Colla Zio: Il successo di un collettivo casinista e romantico | Indie Talks
All’interno di una band, o meglio collettivo come va di moda dire oggi tra i giovani, esistono regole non scritte, segreti da tenere nascosti e la necessità di riuscire a trovare il giusto equilibrio per creare e non distruggere.
Il casino positivo è un elemento imprescindibile ad esempio per i Colla Zio, esplosi post Sanremo, che hanno portato la propria energia su vari palchi durante l’estate: dal Mi Ami al Primavolta Festival facendo ballare, divertire ed emozionare.
Noi fan già dai tempi di “Gremolada”, abbiamo colto l’occasione per scoprire qual è la forza di questo gruppo che sa scrivere sia ballate per cuori infranti e hit estive combinando in una gli elementi dell’altra canzone e viceversa.
COLLAZIO X INDIE TALKS
Com’è stata la prima volta che avete suonato insieme?
La prima volta che abbiamo suonato insieme è stata una grande emozione: eravamo in una pizzeria nel bresciano ed è stato molto divertente. Siamo arrivati secondi al contest organizzato dalla pizzeria. Questa, diciamo, è la prima volta ufficiale. Noi in realtà arriviamo da un passato in cui cantare in strada era la situazione principale, avevamo altre 12 persone con cui cantavamo in giro ed è nato tutto così.
Per andare d’accordo bisogna sopportare anche i difetti. Nel vostro collettivo come fate ad avere equilibrio?
È una cosa sicuramente difficile, specie ora che siamo andati in tour ed è un mese che viviamo insieme praticamente. Siamo cinque teste calde, ma vince sempre il “bene superiore” del progetto, quindi riusciamo sempre a trovare un equilibrio.
Quale delle vostra canzoni rappresenta di più l’anima dei Colla Zio?
Partiamo dal presupposto che è difficile inquadrare l’anima di un progetto così pieno di sfaccettature. Perciò tutte le canzoni che sono uscite ci rappresentano a tutto tondo, ma non solo: anche quelle ancora nel nostro computer rappresentano quello che stiamo diventando. Gli album esistono proprio per ovviare a questo problema! Ti danno un’idea completa di un determinato progetto artistico e anche personale.
Vi sentite più casinisti o romantici?
Non prenderei una parte, credo che si possa trovare un giusto equilibrio tra queste due parti. Soprattutto per il fatto che siamo in cinque, quindi andiamo a fasi alterne: quando qualcuno si sente più casinista, sicuramente c’è qualcun altro che si sente romantico e viceversa.
La cosa più divertente che vi è successa durante Sanremo?
Sicuramente la festa finale: è lì che si lascia andare la tensione della settimana e ci si dà alla pazza gioia. È stato un momento liberatorio dopo una settimana assolutamente impegnativa ma meravigliosa.
Che tipo è il vostro amico Rockabilly Carter?
Rockabilly Carter è un essere che ci ha salvato: è un gigante sincero, che non mente mai, che nel nostro album omonimo non riesce a farsi capire dalle persone e il disco racconta proprio di questo. Non escludiamo che nel prossimo album questo Rockabilly Carter possa crescere e iniziare a farsi capire
Fareste un patto con il buio per tornare bambini?
Sì, senza neanche un dubbio, certamente.
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