PH: Niccolò Favasuli

Arkadia: “La consapevolezza è il prossimo colore” | Intervista

Il mondo della musica digitale può avere tempi molto concisi tra l’uscita di una canzone o l’altra, oppure è anche possibile sparire per un periodo senza pubblicare niente di nuova, dando comunque la possibilità al pubblico di continuare ad ascoltare alcune canzoni.

Tranquilli, Arkadia non si ci lascerà soli in questo 2024, ma cambierà il suo modo di comunicare con la presenza di alcune novità. Ogni brano avrà uno stile musicale ed omogeneo, non ci sarà più un colore di fondo al quale collegarsi, ma a livello concettuale e di testo, ogni canzone avrà il suo spazio e la sua area dedicata, con punti di vista dedicati ad avvenimenti personali o episodi del quotidiano.

Ogni brano avrà bisogno di essere ascoltato, compreso e rispettato, lasciando da parte la smania di voler avere sempre qualcosa di nuovo da infilarsi nelle orecchie, arrivando quasi a farlo in maniera automatica e meccanica, senza godersi la musica in se e tutto quello che c’è nascosto all’interno.

Il primo brano che darà il via a questo nuovo filone uscirà a fine mese, con l’artista che ci spoilera di aver messo una nuova consapevolezza intima e autobiografica, una presa di coscienza della tristezza, con una ricerca di sentimento e crescita.

INTERVISTANDO ARKADIA

Come sarà il nuovo anno per Arkadia?

Il nuovo anno di Arkadia sarà incentrato molto sulla musicalità rispetto ai progetti sfornati finora (ascolta qui), senza tuttavia lasciare in disparte l’ambito lirico, a cui ho sempre dato primaria importanza. Non ci sarà un vero e proprio filo conduttore a livello tematico, anche se i brani riguarderanno sempre la mia vita e il mondo che mi circonda, ma spero che l’omogeneità del progetto potrà trasparire comunque tramite le sonorità dei pezzi.

Quando uscirà il prossimo brano, ci puoi dare qualche anticipazione?

Il prossimo singolo uscirà a fine mese e sarà un ottimo esempio della percorso che ho intrapreso. Sarà un brano introspettivo, ma non per questo votato alla tristezza come già ho fatto in pezzi come “GIORNI BLU” e “TRISTE (GRIGIORE)”.

Se i suddetti brani raccontavano di periodi bui della mia vita, questo parlerà del momento successivo, un momento in cui comprendi i tuoi sbagli e i cambiamenti che hai subito e da cui puoi rinascere più forte e più determinato.

Il 2023 è un anno in cui mi sento molto cambiato e il prossimo singolo è l’emblema di questa trasformazione.

Adesso hai dei sogni rosa?

Direi di sì, il cambiamento di cui parlavo prima si manifesta anche dal punto di vista relazionale, e personalmente mi sento pronto per intrecciare nuovi rapporti, che siano di amicizia o di qualcosa in più.

La paura del futuro può essere legata ad una bassa consapevolezza di sé?

Per rispondere a questa domanda utilizzerò una frase di un artista che apprezzo e che mi ispira molto, Massimo Pericolo, che nel brano “Sabbie d’oro” dice:”Devi comprendere chi sei quando non sai che essere”.

Sono convinto che se non ti conosci e non comprendi le potenzialità che possiedi avrai sempre dei dubbi sul tuo futuro, perché le sue fondamenta si costruiscono sul te stesso presente e passato, e se non fai i conti con entrambi non potrai mai capire chi vuole essere il te futuro.

PH: Niccolò Favasuli:

C’è una parte di te che emerge di più dentro la tua musica?

Agli inizi il mio lato più rabbioso e insoddisfatto emergeva prepotentemente, mentre ora vorrei che si notasse anche il mio lato più sensibile e al contempo quello più divertito.

Ci sono ancora molte cose che mi fanno rodere il fegato e per cui non mi do pace, ma sto imparando a metabolizzarle e sicuramente ci scriverò dei pezzi, ma al momento ho più voglia di divertirmi a fare musica che di usarla per sfogarmi.

Nella scena italiana musicale esiste una disparità di genere?

Apprezzo molto questa domanda, soprattutto per la delicatezza dell’argomento.

Personalmente non credo che ci sia un’eccessiva disparità di genere nella scena musicale italiana, almeno non dal punto di vista degli ascolti. Magari in alcuni casi le artiste vengono prese meno sul serio da parte del pubblico (ex. Elodie), ma per il resto mi sembra che, soprattutto negli ultimi anni, ci sia una pari considerazione e attenzione verso gli artisti di entrambi i sessi.

Si possono controllare sentimenti ed emozioni?

Dipende da quanto il singolo individuo è incline verso alcune e meno verso altre, ad esempio io faccio più fatica a gestire sentimenti come la rabbia. Il meglio sarebbe imparare a gestirle incanalandole verso qualcosa di positivo per noi stessi.

Purtroppo l’educazione affettiva nel senso più emozionale del termine è una grande lacuna del sistema socio-educativo in cui tutti quanti siamo cresciuti, facendo eccezione per i singoli casi.   

Qual è il tuo colore preferito e perché?

Il mio colore preferito è il rosso, perché rimanda sia alla rabbia e all’impulsività, sia all’energia e alla vitalità, le quali nel mio caso raggiungono l’ennesima potenza soprattutto quando scrivo le mie canzoni. Uno dei pezzi dell’anno passato, infatti, è una lettera d’amore alla scrittura, ovvero “ROSSOSANGUE”.