“MET e Salba sono fieri di essere Fragili” | Intervista

PH: Ufficio Stampa

“MET e Salba sono fieri di essere Fragili” | Intervista

Essere fragili non è per forza una debolezza, anzi riconoscere questa sensazione permette di capire quali sono i limiti,  quali sono le ferite che fanno più male se non si riesce a chiudere e soprattutto si ha lo spirito per fare musica e canzoni sincere.

Met, in collaborazione con Salba, esalta questo concetto con un brano  che evoca immagini intime e potenti che invitano l’ascoltatore a riflettere sul proprio cambiamento interiore, riscoprendo la forza delle scelte e la possibilità di riconoscersi in nuove vesti.

“La definirei la canzone dei 30 anni, la canzone della maturità, quando ti guardi allo specchio e vedi le cose cambiare, le persone intorno invecchiare, i sogni diventare sempre più difficili da realizzare . Sei disorientato, inizi a capire che non sei più invincibile come pensavi, ma allo stesso tempo senti di aver acquistato una grande forza e consapevolezza di te stesso, un fascino nuovo che ti rende grande. La necessità del cambiamento diventa un tema centrale, cercare una direzione nuova, una direzione tutta nostra” così la raccontano gli autori di questo brano.

INTERVISTANDO MET

Il nuovo singolo è uscito in contemporanea con il tuo compleanno, quindi tanti auguri!, Sei riuscito a fare un bilancio di dove sei tu ora?

Grazie! Sembra fatto apposta, ma l’uscita del singolo nel giorno del mio compleanno è stata una coincidenza… perfetta. Il compleanno segna sempre una fragilità universale: il tempo che passa. Apprezzo molto la citazione Dove sei tu, è proprio il nome del primo singolo di questo nuovo progetto, uscito qualche mese fa. In questo momento mi sento sospeso tra ciò che ero e ciò che sto diventando. Il cambiamento spaventa, ma per viverlo davvero bisogna tuffarsi senza paura.

Come avete scelto di affrontare il tema della fragilità  con Salba?

Salba è un grande amico e cantautore, ci siamo riconosciuti subito nelle stesse fragilità e negli stessi sogni. Abbiamo affrontato questo tema partendo dalla nostra forza: l’amicizia. Fragili è la canzone della maturità, quel momento in cui tutto cambia, amicizie, amori, sogni e le responsabilità iniziano a pesare. Nel brano diciamo ‘uomini al vento’, perché in fondo siamo tutti in cerca di una direzione. Ma la chiave è lasciarsi sorprendere dagli eventi, senza fossilizzarsi su un’unica strada. È un concetto che porto avanti da Ko Lanta, il mio ultimo disco uscito nel 2022: apriamoci al caso, le cose più belle accadono così.

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Il tempo passa parallelo alla vita è un mantra utile a ricordare che certe occasioni sono da prendere al volo?

Il tempo è un fiume, scorre accanto mentre noi viviamo o non viviamo. È importante ricordarlo ma non lo considero un mantra, forse più una consapevolezza: al tempo non importa di noi, quindi tanto vale vivere davvero. Se non facciamo ciò che amiamo, ciò che vogliamo, lui va avanti comunque con o senza di noi. E allora che senso ha trattenersi? Io vivo viaggiando, scrivendo canzoni, innamorandomi di luoghi, persone, emozioni. La felicità non è un caso, si costruisce giorno per giorno. E io mi impegno a viverla fino in fondo.

C’è qualcosa che manca alla musica italiana oggi?

Dipende. Se parliamo della musica che passa in radio, forse manca un messaggio forte, qualcosa di davvero vitale. Oggi si punta tanto alle hit, ma la musica, come il teatro e tutte le arti, dovrebbe trasportarci altrove, farci sognare, ricordare, emozionare. Penso a brani come L’ombelico del mondo, pieni di energia, o Anna e Marco, di un’emotività pazzesca. Ma fuori dal mainstream c’è un mondo incredibile da scoprire. Conosco cantautori indipendenti che fanno musica straordinaria, e invito tutti a esplorarla: lì ci sono bellezze ed emozioni autentiche.

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Troppa libertà di scelta può portare confusione?

La libertà di scelta non è mai troppa. È l’eccesso di opzioni che, a volte, può creare confusione, e da indeciso, so di cosa parlo! Ma se la confusione nasce dall’abbondanza di possibilità, ben venga. In fondo, avere la possibilità di scegliere è un privilegio immenso, la nostra più grande forma di libertà.”

Ti definisci un cantautore romantico?

Forse più intimo, sicuramente vitale, e a tratti romantico, ma nel senso di sognatore. Il viaggio è uno dei miei temi chiave, sia fisico che interiore. Nelle mie canzoni porto il desiderio di ritrovarsi, di esserci, di vivere come ci piace restando noi stessi. È un’idea di evoluzione, di movimento continuo. E se questo è romantico, allora sì, lo sono.

Metropolitana è una storia d’amore senza una vera destinazione finale?

La vita è fatta di scelte come dicevamo prima, e Metropolitana parla proprio di questo: la libertà di scegliere la vita che sogniamo, l’amore che immaginiamo e le persone con cui condividere questo viaggio straordinario. Alcune storie d’amore nascono, altre finiscono, ed è proprio questa possibilità a renderle uniche. Mi piace l’idea di un amore senza una destinazione finale, perché in fondo nessuno la conosce davvero. Non ci sono scadenze, strategie o obiettivi se non la felicità. Vedo molti che cadono nell’errore di cercarlo con troppa urgenza, forzandolo. Ma l’amore è naturale, non segue programmi: arriva e basta.