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Malpelo: “L’amore è una sfida oltre i 90 minuti” | Indie Talks

Mercoledì di Champions e San Valentino, cena fuori o birra sul divano?

Chissà quante coppie dovranno trovare un compromesso, ma anche la domenica di Serie A potrebbe essere causa di accese discussioni tra chi sogna un weekend tranquillo a fare i piccioncini e chi aspetta di esultare per il gol della propria squadra.

Senza dubbio il calcio è uno sport romantico che può avere molte similitudini con la vita di una relazione, dove due persone giocano la loro partita cercando di vincere insieme o di segnare un goal più dell’avversario,

Malpelo dribbla i sentimenti con “BARÇA” anche se purtroppo il catenaccio del cuore o il tiki-taka della passione sono due modi di giocare molto difficili, e così si diventa inevitabile provare una magia per uscire dal campo felici e soddisfatti.

MALPELO X INDIE TALKS

In amore meglio attaccare o difendere?

In amore sarebbe bello poter usare delle marcature preventive, come nel calcio, per potersi tutelare, sperando sia tutto riconducibile a degli schemi. Ma il bello della partita tra i sentimenti è l’imprevedibilità, un dribbling con tunnel, una rabona, un tiro in rovesciata, un passaggio illuminante. Difendersi in amore è impossibile e porta solamente alla sconfitta; rimanere sulla difensiva, rintanati in area di rigore, ti farà solo subire gol. Tanto vale, penso sia più soddisfacente fare un bel gioco spumeggiante, con cuore aperto e leggero, senza timore di perdere la partita e la persona che amiamo, regalandole un gioco brioso e un amore sincero.

A quale allenatore ti vorresti rivolgere mentre ti stai preparando per andare ad un primo appuntamento?

Beh dalla risposta alla domanda precedente direi che sicuramente non chiederei gli schemi di gioco ad un allenatore difensivista, ma mi affiderei ad un giochista. Quindi per il miracolo compiuto col Napoli e per la bellezza di gioco espressa, mi affiderei a Luciano Spalletti.

PH: Michele Garau.

L’apparenza può essere solamente un illusione?

Per l’etimologia della parola stessa, l’apparenza è qualcosa di destinato svanire, a differenza dell’essenza. Apparire significa “manifestarsi allo sguardo altrui”; l’apparenza di conseguenza può essere percepita solo con uno dei cinque sensi che possediamo, ovvero la vista, e spesso può capitare di non vedere bene ed essere ingannati dai nostri stessi occhi, se ci si affida solo a loro.

Come si vive un derby con il partner che tifa la squadra rivale?

Male, io anni fa mi sono lasciato lo stesso giorno in cui il Toro, dopo essere passato in vantaggio con una magica punizione di Ljajic, aveva subito gol al 90esimo dalla Juve con Higuain. Lei tifava Juve ovviamente. È lapalissiano che il derby non è stata la causa scatenante della fine del rapporto, ma è stata una bella manciata di sale su ferite che bruciavano da tempo. La mia attuale ragazza non segue il calcio, ma suo padre è uno sfegatato tifoso della Juve, la prima volta che l’ho conosciuto mi sono presentato con uno zaino e una tuta del Toro; per ora va tutto bene, riesco a guardarci pure qualche derby ogni tanto. 

PH: Michele Garau.

Hai mai fatto un autogol divertente durante un’uscita a due?

Costantemente, io sono la classica persona che scivola quotidianamente sulle bucce di banana di cui la nostra vita è costellata, figuriamoci al primo appuntamento. Spesso, però, questo ha giocato a mio vantaggio, per chi apprezzava comunque la mia naturale essenza di timido imbranato, smascherando l’apparenza di una persona sicura di sé.

La fine della relazione è una partita persa?

No, se le maglie di entrambi i partner sono sudate fradice, sporche di erba e di fango, consapevoli di aver dato tutto per la causa. Se lotta il singolo per tutta la squadra, non è una squadra e non c’è partita né possibilità di vittoria.

BARÇA è una canzone da dedicare dopo aver segnato che tipo di goal?

Un goal in rovesciata in una finale importante, dopo essersi rotti il crociato e aver rinunciato al calcio per un lungo tempo, vincolati dall’infortunio.

PH: Michele Garau.

Devi provare a convincere una persona che non segue il calcio che lo stadio è un luogo romantico, come fai?

Le faccio sentire i miei brani in cui parlo d’amore usando metafore calcistiche, dicendole che lo stadio sarebbe il tempio e lei la mia musa se venisse lì con me.

Ti sei mai innamorato follemente di un giocatore senza sapere il perché?

Ho sempre avuto un’attrazione forte per quei giocatori che “eh con un’altra testa chissà che avrebbe fatto”: ho amato il Cassano della Samp, il Balotelli dell’Europeo, il Pato del Milan, l’Adriano dell’Inter. E poi ho amato follemente giocatori che hanno lottato per la maglia della mia squadra in stagioni difficilissime, senza apparenti grandi doti tecniche: Rolando Bianchi e il Gallo Belotti, nonostante il tradimento, su tutti.

Nicolò Granone

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