
New Indie Italia Music Week #220
“Padre mio portami via. Da queste maree deserte. Regalami la radio, il vento e una canzone triste.
Padre mio portami via da questo silenzio amaro. Dammi un po’ di voce, dammi un italiano vero”
(30 Febbraio -La Municipàl)
C’è una voglia di fuga che ci accompagna, un desiderio di distacco dalle maree silenziose che ci circondano. Ma le parole, come il vento, non si fermano. E in questo caos di riflessioni e assenze, la musica arriva a risolvere o, perlomeno, a distrarre. Un italiano vero, che si fa sentire, che racconta di silenzi, di emozioni bruciate dal tempo e di cuori in cerca di un respiro.
È così che ogni settimana ci immergiamo nel mare di suoni che l’Indie italiano ci regala, e ogni nota è un piccolo viaggio da intraprendere. Da un brano all’altro, ci facciamo cullare, ci facciamo trasportare, alla ricerca di quel momento di connessione.
Unisciti a noi in questa nuova puntata dei migliori brani della settimana, scelti e raccontati da Indie Italia Magazine.
Movimento (EP)
Ainé pubblica MOVIMENTO, un progetto che ridefinisce alcuni dei momenti più significativi di Buio Leggero attraverso una serie di remix inediti. Un’esplorazione sonora che intreccia il suo inconfondibile R&B con atmosfere elettroniche, muovendosi tra house, dub elettronica e deep. MOVIMENTO è più di una raccolta di reinterpretazioni: è un’evoluzione artistica, un dialogo tra passato e futuro che celebra la contaminazione musicale e la continua ricerca di nuove dimensioni sonore.
Ainè: 8
Disco
North of Loreto (side project di Bassi Maestro) e Alex Fernet, tra i più significativi esponenti del nu-boogie italiano, sono pronti a pubblicare la loro prima release di coppia: “Disco / Diavolo Blu”, opera prima nata dal freschissimo connubio tra i due artisti.
“Disco” è un brano dal gusto synth/city pop nato a Milano nello studio di Bassi – il quale, dopo aver sentito i primi vagiti del progetto Alex Fernet lo ha chiamato a raccolta, proponendogli una collaborazione – e racconta la voglia di scappare da casa e scendere negli inferi della discoteca, proprio come farebbe un “Diavolo Blu” (diventato poi il titolo della house version della traccia realizzata dal sapiente edit di North of Loreto).
Alex Fernet – North of Loreto: 8
Torta Rossa
TORTA ROSSA è una ballata pop romantica dalle sfumature indie nel testo e nella produzione musicale. È un brano che parla di amore, una ballad forte sulla distanza tra due innamorati che si mancano così tanto proprio “come Pino manca al Blues”. Solo sul finale, però, arriva il lieto fine. Il brano, grazie ad un’armonia ricercata e alla vocalità graffiata, riesce a rimanere sullo stile dei brani precedenti ma con uno sguardo diverso attraverso l’utilizzo di nuove sfumature. TORTA ROSSA è un brano sincero, universale, dove tutti possono rivedersi in qualche modo. E solo chi è stato davvero innamorato, può ritrovarsi in questa canzone.
Luce: 7.5
Parole piccole
“Parole piccole” è il nuovo singolo di Bais. In questo nuov brano, Bais mette al centro le “conversazioni di circostanza” immortalando immagini di feste e di serate apparentemente semplici in cui parole e frasi sembrano colmare lo spazio di un momento di imbarazzo, senza avere davvero un significato.
In “Parole piccole” malinconia e leggerezza si mischiano tra loro in un equilibrio perfetto tenuti insieme dalla poeticità dell’artista. A fare da cornice al brano una produzione che attinge dal synth‐pop americano, curata dallo stesso Bais insieme a Carlo Corbellini (Post Nebbia).
Bais: 7.5
Aria
“Aria” è il nuovo singolo di Emmeffe. È un brano dal sound pop con rimandi all’acustico e all’autotune. Questo mix fa emergere un animo innamorato che considera l’altra persona importante come l’aria. “Respirerò solo perchè so che sei sempre con me”: da questa citazione si evince il sapore del brano che è carico di romanticismo, ma non cade nel melenso.
“Aria” è la canzone giusta da ascoltare se si è in cerca di una classica canzone d’amore con un tocco di originalità nel sound.
(Greta Karol Nesci)
Emmeffe: 8-
Succo
“Succo”, nuovo singolo del cantautore torinese Simone Villa. Il brano racconta quei momenti in cui le persone non si capiscono o, forse, si comprendono fin troppo ed è descritto dall’autore come un “mix di all’interno di una centrifuga di vita e da versare in un bicchiere”: una serata qualunque, un posto carino, due persone, un gioco, una scommessa, metà genere “HappyVillanesimo”, metà genere pop cantautorale.
Simone Villa: 7
Dovresti ascoltare i Diaframma
Il ricordo agrodolce di un passato che sembra lontano anni luce, la sensazione di aver lasciato indietro qualcosa a cui ci si sente ancora legati. “Dovresti ascoltare i Diaframma”, il nuovo singolo del progetto Risorse Umane, mescola la nostalgia della gioventù a una potenza emotiva ancora fortissima. Una strumentale post- punk toccante e un arrangiamento di prim’ordine si uniscono ad un racconto vero, che sembra rievocare la sensazione di ritrovare per caso la foto di una persona che si era dimenticata. Un brano fatto di vita vissuta e di sentimenti universali, in cui chi ascolta ritrova il sé stesso di un tempo.
Risorse Umane: 8
RAFFREDDORE
“Raffreddore” è un brano dal sapore indie quanto elettropop. L’intro musicale carica di sintetizzatori e ronzii dura circa un minuto. Inizia poi una parte cantata. L’io narrante del brano ha trascorso i suoi primi vent’anni sotto le coperte, in una condizione di distacco dal mondo. Di tutto questo ora è rimasto solo un raffreddore. Il brano si chiude con un altra parte solamente musicale analoga a quella iniziale. Il pezzo di Umarell è fresco, originale, adatto a chi non riesce a classificare nei limiti di un singolo genere i propri gusti musicali.
(Greta Karol Nesci)
Umarell: 7,5
Paradiso
“Salveresti l’anima/l’animale che c’è in me” : già in questa frase possiamo cogliere la dualità di questo brano. Diora Madama invoca una salvezza, ma forse l’inferno che dice di essere, la sofferenza che provoca sensazioni così tangibili la definiscono.
Paradiso è solo un’invocazione, il dipinto astratto (ma nemmeno troppo) di uno stato d’animo. Ed è lì che veniamo proiettati. Quando proviamo dolore, quando siamo a fondo, non è che sappiamo quale sia la strada giusta, della salvezza. Altrimenti l’avremmo imboccata. Speriamo solamente di conoscerla, convinti che sia l’esatto opposto della direzione presa fino al momento della caduta (“dimmi che c’è da toccare dopo il fondo”).
Non c’è niente di certo. È il brano del limbo, che ci descrive nelle nostre incertezze, attraverso le sensazioni. Le uniche che non sono state scritte da altri. Probabilmente, per questo motivo, le uniche cose che possiamo dichiarare vere.
(Stefano Giannetti)
Diora Madama: 7,5
Da capo
Il dolore per le ricadute irrompe aggressivo e martellante in questo pop elettronico, con la voce di Amalia a volte sussurrata, a volte gridata, rappata, cristallina e disperata nel suo “non ritorno su”.
Sa che prima o poi supererà il momento di difficoltà, tornerà a volare, ma sa anche che il precipizio la aspetterà di nuovo.
“Da capo” è qualcosa di diverso dalla tristezza e dalla disperazione, è un combattere consapevoli delle sconfitte che ci hanno segnati e che ci aspettano. È un continuo rompersi ma mai scaricarsi. È la certezza che le cose devono andare così, non che sia giusto. Ma quel “finito” che chiude un brano intitolato “Da capo” è efficacemente spietato.
Come a dire che la sua sofferenza è un loop, che in quanto ciclo che si ripeterà, ricomincerà sempre sì, ma avendo rivelato la sua natura è come fosse già terminato. Per questo Amalia sarà sempre ferita, ma sempre pronta.
(Stefano Giannetti)
Amalia: 8
Neon
“Lasciami stare, se casco nel vuoto volevo solo respirare”. È la frase che vorremmo dire tutti, ma vorremmo dirla a tutti, non solo a chi sappiamo che possa reggerla. È la risposta alle imposizioni, al finto comfort offerto dalla vita moderna, dalla società, dal business. Da come vogliamo chiamarlo. L’esempio di Milano, che è considerata sempre più l’ombelico del mondo, che c’ha tutto lì dichiaratamente per servirti ma poi pare che sei tu a non essere al passo, a non essere in grado e pronto/a a salire su certi treni al momento giusto. A non aver visto quell’opportunità perché non sei veloce, perché il burn out è colpa tua che non sei capace.
“Neon” è l’accecante risposta che sta lì in alto per essere inseguita ma anche per essere evitata. Ed è più in basso che vogliamo dire come ci sentiamo, e non dove stiamo andando. Il neon ci ha rubato il tempo, il neon là sopra l’ha piazzato qualcuno. E se i minuti per respirare ce lo allontanano, a questo punto, ben venga.
(Stefano Giannetti)
Cecile: 7,5
Trattamento di fine rapporto
La voce di “trattamento di fine rapporto” è la cosa più malinconica ed indie dell’economia. È come se fosse uno spiraglio d’anima in qualcosa di totalmente arido e freddo. Sembra quasi essere stato creato da un nostalgico romantico studente di economia che, tra tutte quelle sigle non riesce a ricordarsene neanche una, a quel punto ciò che gli salta in mente è di provare a collegare acronimi a parole sensate, così un semplice “trf” prende respiro e si colora di qualcosa di molto più difficile da comprendere rispetto all’economia.
Si trasforma, per l’appunto, nella condizione che impone un “trattamento di fine rapporto” che, nonostante sia classificabile tra la voce C del passivo, non è di semplice comprensione.
Questo è il loro primo EP, un’esplosione di sound elettronico, rap, pop che cerca di dare voce a tutti coloro che si sentono in trappola ed incastrati nei nodi troppi fitti tessuti dalle grandi città come Milano.
Milano che in “catramen” sembra quasi inghiottire chiunque voglia scappare da lei. La sua voglia di raggiungere ogni posto con nuove metropolitane non ci fa respirare, ci rinchiude sottoterra senza donarci un po’ di “aria pulita”. Ma siamo veramente pronti a ricevere un tfr da Milano? E se rimanessimo così? Cos’è che ci impone di rimanere qui anche se non vogliamo? Perché preferiamo stanze da ballo con musiche squallide ad altre sicuramente più entusiasmanti? Da cosa vorremmo scappare? “Dramma freestyle” raccoglie queste domande e diventa emblema di una generazione eternamente insoddisfatta che non sa neanche cosa le dà noia.
Ve lo consiglio se, come tutti noi, vi sentite in eterno loop che sembra non aver fine. (ps: la fine esite)
(viola santoro)
TFR: 8
Piano B
La mia psicologa mi dice spesso di avere dei piani B ad ogni mio piano A ma io sono abbastanza fedele alla serie A dei falliti.
Insomma, credo che se scegliamo di andare a destra, piuttosto che a sinistra, è perché ne siamo fermamente convinti. teoricamente , prima di scegliere quella via, avremo studiato le buche della strada, avremo contato i chilometri da percorrere, la nostra macchina avrà abbastanza benzina. O no?
Il problema è che non siamo pronti all’inconveniente, alla nuova buca sulla strada, alle mappe del telefono che non funzionano, alla nostra macchina che ha finito la riserva e non serve a niente. A quel punto tocca a noi: scendere dall’auto e camminare, camminare e continuare a camminare. Per me questo non è un piano B però. È una formattazione del piano A. è bello vederla così.
Abbiamo la costante voglia di classificare ogni scelta della nostra vita, ci sono le scelte giuste, le sbagliate, quelle da poter fare se x risponde così, i pro, le liste dei contro, le note sul telefono addobbate dai vari propositi e di tantissime altre stronzate che scriviamo per non aver paura del fallimento e del vedere sgretolare l’unica meta che in realtà vogliamo raggiungere.
Il piano B può esistere ma non deve essere considerato come il sostituto di quello precedente, proviamo a guardarlo come se fosse un piano A.2.
Un sound chill, malinconico, una voce che ricorda tonalità e sonorità da indie 2016, il che non fa mai male.
(viola santoro)
Sentinelli: 7,5
Clichè
Un clichè è un’espressione fastidiosa, di quelle ripetute tante volte, di quelle sentite altrettante volte, di quelle banali, di quelle che non dicono altro, di quelle che a dirla tutta sono un po’ il nostro paracadute.
Tra giri di chitarra, una voce limpida, un po’ di malinconia e la voglia di non lasciarsi andare. Piuttosto di sentir dire un addio ci affidiamo alle frasi di circostanza che ci fanno stare tranquilli, il solito “ci sentiamo” è un tipico cliché dei rapporti finiti. Spoiler, non è vero, non vi sentirete più però, se vi fa stare sereni, perché non dirlo? Alla fine siamo esseri umani che si sentono confortati nella possibilità di non cambiare, nella possibilità di vedere che, alla fine, anche un semplice “ending” diventa “happy” se solo lo decoriamo di clichè.
Voi che ne pensate? È veramente così?
(viola santoro)
Laetum: 7
Oh Issa
Oh Issa nasce da un viaggio interiore, in cui Bruno si mette a nudo raccontando le sue difficoltà, i momenti di smarrimento e di solitudine. Spesso attraversiamo periodi difficili, fatti di alti e di bassi motivi, ma dobbiamo avere una forte volontà di rialzarci e riprendere il controllo della nostra vita.
“E di te che mi dicevi mi fai pena, ora fai pena a me.” Oh Issa parla anche di rivalsa personale, di crescita e di andare avanti nonostante i giudizi negativi degli altri.
Il sound potente ed ipnotico crea un contrasto con il testo introspettivo, portando chi ascolta a ballare e a riflettere allo stesso tempo.
(Benedetta Rubini)
Bruno: 8
La canzone che ti meriti
Un viaggio emozionante nel mondo delle relazioni, esplorando un amore appena nato.
Il testo è evocativo e poetico, Ugo Crepa riesce con semplicità a raccontare una connessione emotiva che va oltre le parole, che non è per niente banale.
L’immagine di due persone stese che condividono una cuffia, evoca un senso di intimità, ci fa capire che a volte l’amore lo vediamo e proviamo con gesti semplici e in momenti quotidiani.
Il rapper utilizza la metafora della persona amata come una canzone già scritta prima di conoscerla, così sottolinea l’idea di una connessione predestinata e un destino inevitabile.
Questa canzone vuole unire le persone, perché come afferma l’artista se mancano le parole c’è sempre un brano che può salvarci.
(Benedetta Rubini)
Ugo Crepa: 8
Calcetti
Dedo esplora l’amore come un flusso naturale, con atmosfere itpop Calcetti affronta con leggerezza e profondità il tema dell’amore . Il brano si muove tra il desiderio di amare incondizionatamente. e il timore di non essere ricambiati allo stesso modo.
Il testo è ricco di immagini quotidiane che evocano un senso di intimità e un clima di familiarità.
Le “corse” e i “calcetti” possono rappresentare i piccoli gesti e lotte quotidiane, mentre il pensiero costante dell’altro evidenzia un amore che persiste nonostante le difficoltà.
Calcetti racconta l’amore con una semplicità che riesce a parlare a chiunque lo ascolti.
(Benedetta Rubini)
Dedo: 7,5
Luna Propria (Album)
Ogni persona cerca di costruirsi il proprio futuro, facendo scelte per progettare il proprio domani. Ecco, Chicco Noir cerca la sua Luna propria guardandosi all’interno di esperienze e sensazioni provate sulla pelle, con la malinconia di un giovane che deve diventare grande, anche se sa che questo tipo di processo non sarà sempre facile.
Le sei canzoni presenti all’interno dell’Ep hanno una leggere tristezza che si mischia nelle influenze musicali dell’indie pop, la rabbia della musica rock e il coraggio delle barre rap. L’artista si sofferma sull’insicurezza di una generazione che davanti a tante domande ha la sensazione che tutto può cambiare, non per forza riuscendo a realizzare una stabilità necessaria e ricercata.
(Nicolò Granone)
Chicco Noir: 7
Denti
Stringere i denti per resistere all’amore o per prendere a morsi la vita? Questo è un po’ il dilemma di Frambo, imprigionato dentro una relazione alla quale si ci prova ad abituare, ma un po’ farà sempre male. Un amore che non lascia indifferenti.
E allora bisogna scegliere se lasciare un po’ di pelle scoperta a sentimenti appuntiti pronti a scavare ferite, ma anche utili per difendersi dalle delusioni della vita, come se è il cuore avesse un predatore addestrando sia a proteggerlo, sia pericoloso pronto ad offendere.
(Nicolò Granone)
Frambo: 7,5
Il tuo maglione
Nell’intreccio delle relazioni si può capitare di finire in una confusione di persone, voglie e nuove conoscenze, ma quando si trova la persona giusta lo si capisce subito, senza bisogno di fare troppo ragionamenti.
Il tuo maglione è una canzone da indossare se dopo il freddo di una delusione si ha il coraggio di andare oltre, guardando avanti con ottimismo e speranza, andando magari controvoglia anche ad un nuovo appuntamento. Ci sono situazione che iniziano senza troppe aspettative per poi rivelarsi il cambiamento tanto atteso, quindi un po’ di sano chiodo schiaccia chiodo può diventare una storia a lieto fine, proprio una di quelle che iniziano con il c’era una volta.
(Nicolò Granone)
sirtori: 8