Nell’Ufficio Oggetti Smarriti di Mazzariello | Indie Talks

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Nell’Ufficio Oggetti Smarriti di Mazzariello | Indie Talks

Dove vanno a finire le cose che perdiamo?

Gli appassionati di letteratura sanno bene che nel poema l’Orlando Furioso tutto quello che non si trovava più finiva sulla luna, mentre oggi, nel 2023, abbiamo il punto di vista di Mazzariello cantautore che nel suo disco “Ufficio Oggetti Smarriti” prova a mettere ordine, cercando ciò che non si trova più anche perché è diventato irriconoscibile con il passare del tempo. I sentimenti per una persona difficilmente spariscono nel nulla in modo da non farsi più vedere, cambiano diventando qualcosa di nuovo e non è detto che questo percorso sia sempre negativo.

Da adulti perdiamo l’innocenza, la fantasia fa a pugni con la realtà e i nostri desideri devono trovare il coraggio per essere realizzati o anche abbandonati, operazione forse ancora più difficile della precedente.

Purtroppo la confusione della società in cui viviamo ci spinge a elaborare la perdita in maniera veloce, senza capire veramente cosa ci è caduto dalla tasche, dandoci l’illusione che tutto si può ricomprare.

In realtà non è così, i nostri ricordi sono unici, motivo per cui dobbiamo fare sempre più attenzione, altrimenti non li ritroveremo più.

MAZZARIELLO X INDIE TALKS

È più facile accorgersi di aver perso un oggetto piuttosto che una persona?

Sicuramente un oggetto, tipo io mi dimentico spesso i cavi quando vado a suonare in giro. Ma non lo dico per dire, è che sostanzialmente quando perdiamo qualcuno facciamo finta di non essercene accorti. Speriamo sempre di sbagliarci. “Ufficio Oggetti Smarriti” però è la stanza, il luogo, dove mi piace pensare di poter ritrovare ciò che è andato perso, certe volte anche me stesso. Non vi voglio ammorbare, la sensazione è più piacevole di come l’ho descritta.

Cosa si pensa quando si capisce di essere fuori di casa con le chiavi dentro, senza nessuno ad aspettarci?

La prima cosa è che sicuramente bisogna chiamare i pompieri perché partire la giornata peggio, proprio non si poteva. Poi magari la sera ci rifletti e capisci che forse ci fai caso al fatto che ti accorgi di aver perso una casa solo quando sei rimasto fuori, o traslochi. A me è sempre piaciuto pensare che siamo case. Per il modo in cui abitiamo e ci lasciamo abitare (gli e) dagli altri.

Da adulti cosa si perde rispetto a quando si è bambini?

L’innocenza dell’essere colpevoli. Sia delle cose belle sia dei disastri. Un adulto tende a nascondersi, a perdere la spontaneità. Non tutta ovviamente, ora non sto dicendo che essere adulto non sia bello. Però trovo che il tempo invece di smussare le persone, le renda più “spigolose”, non so come dire. Nonostante il tempo prenda la forma di ciò che siamo, un po’ come l’acqua, il suo passaggio costante, invece, ha un effetto opposto su chi attraversa. Quindi alcuni adulti perdono l’ innocenza nel dire una bugia bianca o nel sorprendersi continuamente. Quantomeno è più difficile.

Che fine fanno tutte quelle canzoni che rimangono fuori da un disco?

Diventano altro. Magari diventano canzoni nuove, magari ritornano ad essere pensieri. Già il fatto di averle scritte non è da sottovalutare perché poi possono essere da apripista per la nascita e lo sviluppo di altre. Forse ogni canzone, almeno dal mio punto di vista, è la somma di quelle precedenti.

Oltre che ladro di lenzuola ti senti ladro di sentimenti?

 Allora per dirvi. Da piccolino “per sbaglio” rubai questa 1000 lire ad una mia amica delle elementari. Piccolo disclaimer: ho 20 anni, quando ero alle elementari non c’erano le lire. Lo dico per i nostalgici. Però lei le aveva. Quindi le presi e tornai a casa. Il pomeriggio stesso mi misi a piangere fortissimo per la cosa brutta che avevo fatto ed il giorno dopo restituii la 1000 lire. Chiedendole diecimila volte scusa. Quindi no, non sono un ladro, semmai prendo in prestito. 

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Che rapporto hai con i tuoi sogni nel cassetto?

Direi bello, dato che comunque suonare e scrivere sono dei sogni da quando ero piccolo, sta andando bene. Spero di non cambiare cassetto a questo punto. O di non scambiare un sogno da un abbaglio come si fa con i calzini.

Quale slogan immagini per una pubblicità progresso creata per difendere l’importanza dei ricordi?

Ah difficile amici, ci sto pensando per non cadere nel banale. Ne ho un paio ma ci lavorerò su, si può migliorare. “Ricordati di ricordare (tranne quando sei alla guida perché se ti distrai troppo può essere pericoloso)”, oppure “Ti ricordi l’ultima volta che hai provato a trasformarti in Super Sayan?”. Cose del genere, ma giusto perché la gente ha sempre da fare.

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Perdere tempo può essere una capacità e non un difetto?

Il fatto è che c’è una differenza tra perdere tempo e “prendersi” del tempo. Si può perdere tempo facendo diecimila cose contemporaneamente e ci si può prendere del tempo senza fare niente. È importante tenere a mente la qualità del tempo sempre: quindi se per “perdere tempo” si intende uscire dal circolo di produttività che chiunque e qualsiasi cosa ci richiede per prendersi del tempo per se stessi: direi che è per forza una capacità.

ASCOLTA MAZZARIELLO NELLA PLAYLIST DI INDIE ITALIA MAGAZINE

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