Barkee Bay: “Ritagliarsi un luogo ideale anche nelle situazioni peggiori, con le persone giuste” | Indie Talks

Barkee Bay: “Ritagliarsi un luogo ideale anche nelle situazioni peggiori, con le persone giuste” | Indie Talks

Esistono luoghi che ci appartengono e che se popolati dalle persone giuste riescono a diventare importanti per la formazione di ognuno di noi. Luoghi e persone che ritornano nei brani degli artisti che cercano i far conoscere il più possibile le loro origini e le loro radici.

A Brescia c’è una quartiere, piccolo quanto caratteristico, ma soprattutto artistico: si chiama Carmine. Lì è possibile trovarci ragazzi con le chitarre volenterosi di esprimersi e amici in festa che pensano a divertirsi. Un quartiere che “a tutti è sembrato Detroit” come dicono i Barkee Bay che il Carmine sanno come viverselo. 

Giulio Barchi, Gabriele “Gab” Consiglio e Davide “Tarra” Tarragoni, tre ragazzi che con la musica hanno trovato il loro posto e hanno creato una comunità, forte e coesa, che riesce a ritrovarsi in quello che cantano e sono pronti a urlarlo sotto il palco, data dopo data. 

Barkee Bay x Indie Talks

Ciao! Benvenuti su Indie Mag! Chi sono i Barkee Bay?

I Barkee Bay sono 3 amici che si divertono a suonare assieme, cercando di estrapolare il sangue e la magia dalle cose di tutti i giorni incanalandoli nei loro pezzi.

Quanto è importante avere un luogo da considerare proprio?

Più che un luogo, son le persone che sono importanti. Saper di contare l’uno sull’altro ogni cosa succeda. Il contesto fa molto, ma siam convinti che riusciremmo a ritagliarci il nostro luogo ideale anche nelle situazioni peggiori, con le giuste persone accanto.

Nei live, si sente la differenza tra suonare “in casa” e “in trasferta”?

Sicuramente possiamo dire che suonare in casa è sempre un’esperienza super speciale, perchè c’è tutta la nostra gente quella che viviamo anche al di fuori della musica. Siamo una famiglia, e questo crea un’energia ancora più potente ai live.

In trasferta godi di più il fatto di scoprire nuovi posti e realtà. In entrambi casi è uno sballo.

Come descrivereste la vostra “baia” e il concetto che ci sta dietro?

Siamo 3 ragazzi cresciuti a Brescia, buona parte dell’estate si passa sul lago e non al mare, d’altronde siamo a mezz’ora di macchina dal lago più grande d’Italia. Una sera delle tante d’estate che passavamo lì, eravamo alla “baia del vento” una piccola baietta di San Felice del Benaco e qualcuno scherzando ci aveva chiamati “ragazzi della baia”. Quel nome ce lo siam portati dietro. La baia è tutto per noi.

Ai live portate sempre un telo con le firme dei vostri amici e fan. Le persone che vi ci circondano quanto e in che modo vi aiutano? 

Per noi è un modo per portarci dietro il calore delle persone che ci seguono in questo viaggio, e per questo ci teniamo a portare il telo con noi sul palco, che è il posto più rappresentativo di questa energia. Le persone che ci circondano danno un apporto fondamentale alla nostra vita e di conseguenza alla nostra musica, infatti nelle nostre canzoni parliamo più spesso di una collettività che di un singolo. Crediamo che uno degli aspetti più belli e importanti della musica sia la condivisione, senza la nostra gente fare quello che facciamo avrebbe un sapore totalmente diverso.

Il luogo in cui si cresce quanto può formare una persona?

Tutti e tre siamo di Brescia, Giulio è del centro, mentre Gab e Tarra stanno alle porte.

La città medio-piccola, circondata da laghi e montagne ha certamente influenzato chi siamo, la vita semplice, le passeggiate nei boschi e la spensieratezza di un posto genuino, ma di gente che ha voglia di fare. Questo è chi siamo e quello che trasmettiamo nella nostra musica. Non crediamo che Brescia sia la città più caratteristica e particolare di tutte, ma è comunque il posto in cui tutti noi siamo cresciuti, quello che ci ha formato ed è casa nostra. La cosa più fica è che un satellite di Milano, siamo ai margini della metropoli. Riusciamo a goderne i benefici senza soffrirne gli svantaggi.

E la vostra musica, è influenzata dalle vostre origini? In che modo?

Oltre che dalle nostre origini, la nostra musica è influenzata dal percorso di ognuno: Giulio ha iniziato con il rap, per poi scoprire la chitarra e una musica più suonata, Gab nasce come chitarrista rock per poi appassionarsi al post punk e affini e alla produzione, mentre Tarra è partito come pianista per poi concentrarsi sulla produzione e sulla musica elettronica. Pur avendo background diversi, abbiamo moltissime influenze comuni e ognuno riesce a portare il suo stile in modo coerente nei nostri brani.

Crescendo, come state cambiando sia musicalmente che come persone? 

Stiamo sicuramente centrando sempre di più quello che ci piace fare. Cerchiamo di rimanere selvaggi , di essere sempre noi con una costante dose di esperienza in più.

Abbiamo visto da dove venite, dove siete diretti in futuro e che progetti avete in cantiere?

Al momento stiamo lavorando il nostro primo album, e abbiamo già diversi brani in cantiere. Inoltre quest’estate suoneremo in giro parecchio e in altre città, noi non vediamo l’ora e presto condivideremo le date!