Maitea Neve

Guardiamo cadere la “Neve” con Maitea | Intervista

La cantante italo-basca Maitea è tornata con un nuovo singolo, “Neve“.

Maitea anche in questo caso rimane legata al genere pop folk che l’ha caratterizzata dall’inizio del suo progetto. La sua musica, contaminata da atmosfere sognanti e metaforiche, che cuciono elementi naturali a sensazioni e persone, ci viene riproposta anche in “Neve“, un pezzo portatore di speranza.

Quanto sarebbe bello ricominciare da capo dopo che tutto è stato ricoperto dal bianco?

“Neve” vuole essere il primo step prima del debutto di un nuovo album, che apre un altro capitolo nella storia artistica di Maitea dopo una serie di successi che abbiamo potuto toccare con mano, tra le aperture di concerti quali Vasco Rossi, Finardi e Dolcenera, la vittoria di vari premi e contest, come quello dell’Euregio Rock Contest, e diversi riconoscimenti radiofonici.

INTERVISTANDO MAITEA

“Ci vuole la neve che copre ogni cosa ci vuole la neve fredda e coraggiosa, ci vuole coraggio per splendere ancora”. Sarebbe bello cancellare tutto e ricominciare da capo. Quindi partiamo dalla prima curiosità: perché proprio la neve?

È un brano che ho scritto un paio di anni fa, durante il primo giorno di neve, mentre ero al pianoforte. È nato sottovoce, arrivato in punta di piedi come i primi fiocchi.

Mi ha colpito come la neve riesca a donare a tutto un tocco etereo e puro, con il suo aspetto soffice e candido che fa sembrare l’inverno meno duro, illuminando i paesaggi grigi. Ho pensato a quella sensazione di pace e sospensione che crea la visione della neve fuori dalla finestra, una visione che in qualche modo si ripercuote sul nostro animo: così la neve diventa una metafora di come una cosa tanto semplice e naturale possa aiutarci ad affrontare momenti difficili.

Il tuo nuovo singolo è carico di un messaggio di speranza, mi ha fatto pensare che non è sempre facile “credere ancora che dopo la notte tornerà l’aurora”.

Concordo, in alcuni momenti è davvero difficile crederlo ma secondo me la speranza è uno dei messaggi più importanti che la musica può trasmettere e quindi perché non provarci. Non deve suonare come una lezione ma piuttosto come un modo per dire “non sei sol*” perché una canzone può essere qualcosa che una persona si sente cucita addosso ma anche un modo per connettersi ad altre persone che, per un motivo o per l’altro, provano quella stessa sensazione, e così creare una rete per sentirsi parte di qualcosa insieme.

PH. Lorenza Dapra

Che poi, pensandoci bene, anche la “Neve” rientra tra vari elementi che avevamo già ritrovato in “Summer Breeze”, il tuo primo ep. Parlaci un po’ della tua crescita artistica: in cosa ti senti diversa?

Sì, gli elementi naturali sono ricorrenti nei miei brani. Li uso spesso per creare delle immagini che associo a sentimenti particolari, come in “Foglie sparse”, brano presente nell’Ep che hai citato. Lì ad esempio le foglie sono metafora delle persone che si sentono fragili, così come i fiori che, seppur piccoli e delicati sono importantissimi e “salvano il mondo”.

Parlando della mia crescita artistica mi sento maturata sia dal punto di vista della scrittura dei testi che della composizione musicale. Nei brani scritti qualche anno fa c’è una certa ingenuità che tuttavia non ritengo del tutto negativa e che vorrei invece valorizzare. Per questo nell’album che uscirà sono presenti anche brani vecchi e già pubblicati che saranno però totalmente riarrangiati.

In “Neve” la componente pop sembra prevalere. Cosa ci dici della tua musica?

La mia musica è fatta di molte sfumature che mi piace far coesistere: da una parte c’è la componente pop/folk e acustica, dall’altra l’influenza indie e l’anima rock. “Neve” è un brano prevalentemente pop che strizza l’occhio a sonorità soul, ma il prossimo singolo, che uscirà a febbraio, ad esempio sarà molto più rock.

La mia musica mi rappresenta anche per questo, io sono una persona sognatrice e malinconica ma so essere anche energica e determinata e una parte non esclude l’altra. L’album che uscirà in primavera credo rispecchierà molto bene il mio percorso artistico fino ad ora perché racchiude un po’ tutte le sfumature del mio essere, sia dal punto di vista umano che musicale.

Nella tua carriera musicale ne hai fatte di esperienze, cosa ci dobbiamo aspettare nell’immediato futuro da Maitea?

Nell’immediato futuro ci sarà sicuramente l’uscita dell’album che sto producendo insieme a Marco Sirio Pivetti dello studio Metrò Rec di Riva del Garda. Dopo l’uscita l’idea è di proporlo live in giro per l’Italia insieme alla mia band.

 

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