Le Canzoni Giuste: “Per superare le differenze fra le generazioni ci vuole dialogo” | Indie Talks
Gen Z, Millennials, Baby Boomer, Gen X…ad ogni generazione il suo nickname. Eh sì, perché alla fine, la verità è che si finisce sempre per essere i boomer di qualcun altro. Dietro ad ogni nome si nascondono le personali caratteristiche di riferimento che possono essere a volte un punto di forza, altre volte un po’ meno. Di questo abbiamo parlato nel nuovo Indie Talks con l’irriverente band made in Pescara Le Canzoni Giuste.
LE CANZONI GIUSTE X INDIE TALKS
Ciao ragazzi, il vostro nuovo ultimo singolo “Boom boom boomer” non poteva che ispirarci un nuovo indie talks, stavolta parliamo di cambio generazionale. Innanzitutto, voi in che generazione vi collocate?
Ciao a voi e grazie per lo spazio; la cosa divertente è che la nostra band è formata da tre generazioni differenti, ma le naturalizziamo quattro 4: batterista e chitarrista sono della Generazione Z, mentre gli altri appartengono alla generazione dei Millennials; c’è un elemento però, il nostro tastierista alias Zio Bruno, che è il più vecchietto. Lui è dell’86 quindi sulla carta è un millennials, al limite con la Gen X, ma vi possiamo assicurare che è boomerissimo sotto diversi aspetti, in particolare quelli tecnologici.
A volte lo siamo un po’ tutti, ecco anche il perché della canzone. Il boomer in se per se non ci ha fatto nulla, sono alcuni tipi di boomer che non ci vanno molto a genio…
Quali sono le caratteristiche prototipiche della vostra generazione e in quali di queste vi ritrovate a pieno?
Non c’è una caratteristica specifica, semplicemente per noi il punto sta nella scelta di non lasciare troppo spazio fra i gap generazionali. Bisogna avvicinarsi per comprendere le vecchie e le nuove generazioni, aggiornandosi e venendosi in contro. Quindi sì alla tolleranza.
E per quali caratteristiche invece vi sentite più a cavallo tra le generazioni?
Sicuramente essere sempre aggiornati ai trend del momento non è facile, ma oggi le notizie viaggiano al nano secondo e bisogna essere in grado di fare uno sforzo, perché il mondo continua a girare indipendentemente se noi siamo pronti o meno all’ultima novità, che ci piaccia o no.
In “Boom boom boomer” cantate di come il superamento tra tutte queste differenze e nomenclature come, ad esempio, quella tra Millennials e Boomer, sia il confronto e il dialogo: credete che sia davvero possibile?
Sì, tutto è possibile nella mediazione. Basta volerlo.
Bisogna smettere di accusare indistintamente le generazioni diversa dalla nostra ed iniziare a comprendere, anche gli errori, perché ci sono.
E aprire sempre gli occhi verso il futuro.
Credete che ogni generazione sia sempre “più boomer” di qualcun’altra?
Sì, noi per forza di cose saremo i “Boomer” della successiva e così via.
Ma questo non vuol dire che il gap generazionale debba sempre essere così ampio. Sta a noi colmare i vuoti e far sì che la generazione successiva alla nostra ci venga incontro.
Che fine ha fatto la Generazione X?
Credo si sia persa nei meandri dei primi problemi legati alla grande crisi del lavoro che viviamo. Noi abbiamo la fortuna di aver inventato dei lavori tramite l’uso di internet. Loro un po’ meno.
Il digitale e l’uso che se ne fa può essere secondo voi uno strumento di dialogo?
Oggi è l’unico vero strumento di dialogo.
Rimane molto difficile nell’era della targhettizzazione riuscire a rivolgersi ugualmente a tutti, perché esistono tante nicchie. Tutto questo può avere dei lati positivi, e anche negativi, perché alcune notizie molto importanti spesso si perdono o non riescono ad avere la giusta risonanza perché non sono in trend.
Magari questo sarà alla base del nostro prossimo brano, e cercheremo di capire, a modo nostro, come risolverlo.
Sicuramente ci avete fornito un ottimo spunto di riflessione!
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