Sandro Mai: “Smettiamola di cercare domande impossibili” | Indie Talks

Il nostro livello di razionalità è talmente elevato che di frequente capita di crearsi problemi dal nulla, cercare risposte o soluzioni a domande che non esistono, lasciando morire sempre di più la parte più emotiva che vive dentro ognuno di noi.

I Sandro Mai, quasi con spirito rivoluzionario, sfiorano la spensieratezza in racconti del quotidiano che diventano canzoni piene d’amore e complicazioni.

Sandro Mai non ha un genere, scrive solo canzoni.
Sandro Mai si chiede se esiste ancora la spensieratezza.
Sandro Mai ha i piedi pari ma non tutto quello che dice è vero.
Sandro Mai accetta i cookies.
Sandro Mai odia il karaoke e i concerti dove si sta seduti.
Sandro Mai ha dei pareri che non condivide.
Sandro Mai non se la prende mai.
Sandro Mai non muore mai
Sandro Mai e poi mai.

E così, è giunto il momento di liberare il cervello, lasciando parlare la musica, ascoltando la semplicità di emozioni genuine e sincere. Si ci sono anche sfumature che riguardano l’ansia, la paura e il dolore, ma ogni colore serve per dipingere la nostra vita.

SANDRO MAI X INDIE TALKS

Il tempo ha fame di certezza?

Probabilmente siamo noi che dal tempo ci aspettiamo di trovare delle certezze. Siamo inevitabilmente proiettati verso il futuro e in questo riponiamo le nostre speranze. Allo stesso tempo però, come un pendolo, ci capita di ritrovarci nel passato che ci condiziona e spesso ci inonda di ricordi. Il tempo in cui viviamo è infine il presente in cui dobbiamo cercare di far convivere il tutto. Ma pensare di poter trovare certezze o assiomi fondamentali è pressoché pleonastico. Esistono solamente momenti e circostanze che possiamo accogliere e provare a guidare nella nostra direzione.

La verità è solamente una finzione che aderisce a delle regole?

La verità se è tale non può essere finzione. Esistono poi verità relative che sono valide solo in determinati contesti. In alcune situazioni o argomenti controversi è quasi impossibile sperare di dire la verità. È possibile invece far agire la finzione all’interno della verità, come nei romanzi o nelle canzoni. Creare quindi qualcosa che non esiste attraverso un discorso di finzione che può rendere una determinata storia vera. Il potere delle parole.

PH: Gaja Marelli

“A due passi dal mare” parla di accontentarsi, ma anche della necessità di avere sempre nuove aspettative?

In realtà non parla di accontentarsi, ma piuttosto del desiderio di cambiare e del cercare di capire come fare. Per Sandro provare a ripartire dai sentimenti, dalla base della nostra natura, mettendo in secondo piano i superflui orpelli della vita, può essere un buon modo per ritrovarsi e ricominciare.

La canzone più felice dei Sandro Mai qual è e perché?

Dovrebbe essere “Al bar” in quanto mette in scena una serata tra amici in cui problemi e preoccupazioni vengono lasciati da parte per fare spazio alla musica e al semplice stare insieme. Qui si cerca di avvicinarsi alla spensieratezza.

PH: Gaja Marelli

In un’ipotetica playlist di emozioni quali sarebbero sul podio?

Probabilmente la sorpresa si prenderebbe il primo posto. Quanto è bello avere ancora la capacità di stupirsi? È un motore che ci spinge a cercare continuamente.

La tristezza salirebbe sul secondo gradino per la tenacia che ha nel persistere e nel provare a non lasciarci mai. Anche quando crediamo di averla allontanata fa di tutto per tornare, non molla mai. Tristezza, sempre nei nostri cuori.

Terza piazza per la felicità. Le si vuole bene, per carità, ma fa un po’ troppo la preziosa.

Il so di non sapere potrebbe essere paragonato ad un mio moderno voglio vivere ma non so come si fa?

“So di non sapere” è una splendida ammissione d’essere consapevoli di non poter conoscere a fondo ogni cosa. Il bello è che non ha assolutamente un’accezione negativa, anzi, è il modo migliore per mettersi in gioco e iniziare a crescere a livello personale. Affermare “so di non sapere” ci dà un vantaggio che ci apre milioni di scenari possibili. È un punto di partenza e non una condizione che si subisce come può invece essere dire “voglio vivere ma non so come si fa”.

PH: Gaja Marelli

Inizio e fine spesso sono collegati o ci sono mille casualità e variabili che rendono tutto molto complicato?

Inizio e fine sono spesso correlati. A volte sono l’uno dentro l’altra o mal che vada si trovano l’uno accanto all’altra. Le variabili sono infinite e spesso in un inizio ci si porta dentro qualcosa di una fine e viceversa. Inizio e fine come partenza e arrivo, quindi istanti di un viaggio. Spesso un inizio contiene già dentro di sé, nascosta, una fine. A volte la fine è la possibilità di un nuovo inizio mentre capita che per doversi ritrovare si debba ripartire dalla fine. Forse nulla finisce per davvero ma semplicemente si trasforma e basta. Mi fermo ma sì, direi che ci sono infinite possibilità.

Avete scritto un disco su questo tema, quindi come domanda finale vogliamo chiedervi: esiste ancora la spensieratezza?

Non abbiamo una risposta, o forse ne abbiamo troppe. Per questo abbiamo scelto di fare di questa domanda il titolo dell’album, per chiedere a tutti cosa ne pensassero.