New Indie Italia Music Week #140

“Ho duemila euro in banconote dentro la mia borsa di pelle
Che direbbe mamma se sapesse quante cose ho fatto
Per farmi vibrare un po’ la pelle” (Sissi – 2000 €)

Cosa direbbe mamma se sapesse delle canzoni che ascoltiamo quando siamo soli, quando sono con te, quando non siamo o quando siamo troppo, anche per noi stessi?
Abbiamo canzoni nello zaino che se avessero una miccia illuminerebbero il cielo.

Canzoni di rivolta, canzoni d’amore, canzoni di rabbia, canzoni di gioia. Canzoni che non hanno un valore perché hanno una qualità inestimabile.
Mamma non ce ne volere, abbiamo musica che scotta nelle cuffiette.

Metti nuova buona musica in saccoccia grazie a New Indie Italia Music: i migliori brani della settimana scelti e recensiti dalla redazione! 

 

Durerebbe un’ora

Le illusioni della notte al mattino cambiano forma e colore. Quello che è un sogno prima di andare a dormire può diventare l’errore al mattino dopo, le promesse d’amore dette da ubriachi durano meno di un ora dopo aver fatto colazione.

Colombre è finito in una storia sbagliata e se n’è uscito fuori con questa canzone in bilico tra sogno e reale,  che si muove in un sound venato di un r’n’b morbido e scuro, cesellato di soluzioni sonore originali, come la scelta di lasciare una linea di basso libera di schizzare la sua melodia sulla compatta superficie sonora del pezzo, per poi esplodere in un maestoso ritornello gonfio di synth, che rimane incastrato nelle orecchie dal primo ascolto.

Non esiste una spiegazione razionale alle incomprensione, forse per questo motivo ci piace trovarci in situazioni sbagliate nelle quali tutto può succedere.

(Nicolò Granone)

Colombre: 9

 

Ombra

Soffia sempre il vento quando passa Maelstrom, il giovane artista che prende il nome dalle forti correnti d’aria d’ispirazione nordica. Con “Ombra” ai vortici, alle onde e alle maree si aggiunge questa componente tenebrosa da cui l’artista sembra far fatica ad allontanarsi del tutto, impedendogli di vedere le stelle brillare nel cielo sopra di lui. E allora che si fa in questi casi? Imparare a convivere con il cielo nuvoloso delle volte aiuta a normalizzare anche una volta celeste poco limpida.
(Ilaria Rapa)

Maelstrom: 7,5

 

Musica dal Morto – MARTINI

Nel mezzo della playlist di nostra musica (italiana) trovai una canzone oscura, che la diritta via commerciale era smarrita. Questa musica selvaggia e aspra e forte mi ha risvegliata, è stata una botta di vita in mezzo a tanti pezzi senza gusto. Mi sono chiesta di chi fosse e ho scoperto che era il nuovo singolo di Vipra, di ritorno dagli inferi dopo un anno di assenza. Il suo brano post-punk è ispirato a Mia Martini, ma chiudendo gli occhi fa pensare un po’ agli Idles, un po’ a Iodio dei Bluvertigo. “Mi hanno ucciso perché volevano la musica leggera, ma io sono peso”. Arrogante al punto giusto da scomodare un mito come Mia, un po’ immaturo ma per questo fresco ed energico. Pezzo perfetto per buttarsi giù dal letto il lunedì.

(Vernante Pallotti)

Vipra: 8

 

Zena

Prende ispirazione da Genova, “Zena” è infatti il nome della città in ligure, città che diventa l’ambientazione perfetta in cui si delinea la storia raccontata dalla band torinese. I BRX!T stavolta ci fanno ballare e pogare meno del solito, perché in “Zena” il focus va più verso l’interno, più verso i ricordi di un amore finito. Un brano sognante che strizza l’occhio al cantautorato, un brano che ci fa conoscere anche questa nuova sfumatura della band garage rock.

(Ilaria Rapa)

Brx!t: 7,5

 

LIBERA (ESSERI UMANI PERFETTI)

“LIBERA” è il primo singolo in italiano degli /handlogic: un brano fatto di continue contaminazioni dal passato e, perché no, dal futuro. Riprende infatti molti elementi della “forma canzone” pop, mescolandoli a sonorità più r’n b di origine straniera e proprio in questo modo rovesciandoli.

Un singolo che si pone come domanda principale “che suono ha la libertà?”. Per gli /handlogic possiamo avere una (vaga) risposta…e per voi?

(Ilaria Rapa)

/handlogic: 8,5

 

AMERICA

Il mix di rock ed elettronica del duo cunese “I boschi bruciano”: “America”, è una denuncia all’American Dream, ormai concetto superato per le generazioni del presente e sicuramente del futuro. Non esiste più la concezione di “scappare dai guai” per rifugiarsi nella materialità offerta dal sogno americano ma i due artisti criticano la volontà, sempre più presente, di cercare ogni volta la strada più breve per raggiungere i propri obiettivi, lasciando da parte i sogni e gli ideali che sono sempre stati il moto della volontà. Autocritici e con uno sguardo glaciale sulla realtà delle generazioni presenti, I boschi bruciano, attraverso i loro testi sinceri e provocatori, cercano di aprire gli occhi a chi li ascolta e li spronano a seguire le strade giuste per plasmare il futuro: smettiamo di vendere l’anima e andiamo piuttosto a vedere la luna.

(Margherita Ciandrini)

I boschi bruciano: 7,5

 

Vita infame

“Quante promesse che ci siamo fatti, parole al vento, zero fatti”

DaveBrain apre il suo cuore in “Vita infame”, una ballad ritmata che ci racconta tutto il freddo che provoca l’allontanamento da noi di una persona che speravamo sarebbe rimasta per sempre. I ricordi che ci restano sono la parte peggiore, le risate, gli oggetti che ci ricordano quanto ci siamo amati: quell’elastico trovato per sbaglio sotto il letto, quella tazza con l’iniziale scritta sopra…tutto ci ricorda il passato e l’improvviso impatto del presente, buio e solitario, ci trascina di nuovo in un loop di pensieri di quanto la vita sia effettivamente infame, la maggior parte delle volte, soprattutto quando usiamo una persona come scudo per i nostri pensieri e, una volta persa, non possiamo fare altro che precipitare giù.

(Margherita Ciandrini)

DaveBrain: 7,5

 

COLPA MIA (GELOSA)

“Prima chiedi scusa, e dopo lo fai ancora”
Samuray Jay ritorna con un brano ironico, leggero e carismatico arricchito dalla produzione di Dani e Mr Monkey: “COLPA MIA (GELOSA)” prende di mira i luoghi comuni più divertenti della gelosia, sentimento che provoca reazioni contrastanti in chi lo subisce.

Ci sentiamo lusingati se una persona dimostra un affetto per noi tale per cui diventa gelosa se diamo particolari attenzioni anche ad altre persone, ma l’importante è non andare troppo oltre in queste dimostrazioni di amore, che potrebbero poi diventare semplicemente un peso per la persona a cui sono destinate, l’importante è fidarci di chi ci sta accanto e dimostra in tanti modi che ci siamo solo noi con una particolare importanza nella loro vita…anche se qualche volta, come ci suggerisce Samuray Jay, la gelosia potrebbe aiutare a mettere un po’ di spicy nella relazione (sempre a piccole dosi però).

(Margherita Ciandrini)

Samuray Jay, DANI: 8

 

Il tuo nome

Lave, giovane artista di origine siciliana, rimane ben salda ai suoi ricordi anche in questo nuovo singolo. “Il tuo nome” è una sincera affermazione di come stanno le cose: “Potrai odiarmi, pensare ad altro, ma il tuo nome è tatuato su di me”. Lave non abbandona lo stampo tipicamente pop che l’aveva già caratterizzata in “Ricordi”, proponendoci in questo nuovo singolo il racconto di una relazione complessa. “L’inizio, il durante e la fine di un rapporto simbiotico”, dice la cantautrice parlando del brano.

Il finale di “Il tuo nome” però rimane aperto, perché, nonostante lo spezzarsi di questo legame, Lave non ha problemi ad ammettere a se stessa e a chi ha davanti che questo capitolo rimarrà sempre un punto fisso, come un nome tatuato sulla sua pelle.

(Benedetta Fedel)

Lave: 7

 

Giorni Migliori

“Giorni Migliori” è il potente nuovo singolo decisamente radiofonico di Giuvis, artista pop emergente dalla grande formazione musicale. L’arma di Giuvis è proprio la sua voce, che usa per raccontare i tratti più sofferti di un amore nei confronti del quale non si fa altro che aspettare che le cose vadano meglio. Malinconica ma decisamente forte, “Giorni Migliori” è il seguito di “Cicatrici” e dimostra di essere un passo in avanti nella carriera musicale della giovanissima cantautrice.

(Benedetta Fedel)

Giuvis: 7

 

angel

Chiaroscuri sonori ed emotivi che si incontrano, ma si scontrano anche. Musica e parole che, pur provenendo da diverse direzioni e geografie, finiscono per percorrere insieme la stessa strada, per fondersi nella stessa canzone. Questo è “angel”, con cui BLUEM aggiunge un secondo tassello al percorso musicale che culminerà con l’uscita a maggio di nou, il suo nuovo album.

Scritto a metà tra Sardegna e Londra, BLUEM è riuscita a farci percepire entrambi gli ambienti che convivono all’interno del brano: ecco infatti che a una melodia elettronica dalla freschezza alt-pop si unisce una più oscura, tribale e minimale sezione ritmica. BLUEM ringrazia nel testo la presenza preziosa di una persona nella propria vita, paragonandola all’apparizione di un’entità sacra, l’”angel” del titolo appunto.

(Sara Pederzoli)

BLUEM: 7,5

 

SOLO PER TE

Una dolcissima dedica al fratellino, che apre addirittura il brano con tenerissimo “Mi manchi tanto”, Ethan così ci regala un brano disteso ed etereo, quasi una ninna nanna piano e voce, arricchita poi da eleganti contaminazioni elettroniche. Realizzato da Ethan e Emma Nolde e nato proprio da un giro di piano di quest’ultima.

Un racconto del rapporto intimo, di protezione e di affetto che prova Ethan nei confronti di suo fratello piccolo. Un inno all’amore che prova e alla paura che prova nei suoi confronti ogni volta che si trova lontano e si sente impotente e incapace di crescere accanto a lui.

Un omaggio all’amore in senso lato, familiare e fraterno fra due o più persone.

(Sara Pederzoli)

Ethan, Emma Nolde: 8-

 

Mi ami davvero?

In classico stile cmqmartina, “Mi ami davvero?” è un brano dove le sonorità clubbing anni ’90 si intrecciano a suoni più moderni per fare da sfondo alla sua ipnotica voce. “A volte il cuore scoppia d’amore al punto di scoppiare di dolore: ci amiamo uguale?” questo il concept dietro al brano e tutti ci siamo trovati almeno una volta in questa stessa esatta situazione.

La giovanissima regina della nu-dance italiana non smette mai di far parlare di sè e con questo brano anche l’annuncio delle nuove date del tour. Nel tempo ci fatto conoscere diversi lati di sé e del suo stile, ora cosa ci aspetta?

(Sara Pederzoli)

cmqmartina: 8

 

Funerale

Non voler venire al mondo, ma essere nati nostro malgrado. Fare di tutto per non stare male, ma i demoni sono come quegli degli anime o dei videogiochi: non li sconfiggi mai, diventano sempre più grandi e non li puoi eliminare. Si nascondono dietro a ciò che ci fa stare bene. E allora come uscire? Il sogno è il funerale, come nell’immaginario punk e rock da cui la canzone prende le mosse, per i temi. Circondato da fiori di loto, con gli occhi chiusi e bianchi ne hai per tutti quelli che piangono, per tutti quanti.

Gli ISIDE tornano con un brano diretto. Lo fanno con una produzione che ci accoglie in un ambiente scuro, per poi procedere con un ritmo cadenzato scandito da batteria e chitarre, per finire in un urlato in cui i sintetizzatori prendono il sopravvento. È un brano vero e intelligente, che racconta la nostra generazione, senza mezzi termini.

(Lorenzo Ottanelli)

ISIDE: 8

 

Cambiare idea

Un’intro al piano ci trasporta nella fine di un rapporto, a cui si aggiungono, importanti, gli archi. Il brano trova il suo apice in un breve assolo di chitarra elettrica, che poi scompare, per tornare ad armonizzarsi con gli archi e finire con il giro di piano iniziale. È come un cerchio che si chiude in un pensiero fisso che si ripete all’infinito: dover andare avanti nonostante la difficoltà del momento, l’impossibilità di dimenticare, la difficoltà del restare soli e sentirsi leggeri come una piuma, anzi meno. E se farlo è necessario, dovrà accettare il passaggio di qualche mese, “che si sciolga la neve”. A quel punto la medicina è non ascoltarsi, piangere tanto, cambiare idea. Non ci sono alternative.

Quello di “Cambiare idea” è un Dente malinconico, che ci racconta il dissidio di chi viene lasciato e si trova a non procedere, perché è annichilito, ma non può trascinarsi in una spirale discendente. È un invito a emanciparsi, soprattutto per sé stessi e ripartire, più forti di prima.

(Lorenzo Ottanelli)

Dente: 8,5

 

Crescendo (Album)

Crescendo significa tutto, dai testi alle scelte melodiche. Lil Kaneki si emancipa dal percorso degli Psicologi, ne lascia solo una traccia da sottotesto, con un featuring insieme al fratello Drast, per vivere altrove, tra il rock della new wave e l’indie statunitense. È un crescendo nei temi, dalla spensieratezza adolescenziale, con l’ottimismo di chi non ha ancora trovato il dialogo fitto con sé stessi, alla fluidità dei confini dell’ultimo pezzo, “Umore a spirale”, in cui cita anche Gianluca Grignani. È sempre la musica moderna che ci butta giù, il timore di cadere in una spirale da cui non è possibile risalire. Tutto sembra senza logica, ma senza più la vergogna di sé.

Crescendo è un album introspettivo senza mezzi termini e senza filtri, che non sono stati usati nemmeno nella produzione. Lil Kaneki ha preferito l’analogico al digitale, facendo suonare tutti gli strumenti dal vivo. È infatti un tripudio di chitarre e batterie, che prendono dal miglior rock statunitense di fine anni Novanta, primi anni Duemila. Maturare non è semplice, ma Lil Kaneki lo ha fatto davvero.

(Lorenzo Ottanelli)

Lil Kaneki: 8,5

 

Petrolio

“Nell’ira e nelle feste mi perdo questi miei motivi per restare”
Osho diceva che l’amore inacidisce in odio. L’amore di Babele, invece, preferisce marcire in Petrolio: non ce n’è, il nuovo singolo del 24enne siciliano mette a testa in giù tutti i luoghi comuni dei rapporti da favola. “Ti terrò lontana, petrolio nero sei per me” è abbastanza eleoquente, no?

L’immaginario è potente, evocativo: ricordi e sentimenti sono “calamità”, così come la presenza di chi li ispira. Un’onda nera che “nasce, cresce e logora”: esiste un modo migliore per dipingere la corrosione a cui andiamo incontro tra le braccia della persona sbagliata?

La costruzione musicale, poi, è tutta un sommergere. O meglio, un restituire l’avanzare e il retrocedere della marea “nera” nel cuore dell’autore. Il timbro alla Michele Bravi e le discese vocali sulla scala minore armonica non fanno che amplificare questo effetto.

(Alessandro Ghidini)

Babele: 8

 

Armatura

“Capisco che puoi fuggire dal mondo degli altri ma non fuggire da te”

Difficile etichettare il crocevia di anime sonore che è Maitea: il nuovo singolo “Armatura” mischia frammenti diversi d’identità. Già l’intro ne è un esempio: su un’elettrica con la museruola si innestano sparute note di basso alla “Malinconia” di Luca Carboni a dare un perimetro a una lead vocale meticcia, tra Ambra Marie dei Johnqualcosa e Carmen Consoli.

Ma non tutto l’indie vien per nuocere. Il ritornello concede spazio alla vena rock di Maitea, tra tappeti di synth e batteria lanciata a piatti spiegati. I cori, poi, alzano i toni con un crescendo che tocca il suo apice nel finale: “cosa vuoi che sia” è gridato a ripetizione, quasi fosse un monito rivolto a quell’io gracile ancora troppo timoroso per uscire dal suo angolo di sbarre. Del resto, “Armatura” non è una canzone, ma un inno alla resistenza. Quella verso se stessi.

(Alessandro Ghidini)

Maitea: 9

 

Blu

Un sogno a occhi aperti, scritto a occhi chiusi. Un canto d’amore etereo e delicato che intreccia due voci celestiali.

Dopo “Nunn ‘o voglio” sape’ uscito a settembre, LA NIÑA torna con la sua voce unica, spirituale e carnale, arcaica e futuribile al tempo stesso, con “Blu”, nuovo, potente singolo che vede la collaborazione della pluripremiata cantante nu-soul londinese MYSIE.

Un viaggio ultraterreno, un’ascesa verso l’irraggiungibile, un cambio di prospettiva sulle cose che da nere diventano blu.

Ma anche un viaggio fisico alla ricerca della bellezza e dell’amore. Un brano intimo e avvolgente costruito su sample vocali e loop corali che si ramificano dal basso verso l’alto, su un beat dilatato fatto di percussioni organiche, texture lo-fi e le note di un pianoforte.

LA NIÑA: 7.5

 

Film Horror

Il brano nasce dall’incontro musicale con effemmepi, producer e frontman della band “Costiera”. Nell’ultimo anno, grazie anche a questo scambio artistico, il cantautore ha rinnovato il sound unendo alla sua dimensione pop e cantautorale il giusto tocco alternative.

“Negli ultimi mesi mi sono fermato, ho riflettuto, ho cercato nuove ispirazioni perché è nata in me l’esigenza di trovare una mia identità musicale. Sono entrato in studio e ho messo tutto di me nelle canzoni che ora sento rappresentarmi a 360 gradi come persona”, dice l’artista.

In “Film Horror” l’artista racconta il senso di libertà ed invincibilità dell’amore. Questo sentimento come un film dell’orrore può spaventare, ma non si può fare altro che continuare
a guardare per capire come va a finire.

Leonardo Zaccaria: 8

 

Ossessionato da te

“Ossessionato da Lei” è il secondo singolo di Peps. È una storia d’amore senza lieto fine ma con un messaggio chiaro: prenditi cura di ciò che ami. Lui è innamorato di lei, ma finisce per trascurarla e tradirla. Si accorge troppo tardi del suo valore, quando la perde.

Così ne rimane “ossessionato”, senza alcun modo per riaverla, in un mare di persone e tra le cose che ha sempre voluto, lei manca sempre, un vuoto che si fa presente.
Davide Longo, in arte Peps, classe 2001, è un cantante e cantautore milanese.

Inizia a fare musica per la necessità di esprimere le sue emozioni nate dalla vacuità del quotidiano. Inizia in giovanissima età dall’underground e dalla trap per maturare nella direzione indie-pop. Il suo primo singolo Onde, esce a novembre 2022. Con Ossessionato da Lei, Peps aggiunge un altro tassello del suo percorso.

Peps: 7

 

L’arte di star bene (Album)

L’arte di star bene è un insieme di regole non scritte, un mix di sentimenti talvolta contrastanti, ma soprattutto un percorso per conoscersi e trovare il coraggio di stabilire delle priorità compiendo ogni giorno, piccoli gesti finalizzati al raggiungimento di un scopo.

Stare fermi non è la soluzione, e anzi quando si supera un traguardo bisogna spostare l’arrivo qualche metro più avanti andando avanti all’infinito in questo loop. Non bisogna vergognarsi se si sbaglia strada, se capita d’inciamparsi o di venire superati dagli altri, si deve sempre andare avanti con la convinzione di riuscire a diventare una persona migliore, in primis per noi stessi.

In alcuni momenti si sente il peso del cielo sulle spalle, si ha la sensazione che l’amore è inutile o di avere le sembianze di un fantasma, consideriamoli come un intermezzo necessario per trovare la felicità.

(Nicolò Granone)

Ciulla: 8,5

 

PANORAMA20 (Album)

Per guardare chi siamo non dovremmo osservarci tramite lo specchio bensì cercare di cogliere come riflettiamo davanti agli occhi degli altri. Tripolare, classe 2002, è uno degli artisti più importanti della Gen Z, e infatti anche in PANORAMA 20 dimostra di saperci fare, illustrando una gioventù che ha paura di crescere perché ha la consapevolezza che il mondo sta cambiando ed è facile passare da protagonisti a vittime.

“Quello che mi piace” racconta la disillusione nell’affezionarsi, cercando conforto in vizi e virtù, “Gigolò” è una storia di sesso e pentimento. Siamo più sfacciati nel relazionarsi con le altre persone forse perché siamo consapevoli di aver perso tutto ancora prima di iniziare, e allora tanto vale fregarsene di sentimenti e romanticismo.

Chiude il trittico “Colori2,  brano senza dubbio più intimo e personale, dove il bambino diventa artista, tirando fuori i ricordi del passato, esplorando fragilità e non detto. Se i grandi tendono a far finta di nulla e ignorare, più si è piccoli più si a voglia di tirare fuori le proprie emozioni, senza preoccuparsi dell’effetto che faranno una volta uscite.

(Nicolò Granone)

Tripolare: 8

 

Fare il morto a galla

Avete mai provato quella sensazione di fermare il tempo e rimanere lì, fermi a galleggiare senza pensare a nulla?

Canostra, molto probabilmente sì dato che esordiscono con un brano potente e spirituale, “Fare il morto a galla” appunto, che riflette sul senso della vita. ma soprattutto si focalizza sul diritto che ognuno ha di prendersi i suoi spazi, senza venire sopraffatto dalle circostanze che si creano.

La band veronese si descrive come un gufo, uno zaino, un laghetto di montaggio, una spiaggia solitaria, il tuo pub preferito e un preciso istante, a questo aggiungerei amore per la natura, consapevolezza dei nostri limiti umani e che siamo su questo mondo per vivere solo una volta, non possiamo permetterci il lusso di non esprimere la nostra essenza.

Canostra è un luogo dove sentirsi al sicuro, bussare alla porta e trovare riparo per tutto il tempo che è necessario, prima di riuscire fuori ed evitare di venire travolti dal caos del mondo.

(Nicolò Granone)

Canostra: 7,5

 

Città Deserte

Nel silenzio delle città deserte il cuore di due persone fa molto rumore, perché riempie gli spazi e i protagonisti hanno la fortuna di guardare il paesaggio tramite gli occhi degli altri. L’essere umano ha il vizio di distruggere il proprio ambiente, con la speranza di renderlo più vantaggioso, spinto dalla propria avarizia e cupidigia.

In alcune circostanze, anche le relazioni possono naufragare sotto il peso delle aspettative, se non si ha il coraggio di arrivare ad un compromesso, si preferisce implodere rimanendo soli, con il nulla attorno.

(Nicolò Granone)

Angelo Sicurella: 7,5