Ora o mai più | Indie Tales

Ora o mai più | Indie Tales

È difficile dare un senso al presente, figuriamoci quanto è complicato capire il futuro e cosa succederà domani. Ora o mai più quindi.

Il tempo modifica la percezione della realtà e i sentimenti si disperdono nell’attesa: a volte siamo troppo lontani, altre talmente vicini che non riusciamo a vederci neanche più in faccia.

Io sono quello che ama correre veloce, inciampare e farsi male, tu quella che ha la calma per aspettare il giusto momento, con la consapevolezza che prima o poi arriverà davvero. I nostri cuori battono ad un ritmo diverso, io ascolto le canzoni indie e piango ad ascoltare le storie degli altri. Il tuo invece  va più veloce, picchia sotto cassa mentre il dj alza il volume.

Ad un certo punto però una canzone ci ha unito, senza sapere il perché.  Sembrava un brano vecchio, addirittura in quattro quarti e pensa che ridere adesso non mi ricordo neanche e il titolo e non lo trovo più nella mia playlist. Probabilmente una mattina mi sono svegliato ancora stanco, con la testa pesante e i postumi della sera prima, il posacenere pieno e una terribile puzza di fumo nella stanza. Non avevo nessuna intenzione di rovinarmi la giornata, ma appena sveglio, invece di trovare qualche messaggio sul cellulare, ho schiacciato play ed è partita proprio la musica che non volevo sentire, perché mi ricordava i tuoi capelli biondi e il tuo primo bacio.

Forse però siamo ancora troppo diversi, io preferisco una vita vera e più problemi domani, sono irrazionale, romantico e mi piacciono le ragazze un po’ pazze, quelle che si definiscono complicate forse per paura di non dire la verità, ma io preferisco un bel vaffanculo ad un non lo so.

Tu sei un proiettile che mi colpisce. Boom! Eccolo, il mio cuore sanguina. Ti prego fammi morire, poi quando sarai passata riprenderò all’improvviso a respirare, mi rialzerò in piedi, barcollando un po’ sulle mie gambe. Sarà dura, un percorso faticoso, soprattutto perché  anche dopo più di 100 passi non avrò imparato la lezione e finirò per cadere, ancora e ancora. Vabbè, almeno ci sei abituato diresti tu vedendomi da lontano.

Magari io sono davvero matto, mi piace parlare d’amore, provare a ridurre le distanze tra il tuo cervello e il mio cuore. Non te l’ho mai detto, e forse non lo farò mai, ma io sono il classico ragazzo che per te nuoterebbe giorni e notte dall’Adriatico al Pacifico. Sì, magari sono un po’ esagerato, chissà quanti ti hanno fatto promesse e poi si sono trasformati in squali che hanno divorato tutti i tuoi sentimenti, sbranando anche quelli che avevi già pronti per me. Sono entrati nei tuoi anfratti più segreti e hanno fatto piazza pulita, portandosi via anche le ultime carezze.

Ma se non esiste domani, io non riesco a stare senza di te anche questa notte, ne ho già passate troppe chiuso qui nella mia camera, con l’accendino in mano e milioni di parole che volavano fuori di me incomprensibili, ma allo stesso tempo poetiche.

Vorrei chiederti cosa ci trovo di divertente a soffrire, però sono sicuro che questa sia l’ennesima mia domanda senza risposta, alla quale, anch’io, ribatterei con due piccole spunte blu, dato che ogni conclusione sarebbe inutile e complicata.

So che devo agire, cambiare il corso della storia, ora o mai più, altrimenti sarà solo fatica sprecata, ma il mondo esterno mi continua a dire di rilassarmi, aspettare e quello che sarà sarà.

Io però non mi accontento, è più forte di me. Voglio tutto, subito, adesso. Mi sento in balia del futuro, delle pagine che scorrono sul calendario e di un destino che sta diventando sempre più una maledizione. Io farò sempre tutto ciò che devo, procrastinare non fa parte del mio istinto, meglio levarsi il dente anche se poi servono quintali di ghiaccio e chili di medicine. Oppure per togliermi il tuo nome dalla testa dovrò impararne uno nuovo a memoria, cambiare strada ogni volta che devo passare davanti alla vetrina del tuo bar o girarmi dall’altra parte quando t’incrocerò in coda al semaforo.

Sarebbe meglio se l’amore, anche da un giorno all’altro, diventasse illegale così almeno eviterei di complicarmi la vita, penserei di più e mi prenderei il lusso di  valutare tutti i rischi prima di agire. Adesso invece, beh lo sai anche tu, mi butto a capofitto nelle cose, non do importanza al pericolo e quando lo avverto è troppo tardi per scappare.

Per favore, ascoltami, ti chiedo di non chiamarmi più, intanto ho deciso di far squillare il telefono a vuoto, per non darti la soddisfazione che è in realtà rivederti è l’unica cosa che voglio. Adesso io detto le regole, se vuoi giocare a questo gioco perverso con me. Ora o mai più, altrimenti non sapremo mai che suono aveva il nostro per sempre.

RACCONTO ISPIRATO AL BRANO ORA O MAI PIÙ DI THE IRONSIDES