New Indie Italia Music Week #202
Affermati, nonostante il buio che ti circonda.
Brilla contro i veli del pensiero convenzionale che con i suoi angoli ottusi ammacca la tua anima.
Urla la tua vita tra i vicoli, mentre tutti dormono.
Risveglia l’Io, scoprendo e ascoltando i migliori brani #IndieItalia della settimana scelti e recensiti da Indie Italia Magazine!
La Ghigliottina
Brunori Sas torna a sorprenderci a distanza di cinque anni dall’ultimo album con il nuovo singolo “La Ghigliottina” nella quale il cantautore rivolge uno sguardo all’attualità e lo imprime nella sua musica, prendendo anche in riferimento il tempo che si passa ad oggi sui social. “La Ghigliottina” offre uno sguardo critico rivolto alla quotidianità della società contemporanea, infatti, nel testo si ritrova a parlare di piaceri superficiali, come nel caso del sesso e moda, i quali starebbero a rappresentare come una specie di distrazione utile a colmare in maniera quasi temporanea un vuoto emotivo.
(Andrei Lepadat)
Brunori Sas: 8
FESTA
Nella vita s’incontrano delle persone che hanno la capacità non solo di cambiare le tue priorità, ma anche quella di farti fare scelte che lucidamente non avresti mai fatto. Andare a certe feste noiose, con persone non troppo simpatiche e musica niente di che, a cui non si da troppa importanza perché così si ha la scusa per ballare insieme. Nonostante la timidezza, la poca voglia di aprirsi con il mondo esterno, si riesce ad andare oltre i propri limiti, lasciandosi trascinare da un sorriso o da una battuta che in realtà faceva poco ridere.
Ok io da questo posto me ne voglio andare, ma voglio farlo con te.
Quanto è difficile trovare il coraggio di ammettere il bisogno di condividere certe cose insieme, soprattutto se si ha paura delle conseguenze o di essere fregati dalle aspettative.
(Nicolò Granone)
FASK: 7,5
Occhi Aperti
sonogiove insieme a Sidstopia fondono il pop con ritmi drum ‘n bass nel loro nuovo brano “Occhi Aperti”, creando un suono dinamico e accattivante. La produzione di KKKK dona al brano una potenza sonora, evidenziando al meglio il featuring con Sidstopia. Il tema, incentrato sullo sfogo dopo una relazione tossica, emerge con forza nel ritornello “Ti prego fammi a pezzi”, che cattura il tormento e la necessità di chiudere con una dipendenza affettiva.
(Ilaria Rapa)
SONOGIOVE, Sidstopia:8
Fuori dalla stanza (EP)
“Fuori dalla stanza” rappresenta per HÅN un importante cambiamento: è infatti per l’artista il suo primo progetto in italiano dopo un percorso artistico sviluppato tutto in inglese. L’EP scava dentro l’interiorità di tutti noi, con testi che parlano di perdita e di crescita, il tutto immerso in atmosfere delicate e malinconiche. La produzione, curata da okgiorgio e Marco Giudici, unisce suoni grezzi e acustici, dando vita ad un effetto lo-fi intimo e essenziale. Ogni brano sembra una finestra su un microcosmo emotivo, sospeso tra sogno e realtà, dove la cantautrice trasforma il malessere in una nostalgica bellezza.
(Ilaria Rapa)
HÅN: 8
A cosa serve l’estate
A cosa serve l’estate è vento, litigi e ricordi di un amore mai dimenticato, che porta a perdersi in un ciclo di errori e riconciliazioni. Una canzone che esplora un’estate diversa da quella a cui siamo abituati, lontana dalla spensieratezza, avvolta in un’emotività più intensa e riflessiva. Anche se la fine di una storia ha reso la stagione più difficile, nuovi inverni e nuove estati arriveranno e per un’estate rovinata, c’è sempre la prossima ancora da scoprire.
Arricchito dalla collaborazione con Leo Gassmann, il brano unisce le voci dei due artisti, creando un mix affascinante di leggerezza e malinconia.
Leo Gassman ft Svegliaginevra: 7.5
passanti
La band bolognese Rovere torna sulle scene musicali con il nuovo singolo “Passanti”, che sarà incluso nel loro prossimo album “11 Case”, in uscita a ottobre. Questo brano, ricco di energia, esplora il conflitto tra le aspettative che emergono nel corso del tempo e la realtà dei trent’anni. Il tema centrale della canzone è il trascorrere del tempo e come, nel caos della vita quotidiana, si possa sviluppare la paura di vivere come semplici passanti, privi di una meta definita.
(Andrei Lepadat)
Rovere: 9
Testa di casse
Giallo e Wilde mescolano rock, dance e rap nel singolo “Testa di casse”, rappresentando un atto di liberazione e ribellione, ideale per chi desidera riconnettersi con sé stesso in una città che non si ferma mai, con un’attenzione particolare alla città di Milano.
Il ritmo energico, caratterizzato da un potente basso e chitarre incisive, è accompagnato da un’ironia che invita alla leggerezza. “Testa di casse” diventa così un inno per chi, nonostante le difficoltà, decide di affrontarle con spensieratezza e vitalità.
“Milano corre, corre troppo. Ti fa venire il fiatone e alla fine non capisci nemmeno più dove stai andando. Ogni tanto devi fermarti e capire cosa diavolo stai inseguendo. Nell’esaurimento, ci siamo detti io e Wilde: ‘Fermiamoci un attimo, prendiamo una chitarra e vediamo che succede.”
(Andrei Lepadat)
Giallo feat. Wilde: 7
Apollo 12
YOF è un artista fuori dal comune: scrive, produce e suona tutto da solo, e il suo sound richiama artisti Nu-Soul come Tom Misch e Jordan Rakei. Oltre alla sua carriera da solista, si sta anche facendo un nome come produttore, lavorando sul prossimo disco di Ainè.
“Apollo 12” è un brano fresco e con un hook che rimane in testa dal primo ascolto, e segna l’inizio di un percorso che punta a portare la sua musica su più territori e a farne uno dei nomi emergenti da tenere d’occhio. Il singolo è caratterizzato da un tappeto sonoro intriso di stile e eleganti commistioni di generi: chill out music, rnb e urban, perfettamente calibrati all’interno di un quadro sonoro autentico su cui si dispiegano le liriche sognanti di Yof.
Yof: 7.5
))) ECHO (((( (Album)
Un messaggio che cambia, riverbera e si amplifica: questo è quello che vuole mandare Memento con il suo terzo album, ))) ECHO ((((.
La storia di questo disco inizia nell’ottobre del 2022 quando Memento e alcuni amici si ritirano a Bandita, un luogo magico nei boschi tra Piemonte e Liguria alla ricerca di ispirazione e nuovi stimoli. Inizierà un viaggio tra qui e Milano che durerà un anno intero: un viaggio alla ricerca di un suono nuovo, che li porterà infine a scoprire se stessi.
Il verde vivace dei prati intervallato dal grigiore delle strade. Il gorgoglio dei ruscelli interrotto dallo sferragliare delle marmitte. È questa contrapposizione che caratterizza il suono del disco: arpeggi dolci e lick distorti, atmosfere vibranti e synth cupi, liriche distese e melodie avvolgenti.
Il titolo dell’album assume molteplici significati per il giovanissimo artista: è un effetto sonoro che Memento usa spesso nella sua musica, ma è anche la metafora di un riflesso, un mezzo attraverso cui l’artista riesce a conoscere se stesso, i suoi pensieri, e come trasformare tutto questo in musica.
Ma non solo, è anche un modo per conoscere quello che gli sta intorno, grazie al ritorno di pensieri e di energia che arriva a lui nel momento in cui manda un messaggio con la sua musica, e che plasma la visione del mondo.
Memento: 7
ancora
Una storia d’amore che dura nel tempo, Luca Re ci fa credere di nuovo nel “per sempre” con “ancora”, un brano da ballare grazie alla superba produzione dei Demona e da ascoltare, perché “pensavamo durasse due giorni e invece passiamo le notti ancora a guardarci negli occhi”.
In questo mondo pieno di storie senza impegno e scintille di una notte, un brano che celebra un sentimento duraturo, per quanto ci provochi stupore, ci fa anche sorridere dolcemente: ora sappiamo che ci sono ancora persone disposte a lottare e a superare ogni difficoltà insieme a noi.
Quando nonostante i cambiamenti, la crescita e gli ostacoli che la vita ci mette davanti, riusciamo ancora a trovare quegli occhi che ci mettono tranquillità, forse sono davvero quelli giusti e allora “non ci resto più qui, senza di te”.
(Margherita Ciandrini)
Luca Re: 8,5
A vele spiegate
Ci perdiamo nel jazz-funk dei Fitness Forever, che con “A vele spiegate” navigano verso l’orizzonte, portando a bordo anche Calcutta e Alan Sorrenti.
Ritorniamo con la mente all’estate appena terminata e se chiudiamo gli occhi riusciamo anche a sentire le piccole goccioline della spuma del mare sulla pelle, il sole che ci riscalda e il vento che ci permette di andare sempre avanti.
Salutiamo la terra ferma che al momento non ha le risposte che cerchiamo, abbiamo bisogno di perderci in mezzo ad un blu silenzioso e profondo, non sappiamo cosa succederà, ma il nostro viaggio interiore è appena iniziato e allora andiamo a vele spiegate verso l’ignoto.
(Margherita Ciandrini)
Fitness Forever, Calcutta: 8,5
dicono
La libertà è solo un’utopia nel nuovo brano di Sentinelli: “dicono” è una denuncia alla falsa possibilità di scelta che abbiamo, in realtà se usciamo anche solo un po’ fuori dagli schemi, tutto quello che possiamo fare è ritornare subito sui binari prestabiliti dalla società.
“Dicono che la vita sia come un grande mare, vai un po’ dove ti pare” ma in questo momento c’è un cartello di divieto di balneazione e allora continuiamo a correre veloce per non pensare e per trovare una strada che sia giusta per tutti, ma lo è anche per noi?
La frustrazione di trovare sempre degli ostacoli, a volte insormontabili, ci fa capire che nessuno sa cosa veramente vuole, perché stiamo tutti seguendo una strada che sia approvata da tutti, e che alla fine ci farà cadere in una spirale di false scelte che ci spegnerà.
(Margherita Ciandrini)
Sentinelli: 8
A Tratti
“A Tratti”, il primo singolo ufficiale di Matteo Salzano si snoda attraverso le note di un cantautorato ricco e pieno di sensibilità, che analizza la fine dell’adolescenza.
La sua voce delicata e l’utilizzo del falsetto rendono l’atmosfera leggera che insieme all’arrangiamento dà all’ascoltatore la sensazione di essere trasportati su un’altra dimensione.
La malinconia di fondo è accompagnata da una serie di virtuosismi musicali e vocali ed ogni verso è carico di significati che spetta a noi interpretare.
“Non so più dove sei, non rispondi piú.”
Queste parole evocano un’assenza, un vuoto che deve essere colmato, in cui questi tratti sono ciò che rimane, ma anche ciò che manca.
“A Tratti” esplora la complessità delle emozioni legate alla perdita e alla memoria, utilizzando immagini poetiche e un linguaggio evocativo.
(Benedetta Rubini)
Matteo Salzano: 8
Rigacuore
L’amore perfetto con il lieto fine tipico dei film è difficile da trovare nella vita reale, spesso i nostri amori sono imperfetti e complicati ed è proprio questo l’amore di “Rigacuore”.
Il brano dalle sonorità indie-pop esplora proprio questa complessità e Creta con la sua voce delicata ci invita ad amare senza nascondersi dietro stereotipi idealizzati.
Dobbiamo vivere l’amore in modo autentico, accettando le imperfezioni, abbattendo i filtri e cogliendo tutte le sfumature di questo complesso sentimento, che ancora in troppi tendono ad idealizzare.
L’artista racconta la bellezza dell’amore imperfetto , ma a volte si ritrova senza parole: “ Resto muta per ore” e riconosce che nemmeno una canzone può bastare ad esprimere tutto quello che prova : “ So solo che non mi basterà, nemmeno questa canzone.”
Ci troviamo di fronte ad un brano sincero e trasparente, “Rigacuore” è un invito ad esprimere i propri sentimenti in maniera autentica, senza filtri e ad accettare la bellezza dell’amore imperfetto.
(Benedetta Rubini)
Creta: 8
A Mare
Un forte senso di soffocamento , la ricerca della libertà, sopravvivere e trovare un rifugio sicuro, questi sono gli elementi chiave che rendono “A Mare” un viaggio carico di intensità.
Il testo è potente, abbiamo immagini forti che parlano sia di sofferenza che di speranza ed tutto avviene all’interno di una lotta personale con se stessi.
“Stretta nella gola, voce soffocata cerca via di fuga, voce soffocata in un vortice corre nella luce.”
Ci troviamo di fronte ad un senso di oppressione e di urgenza; la voce soffocata evoca il desiderio di volersi liberare da una situazione oppressante, invece il vortice suggerisce un movimento frenetico verso la luce e diventa simbolo di speranza e di libertà.
In fondo l’importante è trovare sempre quel pizzico di speranza nonostante tutte le difficoltà.
(Benedetta Rubini)
Lo Straniero: 7,5
Lily
Sono le due di notte e non riesci a dormire. Ti sforzi ma i tuoi pensieri hanno deciso di prendere il sopravvento, d’altronde come gli ultimi dieci giorni.
Ti chiedi come mai, ma non ci fai caso
È ora di pranzo, non hai molta fame. Scegli di cucinare qualcosa di veloce, ti siedi al tavolo ma non riesci a non soffermarti su quanto su un lato fosse tutto bruciato.
Ti chiedi come mai, ma non ci fai caso
Dovresti lavorare, uscire, fare di tutto, ritirare il pacco di Amazon da più di cinque giorni fermo nel locker, studiare, mangiare, dormire, vivere. Ti riesce tutto difficile.
L’unico rifugio sono i cuscini d’amianto sul letto, intrisi di lacrime dei giorni scorsi, le lenzuola andrebbero cambiate.
Sono già le due di notte, di nuovo. È buio pesto e continui a non sentire niente, neanche il sentore odioso della fame. Il tempo scorre, non sai che giorno sia.
Sarà Lily, saremo noi qualche volta, sarà una persona che guardiamo negli occhi ogni giorno. Il dolore ci unisce in modo inaspettato e questa canzone ne è l’emblema. Intima, senza fronzoli, voce piena di sfaccettature quasi a scandire i secondi che corrono per creare minuti.
Una poesia.
(Viola Santoro)
Merlot, Piazzabologna: 8
Divisi
Gli esseri umani sono predisposti biologicamente e psicologicamente a costruire e mantenere legami affettivi.
Gli esseri umani entrano in crisi nel momento in cui il legame si dissolve.
Il legame si dissolve… il legame si spezza… ma se era un legame come è possibile che non leghi più? Ha perso la sua utilità principale? Come è possibile? Eppure io credevo che più forte dell’attack non esistesse nessuna colla, ci eravamo stretti così tanto che il nostro “legame” era forte come un’immagine stampata ed incollata sul quaderno di geografia del primo anno di elementari.
Che strano, le nostre mani sembravano incollate così strettamente che alcune volte si sentiva il dolore delle falangi che stringevano troppo.
“Lo avrà sentito anche y?” (Si chiede x)
“Ma eravamo così stretti che il legame sembrava indissolubile” (urlò a gran voce y con le lacrime agli occhi)
“Sai che forse la colla non era la più resistente?” (Disse x con un certo vuoto negli occhi)
E poi, di solito, una volta dette queste cose ci si lascia andando verso due strade diverse ed opposte anche se la fermata del bus più vicino, e che interessa a tutti e due, era poco più avanti a sinistra.
L’amore finisce perché lo riempiamo di promesse, patti, speranze, parole non dette che avremmo voluto dire, parole dette e che avremmo voluto non dire. L’amore finisce perché non eravate legati. L’amore finisce perché non è costrizione di accettazione. L’amore finisce perché se a x qualcosa non stava bene, y avrebbe dovuto ascoltare. L’amore finisce perché crediamo che basti sentire “il legame” (per poi scoprire che era solo un po’ di colla sottomarca).
126 è lovegang.
(Viola Santoro)
Aps126, Franco126: 8,5
Immagina
“Perfetti per l’uno, imperfetti per l’altro
Concedimi l’ultimo sbaglio”
L’amore finisce prima che gli attori co-protagonisti possano sentirne tutto il sapore. Quando iniziano le riprese di un nuovo film si inizia a registrare sempre dalla fine così che l’inizio possa essere già consapevole della finale poco lieto.
Vi piacerebbe sapere come andasse a finire ciò che avete appena iniziato? Scommettere sui presentimenti come quando gratti con le monetine i gratta e vinci?
Forse ci lascerebbe senza il dubbio dell’imprevisto, senza la possibilità di appoggiarci al davanzale della finestra attendendo un possibile ritorno, uno di quelli che farebbe invidia ai miglior film romantici e smielati.
Che passi il tempo con l’ansia del suo scorrere (!), se avrete voglia di aspettare appoggiati vi consiglio una playlist con un’unica canzone dal nome “immagina”, potrebbe essere la colonna sonora perfetta.
(Viola Santoro)
Fudasca, Tredici Pietro, Francesca Michielin, Mecna: 9
PEGGIO DI COSÌ
Ci troviamo in uno stato di confusione, caos di pensieri che si sovrappongono fino a sovraffollare la mente. Ci sentiamo disorientati: “Peggio di così si muore”. Tante immagini ci scorrono davanti, è un flusso in cui nulla è definito e riconoscibile. Cosa c’è che non va?
La terra sotto di noi trema (“Sento il mondo che si muove”). Si vorrebbe scappare alla ricerca di un nuovo punto fermo. Per fare questo però c’è bisogno di rivoluzionare ciò che ci sta attorno. Il brano fa emergere questa necessità: inizialmente più malinconico e avvolgente, raggiunge una vera esplosione, sprigionando tutta l’energia contenuta prima.
Non è però facile uscire da questa condizione di incertezza e affrontare il cambiamento da soli. Vorremmo qualcuno accanto con cui ballare nel disordine, con cui scappare mano per la mano.
Tancredi con questo brano resta coerente alla sua recente produzione, in cui l’elettronica ha sempre una grande importanza. Ascoltandolo mi è subito venuta in mente “Camilla”. Questo è un bel segno: Tancredi sembra aver trovato la sua dimensione, la chiave per esprimere al meglio sé stesso.
(Giulia Silvestri)
Tancredi: 8
Battesimo oscuro
Si può ricostruire a partire dai detriti?
“Battesimo oscuro” è l’ultimo singolo ad anticipare “Boy di ferro”, album che uscirà a breve. Si parla di una rinascita che prende forma dalle ceneri. Mantenendo il filo conduttore della sua precedente produzione, Visconti esplora, qui come negli altri brani, il tema della distruzione, ma caricandola di una connotazione positiva. La strada per reagire al caos che ci divora non è la sottomissione a esso, ma il celebrarlo, mettendo in atto una grande cerimonia, una sorta di iniziazione per ricominciare.
Dopo aver toccato il fondo, non si può far altro che riemergere. E a darci la spinta è un sound punk, reso più cupo dal groove iniziale e dalla varietà di timbri delle chitarre, che a tratti sfiora il macabro. Anche questa volta Valerio dimostra di saper giocare molto bene con lo strumentale, studiato al meglio per conferire una precisa sensazione.
Il primo passo per compiere il “Battesimo oscuro” è sicuramente accettare ciò che non va. Non ci si può infatti “nascondere nell’infelicità”. Nel brano si parla di non voler seppellire l’oscurità: si tratta di cercare proprio lì la luce. Visconti sembra voler smentire il titolo del suo futuro album: dimostra di essere un “boy di ferro” che riconosce però la ruggine che c’è dentro di lui.
(Giulia Silvestri)
Visconti: 9
Un Metodo
Esiste un metodo per stare bene? “Nessuno ti insegna come si fa”
Licciardi nel suo nuovo brano ci dice che non c’è una ricetta, non ci sono regole da seguire che valgono per tutti. Ogni persona, conoscendosi e ascoltandosi, trova il suo modo per essere felice.
Una dolce chitarra acustica e un sound sognante ci introducono in una dimensione intima e accogliente. Quella giusta per rivolgersi a una persona smarrita, che ha bisogno di parole confortanti e rassicuranti. Il finale, con la batteria e le chitarre distorte, rappresenta una presa di coscienza del caos che ci circonda: non si può dominare, ma si può imparare a starci nel giusto modo. Ecco la chiave. Non importa stare al passo, dimostrare a tutti i costi di valere, correre affannosamente. Spesso basterebbe rallentare, fermarsi un attimo a respirare. In quel modo riusciremmo a trovare la nostra via.
(Giulia Silvestri)
Licciardi: 7,5
Aria
La nuova uscita di Cicco Sanchez, “Aria”, cattura l’anima con linee vocali uniche e potenti, rese ancora più intense dal timbro distintivo dell’artista. La canzone è attraversata dal suono caldo e delicato della chitarra acustica, che accompagna senza mai sovrastare la voce, creando un’atmosfera intima e profonda. Il brano esplora il tema della mancanza di una persona cara, sentita in modo così profondo da essere paragonata al bisogno vitale dell’aria.
Senza accorgersene però, la conclusione di questa storia d’amore è svelata, in parte, già all’inizio. La mancanza che sembrava così insopportabile potrebbe appartenere ormai al passato: i due si sono finalmente ritrovati, e quel vuoto, al momento, è un ricordo lontano. “Aria” racconta quindi non solo la sofferenza, ma anche la guarigione e la riconciliazione, dando al brano un senso di chiusura e speranza. Con una melodia malinconica e un testo che parla direttamente al cuore, “Aria” diventa una canzone capace di trasmettere emozioni universali attraverso il linguaggio semplice e diretto dell’artista.
Respiro ritrovato.
(Alberto Fiorese)
Cicco Sanchez: 9
Lontano da Tutto
È uscita il 20 settembre, “Lontano da Tutto” di Rondine, giovanissimo cantautore Romano classe 2005. “Lontano da Tutto” una canzone dedicata a chi sogna di fuggire dalla routine e dalle insicurezze della vita quotidiana. Il testo racconta un rapporto fondato sulle fragilità condivise, in cui l’artista si trova a fare i conti con le proprie insicurezze. C’è però un punto di svolta: Rondine decide di prendere in mano la situazione e propone una fuga, un invito a scappare “lontano da tutto” per ritrovare sé stessi. Il ritmo, energico e spensierato si fonde efficacemente con il timbro del cantante, forte e carico di vita, che trasmette un desiderio di cambiamento e di rinascita.Fuga verso la libertà
(Alberto Fiorese)
Rondine: 8
i miei fiumi
Secondo alcune persone guardando le linee presenti sulle nostre mani si può sapere quale traccia prenderà la vita e cosa succederà tra futuro e destino. Per Adelasia il nostro navigare nel mondo invece ha la forma di un fiume. Tra l’andare e il tornare veniamo trascinati in un mare di possibilità e, a volte, facciamo fatica a distinguere quale sia davvero il posto dove riusciamo a stare in pace non solo con noi stessi, ma anche con l’universo.
Dopo ogni viaggio si torna con nuove esperienze, è anche facile però aprire la porta della propria stanza con un velo di malinconia, sentendosi diversi e cambiati dai chilometri percorsi.
“Penso troppo per lasciare stare, questa nostalgia che in ogni fiume traspare e non c’è niente di male.”
(Nicolò Granone)
Adelasia: 7,5
Senza Stelle
“Amare è solo un atto di fede, ed io cerco qualcuno qualcosa. In cui poter credere, davvero”
La speranza, ma soprattutto l’illusione sono il filo conduttore di “Senza Stelle” il nuovo brano di ceneri. Questa canzone descrive l’intimità di un rapporto giunto alla fine, che però ha lasciato segni e ferite nell’anima in modo talmente evidente che è impossibile provare a nasconderle. È incredibile però la capacità e la voglia dell’essere umano di curare il dolore andando alla ricerca di nuovo dolore, provando a trovare riparo nei sentimenti e nelle situazioni. Il vuoto diventa uno spazio da riempire con il cuore a costo di addormentarsi sotto un cielo nuvoloso, freddo e senza stelle.
Si può giustificare questa incoscienza con la spensieratezza di essere giovani, crescendo diventa sempre più complicato riuscire a capirsi e dialogare con certe emozioni, scegliendo consapevolmente la ragione per nascondersi dentro una nebbia fitta di apatia.
(Nicolò Granone)
ceneri: 8
Le Ore / Poesia
Il doppio singolo dei Palmaria ( Le Ore / Poesia) è un dialogo intimo tra realtà e immaginazione. Per sfuggire alla frenesia della vita moderna con i suoi obblighi imposti è necessario cercare altrove una certa libertà. Ecco spiegato perché l’arte, la musica, il cinema e tutti i prodotti culturali sono forma di ribellione, evasione e riscoperta di un qualcosa invisibile ad un primo sguardo.
Sognare non solo è possibile, ma è estremamente necessario per riuscire a mantenere un equilibrio nel quotidiano, altrimenti lasciando spazio alla monotonia tutto diventerebbe noioso e prevedibile.
(Nicolò Granone)
Palmaria: 8,5
Occhi Aperti
“Quello che ho costruito interamente da zero, di cui me ne curo come fosse un mio caro.”
Il perseguimento dell’obiettivo come unico senso delle giornate. L’unico motivo per cui apriamo gli occhi la mattina, anche se quello che vedono i nostri “occhi aperti” sono sogni.
E “ci sbricioliamo come una cialda” sì, perché il muro della realtà è tosto e quello che vogliamo lo fa sembrare troppo fragile per scavalcare tutti gli ostacoli. Ma se la missione non fosse così ardua non saremmo di certo così appassionati, così vivi, anche se ci sentiamo “a fari spenti”.
“Godiamoci questa way”: la strada stessa diventa il senso, pure se il traguardo è lontano, pure se a volte il solo provarci sembra un alibi che diamo a noi stessi per non lasciare che il tempo ci lasci indietro senza che ci abbiamo provato.
Il testo è essenziale, quasi minimalista, ma era davvero l’unica via con cui Sara poteva esprimere il dilemma immenso di chi ha un progetto senza il quale non riesce a vivere.
(Stefano Giannetti)