Chiara Turco Non smette di bruciare

“Non smetti di bruciare”, Chiara Turco spegne il fuoco | Intervista

Chiara Turco, cantante e polistrumentista tarantina, tratta nel suo nuovo singolo, “Non smetti di bruciare“, un tema delicato quanto importante, quello della depressione.

Inizialmente, viene rappresentata come un fuoco che brucia e distrugge ogni cosa, a cui la cantautrice parla e dice: “Non smetti di bruciare fino a consumarmi”. Ma ecco improvvisamente un momento di apertura, una speranza che ci ritroviamo tra le mani come carte da gioco. È uno snodo in cui la partita cambia ed è il fuoco stesso ad essere bruciato. La situazione si ribalta perché dalla passiva accettazione della malattia la cantautrice – e, quindi, metaforicamente chiunque si sia trovato/a o si stia trovando al suo posto – prende le redini e diventa consapevole.

Su una musica pop ed elettronica, Chiara Turco ha capito come “incendiarle la festa”, ha capito che non è più lei “la più forte tra le sue debolezze”.

INTERVISTANDO CHIARA TURCO

Affronti un tema importante e complesso nel tuo nuovo singolo “Non smetti di bruciare”. Come sei arrivata ad associare lo spettro della depressione, e poi la stessa cura ed evasione da essa, all’elemento del fuoco?

Da quando ho iniziato a scrivere ho sempre cercato delle metafore con cui descrivere le emozioni, le sensazioni e i sentimenti, ma anche ciò che accade nel nostro quotidiano. La vedo una maniera originale e forse anche multisensoriale di percepire le cose: quale migliore elemento del “fuoco” per indicare qualcosa che sa bruciarti, da dentro, fino a consumarti.

L’accostamento nasce così: volevo far immedesimare l’ascoltatore nel mio racconto che si, tratta un tema delicato, forse ancora troppo un tabù. Parlo della depressione ma non solo. Parlo del dolore, delle incertezze e delle insicurezze che ciascuno di noi porta dentro, così forti in grado di consumarti.

Inizialmente questo fuoco distruttore sembra prendersi tutto, difatti i verbi sono all’attivo. Nella seconda parte della canzone tutto cambia: è la depressione che, passivamente, “brucia come plastica”. Il momento di svolta è proprio quello in cui questo non è altro che “un gioco a carte con la mia anima”, che siamo proprio noi a poter bruciare metaforicamente queste carte.

PH. Lucrezia Cantelmo

Il messaggio del brano è proprio questo: dissolvere e consumare i “mostri” che abbiamo dentro, lottare contro di essi e uscirne ogni giorno più forti. Sembra un gioco in fondo, quasi a voler anticipare la mossa dell’avversario. Più si “gioca” più diventiamo bravi a vincere. Ma per uscirne vincitori occorre pazienza, dedizione, abitudine alla sfide, tutte cose che sappiamo benissimo fare, basta scoprirle dentro di noi e metterle appunto “in gioco”.

Quale ruolo ha giocato la musica per te nei momenti più complicati? La vivi un po’ come momento di evasione?

Credo che dopo tanti anni sia diventata una necessità. Ci sono alcuni messaggi che ho l’esigenza di trasferire ad un pubblico sempre più grande. Molte volte (quasi sempre) sono dei messaggi di speranza: in “Non smetti di bruciare” è proprio l’andare oltre se stessi e vincere contro qualcosa che ci fa male. Altre volte racconto delle esperienze molto personali (nel prossimo disco ci sarà un brano dedicato alla perdita di mio padre), per sentire che in fondo siamo tutti collegati da vissuti molto simili e mi affascina molto. Questi messaggi tramite la musica arrivano alle persone ed è lì che si crea questo legame.

Le influenze musicali in “Non Smetti di Bruciare” sono diverse tra di loro. Dicci di più.

La musica è entrata così presto nella mia vita quasi da non averne il ricordo. La prima immagine che focalizzo è quella di me con una chitarra giocattolo, di quelle coloratissime, all’età di 4 anni circa. Evidentemente da quel momento non l’ho mai abbandonata, certo, con un update della strumentazione. A casa mia si ascoltava molto cantautorato italiano, ma quando ho scoperto Battiato ho avuto modo di approfondirne i suoni ed il genere. Crescendo ho scoperto Bjork, Elisa, Alt J, Moderat, Portished, Radiohead. Credo siano i maggiori influenti della musica che faccio oggi.

Cosa speri per questo nuovo singolo?

Spero nell’ascolto e nella comprensione. Vorrei che ogni ascoltatore possa immedesimarsi in questa storia, ciascuno con il proprio vissuto e le proprie esperienze. Credo molto in questo lavoro, iniziato prima di quel 2020 che ci ha lasciato tutti in stand-by.

Adesso sono pronta ad uscire con i nuovi brani, un nuovo disco e, spero, in un grande tour per farmi ascoltare da quanta più gente possibile e creare, come detto più su, quel “legame” di cui abbiamo tutti bisogno.

PH. Martina Loiola

Ascolta Chiara Turco nella playlist ufficiale della community