New Indie Italia Music Week #147

“Abbiamo voglia di vivere, paura di morire, a volte il contrario. A volte solo voglia di fare l’amore. Io nelle cose mi ci butto di testa. Io come un sasso, tu la prossima onda. Sei tutte le strade che non ho percorso. E ho quasi la voglia di vivere addosso. E non è importante se ho fame o se ho sonno. Oggi ho capito che di queste cose non ho più bisogno” (Voglia di Vivere, Angelina Mango)

Di cosa abbiamo veramente bisogno mentre corriamo tra le strade della città, mentre ci affanniamo per rispondere puntuali all’ennesima call alla quale assisteremo passivamente fingendo  interesse?

Non è importante se avrai fame o sonno. Tu non hai bisogno di tutto ciò, sei una penna stilografica che scrive frasi indelebili sulla pelle della gente senza chiedere il permesso.

Forse alla fine del percorso non avrai ancora capito nulla, ma non ti preoccupare, ci sarà sempre una bella canzone che ti aiuterà a mettere ordine in attesa che arrivi la prossima onda.

Scopri i migliori brani della settimana con il nuovo numero del New Indie Italia Music Week

 

Elvis (Album)

Band come lo sono i Baustelle ne nascono una ogni mille anni. Dopo 5 anni di silenzio e progetti paralleli decidono di tornare nel modo più sincero possibile con un disco tipicamente Baustelliano, caratterizzato da quel glam rock a cui siamo abituati da sempre, ma allo stesso tempo portando innovazione nelle loro sonorità, con ballate romantiche, blues e boogie.
Nonostante l’altissima qualità, parlare dal punto di vista tecnico sciorinando una lista di influenze e suoni in questo caso è inutile, perché “Elvis” è un disco che predilige il sentimento. Lo possiamo trovare nella sua versione più pura, ma anche sguazzando in quel romantico marciume pienamente nel loro stile.
La visione cinica del mondo, che ritroviamo nei testi, si avvolge di una malinconia che guarda al passato ma che resta tremendamente attuale, simbolo di una società che resta ferma e unisce più generazioni nello stesso disagio.
I Baustelle sono tornati, e ancora una volta si fanno carico dei sentimenti di chi la musica l’ascolta per sentirsi a casa.

(Filippo Micalizzi)

Elvis: 9,5

 

La febbre, l’amore, la tosse

Quando stiamo poco bene, giusto con qualche lineetta di febbre e ci sentiamo spossati, avvertiamo delle strane sensazioni. Avincola, nel suo nuovo pezzo, scritto in collaborazione con Cimini, paragona questa malattia all’amore, sentimento che scombussola il nostro rapporto con la realtà, facendoci sembrare il mondo come un qualcosa di diverso rispetto a quando il nostro cuore batte solamente per una funzione meccanica.

La tosse finale è un esplosione che permette di guarire e tornare a stare bene, oppure un gesto di rifiuto e rabbia, per una situazione che non ha funzionato, lasciandoci addosso un fastidio emotivo che ha bisogno di tempo per guarire.

Nel mondo di oggi, devastando da guerre e fake news, riscoprire la bellezza dei sentimenti ci permette di trovare un luogo sicuro nel quale rifugiarsi e brillare durante la notte, ma attenzione perché troppe illusioni possono diventare una patologia, e per tornare sani dobbiamo essere bravi a distinguere tra i baci che sembrano una cura con quelli che in realtà sanno di veleno.

“La febbre, l’amore, la tosse” è una canzone onirica che viaggia nella sfera dell’emozioni, dove tutto può cambiare all’improvviso o venire interpretato attraverso diversi punti di vista.

(Nicolò Granone)

Avincola: 7,5

 

Senza Numero Civico – Ep

“Senza numero civico” è il nuovo EP di Maëlys,. Il disco racchiude le pubblicazioni che negli ultimi mesi hanno illuminato il mondo e i nuovi equilibri musicali della giovane artista.

Il secondo disco di Maëlys, “Senza Numero Civico”, riflette in tutte le canzoni – così come nel titolo stesso – un senso di nostalgia, non appartenenza e ricerca di casa. I brani, infatti, sono stati figli di un periodo cruciale per l’artista, fatto di maturità, crescita e cambiamento, passato in diverse parti d’Europa. Tutti i luoghi vissuti hanno lasciato un’impronta leggibile tra le righe del disco: “Lille, Parigi, Torre Canne, Bergamo, Milano: se conosci queste città, le immagini dei loro paesaggi e delle loro strade si proiettano davanti a te ascoltando Senza Numero Civico.” (Maëlys)

Maëlys: 8

 

Magia nera/Ombre – Single

Attenzione: se cercate “magia nera ombra” su YouTube escono rituali satanici. Specificate che state cercando dei brani di Lucio Corsi.
I cori da muse di Hercules di “Magia Nera” e il pianoforte malinconico di “Orme” ci ricordano ancora una volta che Lucio Corsi è a tutti gli effetti lə principessə Disney della musica italiana.
Un personaggio uscito da un film d’animazione, disegnato per aiutarci a credere nei sogni e superare cantando le emozioni e le difficoltà della vita. Il 21 aprile esce l’album e promette davvero bene come tutto quello che fa capolino dal suo mondo incantato. Siete pronti? Imperdibile.

(Vernante Pallotti)

Lucio corsi: 9

 

Boy on Earth – Ep

Anticipato dai singoli “Yin & Yang” e “La Mappa”, “Boy On Earth” racconta la storia di un ragazzo che, districandosi tra sentieri irti e autostrade trafficate, ricerca la felicità mentre il mondo cade a pezzi.

Il nuovo EP è disponibile in formato fisico accompagnato da un racconto illustrato scritto dallo stesso Leonardo. L’album è una raccolta di sei brani a cavallo tra pop e soul, caratterizzati da suoni urban e liriche catchy che, nonostante ciò, non rinunciano ad approfondire tematiche scomode come il senso di disorientamento che proviamo quando ci vengono a mancare dei punti di riferimento, quando il traffico della città è così intenso non vorremmo fare altro che prendere un’astronave per scappare lontano.

Leo Fulcro canta le sensazioni di chi si sente perso e viaggia senza meta, appigliandosi, però, alla consapevolezza che sono le persone a fare i luoghi, diventando un’ancora a cui aggrapparsi quando si perde la bussola.

Leo Fulcro: 8

 

Cigni (Album)

Cantautorato ed elettronica, amore e razionalità sono i binomi che compongono “Cigni”, il nuovo album di Angelo Sicurella: un disco che mette in opposizione la leggerezza del volo con la durezza e l’impermeabilità del cemento. In bilico tra la morte e la resurrezione, “Cigni” contempla la fine del mondo, scongiurandola. Ed è proprio tra le macerie di mille catastrofi che Angelo Sicurella cerca di far emergere, alla fine di tutto, l’amore.

(Ilaria Rapa)

Angelo Sicurella: 7,5

 

COSA VA IN ME?

Quante volte ti sarà capitato di porti la domanda: “Cosa c’è che non va in me?”. In realtà, la domanda andrebbe riformulata in “Cosa va in me”. Forse, bisognerebbe indagare meglio sullo status generale del profilo del paziente prima di attribuire ai nostri modi di essere aggettivi con accezioni negative.

Ajatica, cantautrice dalle sfumature punk-rock, con il suo nuovo singolo dal titolo “COSA VA IN ME?”, affronta proprio questa tematica e non ne fa un dramma, anzi…

“Pensi che siamo tutti perfetti? Chi di noi non ha lati nascosti?”, questo è lo statement dell’artista che con questo verso innesca un’esplosione che fa decollare il brano verso un ritornello catartico, da ascoltare al massimo volume in cuffietta, o da urlare con tutta la voce che hai.

Asjatica è una bella scoperta che presto potrebbe diventare abitudine nei nostri ascolti preferiti.

Asjatica: 8.5

 

Rubi in chiesa

«Non ti sembra un po’ come rubare in chiesa? Io accetto per amore, e qual è la tua scusa?».
Maura ci fa fare un gioco di ruolo, immagina che tu sia la chiesa e qualcuno venisse a rubarci dentro, come ti sentiresti? Quanto forte sentiresti la sconsacrazione? Il tutto si risolve vivendo e percependo il proprio corpo come se fosse un tempio, e se davvero in quanto tale lo avvalorassimo ogni giorno, con i nostri personali rituali quotidiani, lo amassimo, è proprio allora che non permetteremmo a nessuno di entrarvi per scomporlo e distruggerlo.

(Ilaria Rapa)

Maura:8

 

Effetto placebo

Dopo il successo dell’inedito d’esordio “Singhiozzo”, Asja torna con “Effetto placebo” a parlarci d’introspezione e di una sorta di viaggio durante il quale ci si lascia sedurre a metà fra l’onirico e il trip.

“Segue un battito ipnotico che ti renderà apatico e strappa l’intonaco dentro lo stomaco”

L’amore, si dice, attiverebbe non solo la dopamina, che si associa al desiderio e al piacere; non solo la serotonina, garantendoci buon umore che sale vertiginosamente quando siamo innamorati; ma soprattutto il sistema di ricompensa, insieme agli oppioidi, sostanze analgesiche prodotte all’interno del cervello, un vero effetto placebo. Uniamo questo mix di sensazioni e ne viene fuori
un cocktail perfetto di pillole senza troppi effetti collaterali, solo uno: il rischio di innamorarsi.

Asja: 7.5

Sunday

“Un ragazzo felice forse non coglierebbe la bellezza di una giornata di sole nel pieno dell’inverno”. Così l’artista spiega il suo nuovo singolo “Sunday”, brano scritto tutto d’un fiato e tutto in un giorno. Le canzoni nascono molto spesso dal dolore, perché quando si sta bene si pensa a vivere il momento, o almeno così si è soliti pensare. See Maw invece rompe completamente questo assioma, dedicando invece proprio ad una bella giornata una canzone. “Sunday” rappresenta l’apprezzamento della luce in un momento di buio, motivo per cui anche noi non possiamo che essere felici di festeggiare questo evento insieme al suo autore.

(Ilaria Rapa)

See Maw:8

 

Fantastico

A volte i pezzi più belli sono molto semplici, eppure suonano perfetti perché quella ripetizione di due note che va avanti per tutto il brano, insieme a un hook vocale improvvisato, diventa il piano d’appoggio per la scrittura di due cantautori ormai affermati, e a ragione. Il brano è un itpop di nuova generazione, dove il ritmo è serrato e l’intenzione di Drast e di Giorgio Poi si accorda in successione. La scrittura va di conseguenza e la musica di Golden Years trova un accordo nelle voci di chi lo accompagna in questo viaggio “fantastico”.
Lo ripetono molte volte, “fantastico”, perché quell’amore era fantastico e “non l’avevo mai visto un angelo”. Come ogni amore è una tensione, una corda che tira, che quando si allontana, poi da soli non si sa stare perché “quella sera era sincera”, “era chiaro, era sbagliato”. E ci si immagina che torni, come una stella cometa, ma su un motorino. Soprattutto perché quell’amore è come “l’amore tra un fiammifero e una polveriera”. E dopo questa metafora, non c’è altro da aggiungere.

(Lorenzo Ottanelli)

Golden Years, Drast, Giorgio Poi: 9

 

La notte fa danno – EP

“La notte fa danni” è il titolo del nuovo singolo della cantautrice wasabe, brano che da anche il titolo al primo ep dell’artista.

“La notte fa danni” è il primo pit stop di un percorso iniziato con la voglia di vincere i propri demoni con la musica, raccontando il modo di affrontare le cose, l’amore e tutti i problemi che accomunano i ragazzi di oggi.

Il testo è un tuffo nel passato che spesso è come una lama a doppio taglio perchè tornano a galla sia i momenti belli che quelli brutti. Quest’ultimi possono farci soffrire, ma anche aiutarci a diventare consapevoli di tutte le difficoltà che siamo riusciti a superare. Il sound è caratterizzato da un riff di chitarra che prosegue su di un beat moderno a metà tra elettronica e suoni acustici. Il videoclip del brano sarà legato ad un progetto in collaborazione con lo IAAD di Torino.

L’ep di 7 tracce racchiude tutti i singoli pubblicati dall’artista vicentina e due tracce inedite, un viaggio fatto di leggerezza mixata a malinconia, e di sonorità che spaziano dal cantautorato, folk e indie-pop senza tralasciare contaminazioni elettroniche e l’utilizzo del vocoder.

wasabe: 7,5

 

Globo – EP

Questo Globo è la sfera di Ele A e delle sue conoscenze, dei suoi incontri, della sua realtà. Ed è la realtà che circonda un po’ tutta una generazione, piena di grandi sogni che spesso si trasformano in niente, dove il grande idolo è il denaro, che scorre dalle tasche bucate di jeans strappati e che scompare nelle slot machine. È una sfera che si riduce e si amplia, che spesso gli amici li perdi proprio a causa dei soldi. Tutti vogliono parlarne perché il gossip sembra rendere la vita piena, ma alla fine lascia solo vuoti.

Ele A non ha mezzi termini e sperimenta, cita, utilizza sound particolari, che fanno di lei una particolarità nel panorama. Accosta Jesus a Pingu, mette insieme sacro e profano, ci accenna a Bojack. Il suo immaginario è chiaro: parla di un passato, di memorie, del presente che rimane avvinghiato al Natel, a Nokia, alla cabina telefonica. Lo fa accostando i suoni jungle e drum&bass che arrivano diretti dagli anni Novanta, mixati con una linea jazz di sottofondo, che permette di vedere un continuum lungo tutto l’Ep.

È il Globo di Ele A, il suo mondo, la sua sfera sociale, a cui ci accostiamo, entriamo, ne usciamo, per accorgerci che al di fuori, forse, la nostra esperienza non è così distante.

(Lorenzo Ottanelli)

Ele A: 8,5

 

Musica dal Morto – Album

Uomini e Topi non sono così diversi, in fondo. Strisciano, cercano di mangiare tutto ciò che gli capita sottomano, mordicchiano e si prostrano al più forte. Si deve essere così, oggi, un po’ come ieri, per diventare qualcuno nello show business e nella discografia. Non c’è modo migliore di parlare di questo momento che dedicando canzoni a chi non c’è più, tra cantautori e musicisti, tra autori e leggende.
“Musica dal morto” danza tra generi e questa volta si fa più rock rispetto a “Simpatico, solare, in cerca di amicizie”. Non cerca appoggi, featuring, presenze rilevanti. È la voglia di raccontare le cose come stanno, senza mezzi termini e lo fa con gli amici di sempre. Vipra è un autore che non ha niente da invidiare ad altri, i suoi testi non sono mai banali, mai retorici. Ti arrivano dentro, li apprezzi, a volte per qualche accostamento sorridi, perché sai che è così. Non so se l’intento di creare dibattito servirà, ma è sicuramente un passo avanti, al centro di una scena che, spesso, parla sempre delle solite cose. E poi un concept album che fosse veramente un concept album non si vedeva da tanto. Non così, almeno.

(Lorenzo Ottanelli)

Vipra: 9,5

 

Due rose

Un amore sempre in bilico. Tra cosa? Passione e fuga, promesse e ombre, rose e spine e tutti quei contrari che fanno parte della vita e delle relazioni. Esistono questi amori combattuti e di questo cantano Federico Zampaglione e Enula.
Una collaborazione inedita, con il tocco di Canova, che racconta di un amore difficile e complicato, in cui i protagonisti, come due magneti, da un lato si respingono e dall’altro si attraggono. Nella notte poi emergono tutte le paure e le tentazioni di questi due amanti e chissà che proprio la notte non sia il momento giusto per ascoltare e apprezzare questo brano.

(Sara Pederzoli)

Tiromancino, Enula: 7,5

 

Attrazione fatale

Attrazione fatale è un brano che serve a tutti quanti per sentirsi invincibili in mezzo alla folla o per urlare a squarciagola in cameretta. Un invito ad apprezzarsi e a piacersi, senza pensare al giudizio che hanno gli altri di noi, in un brano decisamente auto motivazionale, quasi un inno.
Infatti, Attrazione fatale, è titolo che potrebbe mandare in confusione: non si tratta di un amore travolgente per un’altra persona, ma di un sentimento che la cantante muove verso sé stessa.
Bisogna riuscire a stare bene con se stessi e questa canzone è un piccolo aiuto nei momenti in cui si fa più fatica ad accettarsi.

(Sara Pederzoli)

Beatrice Quinta: 8

 

Pezzi – Album

Pentesilea ci immerge nel sul mondo etereo, fatto di suoni elettronici e cibernetici uniti a quelli onirici dell’art pop, donandoci l’EP “Pezzi” in cui ogni brano parla di un pezzo dell’artista che inevitabilmente si lega ad un pezzo di noi.
“E non chiedermi che faccio, non mi chiedere chi sono” (“Formalità”) in un periodo in cui davamo tutto per scontato, ci siamo trovati improvvisamente a elemosinare anche un singolo abbraccio o interazione umana, abbiamo bisogno di spogliarci dai nostri convenevoli ed andare dritto al nocciolo della nostra anima, proprio come Unica Zum, artista viscerale a cui è dedicato il brano “Unica”.
Pentesilea ci racconta il vuoto dentro con “Shir” e ci canta “Tutto quello che non c’è” mettendoci davanti all’amara verità: se siamo chiusi in una gabbia, è difficile uscirne se non ne abbiamo veramente la volontà, ma alla fine, per superare davvero un dolore, dobbiamo andare “Controvento” sentire il vento in faccia ci risveglierà dal nostro sonno doloroso.
(Margherita Ciandrini)

Pentesilea: 8

 

Crush – Album

Giuse The Lizia ci canta la sua vita all’interno di “Crush”, album dalle sonorità prettamente indie pop con qualche sperimentazione più strong (“Edwige Fenech”) e un filo conduttore che è forse questo ossimoro di superficialità profonda che porta la Generazione Z ad essere sempre ad un passo da un baratro.
Sentirsi parte di un tutto, questo vuole raccontarci Giuse e mentre ci perdiamo tra i rimpianti di “One more time” ed il senso di impotenza e di ansia di “Riprova domani”, diamo ragione all’artista che canta proprio per noi che non ci siamo mai sentiti all’altezza dei nostri genitori e che forse non siamo bravi ad affrontare il mondo come loro.
Altea e Fulminacci arricchiscono il disco con il loro contributo e, mentre promettiamo cose che spesso non riusciamo a mantenere e ci lasciamo abbattere da “Cara vita”, arriviamo a “Eravamo ragazzini” che ci riporta con malinconia al passato e capiamo finalmente di non essere i soli a sentire come se ci mancasse un pezzo.
(Margherita Ciandrini)

Giuse The Lizia: 8,5

 

DNA

Gli ISIDE lanciano addosso al mondo intero una bomba di rabbia, con la massima sincerità. Il nuovo singolo si apre infatti dicendo: “Caro diario, con te posso parlare senza essere falso” e sembrerebbe essere l’ammissione che no, le cose non vanno bene.
C’è rumore, c’è la musica electro-indie che è abbiamo imparato ad apprezzare che segue la violenza e l’urlo liberatorio di un ritornello fatto di lacrime, di mal di testa, di una rabbia che è così forte che sembra che ce l’abbiano nel DNA e che a volte è necessario semplicemente che esploda.

(Benedetta Fedel)

ISIDE: 8

 

Voglio un fiore

“Tu non sei più tu, non mi piaci più”

Può capitare di guardarsi allo specchio e di non riconoscersi, avendo la sensazione di essere all’esterno una persona diversa da quella che in realtà crediamo di essere. Così tendiamo ad alimentare il nostro ego, guardando il riflesso che abbiamo negli occhi degli altri, solo che se all’improvviso non riusciamo più a trovarci dentro quello sguardo rischiamo di rimanere soli con tutte le nostre insicurezze, iniziando a costruire paranoie mentali che pian piano ci divorano internamente.

Voglio un fiore sulla testa è un desiderio di bellezza che deve partire dal nostro io, prima di riuscire a esporci all’esterno dobbiamo capire chi siamo, fare pace con il nostro mondo interiore e non essere giudici e nemici che cercano di autocondannarsi o peggio complicarsi le cose in maniera deleteria e subdola.

(Nicolò Granone)

Flaminia: 8

 

Russian Roulette

L’amore dipende da noi, dal contesto o dall’energia delle altre persone? Non possiamo spiegare questo sentimento con razionalità, altrimenti, conoscendone i pericoli e il dolore che si prova quando una relazione non funziona, sarebbe più saggio non dare mai ascolto al cuore ed evitare ogni possibile conoscenza.

Per fortuna però l’uomo, anche senza volerlo, ha un bisogno incondizionato di poesia, se no immaginate che vita noiosa sarebbe senza sentimenti. Probabilmente l’arte sarebbe un vizio per pochi intimi, le canzoni indie non suonerebbero ad alto volume nelle nostre cuffiette e al cinema darebbero solo noiosi documentari sugli elefanti.

“Certe sostanze ci hanno fatto fingere di amare, altre cazzate ci han fatto ridere poi piangere”

(Nicolò Granone)

Barkee Bay: 8

 

 

Proiettili

“Come un proiettile nell’acqua, non ti accorgi nemmeno di me, che tocco il fondo della notte, ora non cerco più risposte e tu sei già così distante che non vedo più te.”

Quando una giornata finisce ricevendo un messaggio come dobbiamo parlare, cerchiamo rifugio sotto le coperte sapendo già in anticipo che i nostri pensieri non ci faranno dormire. Molto spesso cerchiamo di evitare il confronto perché partiamo prevenuti e crediamo, forse per legittima difesa, che ormai non c’è più niente da aggiustare, anzi siamo pronti a sentire la parola fine su una relazione instabile.

Forse però un colpo sparato a salve ci può avvertire del pericolo e indirizzare nuovamente su un giusto percorso da condividere insieme, un piccolo avvertimento per trovare ancora una volta l’equilibrio. Il dialogo non sempre è negativo, solo che le nostre paranoie proveranno sempre a convincerci del contrario.

(Nicolò Granone)

iako: 8.5

 

ATTENZIONE

Giovanissimo, fresco e alternative-punk: ecco chi è AYLE, che ci ha fatto “esplodere la testa” con il suo nuovo potentissimo pezzo “ATTENZIONE”. Il primo singolo è un’ottima presentazione di chi l’artista è ed è stato, seppure nei suoi brevi 19 anni. Racconta una storia fatta di ”overdose di pianti e speranza”, di vizi e poca cura della salute e, soprattutto, della ricerca di una concentrazione che l’artista cerca sempre di migliorare. Una partenza scatenata e sorprendente quella di AYLE, a cui faremo sicuramente molta attenzione da qui in poi.

(Benedetta Fedel)

AYLE: 8

 

vabenecosì

Bravo, Bravissimo lascia tutti a bocca aperta con un pezzo che è bello e complesso sia musicalmente che a livello di tematica. Su una musica che è acustica, pop ed elettronica e, paradossalmente, funziona proprio perché ogni parte ha un suo spazio preciso nel brano, l’artista canta il momento in cui ci si prende le proprie responsabilità. Una storia che vorrebbe funzionare, ma che non riesce per colpa di una parte che, per il bene dell’altra, si dimostra in grado di fare un doloroso esame di coscienza e lasciarla andare, di rinunciare a lei anche se non vorrebbe. Bravo, Bravissimo: di nome e di fatto a questo giro.
(Benedetta Fedel)

Bravo, Bravissimo: 9

 

Profeti

La cantautrice lucana, Malvida, torna con un nuovo pezzo dalle influenze più disparate. “Profeti” è un singolo che guarda nel futuro e che parla con Dio, e lo fa su una base elettronica, vintage, da luci strobo, in linea col fatto che l’artista è sempre stata in grado di mischiare il vecchio e il nuovo creando un genere che è difficilmente incasellabile. “Dio ha per me un cimitero” ripete la voce di Malvida, che non sembra avere paura di affrontare quello che sarà. In una ripetizione mantrica, il pezzo ci porta altrove e non capiamo più se stiamo sognando o se è tutto vero.

(Benedetta Fedel)

Malvida: 7

 

Un mare negli occhi – Ep

“Un mare negli occhi” è l’Ep di STEVEN e già dal titolo si può intuire il mood del disco. L’amore può essere qualcosa di poetico, ma allo stesso tempo lasciare riscontri devastanti e anche quando le relazioni sono all’inizio possono portare diverse complicazioni.

STEVEN tira fuori tutta la sua malinconia per celebrare le occasioni sprecate e tutte quelle illusioni che da speranza diventano tristezza. Molto spesso può capitare di affidarsi agli altri per trovare un equilibrio personale, solo che se cambiano le condizioni intorno a noi è molto facile cadere e farsi male.

In alcuni casi sarebbe meglio fare attenzione, ragionare prima di agire, però se si ha un minimo di romanticismo e si percepiscono i sentimenti in maniera diretta, diventa impossibile non concentrare anima e corpo in una nuova conoscenza. STEVEN sostiene che le relazioni diventino spesso una dipendenza ed effettivamente non possiamo che essere d’accordo.

(Nicolò Granone)

STEVEN: 7

 

Fulmini

Frenèsya, il progetto musicale formato dai fratelli Marra, Federico e Flavia, “fratelli di sangue e di palco”, sono tornati con un nuovo interessante singolo. “Fulmini” vuole decretare per gli stessi musicisti un nuovo inizio, un nuovo capitolo della storia di questo duo. In un pop con influenze fortemente R&B, il pezzo racconta di una fine decisa in cui ci si deve sforzare di non guardare indietro, perché “un secondo fatale mi fa ritornare giù, come se ritornassi cenere tra questa gente”. A volte basta un attimo a ricaderci, la stessa durata di un colpo di fulmine.

(Benedetta Fedel)

Frenèsya: 7,5

 

Lucky Strike

Ci sono certi amori che piacciono più di altri, tipo quello tra Indie, Dance e Rap.
Simon Bayle, producer classe ’96, insieme al cantautore Hermes e il rapper romano 3 di Fiori mettono insieme tre anime artistiche differenti ma ben armonizzate, in un brano che sembra avere l’odore di una vera hit.
Lucky Strike celebra l’incertezza di un amore agli sgoccioli, dove prevalgono le più intime confessioni, perché nel tempo di una sola, ultima, sigaretta, certe volte, ci può stare l’intero universo.

(BennyBoy)

Simon Bayle ft Hermes & 3 di Fiori: 7,5

 

Musica per aeroporti

Anche oggi cancellato il volo per Marte ma, nel frattempo, Federico Dragogna (già chitarrista e autore dei Ministri) ha preso posto al banco delle informazioni e ha premuto il pulsantone rosso che sta sopra l’interfono.
Musica per aeroporti non riesce a celare un senso compositivo raffinato e di impatto immersivo: il groove ansiogeno e la metrica incalzante del cantato ci proiettano lì dove ci vuole l’autore: in aeroporto, nel bel mezzo di una coda per l’imbarco, impegnati ad osservare in modo maniacale tutto quello che ci circonda.
Dragogna procede senza soluzione di continuità, verso dopo verso, col racconto di dettagli e momenti intervallati da un ritornello di quelli che ti restano in testa, ritagliando, inoltre, uno spazio per chi lo ascolta: tra tutte le scene descritte sembra mancarne solo una, ed è quella che stava lì, sommersa tra i nostri ricordi aeroportuali, ed è saltata fuori dopo appena 10 secondi di ascolto.

(BennyBoy)

Federico Dragogna: 10

 

argento

Argento, scritta da fil ricchiardi, insieme al giovane cantautore iako, “argento” è dedicata al lato più sensibile e vulnerabile dell’artista, che prende le distanze da una visione machista e abbraccia l’unione tra femminile e maschile in un’unica entità, confermata dal riferimento alla metafora alchemica per la quale l’oro simboleggerebbe il sole, maschile, e l’argento la luna, femminile.
Uomo e donna si fondono e confondono, per un brano caratterizzato da un sound mellow particolarmente elegante che porta con sé un retrogusto al sapore di malinconia.
Anche noi, oggi, vorremmo affogare in un mare di argento e poi galleggiare più o meno sospesi in un equilibrio fragile.

(BennyBoy)

fil ricchiardi: 8,5

 

Luna di miele, fine del mondo – EP

Gregorio Sanchez torna con quattro brani che compongono il lato A del suo prossimo disco. Pezzi malinconici, un piccolo documentario sullo sbriciolamento di certezze della nostra generazione. Il canto di coloro che non riescono più a credere negli ideali rassicuranti degli anni ‘90: la concezione del lavoro, della famiglia, dell’amore… com’è difficile farsi cullare da questi feticci mentre il mondo va a fuoco. L’impressione sonora generale ha un vago sentore di Cremonini (e questo è un grande complimento) ma non quello delle hit, quello più amaro, vero e contemporaneo degli ultimi album. Note fuori scala, rumori di fondo, atmosfera sbilenca mentre dell’amore restano i “trucioli”. 

(Vernante Pallotti)

Gregorio Sanchez: 8