VIRGINIA viaticum

Viaggio nel Viaticum di VIRGINIA | Intervista

Siamo pronti a metterci in viaggio con VIRGINIA, che ci mostra il suo “Viaticum“.

Secondo la tradizione latina il viatico era l’insieme degli oggetti che una persona avrebbe portato con sé in viaggio.

L’ep di esordio della giovane cantautrice e polistrumentista del modenese vuole partire proprio da questo concetto: dalle cose necessarie a iniziare un cammino.

Cresciuta in mezzo alla musica, dopo essere stata parte di una band, VIRGINIA ha deciso di intraprendere la carriera da solista, momento che segna l’inizio di un cammino bello e tortuoso.

VIRGINIA, in un’atmosfera ChillOut, in “Viaticum” parla di sentimenti, con la delicatezza di cui c’è bisogno.

INTERVISTA A VIRGINIA

Iniziamo dalla scelta del titolo, viatico. Una parola inusuale benché molto rappresentativa di ciò che “Viaticum” di fatto è pensato per essere. Raccontaci un po’ come ti è venuta questa idea.

Pensando al significato dell’Ep e alla connessione emotiva che ha con il mio vissuto e con il mio obiettivo di realizzazione personale, ho cercato un termine che rappresentasse il concetto del viaggio e di ciò che è necessario ad intraprenderlo. Quindi ho pensato al viatico, che nell’antichità indicava il necessario per chi si metteva in viaggio. Il nome in latino ha reso il termine più mistico.

VIRGINIA viaticum

In Viaticum sia la musica che le parole rendono bene quanto il dolore tanto quanto la felicità siano necessari a stimolare un cambiamento, magari ad essere il primo passo di un viaggio. Sei d’accordo?

Sì, certo, assolutamente.

Tutte le mie canzoni sono intrise di emozioni ad ampio spettro e si propongono di suscitare in chi ascolta diverse sfumature emotive in accordo con soggettività del singolo e del momento particolare.

Hai voluto creare un ep molto personale che però paradossalmente ha molto da dare e da dire anche agli altri, parli di sentimenti universali, per quanto privati. Quanto credi sia importante per un musicista la capacità di sapersi mettere a nudo nel proprio “a servizio” degli altri?

Le mie canzoni sono la narrazione di un percorso che mi ha portato ad elaborare esperienze e vissuti rendendomi capace di affrontare anche quelli più difficili e apparentemente impossibili. Il musicista può fornire spunti di riflessione ed essere lui stesso, con il proprio vissuto, un modello di riferimento e di azione. La musica di qualcuno che ti sa leggere dentro può essere il diario già scritto che avresti voluto scrivere tu.

Hai suonato praticamente di tutto finché non sei arrivata alla creazione di Viaticum. Se potessi scegliere uno strumento, quale sarebbe quello del tuo cuore?

Lo strumento è il cuore stesso ma toccato dalle corde di tutti gli strumenti che suono.

Come speri che Viaticum venga accolto dal pubblico?

Spero che venga accolto con: subito pancia, poi cuore e in ultimo testa. Prima ti arriva la “botta emotiva”, poi ti ci affezioni ed infine elabori. Una cosa così.