PH: Ikka Mirabelli

Ciarcia: “Siamo traditori, traditi, vittime e colpevoli | Intervista

“A volte si cerca un senso anche quando lui non cerca te”.

Si può partire da questa strofa per raccontare “Clichè”, nuovo brano di Ciarcia. Il testo sempre intimo in pieno stile dell’autore è accompagnato da diverse sonorità, questa volta infatti cambiano, spostandosi verso una dimensione più dance ed elettronica. Ognuno di noi analizza, a volte con troppa razionalità ogni scelta e conseguenza, inevitabilmente però capita a tutti di sbagliare e di vivere in un equilibrio costante tra l’idea di essere vittima e colpevole, traditori o traditi, perché ogni decisione e comportamento adottato può provocare delle reazioni.

Alle delusioni si può reagire chiudendosi in se stessi, attaccando, tirando fuori rabbia o trasformando la frustrazione in energia. In alcuni momenti della nostra vita si reagisce d’impulso, forse affrontando la questione da un altro punto di vista si sarebbe potuto trovare una soluzione diversa, perché no, talvolta anche opposta.

Gli errori quindi non sono solamente qualcosa di negativo, anzi possono diventare spunti per cambiare idea o imparare a conoscersi meglio.  Credere e mantenere sempre gli stessi cliché può dare l’idea di essere bloccati all’interno di un loop, insieme a insicurezze e  false aspettative.

INTERVISTANDO CIARCIA

Cos’è un clichè?

Possiamo dire che nel mio brano uso il termine Cliché nella sua accezione strettamente legata alla sfera comportamentale facendo riferimento a tutti quei comportamenti stereotipati ripetuti e banali che spesso ci feriscono all’interno delle relazioni con le persone.

Ci sono situazioni nelle quali cercando una spiegazione razionale si può perdere un po’ di poesia?

Credo sia così ogni volta che si viene “feriti”, non solo dalle persone ma dalla vita in generale e inconsciamente ognuno di noi ricerca una razionalità, un senso che a volte è difficile trovare: “A volte si cerca un senso anche quando lui non cerca te”.

Come artista riesci a mantenere una certa distanza emotiva con le tue canzoni dopo averle pubblicate?

No assolutamente, mi sento molto legato ad ogni mio brano, parola, e ogni pensiero. Più le ascolto, più passa li tempo, e più mi accorgo di quanto il legame cresca; d’altronde avendo dato vita ad un pensiero è difficile mantenere una distanza nel bene e nel male.

Questa svolta più dance dimostra che si possono scrivere pezzi dal testo profondo anche se la musica è più allegra e da ballare?

Assolutamente si, oltretutto nella mia cliché sono fiero del pensiero che esprimo, sono deluso si ma felice di come ho incassato un colpo che non meritavo e dico che saranno gli altri a pensare a me e questo darà loro molto fastidio. Detto ciò credo la musica nel mio brano vada a nozze con il concetto e con il modo in cui è stato interpretato.

Hai scelto di rappresentare graficamente questa  tua nuova canzone con la carta dei tarocchi denominata l’appeso. Ci puoi spiegare questa scelta?

L’Appeso o L’Impiccato è la dodicesima carta degli arcani maggiori o trionfi dei tarocchi; nei mazzi più antichi talvolta indicato anche come Il Traditore.

Nonostante la carta descriva un supplizio, il giovane viene raffigurato con volto sereno, quasi più estasiato/furbo che umiliato. Su questo controsenso/dualismo parte tutto il concept del brano, dello shooting e della copertina.

Il brano parla di tutte le volte in cui, in amicizia o in amore, hai dato l’anima per poi ricevere in cambio odio o invidia, ma nonostante tutto cerchi di reagire con un sorriso e di imparare dalla vita, continuando a donarti e aprirti all’altra persona, senza cambiare.

Come li personaggio de “L’Appeso” nei tarocchi a volte nella vita si è sia traditi, che traditori.

Può sembrare un controsenso, ma prendere una decisione istintivamente è molto più difficile del previsto?

Usare e accettare il proprio istinto è sempre molto più difficile che pensare e ragionare sul non farlo. Chi è in pace con il karma usa

l’istinto e si fida di esso sempre, proprio come me ad esempio.

L’amore è una questione tra anime?

Quello vero si. Solo quando si smuove l’anima si ama davvero. secondo me ci sono persone che “vivono” e persone che “comprendono”.

Come si conquista la fiducia in un mondo abituato al giudizio?

Credo attraverso la verità, è l’unica forza quasi inattaccabile. può piacere o no, può mettere d’accordo o meno ma il suo significato stesso dice già tutto. In ogni caso ad oggi il giudizio altrui regna su ogni altro tipo di istinto umano e a questo punto ti dico: meglio essere giudicati dicendo la verità che il contrario.