New Indie Italia Music Week #224

New Indie Italia Music Week #224

“La polvere che ho masticato
Ho ancora tra i denti i pulviscoli
E troppi giorni ho passato
Tra l’indolenza e le solitudini
Mi son tagliato molto i capelli davanti allo specchio
E mentre cadevano restavo immobile
E c’è voluto poco o niente
Per ritrovarmi da solo in un nuovo mattino
Non posso più tornare indietro
Ho deciso di scegliere”

(Pulviscolo – Colombre)

Wake Up! Non c’è più tempo di guardare indietro. Sputa via la polvere del passato che ti è rimasta tra i denti. Sfida il vento, verso un nuovo mattino. Tu oggi hai deciso di scegliere.

Liberati dell’indolenza e della solitudine e affidati al mondo, iniziando da qui, dai consigli della redazione di Indie Italia Magazine che ti presenta i migliori brani e album dell’Indie Italiano della settimana!

Uomini contro insetti

Un’allegoria ironica ed essenziale. Un sogno, luccicante e tagliente. Un tenero sussurro, un viaggio nell’esistenza umana, come specie, come società e come individui.
Giorgio Poi ci regala un brano dalla lirica intima e al contempo amara. Il racconto di una realtà spaventosa e concreta, una ninna nanna volta a risvegliare le menti.

Una ballad delicata e struggente, dai suoni eterei e soffici che creano atmosfere vivaci e leggere, quasi a fare da sottofondo ad un vero e proprio flusso di pensieri.
Immagini da cartolina e suoni scintillanti celano una forte critica al mondo di oggi, con delicato sarcasmo, mescolando sapientemente compassione e riflessione, in un’opera attuale ma senza tempo. Un brano poetico in ogni aspetto.

(Serena Gerli)

Giorgio Poi: 9

Principianti (Album)

“Principianti” di Anna Carol è un album intimo e riflessivo che esplora il concetto di iniziazione nella vita e nelle relazioni. Con una scrittura delicata e un sound che mescola influenze del cantautorato italiano e del soul europeo, l’artista racconta le sfide dell’amore, della solitudine e della continua ricerca di sé.

Le tracce, come “Sindrome dell’età dell’oro” e “Diversi tipi di dolore”, sono dense di emozioni e di immagini evocative, invitando l’ascoltatore a prendersi il tempo per immergersi in ogni singolo brano. Un disco che non cerca l’immediatezza, ma che conquista lentamente, portando chi ascolta a una riflessione profonda sulla vita e sulle sue contraddizioni.

Anna Carol: 8

Iran

Un conflitto. A tratti bellico, a tratti interiore. I Giallorenzo ritornano con un brano polveroso, intenso e caotico. “Iran” è una guerra, combattuta sia in trincea che nella nostra mente, in un susseguirsi di immagini di tensione, paura e disorientamento. Una sottile fragilità che esplode rapida e violenta, un brusco mutamento e lo smarrimento che ne consegue.

Un sound evocativo dalle atmosfere tra il synth-pop e il post-punk, che rendono il brano più sporco e malinconico. Un racconto essenziale nella scrittura eppure estremamente potente, che fa riflettere sul mondo che ci circonda e su ciò che invece abbiamo dentro di noi.

(Serena Gerli)

Giallorenzo:7,5

Serpenti

La fine di qualcosa. Un turbinio di emozioni, ricordi e fotogrammi quasi fantastici. Un flusso di coscienza, frammenti sconnessi di un rapporto che non è più lo stesso. Il miscuglio di rabbia e dolore che si prova ripercorrendo gli attimi condivisi, quei momenti che non torneranno più. Bais ci racconta una storia in cui riusciamo tutti ad immedesimarci, ma sceglie di farlo in modo quasi fiabesco, dando un’atmosfera fantascientifica a tutto il brano.

Un racconto empatico e intenso dai toni ironici, caratterizzato da suoni distopici, onirici nelle melodie e dai toni più bui nella produzione. Un sound a tratti quasi alieno, che contribuisce a rendere l’atmosfera futuristica. Un nuovo modo di affrontare una tematica usuale e condivisa, riuscendo a coinvolgere e divertire, risultando di grande impatto emotivo in modo innovativo

(Serena Gerli)

Bais: 8

M’annegasti

“M’annegasti” di Dente è un tuffo profondo nelle acque turbolente dell’amore, dove ogni parola sembra un sussurro soffocato dall’intensità dei sentimenti. Con la sua voce carica di emozione, Dente racconta una storia di passione travolgente, dove l’ossessione e la dolcezza si mescolano in un abbraccio letale. La melodia, che alterna momenti di delicata intimità a esplosioni di intensità, accompagna perfettamente un testo che sembra immergere l’ascoltatore in un mare di vulnerabilità. Le immagini potenti evocate dalla canzone, come il bacio che “mangia” e le dita che “fanno guerra”, danno una dimensione viscerale alla tragedia amorosa. “M’annegasti” non è solo una canzone, ma una sorta di esperimento sensoriale, un invito a lasciarsi travolgere dalla forza di un amore che non lascia scampo.

Dente: 7.5

Figlia d’ ‘a tempesta

Brano carismatico, innovativo ma anche carico di tradizione: “Figlia d’ ‘a tempesta” è il nuovo singolo di La Niña. Recupera la musicalità pertenopea per esprimere un vero messaggio al femminile. Si fa portavoce dell’esigenza di cambiare un sistema che sembra aver fatto passi avanti ma in fondo è rimasto sempre uguale. Il brano è un vero e proprio canto di rivolta. È estremamente originale l’idea di una necessità di cambiamento comunicata con sonorità della tradizione, una vera fusione tra passato e presente per un futuro più giusto e più consapevole.

(Greta Karol Nesci)

La Niña: 7,5

Le ragazze della valle

“Le ragazze della valle” è il nuovo singolo di Vale LP con Lil Jolie. È un pezzo che fonde sonorità pop e rap per farsi portavoce di una nuova femminilità, più consapevole del proprio posto nel mondo. Il sottofondo di batteria si presta bene all’idea di cambiamento che il brano vuole comunicare. È un po’ una metafora che le due cantautrici hanno usato per descrivere chi come loro viene dalla provincia e ha tanti sogni e tanta voglia di farsi sentire. È il brano giusto da ascoltare quando si ha bisogno di un po’ di carica per affrontare le giornate e ricordarsi dell’importanza dei propri obiettivi.

(Greta Karol Nesci)

Vale LP: 8

La scatola di mogano- Mercurio

Emanuele Aloia è tornato con un nuovo pezzo, sempre dal testo originale e carico di romanticismo. “La scatola di mogano-Mercurio” è un buon brano pop e comunica la necessità di un posto in cui conservare i propri ricordi e le proprie speranze per il futuro. L’io narrante del brano ha una scatola di mogano piena di lettere d’amore in cui ha “immaginato un finale” che sperava fosse meglio di così. Sarebbe bello poter ogni volta riassemblare la vita come lo si fa ordinando tutti i ricordi e i sogni ammucchiati in una scatola, ma non è sempre così facile. Il nuovo brano di Emanuele Aloia è una vera chicca per i nostalgici che sperano ancora in un finale migliore.

(Greta Karol Nesci)

Emanuele Aloia: 8+

Generazione Triste

“Generazione Triste” parla proprio di noi, che siamo in bilico, che lottiamo, che ci sentiamo persi e che spesso siamo tristi, per via di tutte le sfide che affrontiamo.
I Legno parlano delle incertezze e delle difficoltà nei rapporti, ci descrivono come il bisogno di condividere continuamente sui social la nostra vita diventi per noi un rifugio.
Il brano racconta il senso di smarrimento della nostra generazione: siamo fragili e ci sentiamo fuori posto in questa società sempre più sfuggente e frenetica.

Questa fragilità viene sottolineata nel testo dalla metafora dei “cuori piccoli dentro maglioni XL”, infatti tendiamo a nasconderla dietro un’apparente grandezza.
Ma noi siamo anche la generazione che cerca disperatamente la felicità, una felicità che raggiungiamo con fatica; perciò non possiamo non ritrovarci nell’ascolto di questo brano.

(Benedetta Rubini)

Legno: 8

Glitch

A volte nella vita la leggerezza è necessaria, è una sensazione liberatoria, non sempre possiamo controllare tutto e forse questo è proprio il bello.
Freschezza e autoironia sono centrali in Glitch, un brano che si distingue per la sua matrice urban e suoni innovativi che rimandano alla console arcade, evocando i suoni dei videogiochi.

L’accettazione e l’ imprevedibilità sono componenti essenziali nella vita di ognuno di noi, “ La vita ci ride in faccia mentre facciamo programmi.”; nonostante i nostri sforzi per pianificare e organizzare, la vita spesso prende direzioni inaspettate. Glitch ci invita ad accettare gli imprevisti con leggerezza e a normalizzare il fatto che non sempre possiamo avere tutto sotto controllo.

(Benedetta Rubini)

LeUltimeParoleFamose: 7

Con la faccia al sole e gli occhi chiusi

Un ultimo sguardo ai tuoi nei di nascosto e… ciao. L’ultimo sospiro che accompagna degli sguardi non troppo complici. La musica che finisce e lascia spazio ad una voce inedita, nuova, sofferente, che grida di morire. L’epilogo di una storia d’amore che forse non sarebbe dovuta mai iniziare.

Il non riconoscersi più è un amarcord tra noi giovani. Ci sentiamo persi, smarriti, pieni di amore che non riesce ad avere casa. Corriamo alla ricerca di luce, proviamo a scappare da buio, ma più ci avviciniamo più serriamo gli occhi. È come se, all’improvviso, tutto ciò che abbiamo ardentemente desiderato ci rigiri le carte contro e il senso del gioco diventi anti-orario. Idealizzare, credere, sperare, che il nostro desiderio possa essere come nei sogni su cui abbiamo dormito. Rendersi conto che stavamo dormendo su un altro cuscino. Forse i cuscini che costano poco alterano i sogni, alterano la realtà.

Tra voci spezzate, musica che culla, un amplesso di malinconia vivace, una canzone che vuole essere scritta su libri di letteratura, un manifesto generazionale che non ha la presunzione di volerlo essere. Parole che non hai scritto tu ma che sono simili a quelle migliaia sulle note del telefono, parole che avresti voluto dire, parole che rimarranno lì e avranno senso anche tra dieci anni.
Otto minuti di tutto questo. Otto minuti di ricordi non piacevoli. Otto minuti di risate passate piangendo con le cuffie nelle orecchie. Otto minuti di rinascita. Otto minuti di Tamango.

(Viola Santoro)

Tamango: 10

1000 indicazioni

Quanto ci piace questo rap? Tantissimo.

Sax, una linea melodica profonda, bel flow, ritornello che entra in testa e continua a cantare in testa. Le parole sono intime e personali ma di facile immersione. La delusione che si prova quando A si rivela B è qualcosa di impagabile eppure è linfa vitale quando vuoi scrivere qualcosa. Alla fine, parliamoci chiaro, la musica nasce dalla sofferenza e per quanto non ci piacciano i momenti di riflessione, sono proprio questi quelli che ci fanno riflettere.
A volte non bisogna neanche più sforzarsi a trovare delle risposte o a trovare dei perché: basta accettare e provare ad andare avanti, trasformando rabbia e delusione nel cercare qualcosa che sia diverso da prima.

In quest’atmosfera tesa ed avvolgente si sente tutto ciò che è stato perso e che, forse, non si vuole più trovare (o ritrovare, chissà…).
Detto questo, siamo contenti di scoprire nuove sfaccettature di Stunk che ci ha proposto, ancora una volta, nuove parole accompagnate da musica che suona diversa da tutte.

(Viola Santoro)

Stunk: 8

Che ci frega

Un ritornello che ti prende e ti immerge nel mood (anche nel nuovo film di Mainetti, “la città proibita). Tra synth bassi ed elettronici, la voce cupa e il pretenderci non diversi da quelli che siamo veramente. Nonostante la sua stretta vicinanza al film, la stessa canzone è una di quelle che ti fa sentire parte di un nuovo mondo e che ti fa costruire un alterego. Dopo essermi messa le cuffie ed aver ascoltato per un po’ di volte il brano, la prima idea che mi è venuta in mente è stata la voglia irrefrenabile di uscire sotto la pioggia e fregarmene di tutto il resto. Non so se ho colto per bene il messaggio, ma credo di sì.

Questo è un brano fatto di musica e parole che ti spingono a vederti in modo diverso, ti invita a toglierti la maschera ed a diventare te stesso almeno per una sera.
La magia di scoprirci e di vederci veramente allo specchio, senza la paura di essere giudicati da qualcuno. Una sorta di rivincita contro la società che ci impone in file indiane ordinate. La voglia di disfarle e di creare una grande massa non uniforme.

(Viola Santoro)

Maggio: 8

La bussola

Michele Piarulli inizia la sua storia musicale seguendo un percorso fatto di ricordi, lasciandosi orientare dai pensieri che riscoprono il passato. Il brano “La bussola” è la dedica ad una persona che ha tracciato una strada, fatta di immagini, parole e molto altro. Ripensare a quella via lascia la sensazione di un viaggio che in realtà non è finito ma che può sempre ricominciare se si sa quale rotta seguire. Molte volte ognuno ha la propria identità che cambia nella ricerca degli altri.

Potrebbe benissimo anche essere la storia di un padre che parla alla propria figlia, provando a indirizzarla in un cammino di crescità, provando a proteggerla  nei casi di difficoltà, senza ostacolare la sua libertà

(Nicolò Granone)

Michele Piarulli: 7

I sogni di Noemi  P ( Cuore Alieno)

Anche chi è incazzato ogni tanto sogna, e vorrebbe speso un futuro diverso. Però molte volte ha paura di raccontare quello che vorrebbe davvero e non ha il coraggio di lasciare imbrogliare dall’illusione perché poi la vita porta sempre fregatura. In questo sfogo Sandri esalta il suo Cuore Alieno immaginando di essere Noemi P che potrebbe benissimo una ragazza all’apparenza normale, che in realtà vede con gli occhi un mondo diverso.

Un brano che ricorda la rabbia dei CCP mischiata al mood di allegra protesta tipica delle rivoluzioni dei giovani, che anche se non cambieranno il futuro, almeno cercando una strada alternativa per evadere.

(Nicolò Granone)

Sandri: 7,5

Marco

“Siamo tristi per amore, è colpa delle persone”

Gli addii sono una distanza che aumenta con il tempo, mentre chi si allontana senza dire se tornerà o meno crea un senso d’attesa con il quale è difficile convivere. Nelle relazioni si sta male, perché quello che fanno gli altri può produrre effetti, certi gesti devono essere interpretati, con il rischio di sbagliare la comprensione del significato e poi chissà quante volte si dice qualcosa ma si fa altro per paura o per vendetta.

Il colpevole può anche essere vittima inconsapevolmente, perché con il suo atteggiamento può confondere i sentimenti e le emozioni, rimanendo ferito dalle stesse, soprattutto se ha la supponenza di sentirsi invulnerabile.

(Nicolò Granone)

fluente: 8

Bandiera Pirata

Tommi Scerd scrive l’inno per i pirati di oggi, giovani o vecchi che si buttano tra le onde della vita con il coltello tra i denti pronti a navigare verso le proprie passioni, sogni. desideri, con il coraggio di chi crede nel domani e non ha intenzione di subirlo. Ogni persona può essere artefice del proprio destino, deve solo esserne consapevole.

Issa issa la bandiera pirata, salta alla conquista della tua felicità!

(Nicolò Granone)

Tommi Scerd: 7,5

Deserto

“Deserto” di Nularse più che un brano è un quadro, i cui dipinge un paesaggio sonoro sospeso tra vuoto e trasformazione, dove le dune mutevoli diventano metafora di un amore che si sgretola sotto il peso del tempo. La voce si muove tra sussurri e aperture struggenti, mentre la strumentazione alterna minimalismo e profondità. “Deserto” è un viaggio nel silenzio dell’assenza, un inno alla possibilità di rinascere anche tra le rovine.

(Ilaria Rapa)

Nularse: 8

farepeggio

Con “farepeggio”, alaska si spoglia di ogni sovrastruttura e lascia che sia la parola a condurre il gioco. alaska si fa confessionale, ruvida eppure sincera, mentre racconta un presente che sfugge e un passato che sembra non appartenergli più. “farepeggio” è un errore che diventa possibilità, un abbraccio musicale che lascia il segno senza bisogno di gridare.

(Ilaria Rapa)

Alaska: 7