New Indie Italia Music Week 153
Perdonateci il ritardo. Sì lo sappiamo, il New Indie Italia Music Week è la rubrica che ti aspetti di leggere alla domenica ma per questo 152esimo numero abbiamo fatto un’eccezione. Il mondo della musica indie italiana, infatti, era riunito nell’evento di punta della scena musicale italiana: il Mi Ami Festival.
I colori, i suoni, i sorrisi, le avversità metereologiche, e contrattempi della quotidianità made in Milano ci hanno avvolti in un turbine di emozioni e di ricordi che rimangono ancora vividi e indelebili.
Carichi di good vibes e con la testa ancora al Magnolia, siamo qui, pronti a presentarvi il meglio dei brani e dei dischi “Indie Italia” della settimana, scelti e recensiti per te dalla redazione!
La Tigre Assenza (Album)
Maria Antonietta è pronta a conquistarci ad uno ad uno, anzi lo ha già fatto, dobbiamo solo abituarci a questa seducente idea. Un gioiello artistico che ci ammalia, sbattendoci in faccia verità crude e gioie malinconiche con eleganza e soavità. Ecco, Maria Antonietta, ancora una volta, con questo nuovo album ci dimostra la sua unicità e la sua autenticità: una rockstar vera che non ha bisogno alzare i volumi per mettere in atto la sua rivoluzione e per cantarne gli inni che la caratterizzano al mondo. Ci canta la realtà vista dai suoi occhi, raccontandola con storie e riferimenti visivi in cui immedesimarsi e immaginare.
“La Tigre Assenza” è un disco sinuoso che sorprende l’ascoltatore con improvvisi angoli acuti, che sanno di alert, messi lì appositamente per scuoterci. Una raccolta di brani felini che accarezzano e graffiano l’ascoltatore.
Siamo umani e abbiamo tutto il diritto di essere fragili: sarebbe questa la frase più adatta per me per riassumere il messaggio principali di questo album.
Maria Antonietta: 9
LA VITA È QUELLA COSA CHE SUCCEDE MENTRE (Album)
“LA VITA È QUELLA COSA CHE SUCCEDE MENTRE:” è il nuovo ep del rapper e cantautore napoletano UGO CREPA. Si tratta di un progetto completo, che mostra la maturità artistica e personale di Ugo Crepa. Al suo interno troviamo le collaborazioni con GEMELLO sulle note di Circumvesuviana e DUTCH NAZARI in È stato bello; Empoli Samp è il brano che ha anticipato l’ep, una metafora per rappresentare contemporaneamente lo stallo di una partita di calcio priva di colpi di scena e il momento di incomprensione di una coppia di amanti; l’intro e title-track è La vita è quella cosa che succede mentre e l’outro è Dedico un ciao. I brani sono stati prodotti da Squarta, Foolviho, Alessandro Rase, Il Grosso e Gabbo.
Come suggerisce il titolo, Ugo Crepa pone l’attenzione sul processo di cambiamento che ci coinvolge durante tutti i momenti della nostra vita e su come questo sia ancora più importante del risultato finale. La vita è una continua trasformazione, un percorso prezioso, un insieme di esperienze che fanno da motore per la crescita dell’individuo.
“Le cinque tracce sono indipendenti tra loro, l’EP vuole infatti essere una raccolta di momenti, felici e non. Questa scelta è dovuta dal fatto che, all’interno delle canzoni, ho voluto comunicare la stessa imprevedibilità che caratterizza la vita. In particolare, Circumvesuviana è un ricordo d’infanzia, una descrizione di quanto sia stato frenetico il processo di cambiamento e di quanto poco ci siamo domandati se ciò che stava accadendo fosse la cosa giusta per noi. Un insieme di attimi del mio passato di cui il comune denominatore è il viaggio, interpretato, appunto, grazie all’immagine della Circumvesuviana. Abbiamo scelto Gemello come featuring perché come ‘fotografo d’istanti’ a nostro avviso è tra i migliori d’Italia” – UGO CREPA
Ugo Crepa: 8.5
Tu fai di me
Un corpo che diventa tempio, e che a sua volta come tale viene sconsacrato. Nel bene e nel male, ma soprattutto nel male, le persone e le storie a loro legate si fissano nella mente in maniera permanente.
Maura, nel suo nuovo singolo, “Tu fai di me” racconta proprio questa storia, che sia dal suo punto di vista oppure no, sta all’ascoltatore scoprirlo e provare a fare qualche supposizione.
(Ilaria Rapa)
Maura: 7,5
Tutto quello che voglio
“Si sa che chi dorme non piglia pesci, sto facendo una pesca intensiva
Quello dello “stare bene” è un concetto astratto. Ognuno sta bene con sè nel proprio modo, almeno si dovrebbe. Non c’è un diktat, forse sarebbe meglio leggere le controindicazioni di volta in volta. Fare troppo o fare troppo poco? Dormire di notte o di giorno per dare il meglio di noi stessi tra le tenebre e per consegnare diamanti puliti al mondo di fuori che vive nel presente e che sarà futuro?
Tripolare, con la sua “Tutto quello che voglio”, urla al mondo uno statement che apre tanti punti di domanda: vogliamo tutto e non ce ne facciamo una colpa, tuttavia, qual è il limite del nostro tutto? Inoltre, come facciamo a capire che il nostro tutto non collida con il fuori dove si trovano le totalità degli altri?
Nel dubbio, è meglio dare il massimo, a proprio modo con i bocca una canzone che sa di libertà.
(Salvatore Giannavola)
Tripolare: 8
Notte magica
La dea del pop di lusso Popa, cantautrice e fashion designer, amante dei salotti e della dolce vita, torna a deliziarci con il suo nuovo singolo “Notte Magica”. Una canzone che ci cullerà dolcemente per tutta l’estate nella calura cittadina, mentre sogniamo tramonti e serate mediterranee senza fine.
“Notte Magica” è stata scritta a Napoli da Popa e Gaetano Scognamiglio che ne ha curato anche la produzione. Il brano descrive delicatamente la noia estiva della città e il desiderio di evadere verso mete lontane più calde e soleggiate, mentre usciamo spensierati con gli amici, riuscendo a trovare la magia anche nel bar deserto di una Milano bollente.
“Notte Magica” esplora il sogno di una dolce vita, gli attimi di limbo nell’attesa di un’estate intensa, fantasticando su un amore da rotocalco, mentre si sfoglia la cronaca rosa.
Il tutto è legato dalla voce del Baltico di Popa che sposa il calore dei suoi produttori napoletani, delle strumentalità elettroniche e delle sonorità che ci riportano all’Italia degli anni ‘70 – ‘80 di Battisti e Carella. La visione di Popa ci dona, ancora una volta, un’inedita visione, imprevista e piacevolissima, della musica italiana.
Popa: 7.5
Cannibal Dreams (Album)
“Cannibal dreams” è proprio la ciliegina sulla torta per i Flame Parade che in questo venerdì di uscite pubblicano il loro nuovo disco prodotto da Matilde Davoli. Suoni shoegaze e dreampop si mescolano in un tributo al mondo onirico e daydream. Cosa sia reale e cosa no non ci è dato saperlo e forse mantenere questa linea sottile tra l’una e l’altra parte è proprio quello che la band toscana vuole ottenere.
(Ilaria Rapa)
Flame Parade:8,5
Sbronzi la sera
Ma te lo ricordi com’era tornare sbronzi la sera?
Non solo di alcol, ma anche sentimenti, parole, storie da raccontare. La voglia di vivere ci fa fare cose assurde, anche se ogni tanto preferiamo dare ascolto all’orgoglio e rinunciare a provare certe emozioni perché preferiamo sentirci superiori, senza renderci conto che in realtà siamo solo superficiali.
Tra le vie di Torino, città dove è ambientata questa storia c’è chi canta canzoni d’amore invece che dimostrarlo, molte volte è più facile immaginare che mettere in pratica. Perché? Perché la teoria non prevede fallimento mentre la pratica può portare a sbatterci la faccia in situazioni che lasciano strascichi sul cuore. Forza, mettiamoci più coraggio, sarà un mondo migliore.
(Nicoló Granone)
Davebrain:7,5
Fatto di niente
Se prendessimo la vita con più calma riusciremmo a comprenderla di più. Edo ci conferma questa teoria, se si corre di fretta si può inciampare o se una luce illumina troppo poi si consuma.
Il futuro chissà cosa ci riserverà, aspettare dimostra se ne vale la pena o meno. Forse tutto torna, anche il bene che abbiamo prestato, la gentilezza ci fa stare meglio, lasciamo da parte i giudizi e se proprio non riusciamo a fare a meno di criticare, iniziamo a dipingere il nostro muro fatto di niente
(Nicoló Granone)
Edo: 8,5
Chilometri
Ci siamo persi senza nemmeno un ciao, i km potrebbero una scusa per lasciarsi. Quando finisce una relazione a distanza c’è il beneficio di non vedere, soprattutto senza volerlo, l’ex, ma c’è si prova una forte sensazione di addio che scava a fondo. Cosa sarà della tua vita, cosa combini? Perché lo voglio sapere anche se non ti amo più?
I social network ci riempiono di informazioni, inutili post lasciati sparsi qua e là, ma certi legami vivono anche quando sono morti e sepolti. Rimane una distanza geografica ed emotiva, anche se in alcuni momenti, si azzera all’improvviso e pazienza se ci si pensa a vicenda con la paura di ammetterlo.
(Nicoló Granone)
Filippo Cattaneo Ponzoni, Maëlys: 9
Ragù / Simile
Fulminacci, già lo sappiamo, non ha mai smesso di stupirci, e anche questa volta non si è di certo tirato indietro.
A sorpresa, ha infatti deciso questa settimana di regalarci due nuovi singoli, l’uno a pochi giorni di distanza dall’altro. Due singoli in cui il giovane cantautore racconta sé stesso e il mondo che lo circonda in due forme completamente all’opposto.
Da un lato abbiamo “Ragù”, in cui la scrittura libera e istintiva trionfa nel tema del cantautore bistrattato e costretto a sfornare dischi da dare in pasto alle masse. Dall’altro lato con “Simile” veniamo catapultati all’interno di una ballata romantica, in cui è l’intimità ad avvolgere il brano e renderlo emozionante.
Il suo regalarci sempre qualcosa di nuovo, diversificando continuamente tra brani ironici e romantici, rende Fulminacci uno dei migliori cantautori della nuova generazione.
(Filippo Micalizzi)
Fulminacci: 8,5
Nirvana Van Gogh
In questo nuovo brano Galeffi sperimenta tutto il suo talento, regalandoci uno spettacolo barocco di strumenti che si fondono per dar vita alla prima ventata d’aria fresca di questa stagione estiva ormai alle porte. “Nirvana Van Gogh” è un viaggio che viene percorso attraverso i ricordi dei momenti più belli passati assieme, e che rincorre senza darsi pace il primo raggio di sole che spunta una volta finito di piovere. Ciò che però resta vivo non è il calore dei ricordi passati, ma la speranza di poterne creare di nuovi.
(Filippo Micalizzi)
Galeffi: 7,5
Glitch
Il mondo ad oggi si regge su un equilibro abbastanza precario, in cui da una parte viviamo l’inesorabile avanzata di un futuro frenetico e dall’altra veniamo trascinati a terra da ciò che del passato si vuole preservare. Con queste premesse il risultato sulla nostra salute mentale non è di certo dei migliori. Con “Glitch” i Rovere si soffermano sul senso di alienazione che le nuove generazioni sono costrette a sperimentare, portandoli ad essere individui continuamente posti a mille paranoie, ansie sociali e con delle gigantesche aspettative poste sulle loro spalle. Dei nostri vent’anni cosa rimarrà, se non il vuoto incolmabile delle esperienze che non abbiamo vissuto per colpa di chi ci ha trasformati in cibo da fast food.
“Devi fare di meglio, devi fare di più”
(Filippo Micalizzi)
Rovere: 8
Chiodo Fisso
Una chitarra ci porta nel racconto di provinciale, nella sua incapacità di capire perché è successo, perché “stava andando tutto liscio” e “ora ho un chiodo fisso”. Perché non è più come quando andavi a scuola, che tutto era perfetto e divertente, che si stava bene anche senza far niente. No, oggi è diverso, lei è stata con quell’altro e non è possibile capirlo, anche perché lei è bella come allora e tu non vuoi perderla. Vuoi la sincerità, speri che tutto si risolva, prima o poi. Provinciale si stacca dal racconto della sola provincia come aveva fatto in Incerte Osterie e ci parla del suo amore, del tradimento e del sentimento scaturito da questo. Lo fa come sempre insieme a heysimo, che lo accompagna nella produzione e che fa suonare tutto alla perfezione. “Chiodo Fisso” è un brano sincero, di cui non ti scordi facilmente.
(Lorenzo Ottanelli)
Provinciale, heysimo: 8,5
Picasso
Non c’è niente qui, che è a posto. È tutto un disastro, come un quadro di Picasso, come un film senza trama, “il mondo intero in bianco e nero”. È un disastro perché la presenza di lei colma qualcosa che non c’è più, quella sensazione di calore, lo stare bene insieme. Amare è quello che ti permette di non dover cercare quello che non trovi in te stesso, far terminare una chiara sensazione di mancanza. Ma a volte l’amore diventa presenza, ma presenza esagerata e ogni oggetto, ogni via, ogni sentimento ti ricorda quell’amore, che magari non è più corrisposto.
Willie Peyote ci parla dei suoi sbalzi d’umore e della fine di un amore, di come si sente scomposto. Un po’ come nel cubismo dei quadri di Picasso, le forme precise sono solo per coloro che non vedono più a fondo e danno importanza solo all’apparenza.
(Lorenzo Ottanelli)
Willie Peyote: 8
Verdad
Quando le emozioni travalicano oltre il seminato, significa che qualcosa non va, che la relazione in cui siamo non ci dà più certezze. Ogni sentimento ci fa dubitare dell’altro, ma noi sappiamo come è fatto, che se c’è qualcosa che non va e rimane in silenzio è un problema. Un racconto che si muove tra modalità diverse di un canto che vuol narrare lo stesso momento, lo stesso stordimento. Golden Years ha creato un beat perfetto per far dialogare la voce pop melodica di Joan Thiele con il flow tutto suo di Ele A. Una combo che attira e che ci trascina nella musica e nell’intro in spagnolo che Joan Thiele ci regala e che dà il nome al pezzo. Una spinta travolgente, per una canzone che non lascia niente al caso. Un beat che mostra la capacità eclettica di un produttore come Golden Years.
(Lorenzo Ottanelli)
Golden Years, Joan Thiele, Ele A: 8
Stupidi fiori (Album)
Lei se n’è andata e prima di farlo ti ha lanciato addosso il mazzo di fiori che le avevi portato. Tu non puoi che guardarli e lanciarli per terra. Che stupido sei stato. Quanto è difficile l’amore? Quanto fa male? Ce lo racconta il Duopop, duo formato da Dylan e Lumiero, nel nuovo ep “Stupidi fiori”. Tra l’elettronica e il pop, il gruppo milanese ci porta a fare un tour nelle diverse fasi di una rottura, raccontate col cuore spezzato e un’immancabile punta di ironia. Con la faccia di chi non è proprio bravo a dimenticare e la tendenza a far andare tutto a rotoli, il Duopop racconta l’amore a modo suo. Che sì, a volte sarà pure stupido, però, che vuoi farci?
(Benedetta Fedel)
Duopop: 8,5
DONGIOVANNI (Album)
La delicatezza pop di Giovanni Ti Amo esplode all’interno di “DONGIOVANNI”, EP di presentazione dell’artista casertano che parla di amore e di corteggiamento, di quando le cose sono tutte belle e facili, quel periodo in cui non ci si conosce davvero, ma ci si comincia ad annusare.
Quante volte ci è capitato di vedere una persona, iniziare a parlarci e distaccarci quasi subito dalle parole, concentrandoci solo sulle labbra che si muovono, i capelli che profumano, e l’idea di essere nudi insieme: “Sud Italia” ci racconta proprio questo momento, in cui la temperatura si alza e la nostra fantasia viaggia e ci ritroviamo poi a sentirci dire che “facciamo schifo” (“Cloro”) perchè abbiamo in testa una cosa sola, e forse un po’ ce lo meritiamo, ma la leggerezza in amore, è poi così sbagliata?
La dolcezza di “Un bacio in America” ci manda su un altro pianeta, che poi è proprio quello di “Burro Cacao”, con i suoi synth elettrici ed il basso predominante che ci apre un nuovo mondo di Giovanni Ti Amo “Bambina in discoteca” è il pezzo più rock dell’EP e ci lascia in una stanza buia con luci stroboscopiche e loop musicali.
Stiamo imparando a conoscere Giovanni Ti Amo, e possiamo dire che la prima fase è stata superata: ora iniziamo a flirtare.
(Margherita Ciandrini)
Giovanni Ti Amo: 9
In Fondo al Blu
Le prerogative sono sempre due: leggerezza e divertimento. Considerando questi due filtri iniziali, i Colla Zio sono imbattibili.
La “boy band” milanese riesce a far ballare il suo pubblico con un attitude sconclusionata e travolgente. Serviva un singolone estivo ed “In Fondo al Blu” è la perfetta sintesi della loro esplosione musicale.
“Il petto mi batte forte una cassa. Birra per tutta la squadra, due casse. Col tuo cuore farò una fortuna cassaforte”. I Colla Zio palesano ed esplicitano la loro forza, confermando la formula vincente: cassa potente, base ballerina, e voci che si alternano a suon di birra.
“In fondo al Blu” si inserirà facilmente nella scaletta dei concerti che, dal palco dell’Ariston, li ha portati al Miami Festival e li porterà al Fabrique il prossimo Novembre. L’inusuale quintetto conosce le leggi dei live esplosivi e vuole conquistare tutta l’Italia saltando, divertendosi e non prendendosi troppo sul serio.
(Giuseppe Gualtieri)
Colla Zio: 7
Gipsy chic // ɔıɥɔ ʎsdıƃ – Album
Balliamo e cantiamo con Assurditè, nel suo nuovo EP “Gipsy chic // ɔıɥɔ ʎsdıƃ”, che la racconta e la descrive perfettamente, un po’ gipsy ed un po’ chic, l’artista è la paladina degli opposti che si attraggono, accogliendo la definizione all’interno della descrizione di sé stessa.
Iniziamo subito a muoverci con “Moovitè” e non smettiamo mai, siamo tutte state almeno una volta “Figlie della Luna”, in quelle serate allegre, in cui non sappiamo più come si fa a stare bene e ci troviamo a barcollare verso casa, specchiandoci in ogni pozza che troviamo, che ci restituisce immagini distorte ed evanescenti. “Amore&Casino” è un pezzo che celebra l’amore in tutte le sue forme, siamo circondati di amore e se abbiamo voglia di cantare alle 4.30 del mattino, vuol dire che la vita è bella, sarà pure un casino, ma a noi piace così. “Pressione bassa” ci porta dentro una consapevolezza che non abbiamo più l’età e cadiamo stremati, abbracciati sul letto, amandoci in silenzio e, soprattutto, con la mente. In “Un abbraccio senza tettô” Assurditè descrive la difficoltà che proviamo dentro di noi mentre cerchiamo di mantenere la nostra libertà e allo stesso tempo tenere per mano una persona che vorrebbe costruire qualcosa con noi, ed è sempre una scelta difficile questa, che comporta sicuramente una rinuncia, e allora chiudiamo gli occhi e ricominciamo a ballare.
(Margherita Ciandrini)
Assurditè: 8,5
Nostalgia
“Ricordo quando non chiudevi occhio nelle giornate storte ed io inventavo sempre storie della buonanotte”
Il nuovo singolo dei Lost Kids, prodotto da Ayden Lau e Close Listen, “Nostalgia” ci porta all’interno di un viaggio attraverso i ricordi, quei momenti in cui ci si prendeva per mano e si saltava all’interno di un vuoto spaventoso chiamato futuro, ma aggrappati l’uno all’altro si cadeva insieme, e il dolore si sentiva la metà. Ora a cadere siamo in due, e sentiamo forte l’urto dato dall’impatto, abbiamo diviso tutto, e ora non si sa più cosa sia di proprietà di uno o dell’altro, tanto da ritrovarci quasi a dividere in due un divano. “Prenditi le coperte, io mi prendo il freddo”, rimaniamo raggomitolati su noi stessi sul letto, l’unica cosa che ci è rimasta per ricordare i momenti passati insieme, e mentre chiudiamo gli occhi, le immagini ci passano davanti, i nostri anni migliori, l’eccitazione e l’amore, ora trasformati in dolore e nostalgia.
I Lost Kids hanno tanto da raccontare e lo fanno talmente bene che anche se stiamo vivendo una splendida storia d’amore, ascoltandoli ci sembra di essere stati lasciati ieri.
(Margherita Ciandrini)