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Rivitalizzarsi con la vitami(n)a di acate | Intervista

Io voglio solamente indietro la vita mia.. come si fa ad uscire da una relazione tossica se la presenza di quella persona ci fa stare bene, mentre la sua assenza ci manda in confusione, facendoci stare male?

Cuore e cervello combattono, mentre aspettiamo il suono del telefonino la testa fa ta-ta-ta, con un ritmo fastidioso che provoca irritazione.

Razionalmente bisognerebbe scrivere la parola stop e andare avanti, teoricamente siamo tutti capaci, quando si passa alla pratica poi non è assolutamente facile. Non ci siamo proprio, quando l’amore ci manda in crisi non esiste una soluzione per risolvere dibattiti. Il passato è un peso da abbandonare, però lì dentro è racchiuso tutto quello che sogniamo e vogliamo essere. Quanto è complicato rinunciare ai sentimenti e fare finta di niente?

acate ci dà la sua vitami(n)a per rivitalizzare il nostro umore, invogliarci a vivere la vita in maniera più spensierata in modo da poter ballare senza troppe preoccupazioni.

INTERVISTANDO acate

In una vita si possono vivere molte vite?

Sarebbe strano il contrario, no? C’è una delle tante “teorie del sé” che spiega benissimo questo concetto: noi siamo “persone’”, dal latino “personae”  che tradotto significa “maschere” Ognuno di noi le indossa quotidianamente in base ai vari contesti che vive e in cui cresce (e decresce). Ogni “maschera” ha vita propria, una propria narrazione, un proprio storytelling. Se così non fosse, non solo avremmo poco da raccontare, ma probabilmente avremmo anche poco da vivere.

Qual è la tua vitamina più preziosa?

Partiamo dal presupposto che ahimé sono carente di vitamina D e probabilmente anche di altre (uno dei motivi per cui è nato questo pezzo). Al di là di questo, credo che la mia vitamina più preziosa sia la fiducia nell’andamento positivo delle cose. Ho voluto fare tante cose e le sto facendo tutte, dall’artista al redattore, dall’addetto stampa allo speaker, e così via; e sono quelle che mi rendono acate, al 100%. Mi sto godendo il percorso, raccogliendo da tutto e sapendo che le soddisfazioni sono sempre di più.

L’ironia è un ottimo antidepressivo?

O forse l’ironia è un modo diverso di sublimare la depressione? Sì, forse la perifrasi significa “antidepressivo”, ma non è detto che la contrasta, forse semplicemente si va incontro ad un modo diverso di viverla. Per me ridere e far sorridere è come respirare aria.

L’amore è una complicazione o un’emozione senza la quale non si può stare?

L’amore è un esame della prostata. Ad un certo punto della vita, devi farlo per prevenire complicazioni, ma è pur sempre un dito nel culo. No?

Amare è fantastico, incondizionato e ti fa stare non bene: di più. Ma l’impulso è talmente forte che il suo opposto, cioè la mancanza d’amore o di affetto, è devastante, travolgente, struggente. Che fare, quindi? C’è una cura? No, perché l’amore non è una malattia, ma una soluzione per vivere pienamente, ma con il suo prezzo da pagare per attuarla, tutto qui. Dovremmo imparare ad accettare le gioie quanto le sofferenze, che in una vita fin troppo virtuale non sono implicate. Ed è anche per questo che facciamo fatica, essendo dei computer viventi che non contemplano imperfezioni, ma, in realtà, noi siamo il risultato di imperfezioni messe insieme.

Quanto è difficile scegliere?

Troppo, e il problema non sono le decisioni, che di per sé sono mirate, ma noi che dobbiamo prenderle, per calcolare i rischi e i benefici di ciascuna. Però, ad un certo punto, sticazzi i rischi, sticazzi i benefici. La mia direzione è sempre quella del “fai ciò che ti passa per la testa e che reputi giusto e opportuno per quel momento’’. Poi chiaro che in quanto persone responsabili bisogna visualizzare le conseguenze a lungo termine, ma la scelta bisogna prenderla “hic et nunc”, capendo che ciò che non fai oggi non è detto che lo farai domani.

Nelle situazioni difficili a chi chiedi consigli?

In genere sono uno che ascolta molto il punto di vista esterno. Sicuramente la mia figura di riferimento nella vita è sempre stata mia nonna, a cui voglio tanto bene. Lei è sempre stata una guida spirituale, di vita.

Hai un ricordo folle che vorresti raccontarci?

Una volta dovevo andare a due eventi lo stesso giorno e lavorare come barelliere in ospedale la mattina alle sei. Mi ricordo che sono andato all’evento la sera prima (stando chiaramente in giro tutto il giorno e riposando poco e niente); una volta finito, ho dormito in un parcheggio per trenta minuti circa. Svolto il turno, sono andato a casa a cambiarmi e mi sono diretto verso il secondo evento, stando in giro sempre l’intera giornata. Morale? Ho il ciclo circadiano che negli anni è diventato un circo dove i pensieri entrano in numerosi cerchi di fuoco, bruciandosi e riprendendosi contemporaneamente, moltiplicandosi come nella mitosi. Però, posso confermare che la situazione è andata sempre aggravandosi a distanza di due anni circa da quell’evento, di svariati lavori che ho cambiato nel mezzo e delle attività a cui mi dedico attualmente. Quindi tutto nella normalità!

Ti senti legato al passato o preferisci guardare verso il futuro?

Mi piace pensare al tempo della vita come quello della canzone: in due, tre, quattro minuti devi dire tutto, senza se e senza ma, senza un prima e senza un dopo. C’è solo il presente, che è eterno. I ricordi sono belli, le aspirazioni future anche. Ma senza una base solida di un lavoro quotidiano si fa ben poco.

Nicolò Granone

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