PH: Mina Fiore

Leo Lennox: “Sai che solo se scrivo sarò sempre sincero” | Indie Talks

Per viaggiare basta salire in macchina, prendere un biglietto o cercare online le migliori offerte possibili in modo da andare più lontano possibili per esplorare nuovi luoghi e vivere esperienze insolite. Leo Lennox invece rimane fermo, nella sua stanzetta ma si butta all’interno dei suoi sentimenti per conoscersi e capire qual è la differenza tra ricordi e cicatrici.

“Souvenir Altrove”, andare lontano parlando con la propria anima, è un dialogo intimo e sincero, dove vale tutto e non ha senso fingere di nascondersi.

L’artista si lascia andare a cuore aperto, senza paura di mostrare difficoltà, delusioni e rabbia per tutto quello che non ha funzionato, con la consapevolezza che dagli errori si può imparare la lezione se si riesce a coglierne una chiave di volta.

Quando si va in viaggio si ha la tentazione di comprare oggetti inutili da regalare, Leo Lennox, nel suo disco esplora se stesso tirando fuori le sue conclusioni che rappresentano alcuni momenti nella sua vita, da conservare per se stesso in modo da capire qual è la nostra storia e che rapporto abbiamo con il nostro io più profondo.

La scrittura diventa un mezzo per viaggiare, trasformando i sentimenti in panorami sempre diversi che mutano con il tempo.

LEO LENNOX X INDIE TALKS

In questo viaggio, dentro di te, con quali souvenir ne sei uscito?

Il disco è stato concepito come se fosse un viaggio all’interno dei miei ricordi e degli avvenimenti che più mi hanno segnato. Credo che il souvenir che porto con me sia l’album stesso, infatti è proprio il prodotto di tutte le mie esperienze fino a qui, soprattutto di quelle “negative” che hanno delineato la mia persona. Sono gli errori che commettiamo a renderci speciali e con questo progetto ho voluto mettere in mostra le mie cicatrici, affinché potessi ricucirle e non nasconderle più.

Come ti senti dopo l’uscita di questo disco?

Il primo album segna sempre un passo importante per la carriera musicale, credo sia così per qualsiasi artista. Ho lavorato per quasi 3 anni al progetto e in questo momento sto vivendo un turbinio di emozioni, tutte molto intense.

Sono estremamente soddisfatto del mio percorso e per ora “Souvenir Altrove” è la massima espressione di ciò che sono e soprattutto della mia musica. Spero arrivi a più gente possibile e lasci qualcosa a chi lo ascolta.

PH: Mina Fiore

Quali appunti del diario coincidono tra Leonardo e Leo Lennox?

Leonardo e Leo Lennox sono la stessa cosa, quindi condividono tutto. Probabilmente Leo Lennox è l’espediente che mi permette di superare l’ostacolo della timidezza e fa sì che io riesca a condividere la mia musica con tutti. Sul diario di Leonardo ci sono i pensieri che Leo Lennox mette in rima quotidianamente e riesce a divulgare, senza paura di essere giudicato.

A volte è difficile essere sinceri con se stessi?

La sincerità è uno dei temi cardine del disco. Essere sinceri non è mai facile perché è una scelta specifica e coraggiosa. Fare musica per me significa poter esprimere i miei stati d’animo nel modo più sincero e genuino possibile, anche se in “Troppe Bugie” (un brano del disco a cui tengo molto) analizzo la menzogna nella sua forma più pura e forse genuina. Crescendo ci si rende conto che mentire, in generale, a volte è necessario. È per questo che talvolta bisogna scendere a compromessi con sé stessi o con la situazione in cui ci si trova, ma l’importante secondo me è cercare di essere più trasparenti possibile senza ferire chi ci è vicino.

Il ritorno è un momento clou perché si fanno alcuni bilanci?

Il ritorno presuppone che ci sia stata una partenza e spesso il percorso tra questi due momenti è fondamentale. Il cammino verso qualcosa è sempre il momento clou della nostra esistenza. Personalmente mi reputo costantemente in viaggio verso la vera essenza di Leonardo. Sto cercando di capire chi sono anche grazie alla musica e spero di essere continuamente alla ricerca di qualcosa per non accontentarmi mai delle risposte che possiedo.

L’arte è un modo per esplorare rimanendo nella propria stanza?

Assolutamente sì, l’arte è anche questo.

Il processo creativo della maggior parte dei miei brani nasce proprio dalla mia cameretta, il luogo dove sono faccia a faccia con la mia penna e la mia voglia di esprimermi.  

PH: Mina Fiore

Ti piace programma ogni esperienza o meglio vivere tutto come viene?

“Come Viene” è uno dei brani del disco e in quel pezzo affronto proprio il tema del cambiamento, o meglio della volontà di provare a cambiare. Mi piace programmare ma più cresco e più voglio assaporare la vita come viene, senza l’ansia di dover calibrare ogni mia singola azione. Il brano, infatti, è un reminder per me stesso: a volte le cose sono più semplici di come le ritengo, proprio perché tendo a complicare tutto. Devo prendere di più le cose come vengono, promesso.

I panorami cambiano in base alle persone con cui siamo mentre li guardiamo?

Certamente, c’è un giusto panorama per ogni persona secondo me. Mi è capitato di guardare tramonti bellissimi con la persona sbagliata e ciò non mi ha fatto godere totalmente della vista. A volte è solo questione di tempo, fidatevi. E soprattutto credo sia importante una buona colonna sonora per gustare appieno il panorama: spero che “Souvenir Altrove” lo sia.