New Indie Italia Music Week #195

New Indie Italia Music Week #195

Turisti in cerca di divinità, siamo rimasti vittime dell’umidità, avvinghiati tra le nostre nudità nel caldo torrido di quest’estate troppo corta con le sue belle minchiate e le sue canzoni già usate. Innamorarsi perdutamente, soprattutto in estate, non è mai un affare.

Ma chi siamo noi, statisti dei sentimenti, o anarchici in cerca di emozioni?

Lasciamoci andare alle sferzate di caldo e vitalità della stagione estiva: balliamo fino a notte inoltrata, cantando i brani che ci fanno sentire vivi, insieme.

Scopri le migliori uscite Indie Italia della settimana con le recensioni della redaz!

44.SUMMER (Ep)

Hai presente Figli delle Stelle e quelle notti anni Ottanta dove non puoi smettere di danzare? È la carta vincente del bnkr44, che spende il suo ticket per l’estate in un singolone dal miglior campionamento. Il giro di Alan Sorrenti rockeggiato ci spinge in un brano up-tempo perfetto per l’estate 2024, con quel pizzico di nostalgia che piace. Ma il Bnkr non si ferma certo qui: ha voluto aggiungere un Ep con altri 2 brani per completare 44.Summer. Il primo è “Movimento”, un ritornello urlato rock, con un bel riff di chitarra iniziale che ricorda la miglior scena anni Novanta-Duemila. “Preferirei”, invece, è una rock ballad tutta italiana, un mood anni Duemila, con tutte le influenze indie degli ultimi anni.

(Lorenzo Ottanelli)

bnkr44: 8

Occhi blu

Angelica Schiatti, anche conosciuta con il nome d’arte Angelica, torna questo venerdì con il suo nuovo singolo “Occhi Blu” in seguito dell’uscita del suo terzo album intitolato “Sconosciuti Superstar” presentato al MI Ami Festival di Milano. All’interno del brano è possibile ascoltare la voce dolce della cantante all’interno di una canzone dalle note estive e vintage.

Nel pezzo scritto da Angelica insieme a Daniela Mornati si è voluto trattare il tema dell’apparenza nei confronti delle altre persone, andando a sradicare il timore che porta a pensare a se stessi in relazione con gli occhi altrui e relativi pensieri. La canzone affronta sicuramente un tema che ad oggi è fondamentale, bisognerebbe fermarsi qualche volta in più a riflettere sul rapporto tra noi stessi e il timore che si può instaurare nel momento in cui cerchiamo di andare oltre i giudizi delle altre persone.

(Andrei Lepadat)

Angelica: 7

Vinili vecchi

Un vero e proprio tour nelle esperienze e nei lati bui di Via Mercanti: ecco come si presenta “Vinili vecchi”, il suo primo EP. “Baci in fronte” descrive il blocco emotivo legato ai segni indelebili di affetto, mentre “Camomilla” affronta la consapevolezza dopo ripetuti rifiuti. “Cinema” evoca la malinconia di un finale deludente, e “Mille cose tue” riflette sulla persistenza dei ricordi dopo una storia d’amore finita. “Un’altra America” narra la speranza di un futuro migliore. “Vinili vecchi”, parla di perdita e della necessità di lasciar andare per trovare serenità. Tra influenze anni Ottanta e cantautorato indie, Via Mercanti ci mostra senza paura la colonna sonora delle sue sofferenze, perché alla fine ci si rivede dentro un po’ tutti.
(Benedetta Fedel)

Via Mercanti: 8

Stare Bene

Ascoltando Stare Bene ci immergiamo in una riflessione profonda dove la solitudine e l’alienazione verso la società fanno da padrone. Ci sentiamo estranei, costretti a sorridere e a interagire con gli altri, ma con la consapevolezza di avere una “falla” nel sistema.
È il manifesto di una lotta interiore, il suo punto di forza risiede nella contrapposizione tra il contenuto emotivo e il sound da festival, dove gli arrangiamenti elettronici creano un contrasto affascinante con il messaggio profondo di Ansiah.
“Da un estremo all’altro cerco equilibrio per restare vivo”, la ricerca di un punto di equilibrio tra malinconia e vitalità. È come se camminasse su un filo sottile, cercando di non cadere e di restare vivo in un mondo complesso. Quanti di noi si sentono in bilico e cercano di rimanere a galla?

(Benedetta Rubini)

Ansiah: 9

Mi ha punto un serpente

I serpenti si annidano tra le strade e perfino nelle nostre case, i serpenti sono ovunque, sono coloro che ci avvelenano con la loro negatività e che si annidano dietro false amicizie.
Samuel Costa ci mette in guardia con questo brano, che mescola il folklore italiano con melodie della musica latina, creando un teatro musicale avvolto da suspense e veleno.
Ma c’è un antidoto: “Fa tanto male, ma passerà, forse un tuo bacio mi salverà”, il bacio diventa un elisir, come se l’affetto può lenire anche le ferite più profonde.
Il brano ci invita a ballare, a sfidare i serpenti nascosti e a trovare forza nel ritmo che ci trascina.

(Benedetta Rubini)

Samuel Costa: 7,5

Marevivo

Trascinati in un vortice di emozioni, il brano dipinge un quadro di sensazioni contrastanti, come in una danza caotica.
All’inizio siamo come persi e smarriti, le emozioni tumultuose ci annebbiano la mente, poi emerge una luce. La dualità tra caos e lucidità emergono nel ritornello, come se ormai la tempesta è superata.
“Sono un lupo mannaro un po’ dentro, un po’ fuori, la sete non se ne va”, evoca un senso di dualità, di conflitto interiore. Essere un po’ dentro e un po’ fuori potrebbe indicare una condizione ambivalente, siamo forse divisi tra due mondi o due stati d’animo? In questo contesto il lupo mannaro potrebbe essere una metafora per un desiderio incontrollabile, per un qualcosa che non può essere represso. In fondo non siamo tutti complessi e pieni di conflitti interiori?
(Benedetta Rubini)

Darrn: 7,5

Profumo di dolore (feat EDONiCO)

Spiazzato. È questo il primo commento su “Profumo di dolore” di Leonardo Zaccaria. Lascia la comfort zone, con un riff di chitarra fortissimo, in un brano cantato insieme a EDONiCO. Perfetto l’utilizzo della voce e le sue modulazioni. Un uso inaspettato, per un brano non immediato ma forte, che sembra prendere qualcosa dall’r’n’b. Bello anche il testo, “Non mi lasciare qui sotto gli alberi in fiore […] mi dimenticherò tutto, pure il tuo nome, ma mi ricorderò il profumo di dolore”.
(Lorenzo Ottanelli)

Leonardo Zaccaria, EDONiCO: 8,5

tutta vera

I Santi Francesi scelgono le batterie per un brano up-tempo che ha tutte le carte in tavola per essere una hit estiva senza mezzi termini. Scelgono una produzione e una melodia in continuità con L’amore in bocca. Dopo il ritornello rallenta, in una parte riflessiva, per poi ritornare forte con il ritornello da ballare e cantare. Belle le chitarre, le batterie, i sintetizzatori, che caratterizzano le loro produzioni.
Il brano è la metafora dell’euforia di un amore da vivere a pieno, senza risentimenti e ripensamenti.
(Lorenzo Ottanelli)

Santi Francesi: 8

Muta

È proprio quando tocchi il fondo che senti la necessità di cambiare qualcosa. Arriva quel momento in cui realizzi che non sei nel posto giusto, che forse devi trovare una nuova dimora, indossare una nuova pelle.
“Muta” è il racconto di una metamorfosi, del dispiegarsi di una nuova forma. Possiamo assistere a questa trasformazione grazie a una narrazione che combina suoni sperimentali con parole evocative, capaci di schiudere immagini profonde. È un brano che richiede molta cura nell’ascolto. È una vera propria immersione, un flusso organico e vivo. Solo con l’empatia si può penetrare davvero questo viaggio sonoro, questo passaggio dal buio alla luce.
“Si può rivivere?” è la domanda iniziale che apre il brano, accompagnata da suoni ruvidi e fastidiosi, scanditi da numerosi cambi. Sembra che oramai non si possa fare più nulla, eppure qualcosa ancora si muove. Fruscii, la stessa parola ripetuta numerose volte, suoni gracchiati, che richiamano il cigolio di una vecchia porta, come se qualcosa si stesse per aprire svelandosi, suscitano un senso di attesa. Un battito che scandisce il ritmo trasmette una sensazione quasi inquietante. Arriva il colpo di scena: come una fenice che rinasce dalle proprie ceneri, il corpo ritorna in vita. Il tono musicale cresce e si fa via via sempre più avvolgente. È il momento in cui emerge la nuova forma. Questa liberazione viene esaltata da sonorità incantate, come se si fluttuasse nell’aria o si fosse appena atterrati in una sorta di mondo idilliaco.
Tancredi Bin, artista bolognese già noto nella scena underground, mi ha profondamente colpita per questo suo modo di raccontare. Con questo brano, insieme a “All’Apice”, uscita un mese fa, ha inaugurato il suo nuovo percorso musicale, delineando le coordinate del suo progetto. Tancredi ci coinvolge in un’esperienza sensoriale del tutto nuova, risvegliando la nostra curiosità per i prossimi pezzi.

(Giulia Silvestri)

Tancredi Bin:9

Cupido

I Legno, duo toscano e progetto indipendente, ci regalano un nuovo singolo che tocca con sensibilità il tema dell’amore.
Si canta l’amore perduto, non nel senso dello sfiorire della passione, come canta De Andrè, ma dello smarrimento, ai nostri tempi, di un sentimento pieno, puro, vivace. Non si parla di ciò che è andato male fra due persone, dello spegnersi di un qualcosa di personale, quanto piuttosto di una perdita collettiva.
Nessuno sembra aver più bisogno di Cupido, nessuno lo cerca più. È come se avesse perso i suoi poteri sulle persone. Ecco allora un Cupido disoccupato che vaga per la città in cerca di lavoro. Lo vediamo appendere volantini, che si staccano non appena arriva una leggera folata di vento.
Non c’è più spazio o tempo per l’amore “anestetico, romantico”, si preferiscono le storie fugaci e senza impegno. È come se non esistesse più il lieto fine, ma tutte le storie fossero destinate ad andare male. Forse dovremmo abbandonarci a ciò che proviamo, senza rifletterci troppo su, e, con cura e pazienza, coltivare il fiore.
È un brano semplice, ben scandito nel ritmo, un po’ cantilenante nel ritornello, che vuole comunicare in modo chiaro e diretto con chi ascolta. Accediamo fin da subito a una dimensione intima grazie alla chitarra acustica che apre il pezzo. Una voce calda e profonda parla, con tono poetico e nostalgico, dell’amore di oggi.
Come sempre i Legno sono pronti a confidarci i loro pensieri, facendoci entrare, anche solo per qualche minuto, nella loro scatola che custodisce qualcosa di prezioso.
(Giulia Silvestri)

Legno:8

PAZZA

“Non lo capirò mai, l’effetto che mi fai”
Avete presente quando una persona vi colpisce particolarmente, per i suoi modi di fare, per il modo in cui parla e si muove? Non capiamo bene perché ci faccia un tale effetto, anche perché non sappiamo poi molto di lei. Il mistero ci attrae. L’ignoto si rivela un intensissimo magnete che, con grande forza, ci trascina in questo gioco. È intrigante e stimolante. “PAZZA” parla di quando finiamo in un incomprensibile casino, in una specie di labirinto, e, nonostante ciò, rapiti, proviamo il piacere del rischio.
Il nuovo pezzo di LupoFiumeLeggenda, prodotto da Leo Pari e distribuito da Believe Music Italia, ci accompagnerà sicuramente durante l’estate. È una canzone fresca, sull’onda disco-pop, che ci fa pensare a quella persona conosciuta per caso in un locale sulla spiaggia. I suoni evocano vitalità e leggerezza, l’immagine di una macchina che sfreccia su una strada a ridosso della costa, la corsa prima di tuffarsi fra le onde, il sole che scalda la pelle e le luci di una discoteca sulla spiaggia.
Con frasi semplici Nicolò Verti ci fa venire voglia di metterci in gioco, di cercare una soluzione come se fossimo nel pieno di una partita di scacchi, di incastrarci in una situazione, nonostante questa possa comportare il rischio di non uscirne indenni.
(Giulia Silvestri)

LupoFiumeLeggenda:8

Salsedine

Ancora non sappiamo chi sono i Piazzabologna, ma questo venerdì hanno pubblicato un nuovo singolo intitolato “SALSEDINE”. Il brano è un pezzo decisamente estivo e malinconico, uno di quei pezzi dove al suo interno ciò che si può sentire è la mancanza nei confronti di una storia che è finita e che ha fatto il suo corso. Come nel caso del mare, che ci lascia la salsedine addosso come dice Angelina Mango, le relazioni finite ci lasciano tutti quei ricordi belli che sono difficili da dimenticare, per la salsedine invece basta una doccia.

Pezzo molto bello e originale.

(Andrei Lepadat)

Piazzabologna: 8,5

Diversa da tutti

Matteo Guccini, nome d’arte BIPOLAR, classe ’97, è tornato il 10 giugno con il suo nuovo singolo “Diversa da tutti” realizzando all’interno del brano un viaggio mirato all’introspezione tramite le sfumature dell’animo di una musa ispiratrice. Il brano al suo interno cattura l’essenza di una persona che nonostante le sue contraddizioni, resta una grande fonte di fascino e di ispirazione, infatti, si parla di una persona che è diversa da tutti e lascia un segno indelebile non solo dal punto di vista della bellezza esteriore, ma soprattutto per quanto riguarda la bellezza interiore.

È stato detto che mortifico le persone, così ho iniziato a riflettere su questa possibilità, cercando di comprendere se davvero è così. Attraverso questo brano, esploro il carattere e i pensieri di colei che mi ha ispirato, andando oltre la sua bellezza esteriore.”

(Andrei Lepadat)

BIPOLAR: 8

Anticlimatico

ANTICLIMATICO è un disco uscito d’estate dal sapore d’inverno nei quali i sentimenti hanno bisogno di calore umano e reciprocità.
mattidalegare riscopre l’indie delle origini, quello al di là delle classifiche, ma ricco d’emozione e tristezza. Canzoni che nascono dal cuore e da situazioni realmente vissute,che sanno di occasioni sprecate, piccoli istanti di felicità e malinconia.

La città di Roma da sfondo a queste storie rimane a guardare, rendendo l’atmosfera dolceamara, riuscendo però allo stesso tempo, ad isolare i protagonisti di questo album dal caos della capitale, rendendoli consapevoli delle loro scelte.
Il tutto è possibile grazie all’abilità cantautorali di mattidalegare che vuole essere diretto confidente rispetto ai suoi ascoltatori.
(Nicolò Granone)

mattidalegare: 7,5

Lieto fine

La ricerca di un lieto fine, rischia di diventare un’ossessione in alcune storie d’amore, e anzi solamente accettando la conclusione di una relazione diventa più facile vivere sia presente che futuro.

Ogni tanto ci vorrebbe più comprensione a capire le cose quando non funziona, senza viverla come sconfitta personale, ma come spunto per avere altre possibilità.
Capricci canta una relazione che ha preso direzioni diverse in maniera forse inconsapevole però allo stesso tempo definiva.

(Nicolò Granone)

Capricci: 7

Vivo

Se il bicchiere è mezzo vuoto, sarà anche mezzo pieno. A noi però così non va bene, noi dobbiamo soffermarci costantemente su ciò che c’è da migliorare. Viviamo un’eterna insoddisfazione che ci fa correre a destra e sinistra senza meta. Corriamo, ci affanniamo, respiriamo boccheggiando tra stagioni calde e stagioni fredde. Noi dobbiamo strafare, sennò non va bene. Bisogna sentire il peso dell’impegno! sentiamo il bruciore sotto la pianta del piede, sui talloni, cadiamo. È proprio nel momento in cui cadiamo che ci sentiamo vivi e ci sbucciamo le ginocchia. Da sdraiati a terra vedremo tutti gli altri correre e noteremo quanto poco stiano vivendo e di quanto tempo stiano sprecando non riuscendosi ad accorgere neanche di un ginocchio pieno di sangue.
Fidiamoci del nostro artista interiore.

(Viola Santoro)

Daria Huber: 7,5

Come un rigore agli europei

Per il dio internet la timidezza si supera semplicemente in quattro modi: bisogna esserne consapevoli, ascoltare la voce della nostra timidezza, analizzare i nostri timori ed infine metterci alla prova in contesti sicuri. Detto così è semplicissimo e sembra quasi come prendere un biglietto per la metro in stazione centrale se non fosse che vedi i suoi occhi. La biglietteria si trasforma in un locale, musica a palla, ti invita a ballare. Il dio internet non ci aveva avvisati.
Eccoci, quindi, costretti a giocare un rigore agli europei senza nessuno che ci guardi se non quella costante presenza lì di fronte.
Fari proiettati su di noi.
Ed ora quale dio si invoca?

(Viola Santoro)

Tommaso di giulio ft mox: 7,5

Ferite

“Tu non immagini quanto la memoria abbia voglia di scherzare tra la mia stessa immaginazione”. Il credere che quelle non fossero ferite ma cicatrici che già volevano andarsene via. Ti ritrovi sotto la bufera e in mezzo al mare con le onde spostate dalla nave che ti portava verso quello che non volevi.
Ne valeva la pena?

Siamo animali travestiti da umani, fatti di impulsi e tristezze, pieni di noi e di ciò che desideriamo in modo incondizionato. Le storie finiscono, le storie iniziano di nuovo, ma tutti ci lasciano ferite che non si possono disinfettare neanche con l’alcol più forte. Ci perdiamo tra i se ed i ma senza considerare i però. Pensiamo ai chissà e non ricordiamo i voglio.
Si finisce a ferite perchè è ciò che ci fa stare meglio, buttiamo fiori secchi nei cestini ed è questa la nostra libertà. l sound firmato Naive è urban pop, una definizione che racchiude il rap e le influenze urban del cantante e quelle rock- funk del chitarrista e del batterista. Un turbine di scombussolamento.

(Viola Santoro)

Naive: 8

Adriatica

Adriatica, nuovo pezzo di Erre è un brano estivo dedicato al chilling provocato dalla combinazione amore più estate. Questa canzone indie rap è una dedica, ma allo stesso tempo un desiderio d’intimità e di scoperta verso l’altro, con la volontà di sfruttare le belle giornate in totale relax.
Le distanze si possono annullare e ogni posto può diventare il più bello del mondo se si ha la fortuna di essere insieme alla persona giusta.
Erre dopo “1,100, 1000” ritorna in veste romantica, ribadendo il suo amore per l’Inter, ma ammettendo che è pronto a fare quasi tutto per rendere felice una dolce metà.

(Nicolò Granone)

Erre: 8

Ma come sto facendo?

Un’introspezione musicale che esplora la tensione tra il desiderio di cambiamento e l’incertezza del futuro. Il brano, caratterizzato da un indie-pop critico eppure leggero, cerca di trasmettere, con l’utilizzo di doppie voci, un messaggio di speranza e autoironia. “Ma come sto facendo?” dà inizio all’estate, una stagione che dovrebbe offrire momenti di sollievo prima delle crisi esistenziali di settembre.
(Ilaria Rapa)

Sbazzee: 7,5

Passpartout

Una Milano frenetica e opprimente, ricca di opportunità ma dominata dalle apparenze, così Acate e Pixel ci raccontano una città in cui, chi ci vive, si sente sempre troppo di passaggio, così, con “Passpartout” ci invitano a lasciarci andare, cercando rifugio e equilibrio solo in noi stessi. Un mix tra musica e introspezione che esplora le contraddizioni di chi vive in una metropoli.

(Ilaria Rapa)

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