Safarā domenica

Passando la “Domenica” con i Safarā | Indie Talks

La band pop funk Safarā, composta da Morla, Giulio, Federico e Tommaso, è tornata con un nuovo festivo singolo, “Domenica“.

Il nome della band in arabo significa “viaggio, scoperta”, ed è proprio quello che vogliono trasmettere, nella loro ricerca musicale che tocca il funk e il pop, senza mai arrivare ad un punto e un luogo preciso. Nonostante i toni colorati e allegri della musica dei Safarā, i temi trattati sono spesso legati a dubbi e incertezze.

Tant’è che “Domenica” parla di una complessa nostalgia, quasi personificata in una donna che ci manca, e sottolinea la capacità che abbiamo di accorgerci del distacco dal nostro malessere, quello che ci permette di prenderci una pausa dalla nostra vita frenetica, quando non lo sentiamo più con noi.

Ed è così strano che ci sembra di sentirne la mancanza nei momenti in cui non riusciamo ad evadere dalla routine quotidiana.

SAFARĀ x INDIE TALKS

Ciao Safarā! Come state? Dato il vostro singolo, “Domenica”, la prima domanda che vi farei è: qual è la vostra domenica tipo?

Fede: per me domenica vuol dire colazione in centro con annessa lettura della Gazzetta dello Sport. L’evoluzione della giornata poi può variare a seconda delle contingenze meteorologiche e ormonali.

Tom:”Fede io la città di domenica proprio non la sopporto! La mia domenica tipo è zaino spalla e lunghe camminate, quasi sempre in montagna, così riesco a ritrovare veramente me stesso. Spesso penso alla musica e nascono anche nuove idee.” 

Chi di voi Safarā è più un malinconico e chi più attivo? Tendete a sentire la pesantezza di questa giornata, l’ultima prima di ricominciare la settimana o ve la sapete godere?

Morla: Tra noi quattro sicuramente io sono il più nostalgico e malinconico, anche se bisogna precisare la differenza tra i due termini. Diciamo che la nostalgia mi accompagna quotidianamente, anche con un sorriso volendo. Quando cado nella malinconia invece, un po’ mi spaventa. Mi spaventa non vederne il fondo. Ho per fortuna vari modi per risalire il pozzo, e ci riesco sempre.

Giulio: vivo la domenica pensando alla settimana che sta per iniziare ma senza lasciarmi sopraffare. La malinconia diciamo che c’è ma la tengo a bada con svariate attività e soprattutto con il contatto con la natura

In “Domenica” parlate di una mancanza “ieri che era sabato e tu non c’eri”, però la musica sembrerebbe contraddire questo sentimento, non ne segue l’andamento. Parliamone.

Morla: Si è assolutamente voluto, ci piacciono i contrasti tra testo e musica. Anche la stessa mia voce “non allegra” ci aiuta in questo. 

Questo mood un po’ funk ci piace molto e risolleva dal torpore della giornata di cui ci raccontate. A chi vi ispirate, se c’è stata una forte ispirazione? 

Fede: non so chi ha ispirato Tommy quando ha buttato giù il giro di accordi  delle strofe (forse Jamiroquai?) ma sicuramente nella ricerca del ritornello Morla si è ispirato a “Litoranea”, la canzone estiva del 2022 di Elisa. Ricordo infatti che alla fine dell’invio voleva inserire  un qualcosa come il “turuttuttu” di quella canzone, che nel nostro caso è diventato più un “parappappappai”. Quindi ci sono queste due componenti, direi: Jamiroquai + Elisa. Infatti ci ritroviamo molto in queste parole, “mood un po’ funk”, perché a noi piace essere funk ma non troppo. Come dice il nonno in macchina nel film dei Simpson.

Questa lei di cui parlate e che manca nel weekend sembrerebbe incostante. Corretto?

Morla: La “lei” nel testo è la nostalgia. Nel sabato viene a trovarci più difficilmente, si è più impegnati e più distratti. Ma appena ci si sofferma un po’ a pensare, tipo durante la domenica essendo un giorno più “lento”, eccola lì che si siede accanto. Fa piacere, non fa piacere, non so bene. A volte si a volte no. Ad esempio le feste, le discoteche del sabato sera, a me mettono tristezza. Per questo dico che a volte il sabato “lei” mi manca. Le distrazioni non mi fanno soffermare sul pensiero, e avere di fianco un po’ di nostalgia in quei momenti, mi porterebbe lontano da lì. Purtroppo appunto l’incostanza è dovuta dal fatto che non la si può evocare quando pare a noi. Arriva e ci porta con sé.

La cosa più importante da fare la domenica, quella di cui proprio non si può fare a meno?

Tom: “direi fare quello che più fa stare bene, senza angosce, anche se non è facile. Quando cerchi il relax, è difficile tenere a bada  la mente che vuole viaggiare verso luoghi scomodi.” 

Giulio: colazione con calma, senza l’angoscia delle to do list.