Tra ” Cose che si dicono” e “Bugia” Claudym esplora l’universo della comunicazione, arrivando alla conclusione che, molto spesso, l’essere umano cerca non solo d’ingannare gli altri, ma anche se stesso, raccontando situazioni che non esistono, cercando di stare sempre dalla parte di una ragione presunta e fittizia.
Fingere è un nostro lato nascosto al quale evidentemente ci siamo abituati fin troppo bene e anzi, con l’uso dei social network, abbiamo imparato a modellare ancora di più la nostra realtà.
In questa intervista, sincera, Claudym ci porta all’interno del suo mondo e della sua musica, per svelarci il lato nascosto delle sue canzoni.
Dipende, nel rapporto con gli altri credo per abitudine, mentre quando lo facciamo con noi stessi forse é pigrizia, paura del cambiamento, difficoltà a stare dietro alle mille cose che ci passano davanti ogni giorno, per questo penso che rimandare sia anche un comportamento sano che ci fa capire che non siamo macchine. Ci sta farlo domani… o dopodomani ahaha.
Sì, anche se in genere le dico su piccole cose e in relazione agli altri. Per esempio, se mi viene chiesto un parere su cose che non posso cambiare e di cui la persona X è entusiasta, lascio stare. Sulle mie invece non riesco proprio a mentire, dico purtroppo la verità al 100%: sbandiero fallimenti come se niente fosse.
Credo che Claudia debba dare spiegazioni a Claudym quando scrive, perché in quel momento saltano fuori gli scheletri nell’armadio.
É una forma di comunicazione potentissima e molto schietta. Spesso quello che non si riesce a dire in una conversazione finisce poi in una canzone, forse perché creando e romanzando ci si concede di più, con l’intento di aiutare qualcun altro che ci ascolta.
Per le prese in giro penso più il sarcasmo. L’apatia la vedo come una difesa dalle emozioni, dal dolore.
Tra quelle uscite penso proprio “Apatia”, che è un brano che ho scritto in un momento in cui mi sentivo davvero spenta e distaccata da tutto ciò che avevo attorno. Mi verrebbe però da pensare ad una canzone del nuovo disco, che in realtà ha avuto poi il potere di tirarmi fuori da un periodo di blocco e frustrazione verso la musica. L’ho scritta in realtà molto velocemente ma, come spesso succede, ci sono voluti mesi per far sì che la scrivessi. É maturata dentro di me di nascosto e molto lentamente
Sicuramente, ma ti rende molto più libera.
Sempre ahaha perché in me si scontrano la razionalità con cui vedo le cose e l’emotività così impulsiva con cui le affronto. “Non é quello che dici ma come lo dici”.
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