cubirossi NONÈOKAY

Cubirossi: a volte è ok dire che “NONÈOKAY” | Intervista

È il ritorno del trio elettronico pop-rock toscano, i Cubirossi, che ci gridano a gran voce “NONÈOKAY“.

Sono passati tre anni dal loro primo album, “Camera 21”, e dal profondo singolo “Appesa al cielo”, una dedica a Carolina Picchio, la prima vittima italiana di cyberbullismo.

NONÈOKAY” riporta prepotentemente il gruppo sulle scene, con un  brano che si rivela comunque improntato sul sociale e che continua coerentemente il percorso musicale della band.

Nel 2021 i Cubirossi hanno deciso di abbandonare definitivamente il basso per dare spazio all’elettronica dura e pura è “NONÈOKAY” ci si inserisce, invitandoci a pensare.

INTERVISTA A CUBI ROSSI

“Scrivevo canzoni per farmi del bene, adesso scrivo canzoni perché mi conviene”. Il messaggio all’interno di “NONÈOKAY” è deciso e potente. Da che idea è nato il pezzo?

 “NONÈOKAY è stata l’esplosione di un fiume in piena, una liberazione vera e propria. È nata così, d’istinto, dopo un periodo molto brutto per noi, ma soprattutto per Mary la cantante. Proprio come dice il testo, in quel periodo eravamo alla ricerca della nostra identità, tutto ciò che scrivevamo non ci piaceva, non facevamo che scartare canzoni, rimanendo bloccati nell’idea che dovessimo riproporci in modo più Mainstream nella nostra musica, come un po’ vuole imporci il Mercato Musicale di oggi; Tutto ciò ci ha messi in crisi, poi è nata NONÈOKAY ed è cambiato tutto.

I Cubirossi sono stati sempre tendenti molto ad un potente electro-pop-rock, come possiamo sentire bene negli altri brani. In “NONÈOKAY” la componente elettronica è ancora molto presente, ma forse in un modo diverso. È cambiato qualcosa, musicalmente parlando?

Siamo sempre noi, ma sicuramente in NONÈOKAY è molto evidente la nostra crescita, il nostro cambiamento. Abbiamo alleggerito molto il tiro a livello di produzione, un po’ come fanno tutti gli artisti oggi, rimanendo però molto power nella parte live.
Cubirossi nonèok

Parliamo un po’ di voi: questo singolo arriva dopo tre anni dal vostro primo album, “Camera 21” e dopo il singolo, dedicato a Carolina Picchio, “Appesa al cielo”. C’è stato quindi un momento di pausa.

A livello digitale abbiamo aspettato tanto prima di far uscire queste nuove canzoni, proprio a causa della ricerca del nostro sound.

Cosa volete dire a chi ancora non vi conosce e ascolterà “NONÈOKAY” dei Cubirossi?

Nella nostra musica, troverete una spalla su cui piangere, la forza per rialzarvi quando tutto sembra cadervi addosso, la carica per dimostrare a tutti chi siete veramente, troverete VOI STESSI attraverso Noi.

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