura, ma anche dei nostri sentimenti di cui spesso parliamo, senza però averli vissuti davvero.

“Ma come” “Non basta” più rimanere a “Congelare” sull’” Asfalto” della vita dal ” Tramonto” o al “Mattino”, ma anche vicerversa, cosa aspettate, “Rincorretevi”!

Gli Androgynus con questo disco vogliono riprendere il controllo delle proprie vite, lasciando da parte media e telefonini, rimanendo affascinati da un richiamo ancestrale, secondo il quale l’uomo deve esplorare il mondo in maniera libera e coraggiosa, accettando anche la possibilità di sbagliare, evitando così di credere incondizionatamente  ai vari paradigmi imposti dalla moda.

E non sarà facile ma sai

Sento come se una spinta dentro

Mi tirasse a sé, sento come se fossi

In un sogno a cui non c’è risveglio

INTERVISTANDO GLI ANDROGYNUS

Qual è la vostra natura interiore?

Per fare prima ed essere molto più preciso mi basterebbe darti il mio tema natale (Gabriele, voce degli Androgynus ndr) e quello di Allegra Fanti, la parte visiva del progetto Androgynus. Anche in quel caso però, tu sapresti soltanto ciò che la nostra Anima sta affrontando in questo momento specifico: gli inghippi e le virtù della nostra personalità, le tendenze costruttive e quelle distruttive. Noi crediamo che la personalità sia una dimensione esteriore, una scorza legata a ciò che l’Anima ha voluto allenare in questa vita. Il motivo per cui siamo così e dove stiamo andando, è tutto un altro paio di maniche!

Perché avete sentito il bisogno di fare musica?

La musica è la cosa che mi tiene sveglio, dà profondità e colore alla grigia monotonia della vita civilizzata, è un pronto rimedio all’alienazione. Si può parlare di dipendenza quando non posso fare a meno di lei per superare certi momenti della vita, ma altre volte si rivela un maestro che ti costringe a non mentire a te stesso e a chiederti veramente se sei felice, perché con la sua bellezza arriva e spazza via tutta la finzione e la scontentezza emotiva che ci rende veramente quasi zombie viventi.

PH: Marco Simi

In quali luoghi ricercate ispirazione?

Al Sole, ma anche nel buio della stanza, davanti a un computer che rovina la vista. Di solito però dopo molte ore di buio tornare al Sole è ancora più emozionante.

Che effetto fa vivere nell’epoca del “Medioevo Digitale”?

Si sta molto soli. Io poi vivendo a Roma da provincialotto mi sento un alieno. I mezzi digitali ci fanno credere di vivere a stretto contatto con la totalità delle persone, ma la realtà è che la comodità rivela un mezzo di comunicazione superficiale. Un rapporto vero è fatto anche e soprattutto di comunicazione non verbale, di esplorazioni, di avventure, ciò non può avvenire su Instagram.

È davvero difficile rincorrere la felicità?

No, è la cosa più semplice del mondo. Se sei disposto a rinunciare alla tua definizione di felicità e dentro di te sei sinceramente interessato a ottenerla la cosa è abbastanza spontanea. Ti riporto ciò che scrissi per l’occasione dell’uscita del nostro brano “Rincorretevi”:

“La felicità è la scoperta di una qualità più intensa della vita attraverso la rinuncia ad occuparne ogni momento.” È un invito a rimanere presenti di fronte alla sua natura più essenziale, ossia il vuoto, per ricominciare a costruire qualcosa che non sia soltanto il tentativo di riempire questo bisogno di senso.

Anche nella vita di tutti i giorni le mezze stagioni non esistono più?

Probabilmente ce ne sarà solo una in futuro.

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