Sami River: “La rabbia va controllata o crolla tutto” | Indie Talks

PH: Silvia Violante Rouge

Sami River: “La rabbia va controllata o crolla tutto” | Indie Talks

I giovani oggi sono molto arrabbiati, anche se non sempre hanno la voglia di dirlo, ecco cosa sta succedendo.

Sami River nei suoi brani ci mette sempre un pizzico di rabbia, elemento fondamentale nella sua musica per far sentire la propria voce, senza nessuna paura di passare come polemico o presuntuoso.

Oggi è sempre più difficile trovare il giusto compromesso tra sogni, desideri e ambizioni, in una società tirannica che tende a spremerci sempre più a fondo, mettendo, le nuove generazioni davanti ad ostacoli, che almeno a prima vista, sembrano davvero proibitivi. Davanti a mille opportunità che il mondo sembra offrire esistono anche pericoli nascosti dai quali è meglio stare all’erta sempre attenti, evitando ogni fregatura.

Tutto ormai è precario, globale e la realtà delle cose cambia da un momento all’altro, bisogna quindi fare attenzione a non farsi prendere dalla rabbia, distruggendo tutto, anche tutto quello che con tanta fatica siamo riusciti a costruire nel tempo, un po’ come se in amore, dopo tanti anni insieme, si decidesse di dirsi addio al primo vaffanculo.

 

SAMI RIVER X INDIE TALKS

Che rapporto hai con la rabbia?

Va a momenti alterni, ma in generale ho sempre avuto una soglia della sopportazione molto bassa. Non tollero le ingiustizie e tutto ciò che è illogico secondo il mio punto di vista. Con il tempo credo di aver smussato un po’ gli angoli, ma è una mia caratteristica. Nel bene e nel male, non riesco a tenermi le cose dentro, e se non lo faccio sto male.

Perché spesso si finisce a litigare per cazzate?

Non saprei, forse per noia o per mancanza di prospettive. Arrivo da un contesto dove tutto è uguale a ieri, giorno dopo giorno. La provincia è una lente d’ingrandimento sulle criticità, dove tutto ciò che non rientra nell’ ordinario, risulta stupido o fuori dalle righe. Se non cresci in un contesto urbano, è come se non ci fosse un reale metro di paragone tra te e il resto del mondo.

PH: Bruno Nogarotto

Reputi ingiusto il mondo in cui viviamo?

Sicuramente, o almeno, non più tanto a misura d’uomo. Siamo capaci di condividere emozioni forti un secondo prima, e d’un tratto ci sentiamo soli. È un packaging che alza le aspettative,  troppo. A mio avviso l’autenticità sta nelle cose più semplici ed immediate, come la vita stessa è la contemplazione in generale, ma è come se non ci fosse mai il tempo. La paura del futuro, la “carriera” e la pressione che ne deriva, spostano l’attenzione e la ricerca di un equilibrio a domani. Il sintesi, da causa diventa conseguenza.

Ci sono tuoi atteggiamenti che non sopporti?

Diversi. Come ho detto, a volte non sopporto che gli altri non concepiscano un’evidenza. Altre volte ancora, mi accanisco su dettagli che a me stanno a cuore, quando magari per gli altri non è così, e invece che ottenere il risultato sperato, passo per “il passivo aggressivo”. E poi sono un po’ permaloso. 

Esistono argomenti sui quali non si può scherzare?

Come insegna la Stand-up comedy anglosassone, credo che il contesto faccia tutto. 

Ad esempio, ci sono delle mie conversazioni private per le quali qualcuno con una sensibilità diversa dalla mia, avrebbe da ridire. In generale, tutto vale nel momento in cui vive all’interno di un ambiente protetto, in cui tutte le parti sono allineate, diversamente no. Non offenderei mai nessuno per 3 secondi di palcoscenico.

PH: Silvia Violante Rouge

Tra arrabbiati e disillusi, che aggettivo sceglieresti per descrivere i giovani oggi?

Entrambe le cose. Rabbia e disillusione sono la diretta conseguenza della pressione sociale che questo senso di aspettativa esercita sulle “nuove generazioni”, termine che a me fa sempre un po’ sorridere. Credo che poi ogni generazione patisca un po’ il confronto con quella precedente. Certo che se a tutto si aggiunge una pandemia, una guerra dietro casa e la precarietà del futuro sotto diversi aspetti, sicuramente il percepito negativo cresce. 

L’amore che guai porta?

Tutti, perché tutto è amore. Le botte che ho preso (metaforicamente e non), i pensieri che ho avuto e che avrò, sono sempre stati e sempre saranno in qualche modo legati ai legami che stringiamo nel corso della nostra vita. Non fai nulla se non per amore, verso te stesso, verso il partner o nei confronti del prossimo. L’odio, che è il ribaltamento dello stesso concetto, a mio avviso, funziona allo stesso modo. Tutte le strade portano lì, sempre.