We are the drop outs take you for a ride, eh And Imma stunt, I’m a stunt, I’m a star ‘Cause Imma stunt now take you for a ride, eh
L’inedito che gli Stunt Pilots ad Xfactor, ovviamente stiamo parlando di “Imma Stunt” è un po’ il loro manifesto. Questa è la storia di tre ragazzi che decidono di suonare in un piccolo studio nascosto chissà dove con il sogno di far arrivare la propria energia sempre più in alto.
Una critica, che spesso viene mossa a questo tipo di programma, s’interroga su quando e quanto, show e realtà siano collegati e combinati, Possiamo giurare che questa band ha immense qualità, una carica extra d’energia con la quale riesce ad animare il pubblico che urla, salta e si diverte senza riuscire a stare un attimo fermo.
Energia, vitalità e coraggio è un trittico di qualità indispensabile anche per confrontarsi con il mondo, trovando la forza di metterci la faccia, uscendo da qualsiasi tipo di guscio, muovendo alla scoperta di qualcosa di nuovo che all’inizio può fare paura, arrivando successivamente però a dominarlo. I primi live di Milano e Roma sono stati un successo, non un punto d’arrivo ma l’inizio di una carriera avventurosa e perché no, folle.
STUNT PILOTS X INDIE TALKS
Chi sono gli StuntPilots e come nasce questo progetto?
Venendo da una formazione musicale individuale, abbiamo semplicemente unito i puntini. Ci siamo detto “ci piace il rock, ci piace la trap, ci piacciono un sacco di altre cose, quindi mettiamole insieme e basta”. Abbiamo unito consapevolmente le nostre personalità e ci studiamo ogni giorno. Noi eravamo un po’ driftati in un’altra direzione dal sogno della rock band negli anni pre-pandemia; ci eravamo spostati più sul computer e sulla produzione elettronica.
Col lockdown e con lo stare segregati in casa, non poter creare cose assieme ad altre persone ovviamente è ritornato quel desiderio di avere una band con amici dove si prova in sala prove e si rilasciano tutte queste energie. La pandemia ci ha spinto verso quel sogno che già da bambini avevamo.
Come fa la rabbia a produrre energia positiva?
Zo: “Nel mio caso, l’unica emozione più forte della rabbia a livello motivazionale è l’amore. La rabbia è proprio un boost: quando sono arrabbiato, catalizzo in creatività immediatamente perché è potentissima, ti dà l’abilità di fare, ti attiva, ti mette in piedi”
Moonet: “Io faccio lo stesso processo proprio perché non voglio essere arrabbiato. La rabbia ogni tanto mi genera tristezza, quindi suonando dimentico di essere arrabbiato. Allo stesso tempo se sono arrabbiato ho la necessità di prendere il basso, suonare e dimenticare di esserlo.”
Quale spinta serve per uscire dalla propria zona di comfort?
È tosta, perché a volte bisogna proprio toccare il fondo per arrivare a quel momento lì, a quando non ce la si fa più e si vuole trovare una persona o un’idea che rompa tutta questa monotonia e negatività.
Come si prepara un concerto? Avete dei riti scaramantici?
Moonet: “Io ballo e metto la musica anche nel backstage, di solito (tipo Playboi Carti per gasarmi). Ma in linea di massima no, non siamo scaramantici. Un concerto si prepara con impegno e discussioni utili alla realizzazione”
Vi piacciono le ciliegie? Che storia racconta quella canzone?
L’album “Dirty Laundry”, che è un po’ la storia di una relazione in tutte le sue sfaccettature, parte con il desiderio di avere qualcuno e quindi finge di essere un’altra cosa per cercare di ottenerlo. “Cherries” è l’unico momento dell’album in cui stai con quella persona e passi del bel tempo con lei. Racconta la storia di una bella serata con una persona e del fatto che stai volando, che stai bene e che c’è chimica.
I sogni sono fatti di sudore e fatica?
Sì, sono fatti di sudore, fatica, urla, pianti, corse, grandi scorpacciate.
Questa è difficile: un proverbio per descrivere ogni giudice di X Factor?
“Chi trova un amico, trova un tesoro” per Dargen.
“Il buongiorno si vede dal mattino” per Morgan.
“Chi si somiglia si piglia” per Ambra.
“I doni inaspettati sono sempre i più grati” per Fedez.
Siete spaventati dall’idea di lavorare ad un disco in Italiano o a breve potrebbero esserci sorprese?
A breve non ci saranno sorprese, però non siamo spaventati da nulla se non dei ragni thailandesi. Se decidessimo di farlo, lo faremmo in naturalezza, senza l’imposizione di nessuno. Se uscisse una cosa figa tipo una collaborazione o un misto fra l’inglese e l’italiano, saremmo i primi a prendere il volo sull’italiano.
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