La vita dell’essere umano è assurda, folle, complicata, ricca di misteri che pervadono passioni e desideri. Ogni giorno ognuno di noi, cerca di esprimere la propria personalità, dimostrare al mondo di esistere, cercando di fare il proprio dovere, magari indossando per l’occasione il giusto sorriso.
La perfezione però è quasi impossibile da raggiungere, anche se tentiamo di nascondere le nostre fragilità, debolezze e paure, queste prima o poi si rivelano anche alla luce del sole.
Karakaz mette in scena la costruzione di un dramma generale fatto di inquietudine, speranza, passione, ricco di energia che non lascia indifferente l’ascoltatore.
Testo e musica sono sporche, grezze, ma allo stesso tempo impregnate d’amore e dolcezza. Anche la rabbia può essere uno strumento di conoscenza se si canalizza all’interno di un processo di conoscenza verso i nostri limiti.
Questo progetto nasce dal buio, vive di verità ed emozione e si accende tra le paranoie di un mondo pulito solo in superficie, composto di persone complicate che non hanno il coraggio di perdonare, ascoltando i propri difetti.
Sono reale. Posso essere qualsiasi cosa per quanto mi riguarda, opinioni personali a parte.
Sono un bugiardo sincero.
Credo che se non esistesse la sofferenza non ci sarebbe nessun benessere. E viceversa.
La sofferenza è infinita, il benessere è passeggero.
Ogni volta che sto bene sono consapevole che tornerò a soffrire, ma quando soffro non so se tornerò mai realmente a gioire.
Sì. Ma non sempre.
Se devo pensare a ciò che scrivo io, la maggior parte delle volte non so neanche di cosa io stia parlando.
A volte me ne accorgo dopo altre non lo scoprirò mai.
È facile dire le bugie, ma se ti scoprissero?
Non provare più niente lo trovo abbastanza soprannaturale.
Credo però che possa accadere di abituarsi al dolore, e cadere in un profondo stato di apatia.
Perdersi è molto facile ed è altrettanto complicato riprendere in mano la propria vita.
Il dolore è fondamentale ma non sottovalutate l’amore.
La paura di morire. Il nulla. La cessazione immediata della propria esistenza.
Rimane la mia più grande paura e la cosa che più mi eccita allo stesso tempo.
Arriviamo dal buio e finiamo nel buio.
Il buio è la vita, quella vera.
L’amore, l’amore e ancora l’amore.
Include tutti i sentimenti umani.
La cosa più vicina al divino.
Casualmente.
Teatro dell’assurdo è nato dal puro istinto.
È probabilmente questo che lo rende così teatrale e illusionistico.
Mi ricordo che l’ho scritto steso sul divano, sotto le coperte solo e al buio.
Molto. Non posso dire però al 100%, sarei un bugiardo.
A volte sono io che cerco di adattarmi alla mia musica, mi impegno a comprenderla, i miei testi, le melodie, le ritmiche, le strutture, ed è facile perdersi e stare male.
Quindi per concludere la musica si adatta a me stesso estremamente ma a volte se la indosso troppo inizia a farmi prurito.
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