New Indie Italia Music Week #194

Sesso&Samba, Sesso&Samba, Sesso&Samba: sembra proprio che sia questo l’inno dell’estate 2024! Volente o nolente, questo pezzo riecheggerà nell’aere e nell’etere senza soluzione di continuità, so: you better get used to it!

Ma non disperare! Il mondo dell’Indie Italiano ci regala delle contro hit da antidoto, da consumare fuori dalle folle del mainstream.

Ed eccoci qui, con una nuova settimana ricca di nuovi brani e album in Italia scelti e accuratamente selezionati dalla redazione!

Come no

“Come no”: due parole impattanti che esprimono stupore, che manifestano contrasto. Simboleggiano incomprensione e conflitto. Le pronunciamo quando ci rendiamo conto di aver vissuto un’illusione, quando crediamo fermamente in qualcosa ma sopraggiunge il dubbio che le cose non siano andate come pensiamo o quando scopriamo che il significato di qualcosa per noi è diverso da quello che gli attribuisce un’altra persona. L’amore, per esempio, sembra qualcosa di universale, ma ha in realtà un significato diversissimo per ciascuna persona.
In questo brano i Fast Animals and Slow Kids, gruppo perugino alternative-rock, hanno preso consapevolezza del carattere personale di questo termine e riflettono su ciò a suon di chitarra e tastiera.
Nonostante molti abbiano notato che il gruppo sta mostrando tendenze pop e questo brano, sia per sound che per testo, ne è in parte la prova, è una canzone fresca, dal ritmo incalzante, che vuole comunicare con semplicità qualcosa di profondo. “Non è amore ma il senso è lo stesso” : questa frase cattura la nostra attenzione e risuona nelle nostre orecchie.
(Giulia Silvestri)

FASK:8

Chinaglia

“Chinaglia” nasce da un’intuizione mattutina, in cui Kinder Garden decide di esplorare la fine dolorosa di un amore utilizzando una metafora calcistica, che ci richiama alla mente il turbolento campione Giorgio Chinaglia. Il sound del singolo riflette le influenze dei Beach Boys, Goldfrapp e Life Without Buildings, il tuo mescolato a un synth-pop vivace e accattivante. “Chinaglia” rappresenta anche l’evoluzione artistica di Kinder Garden verso una dimensione da solista che non ha paura di sperimentare.                                                                                             (Ilaria Rapa)

Kinder Garden:7

Come l’aria

Come l’aria è una riflessione sulla vita, sulle sfide emotive dell’animo umano, in cui emergono tutte le incertezze, la noia e la paura. Ma non sono solo ostacoli, possono trasformarsi in compagni di viaggio, che ci portano verso il cambiamento e la crescita personale.
“Sono perso, perso tra le anime di questo universo, che viaggiano senza meta” Questo cattura l’essenza di ciò che vuol dire sentirsi smarriti in un mondo in continua evoluzione, dove ci si sente soli nonostante si è circondati dagli altri.
Le parole parlano dritto al cuore, ogni emozione, anche quelle che possono sembrarci negative, hanno il potenziale di spronarci ad andare avanti e a trovare la bellezza in ogni cosa. Yuman così ci dimostra che è possibile trasformare la vulnerabilità in forza, respirando come l’aria, l’essenza della vita.
(Benedetta Rubini)

Yuman: 8,5

Ti perdono di tutto (a la playa)

Kaput porta in scena una confessione intima e vulnerabile, immersi nelle sonorità avvolgenti del pop estivo, il brano cattura l’essenza di una relazione sbilanciata.
La malinconia fa da padrona e la fragilità dell’amore si scontra con un rapporto che fa più male che bene. La scelta di perdonare, anziché affrontare la fine diventa una sorta di lenitivo, come un abbraccio dal sapore di mare e sale.
“Piangerò come l’Oceano Atlantico, per dirti che è forse l’ultima, proprio l’ultima” Come un grido silenzioso di chi sceglie di lasciar andare, di chi si arrende alla corrente.
(Benedetta Rubini)

Kaput: 8

Nodi

La melodia cattura sin dall’inizio l’attenzione e il brano si distingue per voler sfidare le convenzioni sociali e culturali. Il tema è quello della sessualità e dell’intimità umana, dove gli ascoltatori sono invitati ad una riflessione più profonda e libera, senza pregiudizi o vergogna.
La diversità e l’autenticità individuale sono fondamentali e la canzone è un invito ad abbracciare la propria sessualità con coraggio. Quante volte ci sentiamo limitati a lasciarci andare alla libertà sessuale e al piacere individuale per colpa delle norme sociali? Quanto ancora oggi parlare di sesso è considerato un tabù? “Cos’è l’amore e il sesso? Un premio o un compromesso?” Accettiamoci ed esploriamoci , Nodi è un invito a farlo senza nessun senso di colpa.
(Benedetta Rubini)

In the loop: 8

La lucina in fondo

Dolore e consolazione scivolano e si abbracciano. Si narrano i silenzi, quei momenti di una relazione che ci lasciano scoraggiati e incerti. Alla ricerca di una risposta gridata da parte dell’altra persona. Un “non posso fare a meno di te” ribadito, perché abbiamo bisogno di essere rassicurati.
Ma se ci si lascia andare un po’ nell’oscurità di entrambi, nei tremori e nelle paure, si scopre di essere in fondo l’unica luce per chi amiamo. L’unico appiglio quando tutto il resto va male. L’unica coperta che può attenuare i suoi brividi. E questo completo donarsi, anche se apparentemente potrebbe non avere ritorno, in realtà riempie e come una dinamo ricarica per esserci sempre, sempre di più. Per continuare a illuminare l’angolo più buio, al quale solo noi abbiamo accesso.
Jordi Lou, come sempre, quasi minimalista, in gittate brevi infila la densità altissima dei sentimenti in tempesta. Ma con sussurri che sono salvezza.
(Stefano Giannetti)

Jordi Lou: 8

Mai fermi

“Ormai possiamo andare solo più avanti” – “È che l’uomo vuole arrivare alle stelle.”
Emma Nolde, col suo “eccoti sveglio, benvenuto al mondo, corri da adesso(…)” prepara una piccola sé, un nascituro o comunque una creatura ancora inconsapevole ad affrontare la nostra costruzione di un gigantesco nulla. Riempito dai nostri palazzi, involucri vuoti. Dai nostri progetti per diventare ingranaggi, tutti importanti, tutti uguali e tutti diretti allo stesso punto. Impegnati nelle corse, costretti dalla paura di restare indietro, di perdere la linea d’alta velocità e essere tagliati fuori da questa “eterna giostra”.

L’unica cosa di cui siamo convinti ci faccia vivere è la stessa che ci sta uccidendo. Perciò non resta altro da fare, col ritornello veloce e trascinante come un allarme: spingere chi ancora può a salvarsi attraverso giochi spensierati e cammini sereni, fuori da questi binari dirottati verso la fine.
(Stefano Giannetti)

Emma Nolde: 7,5

Hyper Chaos

Vengono a galla tutte le malattie e le contraddizioni del mondo attraverso gli occhi di una creatura immaginaria che non ha input, convenzioni dettate dalla società.
Un moderno Frankenstein che non conosce bene e male e prende pezzi da altri personaggi per comporsi, buoni e cattivi. Sceglie senza filtri morali. Prende “poesie d’amore e lettere minatorie” per formarsi, come fossero la stessa cosa. In questo modo, divertendosi davanti alla distruzione, mandando ai matti il suo terapista, creando nuove possibilità a cui l’uomo non osa avvicinarsi (o dice di non farlo, o ancora non ammette di desiderarlo), si muove su un binario puro e ambiguo al tempo stesso. Sempre borderline, come noi. Solo che lui non lo sa.
E il sottosuolo della città vive mentre muore e balla, mentre la superficie si autoflagella delle colpe che si è fabbricata e gode solo di nascosto.
(Stefano Giannetti)

Le Astronavi: 7,5

Donna Fiammifero

Donna Fiammifero è un brano ben confezionato con un testo interessante. Il singolo è un up-tempo in cui il timbro particolare di Sina viene ben amalgamata al sound della produzione.
Bella la metafora della donna fiammifero che incendia l’anima del cantante, che poi altro non sarebbe che la sua anima che si rispecchia, con incisi forti: “sento il pavimento che mi brucia lento lento lento”. Gli incastri funzionano e il ritornello rimane in testa. Nota di merito anche per il video.
(Lorenzo Ottanelli)

Sina: 7,5

Cattiva

A una settimana da “Ci sono dei bambini” esce “Cattiva”, un singolo che vuole riprendere le musicalità già sperimentate negli scorsi singoli. Una buona dance anni Ottanta, con i giusti sintetizzatori, con un ritmo più incalzante e moderno.
Il testo è un perfetto tema alla Rokas, che riprende un titolo di qualche anno fa, “Cattivo” e lo porta al femminile. Il brano si chiude con quella che sembra una chiamata al 911, un tema che si perde nel vuoto, quasi alla ricerca di un continuo in un prossimo singolo.

(Lorenzo Ottanelli)

Rokas: 8

Sonega

I Fuera sperimentano. È questa la vera realtà di un gruppo che si è completamente rinnovato, passando dal rap di Circo Mezzaluna, all’elettronica di Sonega. In questo nuovo progetto l’elettronica è padrona, ma fa da mix con diversi generi, dalla dance al reggaeton alle ballad più malinconiche, ma sempre fuori dagli schemi come “lentamente”.
In questi primi 7 brani dell’intero album che uscirà in autunno si sente già la direzione e la scelta stilistica, dove la vera ricerca è nel sound, quasi onirico di “Mariposa” e di “cosa fai stasera”, o completamente cacofonico come quello di “rebel” e “nellamela”. Possiamo dirlo, come loro oggi nessuno.
(Lorenzo Ottanelli)

Fuera: 9

Amici

Riccardo Buono, in arte GOLIARDO, classe ‘03, torna questo venerdì continuando la sua carriera musicale, la quale vede il proprio inizio verso i 13/14 anni quando iniziò a suonare la chitarra da autodidatta.
Il nuovo singolo si chiama “Amici” e rappresenta per il cantante il secondo singolo. Lo stile è molto particolare, “Amici” contiene al suo interno le note dell’indie rock e surf punk finendo ad arrivare ad una strofa che si autoalimenta e sfocia in un freestyle. GOLIARDO ha dato a questa canzone un vero e proprio tono accattivante che potrebbe essere la chiave per il suo percorso musicale e per il proprio successo.
(Andrei Lepadat)

GOLIARDO: 8,5

FUORI ROTTA

La band Rovere, conosciuta da tutti con il loro album “disponibile anche in mogano” e l’EP intitolato “ultima stagione”, torna sulla scena musicale con un nuovo singolo.

Il brano, pubblicato in seguito al singolo “Stupido classico”, ci invita a rompere gli schemi che gli altri ci impongono e agire ascoltando noi stessi, andando però ad accettare il modo in cui siamo fatti, scontrandoci con le nostre insicurezze con il tentativo di trasformarle in sfide e opportunità che siano in grado di farci trovare la nostra strada.

Le canzoni dei Rovere hanno una base melodica che portano a ballare e sorridere nonostante il testo sia composto di molta tristezza.

Non facendosi mancare nulla, la band ha annunciato la pubblicazione del loro nuovo album entro la fine dell’anno e hanno annunciato le date del loro nuovo tour nei club. Il tour, anche intitolato “11 tour”, organizzato e prodotto da Magellano Concerti, è composto da 11 date partendo da Trento fino ad arrivare a Roma.

Se si vuole passare una bella serata in compagnia ad un concerto, quello dei Rovere è sicuramente un concerto da non perdere.

(Andrei Lepadat)

Rovere: 9

Stella

Carlo Evandro Ciaccia, in arte Evandro, è un giovane cantante classe ’01 nato e cresciuto a Napoli, il luogo dove ha iniziato a coltivare la sua passione per la musica. A seguito della sua partecipazione a concorsi canori e alle sue esibizioni in piccoli locali della sua città, il pubblico ha notato subito il suo talento e il suo potenziale. Il 7 giugno esce “Stella” il nuovo singolo del cantante, pubblicato da Krishna Music Group Sagl e distribuita da ADA Music.

“Stella” rappresenta la semplicità e vuole essere una dedica a chi è in grado di illuminare le nostre vite nei momenti più difficili. In quanto dedica, non abbiate paura di dedicarla a chi volete bene e di condividere con le vostre persone un pezzo di Evandro e di voi stessi.

(Andrei Lepadat)

Evandro: 8

Long story short (EP)

Come misuriamo il tempo? Salvador Dalí ci direbbe che non si può misurare in maniera oggettiva poiché si dilata e si riduce a seconda della percezione personale.
Laila Al Habash sembra volerci dire la stessa cosa nel suo nuovo EP “Long Story Short”, che contiene -già nel titolo- una contraddizione: una storia breve che appare molto più complessa rispetto alla sua effettiva durata. La copertina riprende questa idea, giocando con la distorsione delle forme e con la sproporzione, leitmotiv del surrealismo: una clessidra un po’ deformata sorregge una Laila in miniatura. Come possiamo ascoltare nell’outro “Il tempo è l’unica cosa che è di tutti e non ce l’ha mai nessuno”. L’EP è dunque una riflessione sul tempo, ma in particolare su come questo si intrecci con l’amore e con l’amicizia, come modifichi e alteri le relazioni, come sia necessario per arginare la ferita provocata dalla rottura di un legame. Una storia breve può avere anche effetti a lungo termine, persistendo nel ricordo delle persone.

Cinque tracce decostruiscono la storia nelle sue varie fasi, che non si susseguono in maniera lineare, ma si sovrappongono l’una con l’altra. In “Giura” si parla del momento iniziale, che è fatto principalmente da dubbi e dal sorgere delle insicurezze, dalla ricerca perseverante dell’altra persona e dal desiderio di sapere dove si trovi, dalla gelosia e dalla richiesta di conferme. “Sottobraccio” racconta invece la fase dell’innamoramento: si parla di quando ci si abbandona finalmente al sentimento, a un “amore nucleare”. Con “Non ti voglio più” si passa poi allo sfogo per le mancate attenzioni, per gli atteggiamenti narcisistici dell’altra persona, che vive solo per sé stessa. Si giunge infine al “funerale” dell’amore in “Cartagine”: si prende consapevolezza che le cose non stanno funzionando, si è stufi dei silenzi e delle litigate, del buio e della pioggia. L’EP si conclude con “In breve”, un brano interamente prodotto da Laila, che ha voluto racchiudere le sue origini in un vortice confuso di suoni: una mescolanza di risonanze tribali e audio che recitano sagge frasi.

Mettendo a nudo le proprie debolezze, Laila si distingue per il suo modo unico di raccontare le cose: tratta questi temi profondi con una certa leggerezza, giocando con l’ironia. La narrazione dei momenti della relazione avviene su un sound che passa dall’indie-pop all’ R&B, fino all’urban. L’artista mostra di essere cresciuta artisticamente, di aver maturato la propria ricerca. L’EP, pur essendo breve, lascia un segno indelebile.
(Giulia Silvestri)

Laila Al Habash: 9

Hidden Segreto (Ep)

È uscito il nuovo EP di Brividee, artista conosciuto nella scena di SoundCloud, che si è svelato con tutta la sua freschezza e originalità attraverso sei brani ricchi di contaminazioni artistiche. Una musica ambient molto piacevole, dalle tonalità talvolta cristalline e sognanti, altre volte più profonde e dirompenti, ci accompagna nell’ascolto e ci trascina in una dimensione parallela, a tratti aliena. È l’incontro con l’ignoto, con qualcosa che ci disorienta. È come se venissimo colpiti a un tratto da una luce accecante, come se qualcosa di trascendentale a un certo punto si manifestasse offuscandoci la vista.
Hidden segreto è un EP ricco, oltre che di personalità, di sperimentazioni, come dimostra in particolare l’uso della Pc music. È il riflesso delle relazioni nell’era del postumano, rese difficili dalla tecnologia, che, come una sorta di terzo incomodo sempre presente, si intromette nei rapporti, ostacolando la comunicazione. Una raccolta di tracce estremamente attuale, che ci permette di riflettere con leggerezza sul peso delle incomprensioni.
(Giulia Silvestri)

Brividee:8

100km/h

Quando si è costretti a stare in un ambiente angusto o in mezzo ad una compagnia nella quale non ci si sente a proprio agio emerge un istinto di sopravvivenza indirizzato verso la fuga, l’unico pensiero è scappare il prima possibile.

100km/h brano che vede un nuovo capitolo della collaborazione artistica tra Ugo Crepa e Claver Gold indica la velocità media con la quale si cerca di allontanarsi da una relazione, percorrendo però una strada con qualche curva e pericolo, rischiando quindi di sbandare tra le illusioni di un rapporto pericoloso, andando così a sbattere contro la realtà delle cose.

“Direi che è finita qui, ma prima aspetta che arrivo”

(Nicolò Granone)

Ugo Crepa, Claver Gold:8

Miami

Le feste e la musica, l’evasione del progetto Crema esplode dentro Miami.  Giocando con la famosa località statunitense e la domanda Mi ami? ne nasce un dualismo tra la gioia e spensieratezza in contrapposizione con quello che rimane dopo un party sfrenato, ad esempio ricordi sfuocati e mal di testa.

La felicità è un istinto basato sulla libertà, il coraggio e l’agire, quando però inizia ad arrivare la stanchezza e la necessità del riposo può succedere che davanti al sole si metta qualche nuvola, e così la luce inizia a nascondersi tra le ombre.

(Nicolò Granone)

Crema: 7

Andando molto piano

L’amore prevede delle tempistiche? Probabilmente davanti a questa domanda potrebbero esistere varie risposte, anche a seconda della situazione che ognuno sta vivendo in un preciso momento della vita, sommato o sottratto all”altra persona.

Selmi si scontra con i suoi sentimenti, accettando le fragilità di un essere razionale affascinato dai misteri del cuore, rivendicando un diritto alla felicità, molto spesso effimero.

E così, la bellezza, non solo fisica, ma anche legata alla personalità, diventa sia una richiesta sia un disperato tentativo di risolvere un rompicapo emotivo. Il tempo può dare risposte, però l’attesa spaventa e la velocità aumentarne la distanza.

(Nicolò Granone)

SELMI: 9

Totti

“Giorni nuovi, problemi vecchi”, sembra quasi essere un mantra che si infila nelle nostre vite in modo subdolo. Un po’ come quando, affranti da tutto quello che stiamo vivendo, decidiamo di affidarci alle prime considerazioni di un Paolo Fox non troppo attendibile. 

Alla fine siamo fatti di tantissimi “domani andrà meglio” buttati al vento. Come se il dirlo e l’affermarlo ci renda automaticamente pieni di speranza nel futuro. Sentiamo il bisogno di rinnovarci e di far sapere agli spettatori del nostro palcoscenico che, chissà come, ce la stiamo facendo. Decidiamo, quindi, di sorprendere la critica teatrale della nostra vita portando dietro ai drappi rossi uno spettacolo dal nome “Francesco Totti”… insomma, avremmo potuto fare di più, ma sembra basti questo per dimostrare agli altri un sentore di cambiamento.

Così Cilio presenta il suo nuovo mondo, fatto d’influenze di un primo Fulminacci e di un fittissimo storytelling, di parole e creazioni di nuove realtà dove mostrare una delle nostre infinite identità.
(Viola Santoro)

Cilio: 7,5

Bonjour Adieu 

Pensiamo a una realtà in cui gli addii non esistessero, una simulazione in cui si potesse solo dire “buongiorno” e riavvolgere il rullino della vita. Sarebbe disastroso, una vera e propria condanna che creerebbe così tante incomprensioni che, a un certo punto, saremmo costretti a inventare una parola che stabilisca un addio.

In questo scenario, la mancanza di una chiusura definitiva nei rapporti e nelle esperienze porterebbe a una perpetua ambiguità. Le canzoni che parlano di cuori spezzati, di separazioni dolorose e di nuovi inizi non avrebbero più lo stesso impatto e gli psicologi si troverebbero, nel giro di pochi secondi, a servire panini nei primi fast food. 

Senza gli addii, saremmo bloccati in un ciclo senza fine che avrebbe un motivetto simile a quello della canzone di Rizzo, dalle note dream pop ed elettroniche. 

Questo brano va ascoltato con la consapevolezza dell’esistenza degli addii che, per quanto odiosi, ci aprono a nuove identità da sperimentare.               

(Viola Santoro)

Rizzo: 7

Odiare di meno

È una stronzata dire che nel silenzio ci si calma. È assordante, asfissiante, è rumore bianco senza fine. È una stronzata dire che nel silenzio ci si calma, sono sicura che ad affermarlo è chi riesce a concentrarsi con rumore bianco nelle cuffie. Questa è la classica categoria di persone che crede nei “bio” scritti sulle confezioni dei cibi e cerca di dare una spiegazione plausibile a 20 grammi di nocciole che costano sei euro. 

Sono tutte stronzate collegate da un velo trasparente di odio e rabbia repressa. 

Chiudiamo gli occhi ma non dormiamo, abbiamo tutto il tempo del mondo ma ci ritroviamo all’ultimo secondo, facciamo incubi da svegli e sogni da dormienti, siamo stanchi ma non troppo, vorremmo essere pieni di noi ma siamo vuoti dentro. 

È un infinito loop che non vede vie d’uscita. L’odio per sè stessi e per gli altri è costantemente ed incessantemente una semiretta che parte da A ma non ha fine in B. Tutto questo sembra avere come sottofondo l’elettropop, hip hop, pop, (chi più ne ha ne metta) di questa canzone, che, più che canzone sembra essere manifesto della vita.
(Viola Santoro)

Blue virus, fil : 8

Ti somiglia ma non sei tu

Isolarsi per evitare i problemi del mondo non è una scelta coraggiosa, anzi è un atteggiamento molto egoista guardare dentro il proprio orticello, fregandosene se il nostro vicino ha bisogno di qualcosa.

Ecco per pensare alle cose serie, sarebbe meglio mettersi una mano su cuore e coscienza, evitando di guardare gli specchi immaginandosi il riflesso. Con un po’ di ottimismo, speranza e desiderio come suggerisce Francesco Sacco, Quello che vedi non sei tu!

(Nicolò Granone)

Francesco Sacco: 7,5