PH: Gianluca Dall'argine

Pistapòci e altre leggende da provinciale | Indie Talks

La vita lontana dal caos della città è noiosa, non succede mai niente, s’incrociano sempre le stesse facce e si va a dormire presto? Beh in alcuni casi può essere, ma provinciale ci racconta che in realtà è un luogo pieno di poesia e imprevisti, anche divertenti, come la leggenda del Pistapoòci. Un misterioso essere, con una storia particolare, come quelle che si sentono nei bar della bassa, o in certe osterie.

L’uomo ha il vizio di peccare di presunzione, di sentirsi superiore alla natura e di abbandonare, a volte frettolosamente e troppo spesso, un senso di magia e fantasia. Per fortuna l’arte è contraria a queste dinamiche e tutto può diventare l’inizio di una nuova avventura.

provinciale ci accompagna tra le vie dell’emozioni, con la scusa di trasformare il reale in  racconti senza tempo.

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Qual è la leggenda del Pistapòci?

Si dice che esista una creatura, che si aggira lungo le rive del Po, un essere vestito di stracci, cuciti alla meglio, come fossero brandelli di un passato che non vuole abbandonare ma continuamente rappezzare. Cerca invano di sistemare gli sbagli commessi, ma più ci prova più inciampa in nuovi errori. È un cane che si morde la coda. 

Un “pistapòci”, in dialetto parmigiano, è una persona sbadata, distratta, che commette goffi scivoloni, la creatura di fantasia che ci siamo divertiti a costruire è solo la personificazione di questo modo d’essere.

I mostri possono essere anche buoni, ma non vengono capiti?

I mostri, intesi come creature, sono il riflesso di quello che non viene capito. 

Basta vedere i disegni dei pesci sulle cartine geografiche dell’antichità, sembrano delle creature mitologiche, quando magari si trattavano esclusivamente di animali ancora non scoperti. 

Forse siamo condizionati dalle leggende metropolitane e siamo inclini nel vedere il mostro come una essere minaccioso ma è semplicemente così perché non ne consociamo la vera natura.

Magari il famoso “mostro sotto al letto” si nasconde li perché ha paura di noi. Chi lo sa?

La storia più assurda che hai sentito in certe osterie?

Più che la storia più assurda posso descriverti l’oste più pittoresco della bassa. 

Uno degli ultimi romantici, un romanziere della domenica e pittore a tempo perso. Un personaggio folcloristico che, ogni qualvolta gli si chieda da bere, prova in tutti i modi a venderti la sua più grande opera letteraria ad una cifra molto poco ragionevole. E forse qualcuno gliel’avrebbe anche comprata se non fosse per la sua scortese insistenza. Sta di fatto che se declini la sua offerta, puoi aspettare anche mezzora il tuo Amaro del capo o come dice lui quando finalmente ti sta servendo: “ecco qua, tieni il tuo amaro del cazzo”. 

Nicola Bussei

È  importante avere fantasia per scrivere una canzone?

È importante avere fantasia nel trovare metafore e similitudini per raccontare la propria storia. Le canzoni che scrivo partono sempre da esperienze di vita reale, se non c’è vissuto non c’è emozione.

Vivere in una grande città offre privilegi, ma quale emozioni toglie?

Una cosa che ho percepito, vivendo a Milano (per necessità lavorative), è che si fa molta più fatica a trovare e coltivare delle reali amicizie. Vedo molti gruppi di persone aggregarsi per convenienza. 

Ma soprattutto, una cosa che mi manca moltissimo, per la quale torno molto spesso a Parma, in campagna, è il silenzio.  

PH: Sara Sacchetto

In ogni relazione amorosa s’inventa una nuova realtà, di cui si è complici?

Io forse direi che “nasce” una nuova realtà, non che la s’inventa, se è genuina.

Quando due persone si trovano si crea un’alchimia strana, che cambia le carte in tavola, che stravolge tutto quello che avevi imparato fino ad all’ora. L’esperienza che hai maturato nel tempo si fonde e si scontra con quella del tuo partner così creando un nuovo equilibrio. 

Si, si è complici, inconsapevolmente. 

Quanta benza serve per trovare il posto dei propri sogni?

Mai abbastanza!!!

Sto scrivendo un Ep su questo concetto. 

Forse sono giunto alla conclusione che non esiste un posto fisico giusto, che ti faccia stare realmente bene. Ho capito che esistono persone che ti fanno sentire nel posto giusto, dove puoi rifugiarti, dove puoi essere fragile, dove puoi essere te stesso.

Qual è il chiodo fisso di chi vive in provincia?

Probabilmente è il terrore di sentirsi intrappolato in una dimensione che ad un certo punto diventa troppo stretta, e questo deprime molto, ti fa sentire limitato. 

Non tutti hanno la possibilità o il coraggio di cambiare le cose e e si finisce per cadere in una routine che a lungo andare uccide la creatività.