Il ritorno al futuro di Avanzi e Ama Dee | Intervista

Quante volte abbiamo avuto l’ansia di diventare grandi, rimpiangendo i tempi in cui eravamo bambini spensierati e incoscienti?

Ci sono momenti della vita in cui diventa necessario fare un bilancio, riflettere su tutte le scelte fatte cercando di capire quale strada abbiamo intrapreso. Se ci concentriamo, anche se abbiamo una vita perfetta, sarà inevitabile pensare di non voler modificare nulla, chissà se avessimo una macchina del tempo quali eventi avremmo intenzione di modificare.

Il cambiamento però genera cambiamento, e probabilmente modificando anche il minimo tassello della nostra storia personale, potremmo rischiare di non essere più noi stessi e, anzi, non è detto che il risultato finale sia meglio di quanto immaginato.

Il passato ci ha insegnato a dominare le nostre emozioni, il futuro dev’essere l’occasione per saperle gestire e mettere in ordine i nostri pensieri in maniera di sentirsi in pace.

Avanzi e Ama Dee vorrebbero ingranare una retrò- marcia per iniziare un viaggio di coppia in stile ritorno al futuro in modo da poter vivere ancora una volta la leggerezza di quando si era bambini, lasciando nel presente ogni forma di preoccupazione e stress.

INTERVISTANDO AVANZI E AMA DEE

Perché retró- marcia? Siete amanti del vintage?

Ci piaceva la combinazione tra le due parole! Ci è sembrata perfetta per la tematica del brano. (Ama Dee)

Cosa sognavate da bambini?

Da piccolo volevo fare i film. C’ho intitolato anche un disco ahahah. In realtà, semplicemente, avevo bisogno di un mezzo per poter dire tutte quelle cose che non riuscivo a esprimere a voce e, ai tempi, prima che la musica facesse parte della mia vita, la videocamera mi sembrava lo strumento più efficace. (Avanzi)

Avete errori di gioventù che vi hanno fatto stare bene?

Direi praticamente tutti. Non penso sarei neanche lontanamente la persona/l’artista che sono oggi se non fosse per tutti gli sbagli che ho fatto. Bonus: sbagliare è il modo migliore per scrivere canzoni, quindi ben (Avanzi)

Cosa sono stati gli anni 90’?

Erano anni  sicuramente più lenti dove tutto richiedeva più tempo. Dove l’attesa rendeva tutto più magico: la nuova puntata della tua serie tv in onda una volta la settimana o la messa in onda dei film natalizi che aspettavi dal natale scorso. Il momento in cui si libera il telefono fisso di casa ed è finalmente il tuo turno di chiamare l’amica, sollevare la cornetta e comporre il numero cifra per cifra. L’amico che viene a citofonarti per chiederti di uscire a giocare. Le cassette da riavvolgere. Le canzoni dei tuoi artisti preferiti che puoi ascoltarti soltanto su MTV o se ti compri il cd. E la lista potrebbe andare avanti all’infinito! (Ama Dee)

La fretta di crescere nasce dall’individuo o dalla società in cui viviamo?

Non saprei dire da chi nasca ma immagino da entrambe le cose in relazione l’una con l’altra. Quando siamo bambini non vediamo l’ora di crescere perché vogliamo più libertà ed indipendenza, vogliamo la possibilità di non chiedere il permesso e prendere le nostre decisioni in una società dove un bambino tutte queste cose non le può fare. Che sia giusto o sbagliato, il ruolo ed i compiti di ciascun individuo alla fine dei conti viene dettato dalla società in cui si vive. Ed ora mi ritrovo anche io a domandarmi se in una società diversa, ci sarebbe forse meno fretta di crescere. (Ama Dee)

 A quale hit del passato siete affezionati?

“Where is my mind” dei Pixies. Tutt’ora, nonostante le miriadi di volte in cui l’ho sentito, è ancora l’unico brano che ogni volta mi da i brividi. (Avanzi)

Com’è stata la vostra convivenza artistica? Siete arrivati a dei punti dove pensavate di crashare?

Lavoriamo assieme già da qualche mese e mi ci trovo bene. Avanzi ha prodotto e sta producendo alcuni dei miei brani. È un ragazzo molto disponibile, talentoso e professionale e fino ad ora per fortuna non c’è stato ancora nessun crash. ( Ama Dee)

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