Satelliti | Indie Tales

“Gli astronauti soffrono per amore?”

Può sembrare una domanda strana, in realtà era il titolo del romanzo che Francesco, scrittore quasi per caso stava iniziando a buttar giù ogni volta che tornava a casa, stanco dopo una lunga giornata di lavoro. In fabbrica  il rumore delle macchine era così assordante che per non sentirlo e isolarsi, era necessario provare a distrarsi, immergendosi all’interno dei propri pensieri, mantenendo comunque una soglia dell’attenzione molto elevata per evitare di commettere errori con  possibili conseguenze gravi.

Arrivato a casa, dopo una bella doccia calda e una sigaretta, si metteva al computer per immaginare come fosse il mondo primitivo, se esistesse vita su altri pianeti, ma soprattutto indagando sulle emozioni di chi ha il coraggio di fare una scelta di vita drastica, come chi decide di prendere in mano il proprio destino, accettandone tutti i possibili misteri e pericoli.

Molti bambini amano disegnare astronavi, pianeti colorati e animali fantastici. Viaggiano con la mente verso un nuovo futuro lontano solamente qualche anno, che rischia di diventare una prigione se si sceglie di accontentarsi, rinunciando alle illusioni.

Certo ci sono le bollette da pagare, la macchina sempre in riserva e il frigorifero che fa i capricci, ma per Francesco il lavoro era una sorta di obbligo sociale con il quale non andava troppo d’accordo. Ok i disaccordi, ma era necessario per la sua sopravvivenza.

In passato aveva avuto una relazione importante, piena di promesse e speranze, che si era infranta, quasi all’improvviso in un urlo disperato alla notizia che Laura, avesse scelto di trasferirsi negli Stati Uniti per accettare un buon contratto a km di casa e con un Oceano di mezzo. Lui, affezionato alla sua terra e alle sue origini, amava buttare i suoi pensieri su sottili foglie di carta, ma in ogni momento della sua vita aveva sempre dimostrato di aver paure delle decisioni, E anche adesso, in questo istante, con il posacenere ormai zeppo, era arrivato davanti ad un bivio: provare a cambiare la sua vita scrivendo nuove pagine o lasciar perdere tutte quelle parole, mettere la sveglia alla stessa ora e riempire la lavatrice, ogni giorno, con vestiti sempre più sporchi e scomodi?

Come aveva fatto Laura, a lasciare tutto, rinunciando non facilmente ad una valigia piena di sentimenti e discorsi da ubriachi sul fatto di volere un figlio e un cane, molto spesso confondendone i nomi. Era difficile, addirittura impossibile per  Francesco, capire la scelta della sua ex, ma senza dubbio la rispettava, invidiandone anche il grande coraggio. Lui se ne stava lì con lo sguardo fisso sulle parole che comparivano e scomparivano alla velocità della luce dallo schermo del computer, confuse e disordinate. Gli astronauti a cosa pensano quando sono distanti da casa? Hanno nostalgia della cucina, non sanno cosa succede nel mondo reale tra notizie del tg poco rassicuranti e divertenti video di gattini su tik tok che diventano virali in poche ore. Laura avrà mangiato dei tortellini così buoni come quelli che prendevano praticamente tutte le domeniche nella gastronomia sotto casa?

L’essere umano rimane legato al proprio passato, affezionato alle proprie origini, anche se probabilmente non riuscirà mai a trovare tutte le risposte che cerca, tra misteriosi esseri antropomorfi che emergono dalle leggende dei nostri antenati e il naufragare dentro un mare di routine, fatto di obblighi e regole da rispettare.

Francesco stava dedicando tutto il suo impegno per concentrarsi su questo progetto, ma sentiva che mancava ancora qualcosa. Non sapeva bene cosa volesse trovare, però era pronto per scappare via da quelle quattro mura piene di macchinari urlanti. Doveva solo trovare la forza, o forse, con una visione più poetica, capire che il suo destino era ancora tutto da scrivere e che era ancora in tempo per buttare via gli scheletri dall’armadio, riempiendo però il cassetto dei sogni attraverso il suo amore per la scrittura.

Tra le pagine del suo romanzo si respirava un contrasto dolce amaro tra le sue paure e le sue speranze, soprattutto quelle più recondite e ancestrali, che forse a fatica, ma con impeto, uscivano fuori durante quelle notti più buie dove il sonno era in sciopero, anche se la sveglia continuava a suonare sempre alla stessa ora.

La scrittura per Francesco era una terapia, un luogo sicuro dove rifugiarsi prendendosi del tempo per esplorare il senso della vita. Sapeva benissimo che non sarebbe riuscito mai a capire tutti i suoi perché, ma aveva la convinzione che la sua vita avrebbd bisogno di una svolta. Houston abbiamo un problema sembrava urlare il suo istinto, ma il cervello, dall’alto della sua sicurezza e razionalità pretendeva calma e sangue freddo. Il lavoro c’era e l’importante era quello ripetevano spesso i suoi genitori, che ripetevano queste frasi come un mantra sordo, come a nascondere il loro disagio per essere arrivati oltre la pensione senza vivere davvero. Da sempre provano a incoraggiare il figlio, ma dopo che Laura era salita su quell’aereo, avevano paura di perdere anche lui, dato che che avevano accolto la ragazza come una di famiglia già dal primo giorno.

Non volevano incoraggiarlo e spingerlo verso i propri sogni, il loro era un egoismo generazionale, dove accontentarsi non era quasi mai una scelta sbagliata. Francesco ormai l’aveva capito, e dentro di lui era scattato qualcosa di diverso. La sua storia stava per cambiare direzione, lui lo sapeva e finalmente era arrivato il momento di accettare questo suo nuovo punto di vista sul mondo. Si sentiva a km di distanza da un certo tipo di ragionamenti, ma per il quieto vivere aveva sempre mandare giù il boccone, in silenzio abbassando la testa.

Ma intanto le pagine del suo libro aumentavano sempre di più e lo spazio bianco verso la fine si andava giorno dopo giorno ad assottigliare

E così in un normale giornata invernale Francesco era andato a lavoro, vestito non con la solita tuta ormai consumata, ma in giacca elegante, quella che aveva ricevuto in dono dal padre, per fare un gesto forte. In una mano aveva la lettera di dimissioni mentre nell’altra la prima copia del suo romanzo “Satelliti”, che da li a pochi anni sarebbe diventato un bestseller, tradotto anche all’estero, e per ironia della sorte proprio negli Stati Uniti ottenendo numerosi riconoscimenti.

RACCONTO ISPIRATO AL BRANO SATELLITI DEI MENDICANTI DI LUCE