New Indie Italia Music Week #196

“Da fuori si sente solo ra-ta-ta-ta. Vedo bimbi col balaclava senza mamma. Tu li vedrai ballare, puntando al cielo le lame, dentro la città di Dio”.

Quest’estate c’è una dark hit che non può non essere ascoltata, ed è quella che risuona dai luoghi di conflitto. La continuità di questi suoni nefasti rischia di tramutarsi in rumore di sottofondo. Non dobbiamo permetterlo. Facciamoci sentire. Dimostriamo le nostre intenzioni. Non vogliamo più sentire questi suoni macabri.

Contrastiamo quindi l’oscuro che vuole avanzare, con il bello e quindi con l’arte.

Scopriamo insieme i migliori suoni della settimana con le recensioni del team di Indie Italia Magazine!

The Takeoff (Ep)

L’EP è un’estensione di “IMMA STUNT”, l’inedito presentato a X Factor 2024 (che li ha portati a classificarsi al secondo posto): una serie di istantanee che ruotano intorno al tema dell’autenticità, catturato dallo sguardo dei giovani artisti ‐ Zo Vivaldi (Lorenzo Caio Sarti) alla chitarra e voce, Moonet (Simone Colombaretti) al basso e Farina (Emanuele Farina) alla batteria.

Le 5 tracce di “The TAKEOFF” parlano di uscire dalla propria comfort zone, di “ribellione” intesa come strumento necessario per definirsi, per stabilirsi come “voce”.
E’ il racconto trasparente del periodo intercorso dopo la partecipazione al programma da parte di una band che è rimasta anarchica nella sua essenza, pur trovando una strada con il mainstream: una riflessione sui trend, sulla visibilità passeggera e sull’importanza di rimanere realistici, ancorati alla propria positività.

Un “urlo” accompagnato da una produzione che unisce l’elettronica, l’hyperpop, con le sonorità rock dei Led Zeppelin e dei Red Hot Chili Peppers, grazie anche al supporto del producer Foi e il mixaggio di GodFather666.
Una miscela di sonorità analogiche con reference insolite, imprevedibili, che portano a canzoni che si evolvono e sviluppano con cambi velocissimi, influenzate anche dal lungo periodo che la band ha trascorso a Berlino dove sono nati la maggior parte dei brani dell’Ep.

Stunt Pilots: 8

Rallenty

“Rallenty” è il nuovo singolo dei Queen Of Saba.

Un tuffo nell’universo dub per i Queen of Saba che tornano a solleticare i palati di chi li ha conosciuti all’inizio della loro carriera in una Venezia reggae e attivista. “Rallenty”, che vanta la produzione del leggendario Paolo Baldini DubFiles, è un inno d’amore e di lotta ispirato alle proteste in Val di Susa e ai cortei pro Palestina in cui si impara a prendersi cura dell3 compagn3 e a non lasciare mai nessunǝ indietro. “Quando la ascolterete immaginate gli sguardi complici e innamorati tra due persone in passamontagna che schivano i lacrimogeni tenendosi per mano”.

Queen of Saba: 8

tape 1: That’s Love

Una intro classic lo-fi per un brano in collaborazione con tre artisti internazionali: Alt Bloom e il duo Doublecamp. Un brano molto contemporaneo con una buonissima produzione vintage, in cui la voce di Alt Bloom si sposa perfettamente con i ritmi californiani di una Los Angeles di qualche anno fa.
Questo è il primo di una serie di lavori che mostreranno la capacità di Fudasca di spaziare oltre Roma e aprirsi al mondo. Un brano universale sull’amore è sicuramente un modo perfetto per cominciare un nuovo viaggio.
(Lorenzo Ottanelli)

Fudasca, Alt Bloom, DOUBLECAMP: 8

In quella casa in fiamme ci sono dei bambini

Rokas ci ha fatto aspettare un po’ per deliziarci con questo nuovo album. Un concept album vero, di quelli che hanno un sound unico, che inizia dalla prima traccia e finisce con l’ultima… anzi potresti ascoltarlo in loop, perché è un cerchio che i Granato (i suoi storici produttori) hanno confezionato appositamente, con un’influenza american dance anni Ottanta, un tema rock, forti sintetizzatori, un po’ di indie italiano, qualche tema rap e testi perfetti. Si inizia con la casa in fiamme, che rispecchia l’interno delle preoccupazioni dell’artista, con una chiamata al 911 e una sensazione di pericolo. Una metafora per mostrare le varie sfaccettature della vita, con brani più brillanti e altri più cupi, come Facile, con MATILDE. Alla fine, questo album è un grande flusso di coscienza in cui i brani sono momenti di vita. Ascoltatelo dall’inizio alla fine e ancora in loop, perché ogni ascolto è un tassello nuovo per la sua comprensione. Bellissimi, per esempio, il piano in Paura di non farcela e la collaborazione di Ghemon in Compromessi.
(Lorenzo Ottanelli)

Rokas, Granato: 8,5

Aqaba

Una nuova canzone politica, che coniuga l’attivismo alla miglior scrittura, fatta di piccole cose, di quotidianità e ricordi. Sì, perché Dutch Nazari parla di Palestina, di una Palestina che ha conosciuto, quando nel 2012 ha visitato i territori e ne ha riportato un estratto in Jenin (brano del 2014).
Dopo il 7 ottobre la necessità di parlarne ancora, di chiedere un cessate il fuoco, di far finire una stupida guerra, con il titolo che è un elogio alla città della Cisgiordania. La voglia di raccontare la quotidianità di quel popolo che ha conosciuto e che non ha voce. Un brano interessante, anche melodicamente, fuori da ogni logica commerciale ed estiva.
(Lorenzo Ottanelli)

Dutch Nazari: 8,5

Istinto animale (Ep)

Un EP che unisce r&b, pop e sonorità club in un’esperienza visiva intensa. Attraverso sei brani, Hermes esplora temi di sopravvivenza, sogni e vulnerabilità, intrecciando melodie accattivanti con liriche profonde. Ogni traccia rappresenta un frammento del viaggio emotivo dell’artista, offrendo una narrazione fluida e senza etichette rispettando così la sua poliedricità e sensibilità artistica.
(Ilaria Rapa)

Hermes: 7

Salsa Rosa

“Salsa Rosa”, il secondo singolo di Visconti che anticipa l’album, esplora temi di nostalgia, rimorso e dolore amoroso. La struttura musicale alterna una strofa claustrofobica in drum and bass a un ritornello post-punk, corale e liberatorio. Visconti paragona questa dualità alla salsa rosa, il condimento ideale per i toast bruciati della vita, rappresentando quei momenti in cui le cose non vanno per il verso giusto e tutto sembra indifferente.
(Ilaria Rapa)

Visconti: 8,5

Piccolo Chikorita

Correre o riflettere? Piccolo Chikorita, con le parole che si inseguono toccandosi testa e coda, andando a binario incrociato con le sonorità elettroniche, dipinge la nevrosi di chi è diviso tra la FOMO e il desiderio, paradossalmente quasi inconfessabile, di volere del tempo per sé, per pensare. Perché tutta la frenesia fatta di “pranzi psycho-business”, di meeting, di obiettivi da raggiungere in vista già di quelli dopo è malata, ma ci andiamo dietro in troppi.
Se stai indietro ti dicono che fai una vita di merda e non soddisfacente, e non provarci è un errore. Ma c’è appagamento nel togliersi il respiro a inseguire le regole del mercato, illudendosi di dominarle in una situazione che, per stessa ammissione di questi corridori in cravatta e sneakers, tra un minuto sarà già cambiata?
Un conflitto reso perfettamente nella differenza tra gli incitamenti al Chikorita del ritornello e la parte finale, calma e riflessiva, in cui si accetta di fare i conti con tutto. In nome della ricerca del proprio benessere.
(Stefano Giannetti)

Missey feat. Plastica: 8

The hassle

Ricorda un amore d’estate, una storia o una canzone da ascoltare davanti al tramonto in spiaggia, con le sue sonorità, il refrain frizzante e la voce suadente a rilassare. In realtà è molto di più, The hassle ricorda i timori riguardo una relazione sentimentale. L’inizio di essa o il suo declino. Una parabola in discesa che avviene solo nelle nostre paure, o che magari può verificarsi davvero. Forse proprio al culmine di un amore vacanziero.

Il timore che qualcuno possa approfittarsi del nostro essere solari e accomodanti. Probabilmente uno scudo che ci creiamo perché la spensieratezza spaventa, e una cosa che va bene fa scattare in noi degli allarmi. Fa intercettare sfumature pericolose in un minimo cambio di rotta dell’altra persona. A torto o ragione.

È così arduo instaurare nuovi rapporti? Forse nell’età adulta sì. E immaginiamo scenari in cui siamo presi in giro dall’altro. Mentre ci prendiamo in giro da soli.

(Stefano Giannetti)

Nicaragua: 7,5

Ti abitui e ti piace

“Scommettiamo su cosa c’è di là.”

Il problema è che troviamo sempre una giustificazione nel restare solo a immaginare cosa vrebbe potuto aspettarci oltre le nostre scelte di comodo. È stata la paura a farci muovere passi sicuri, per avere certezze che ci lasciano un dolore cronico per tutta la vita. Al di là degli errori metabolizzati e accettati, magari ci sarebbe stata una ferita acuta, oppure una grande gioia. Ma se il coraggio manca dall’inizio, spesso come le famose rane nell’acqua riscaldata ci abituiamo a tutto. E sollevare la schiena si fa sempre più pesante.

In fondo “ti abitui e ti piace”: quella scuola sbagliata c’ha preso cinque anni ma non è stata così terribile; quel lavoro non scelto ci ha dato un tetto. Ci sono cose buone in tutta questa noia. È da bambini fare il salto ora, forse. Ma allora perché ci stiamo ancora pensando?

Il brano di Dodicianni ha la vivacità e la delicatezza per dipingere questo stato di agonia, in fondo dolce. Non troppo brutta. Perché c’è chi sta peggio.

Ma anche chi sta meglio.

(Stefano Giannetti)

Dodicianni: 8

Acqua Naturale

Se durante la serata si esagera con l’alcool la mattina successiva è fondamentale ubriacarsi di acqua naturale. Sì fa proprio piacere mandarne giù parecchi bicchieri riuscendo pian piano a sentirne il gusto, dissetarsi e pulirsi la coscienza, perché no, facendo anche pace con se stessi.

sigarettewest ci offre una canzone per riprendersi da una notte romantica, bella ma allo stesso tempo drammatica dato che sarà l’unica occasiona di condividere qualcosa con quella persona prima di un inevitabile addio. La sensazione di una sera che si avvicina alla perfezione arrivando però a sprofondare nella malinconia, con estrema gentilezza e dolcezza. Un brano estivo che, inconsciamente riporta anche a Battiato, non può non provocare una sbronza dentro al cuore.

(Nicolò Granone)

sigarettewest: 8,5

PER ORA TUTTO OK (EP)

Scappare dalla provincia, lasciare tutto e ricominciare una nuova vita, forse migliore forse peggiore chissà, quindi PER ORA TUTTO OK, sembra essere la risposta dei RIVERA, duo indie-rock composto da Alessandro Gabbatel e Nicola Chiarot.

Un Ep composto da 5 canzoni, tra cui VONDELPARK dove troviamo il feat di Alfonso Cheng, buttano fuori sia la rabbia sia la consapevolezza che la vita può cambiare a seconda del punto di vista. Per trovare il proprio posto nel mondo però non basta ascoltare le storie degli altri e fidarsi di quello che succede al di fuori della propria bolla, bisogna avere il coraggio di esporsi, lasciandosi andare al di la di confini e pregiudizi. Insomma bisogna essere come CAMALEONTIi, capaci di adattarsi, senza nascondersi troppo quando esiste la possibilità di possibilità, lottando senza accontentarsi come dentro un RIVER-BOCA.

(Nicolò Granone)

RIVERA:7,5

cloudbreak

Pensami stanotte quando tutto sarà buio, soli in mezzo al mare tra le onde e il diluvio, così inizia a rappare sonomole dopo la intro/ritornello di Claudia.

Cloudbreak è uno dei posti preferiti dai surfisti che si trova precisamente nell’isola di Tavaru nell’arcipelago delle Fiji, qui viene quindi inteso come un luogo dove è possibili trovare la pace, sfidando anche il pericolo.

Ecco, ascoltando la canzone e questo dialogo a due viene in mente una storia d’amore che può vivere di alti e bassi, fatta di sentimenti intensi dai quali si può provare o a scappare o a controllare per trovare non solo equilibrio, ma anche spunto per superare le difficoltà in maniera eroica e sfacciata.

(Nicolò Granone)

sonomole, claudia: 7,5

Wanted

Quante volte la realtà è diversa dal desiderio? Quante volte questa situazione dipende da scelte sbagliate e quindi da rimpianti o rimorsi?

“Wanted” di Golden Ale racconta proprio la voglia di un qualcosa che non esiste più, la ricerca di quel nome e quella foto per riavvicinarsi ad una persona speciale.

Forse in futuro potrà capitare di rincontrarsi, solo che se sarà casuale farà ancora più male perché non c’è più la volontà di far accadere certe cose, ma potrebbe essere una maniera drastica per cambiare rotta.

(Nicolò Granone)

Golden Ale: 7

Basilico

Duopop, il binomio composto da due artisti classe ’97 milanesi, Dylan Curcio e Luca Benedetta, sulla scia del loro stile musicale pop in chiave electro è tornato questo venerdì con il singolo “Basilico” in seguito al loro brano intitolato “Arance del sud”. Ahimè, come sappiamo la pianta di basilico muore subito se ci si dimentica di prendersene cura.

I cantanti in chiave metaforica si riferiscono alla pianta come se fosse una vera e propria persona e alla cura che bisogna avere nei confronti di tale, accennando anche in tono sofferente il momento in cui ci si dimentica di lei.

Devo dire che questo brano è proprio bello da ascoltare ed è anche bello da ballare.

(Andrei Lepadat)

Duopop: 8

PAGINE BIANCHE

CARO WOW, classe ’99, nota per il suo stile musicale in chiave elettronica questo venerdì ha pubblicato il suo nuovo singolo intitolato “PAGINE BIANCHE” in collaborazione con ENDONiCO, un artista emergente di classe ’95 il cui stile riprende la nostalgia contenuta all’interno della musica italiana risalente agli anni ‘80.

Si dice che si ritorna sempre da coloro con cui si è stato bene: la canzone riprende proprio questo tema andando a parlare di due persone che si cercano nonostante non vorrebbero, non riuscendo a spezzare il legame reciproco che vi è tra i due.

(Andrei Lepadat)

CARO WOW, ENDONiCO: 8,5

Voglio Vederti

Marco Male, classe ’98, è tornato questo venerdì con il suo nuovo singolo “Voglio Vederti” con uno stile rap alternativo. L’artista in questione fa tutto da solo, scrive le proprie canzoni in maniera indipendente e le autoproduce. Il passato come cantante di Marco Male prevedeva già ben 6 album autoprodotti, ma che poi sono stati rimossi in quanto il cantante si è dedicato allo studio della produzione musicale e all’ingegneria del suono, arrivando ad ideare il suo progetto, ossia Poket P*rno.

Tornando al brano, il quale è possibile etichettarlo come dedica, si nota subito il ritmo, molto veloce, a tratti un po’ elettronico, e si può notare come, nonostante l’artista canti le parole in maniera veloce, cerchi comunque di scandirle il più possibile. Se siete amanti del rap, Marco Male fa per voi e le vostre orecchie!

(Andrei Lepadat)

Marco Male: 7

Falco Ubriaco

Perdere l’equilibrio e ritrovarsi senza rendersene conto a cadere, o a volare come un Falco Ubriaco. Quando si sbatte forte contro qualcosa di diverso da noi stessi o si muore o si ci fa anche molto male, ma in maniera a tratti mistica e inspiegabile è un dolore necessario per riaggiustarsi e guarire anche da malattie che hanno sintomi, senza essere veramente visibili.

Pugni con questo brano vuole scrivere una lettera a se stesso e a tutte le persone che gli hanno teso la mano per curare le ferite e superare alcuni momenti di sofferenza. Un energia che nasce dal dolore e si riscopre forza, un mantra che non si chiede più a cosa serviamo veramente preferendo ricordare che il momento è adesso, ed è necessario ritrovare la giusta rotta.                                                                                                                                        (Nicolò Granone)

Pugni: 8

La forma del niente

Ci ritroviamo a compiere un viaggio nell’oscurità, camminando  nei meandri  profondi  dell’anima.  Musica e Poesia si fondono, facendoci perdere la concezione della realtà, è come se ci ritrovassimo  nel buio. La voce di Glomarì  enfatizza l’angoscia  e l’inquietudine  ,  invitandoci a vivere un’esperienza profonda. 

“La forma del niente o quella di un antico  insetto, il primo che vide la terra…”  Le sue parole sono un enigma, un mistero che spetta a noi decifrare,  come se dovessimo mettere in discussione la nostra verità e trovare una la forma del niente. 

(Benedetta Rubini)

Glomarì: 7

L’estate tutt’a un tratto

Masamasa ci fa rivivere gli ultimi momenti di una storia d’amore, giocando con la contrapposizione  tra l’estate,  stagione di felicità e spensieratezza e il dolore della perdita.

Emerge un quadro intenso: il caldo bestiale, l’esaurimento nel tentativo di far funzionare una relazione che non va, la sofferenza di vedere la persona  amata  con un altro. Tutte  queste  sensazioni  si intrecciano nel brano.

“Io sarò distratto  a metà per cercare  qualcosa  che un po’ ti somiglia, tra mille parole, bugie, bugie”. Che cos’è l’amore? Se non un sentimento ambivalente capace di ferire e rallegrare  al tempo stesso.  Spesso è difficile distinguere tra realtà e finzione.  Masamasa  ci invita a riflettere sulla natura stessa dell’amore.

(Benedetta Rubini)

Masamasa: 7,5

Periferia

“Vorrei che ci fosse un po’ di poesia tra queste strade di periferia”
Un viaggio tra le strade di periferia, dove si è cresciuti, sulle tracce della verità, percorrendo luoghi in cui il tempo sembra essersi fermato e nessuno sembra sentire. Una corsa sulla strada asfaltata, i campi distesi attorno, il riflesso della propria ombra sul prato. È un cammino alla ricerca delle proprie origini, un’immersione tra i ricordi, che vengono risvegliati dal contatto con la propria terra.
Che rapporto abbiamo con le nostre radici? Il senso di appartenenza è tra i bisogni fondamentali di una persona: noi tutti desideriamo fortemente sentirci parte di qualcosa. Ceneri, cantautrice friulana che ama sperimentare con varie forme d’arte, esplora il proprio passato: le sue radici si trovano ancora lì oppure ormai un altro sottosuolo le ospita? Altri luoghi rispecchiano meglio chi è?

Nel brano, malinconico e intimo, cerca una risposta a questa domanda, oscillando tra l’attaccamento e la voglia di andare via. Con una voce evanescente e rarefatta, su un sound trasportante e sognante, arriva a colpirci nel profondo. Le sue parole sussurrate sembrano essere trasportate da un vento leggero, che le fa librare tra le nuvole, in contrapposizione alla sensazione di pesantezza (“Sono di piombo”) di cui parla nella canzone. È un grande desiderio di poesia a emergere, l’unica in grado di rievocare il passato trasfigurandolo, conferendogli una nuova forma, un nuovo senso. Ceneri intraprende un percorso di crescita personale, realizzando che forse è arrivato il momento di andar via, partire senza una destinazione. È sicura di voler costruire la propria casa in un altro posto, per creare finalmente qualcosa di suo.
(Giulia Silvestri)

Ceneri: 8,5

Eclisse Twist (Album)

Il nuovo EP di Guidobaldi, cantautore romano dalla chiara identità artistica, racchiude un mondo. Attraverso diverse sfumature gioca con gli opposti, mettendo alla prova la loro convivenza. Immersi nell’ascolto siamo in bilico tra due dimensioni: passiamo dalla luce all’ombra, dai suoni più brillanti ed energici di “Nei Guai” o di “Londra a Mezzanotte”, pezzo che scorre in fretta come per dimenticare una giornata andata male, a toni più malinconici e sognanti, come quelli di “Per sempre non è”, brano dal ritmo cadenzato e meditativo, e di “Eclisse Twist”, che ci trascina invece in una passeggiata notturna per rinfrescare i pensieri, attraversando i vicoli della città illuminati da lampioni dalla luce calda. Guidobaldi si muove così tra Londra e Roma, tra il britpop, l’indie-rock e il cantautorato italiano.

Il titolo riprende il brano particolarissimo cantato da Mina e scritto da Antonioni, che lo usò come colonna sonora del film “L’Eclisse”, incentrato sulla mancanza di comunicazione all’interno delle relazioni. L’ep affronta questo tema, anche se non ne parla in maniera diretta: come l’eclissi non si può guardare ad occhio nudo, se non con il rischio di rimanerne abbagliati, così Guidobaldi avvolge le cose con un velo poetico, ponendo una sorta di filtro per non farci rimanere accecati.

L’eclisse è quell’evento astronomico che si verifica quando un corpo celeste viene occultato a causa dell’interposizione di un altro corpo tra quello e l’osservatore. Accade quando una sorgente di luce viene oscurata, cessando dunque di essere. L’ep riprende proprio questa immagine: ci parla del venire meno della luce, di quando la realtà non è più così limpida e luminosa: ciò che c’era di sereno è finito nella penombra e non si sa più come recuperarlo. Che fare di fronte a una realtà che si frammenta e si disgrega? “Bandiere”, brano che conclude il viaggio, ci offre una possibile soluzione: quando “stanotte brucerà il mondo in diretta universale” “noi balleremo un lento”. Forse, quindi, possiamo ridere di fronte alle catastrofi, giocare con le paure, ballandoci su e prendendoci un po’ in giro. Quando prevale il buio occorre solo un twist che permetta di orientare diversamente il nostro sguardo sulle cose, per contemplarle da un altro punto di vista.

(Giulia Silvestri)

Guidobaldi: 9

Non c’ho voglia

Mariangela Tria sgancia una bomba in vista dell’estate rilasciando “Non c’ho voglia”, un brano dalle sonorità pop elettroniche che entra subito in testa. Dal testo diretto e sincero, il pezzo è un invito a mettere da parte tutto ciò che può dare cattivi pensieri, che può togliere energie perché non ci fa stare bene (“Non ho tempo per i giochi che fai”).
“Essere tristi non va più di moda”, quindi abbandoniamoci a un po’ di leggerezza e lasciamoci trasportare dal ritmo coinvolgente del pezzo.
Un brano scritto pensando al mare della Puglia, terra natale di Mariangela, di cui avrebbe tanto bisogno per mettere un freno alla lotta che vive quotidianamente tra ragione e sentimento (“io che ci penso troppo e sento sempre tutto”). Tornare giù vorrebbe dire allontanarsi dalla frenesia di tutti i giorni che costringe a occuparsi di troppe cose al medesimo tempo, permetterebbe di lasciarsi andare finalmente alle onde.
(Giulia Silvestri)

Mariangela Tria: 8