New Indie Italia Music Week #223

New Indie Italia Music Week #223

Ah, chissà se impareremo mai
A farcela prendere bene
Anche se nel frattempo il cielo cade
Sai che tutto quello che ho da dire
Mi scivola via dalle mani
E intanto ce ne stiamo a guardare il mare che sale

(MACE – MENTRE IL MONDO ESPLODE)

E se riuscissimo a vivere senza che le nostre emozioni possano cambiare con il variare delle stagioni e delle mondo che ci circonda?

Hai sicuramente molto da dire. Non lasciare che sia il cielo, sempre più basso su noi, a fermarti.

Afferra ogni raggio di sole e fanne una torcia che possa illuminarti nel buio che avanza.

E se il mare dovesse avanzare inesorabilmente verso di noi, gli canteremo una canzone, magari una tra quelle scelte e recensite alla redazione tra i migliori brani e album dell’Indie Italiano di questa settimana!

Sola

Il nuovo brano di Paola Pizzino featuring Ghemon si intitola “Sola”. Trasmette da un lato l’esigenza di diventare indipendenti e dall’altro un po’ il paradigma con cui ci si approccia alle relazioni quando si diventa scettici e disillusi.

“Ogni persona che incontro mi lascia un po’ più sola e mi avvicino soltanto per poi scappare ancora”: da questa frase si capisce come alla fine si cade in un circolo vizioso di solitudine. L’alternanza della voce pop di Paola Pizzino con la parte rap di Ghemon rende bene l’idea di questa duplice chiave di lettura nell’approccio alle relazioni.

(Greta Karol Nesci)

Paola Pizzino feat Ghemon: 8+

Tra il cielo e le strade

Il nuovo brano di Alek descrive quanto una presenza possa essere più ingombrante di un’assenza ma allo stesso tempo indispensabile. “Tra il cielo e le strade” trasmette tutte le influenze musicali di Alek da Bon Iver a Billie Eilish. Con questo sound pop, il ritmo lento e la voce quasi sempre in falsetto l’idea del “mi basta anche solo un frammento” arriva benissimo. La voce non è mai intensa e nemmeno mai fioca, è sempre sul punto di diventare più profonda ma non cambia nel corso del brano. Così come nel testo si fa riferimento al fatto che a volte si preferiscono pochi momenti e pochi frammenti di una persona piuttosto che non averne per nulla e questa situazione rimane immutabile.

(Greta Karol Nesci)

Alek: 8-

Valentina

Valentina è il singolo d’esordio di Armore. Racconta di nascita, di scoperta di se stessi, di esigenza di andare via e di ritornare. Dal punto di vista musicale la chitarra in sottofondo rimanda al cantautorato mentre i noise digitali danno al pezzo quella tensione verso uno stile più moderno e contaminato. È il brano giusto per riflettere su stessi considerando una sorta di tensione tra passato e futuro.
(Greta Karol Nesci)

Armore: 7,5

Clichè

“Cliché” di Walter è un brano pop-rock che esplora la nostalgia e la disillusione attraverso immagini potenti e un ritmo coinvolgente. La ripetizione del concetto di “Cliché” evidenzia il senso di routine e il desiderio di sfuggire a una vita che sembra già scritta.

La voce ruvida di Walter trasmette una sensazione di frustrazione e accettazione allo stesso tempo, mentre le sue parole dipingono un quadro di crescita personale e riflessione. Il contrasto tra il viaggio fisico e quello emotivo è al centro della canzone, simbolo di un cambiamento che però sembra intrappolato in un circolo vizioso. Un brano che risuona con chi ha affrontato il conflitto tra passato e presente.

Walter: 7

Orrido

“ORRIDO” è il debutto dei cólgate e, come ogni opera prima, è un lavoro schietto e sincero dettato dall’urgenza giovanile di farsi sentire. Non lo fa con toni chiassosi, bensì attraverso l’osservazione di ciò che accade e cambia intorno e dentro di noi, filtrato dalla sensibilità incontaminata che solo a vent’anni si può avere. “ORRIDO” è un album di formazione che racconta il bivio tra la scelta dell’innocenza dell’età adolescenziale o del cinismo della vita adulta. Nel mezzo ci sono tutti gli stati d’animo del caso che alimentano, agitano, confondono e accendono le paure che accompagnano la crescita.
Proprio per questo, “ORRIDO” vuole celebrare le ferite come spazi incolmabili, ma sacri, che ci segnano lungo la strada e resteranno con noi quando saremo grandi. E così come il percorso che non è mai lineare e illuminato, l’album asseconda, anche musicalmente, tutte quelle imperfezioni e discontinuità che fanno parte del bagaglio personale di una persona. In questa volontà di raccontare un momento di transizione impattante e sentito, le tracce di “ORRIDO” vogliono inaugurare un nuovo stato mentale di accettazione delle proprie sicurezze, mettendo al bando le ansie da prestazione e le aspettative che spesso accompagnano il salto verso l’età adulta.

cólgate: 7,5

Superlove

“Dillo tu, Superlove”: proprio così, dillo tu. Perché lo sfrenato e irresistibile punk delle Bambole di pezza, fedele al loro stile consueto, sfonda ogni preconcetto sull’amore e ne proclama ogni aspetto possibile, lasciando l’ultima parola a chi ascolta. Perché l’amore è tutto questo e forse niente, di sicuro è di più di quanto potremmo concepire. Più del “viaggio cosmico” più che erotico, più che sexy come il bacio alla fine. Allora perché limitarlo a confini di odio o di semplice presunzione di conoscenza?
Superlove incoraggia a lasciarsi andare a questa cosa da sempre più potente di noi, a farsi prendere e a cavalcarne l’onda. Che se tenti di controllarlo non lo vivi.
Irresistibile.
(Stefano Giannetti)

Bambole di pezza: 8

Speciale

Sembra voler convincere con forza che non sarà una tragedia perderla. Ma ad ascoltare il brano, col suo ritornello ballabile, seducente e un pizzico cupo, possiamo capire quanto sia difficile credere che non sia “così speciale”.

Leyla elenca un po’ tutte quelle cose piccole della vita, nelle strofe, dal cercare immagini nelle nubi agli acquisti effimeri, riflettendo il conflitto interiore che si ha quando si riconosce di aver speso del tempo dietro a gioie apparenti, cose non indispensabili. E forse è lo sconforto dato dai pensieri di questi trascorsi, a pensare che se c’era qualcosa di “essenziale” da rincorrere non l’abbiamo individuato, che ci fa dire “non sono così speciale”.

O forse ci rende insoddisfatti e non all’altezza, quindi, di dare abbastanza amore a qualcuno se i complessi ci fanno mancare il proprio. Ma è proprio il tormento dato da questa presa di coscienza a renderci più brillanti di quanto crediamo. Non ci si deve lasciar ingannare dalla facile presa uditiva del brano, perché se si legge bene tra le righe, apre varchi sempre più profondi su cui interrogarsi.

(Stefano Giannetti)

Leyla El Abiri: 8

Chiammame

Acustica, arriva direttamente all’anima. Per l’anima è un conforto il brano come lo sono i consigli che nella sua lingua madre dà alla persona a cui il brano si rivolge. Chiammame è un mix di saggezza popolare e di un messaggio a cuore aperto. È un invito perenne a chiamare in qualsiasi momento. Che basta una chitarra, e nemmeno quella. Basta stare insieme, qualsiasi cosa sia successa: “mo ce avimm’ astregnere po’ vedimmo che se po’ ffa”.

Chiammame è un invito all’essenziale, cioè alla presenza di un amico, di un cuore aperto. Un cantautorato senza tanti arzigogoli, perché tutte le carte ce l’ha e le sfodera bene in questa poesia che illumina i pomeriggi tristi anche quando il sole non c’è.

(Stefano Giannetti)

Alessandra Tumolillo: 8

Dove Sei? (Album)

Un viaggio crudo ed intimo nella complessità dell’animo umano. Branco esordisce con un album universalmente introspettivo, che sviscera senza paura e con dirompente fragilità i contrasti del proprio io. Una ricerca ancora in corso, che porta alla luce dinamiche difficili e verità scomode, in un racconto intenso e doloroso di quelle contraddizioni fondamento dell’esistenza stessa.
Una sperimentazione sonora oscura e allo stesso tempo pop, che crea atmosfere cupe e vibranti, in un intreccio di suoni organici ed elettronici capace di emozionare e guidare con trasporto attraverso molteplici scenari.

Un conflitto tormentato tra il bisogno di stabilità e la consapevolezza di sé, un susseguirsi di domande nella spasmodica speranza di trovare un posto nel mondo, senza rinnegare la propria identità. “Dove sei?” brucia come il primo respiro dopo l’apnea, una danza ipnotica e lacerante, delicata e allucinante, che guarisce ferite sconosciute con penetrante delicatezza.

(Serena Gerli)

Bronco: 8,5

A Ludovica

Un’istantanea senza tempo. Elementi naturali che diventano simbolo e personificazione di un’amicizia, un amore puro e profondo che viene celebrato con leggerezza e trasporto. Un vero e proprio elogio ai legami autentici, che ci invita a riconoscerne il valore e l’importanza.

Una produzione intenzionalmente grezza e dal sapore anni 90′, dove effetti distorti e sonorità rap si mescolano dando vita ad un’atmosfera dal fascino vintage.
Livrea unisce con maestria semplicità ed estetica, restituendoci un brano capace di trasmettere quel calore che solo i legami più profondi sono in grado di donare.
(Serena Gerli)

Livrea: 7,5

Flusso

Un tuffo nelle emozioni. L’unione di sentimenti e musica, in un intreccio intimo e profondo capace di toccare l’anima. La difficoltà e il desiderio di mostrarsi vulnerabili fanno da sfondo a tutto il brano, dove la solitudine e l’amore danzano senza giudizio, tra tenerezza e paura.

Il singolo ci invita a godere proprio di quella fragilità che temiamo, di amare e lasciarci amare, senza timori o aspettative. Un “Flusso” anche nei suoni, giocosi negli accostamenti, che fondono elementi acustici semplici ad effetti elettronici quasi decorativi, creando un’atmosfera eterea eppure vivace.

Gioia Lucia riesce a costruire un quadro colorato e profondo capace di lasciare il segno, con un’empatia e una leggerezza che arrivano dritte al cuore.

(Serena Gerli)

Gioia Lucia:8

Scs

Due generazioni a confronto, una dance senza tempo. Dinamiche elettroniche distorte e suoni più morbidi si uniscono ai sample della voce di HÅN in un brano imprevedibile e dinamico. Sezioni più compresse si alternano ad altre più espanse in un flusso altalenante e magnetico.

Una sperimentazione elettronica ipnotica, che riesce ad essere allo stesso tempo avvolgente e disturbante. Un gioco di suoni stratificato e studiato in ogni dettaglio, capace di far ballare in pista ma allo stesso tempo di coinvolgere anche se ascoltato in cuffia. Crookers e okgiorgio si divertono a creare un brano in grado di farci galleggiare tra i suoni più disparati, in un mix nostalgico e moderno che rapisce ovunque lo si ascolti.

(Serena Gerli)

Crookers: 7

Occhi viola (suele)

A vent’anni si è abbastanza grandi per dire di non riuscire più a tenere conto del tempo che passa sulle dita, si è troppo piccoli per sapere come si vive al ritmo delle città. Mossi dai venti che soffiano veloce e che spostano le nuvole pesanti, ci sentiamo rinchiusi tra le mura dei nostri pensieri.

Come facciamo a non ascoltarli? A non dargli importanza? A vent’anni ce lo si chiede e si pretendono delle risposte che, però, non arrivano. Con lo sguardo fisso al soffitto non sappiamo che mangiare di sera, cosa fare il giorno dopo, se la terra gira intorno al sole e il perché della luce bianca della luna.

Soap dà voce alle sensazioni di una generazione che è stanca di sentirsi persa e di sentirselo dire costantemente. Note pop che contrastano parole pesanti, un giusto mix che arriva dritto nelle cuffie di tutti quei ragazzi che cercano di non sentirsi gli unici a provare troppa confusione.

(Viola Santoro)

Soap:7,5

Io volevo

Io desideravo, chiedevo, mi aspettavo, avevo bisogno.
Tanti sinonimi di “io volevo”, tutti si fanno portatori delle sfaccettature del verbo volere. Possono essere desideri, aspettative, richieste ma il denominatore comune è l’avere bisogno. Alla base di qualunque tipologia di richiesta c’è sempre la consapevolezza di non riuscirci da soli ma siamo così tanto orgogliosi da doverci mascherare d’orgoglio, di fare di tutto per non farci vedere fragili.
Tra perdite ed assenze la sua voce si fa sempre più sottile lasciando all’immaginazione il futuro della storia. La consapevolezza di dover lasciare andare ma il desiderio (bisogno) di sentire ancora l’incrocio dei respiri.
La penna di Nyno è in costante crescita, così come la sua prospettiva musicale. Si sta facendo conoscere attraverso le sue parole sofferenti che vogliono essere cassa di risonanza per tutti quelli che si guardano e non si riconoscono più.
Ci piace!
(Viola Santoro)

Nyno: 8

Reptile strut

Reptile strut è il mood del prossimo disco dei Calibro 35, in uscita il 6 giugno, l’incipit già ci fa venire voglia di pre-order. Questa traccia strumentale, che quasi quasi siamo contenti di definire jazz/rock, gioca fra compattezze di basso e batteria, chitarra e tastiere.
Il ramarro è segno di rinascita, del sapersi muovere abilmente tra le fosse della musica italiana. È il perfetto emblema di questo collettivo che, con il suo nono album, non solo si continua ad affermare nel nostro ambiente musicale ma lascia ombre e tracce anche su quello internazionale.
Proprio tra groove e la ricerca del nuovo si inciderà il disco che aspettiamo pieni di curiosità. Da questo piccolo assaggio già sappiamo quanto ci piacerà!
(Viola Santoro)

Calibro 35: 8

Buio

La band anticipa il prossimo album con “Buio”, un viaggio nelle ombre interiori, che ci porta ad esplorare la solitudine, in un mondo che sta diventando sempre più artificiale.
La canzone riflette sul dolore e sulle difficoltà di costruire relazioni profonde.
“Non c’è più mare, non c’è più cielo, solo una luce e una stanza, sono solo da tutta la notte…/ ”. Il ritornello sottolinea l’assenza di elementi naturali, sostituiti da una luce artificiale; la solitudine e la mancanza di una persona cara sono centrali.
Il buio interiore è un vuoto che ci consuma senza mai riempirsi, ci ritroviamo proiettati in un’atmosfera sospesa, colma di solitudine.
Quando ci troviamo smarriti, facciamo tesoro del nostro buio interiore , proviamo a darne un significato, per riuscire a convivere con la nostra solitudine.
(Benedetta Rubini)

Eugenio in via di gioia: 8,5

Cosa Manca

Questo progetto è un viaggio intimo e personale, composto da sei tracce, ogni brano esplora un’emozione diversa, con il tema centrale della ricerca di ciò che ci manca per sentirci completi.
Cosa ci manca davvero per essere felici?
Sinisi fa una riflessione evidenziando che oggi ci mancano le emozioni profonde e suggerisce che a volte il vero amore è quello che si ricorda o che si è perduto.
L’EP si apre con una reinterpretazione del brano di Mina “ Cosa Manca”, che diventa il manifesto di tutto il disco : racchiude il senso di ricerca ed incompiutezza che ritroviamo in tutti gli altri brani.
Sinisi utilizza parole semplici ed efficaci, non ci dà risposte definitive, ci lascia spazio per trovare noi il proprio significato.
L’EP ci invita a fare un viaggio introspettivo per esplorare la complessità della ricerca della felicità e dell’amore. Forse quello che ci manca è la capacità di vivere con autenticità.
(Benedetta Rubini)

Sinisi: 8

Qualcosa che non va

Quante volte ci sentiamo imperfetti? È arrivato il momento di riflettere su queste imperfezioni per trovare una connessione tra noi e il mondo circostante.
“I miei eroi sono tutti morti, prendimi il cuore è facci quello che l’America ha fatto al Giappone”, è un verso particolarmente potente e carico di significato. Gli eroi morti rappresentano la perdita di ideali e speranze, inoltre c’è una ricerca di distruzione e rinascita.
Spesso non riusciamo ad affrontare la realtà, non accettiamo le imperfezioni e attraversiamo lotte interiori.
Attraverso la lente della malinconia Ëgo ci invita ad affrontare le nostre sfide e imperfezioni.
(Benedetta Rubini)

Ëgo: 7,5

Mamma

Con “Mamma”, il cantautore livornese costruisce un’atmosfera sospesa tra passato e presente, dove ogni nota sembra custodire un ricordo. Cassio firma un brano delicato e struggente che esplora il rapporto tra madre e figlio con una sincerità disarmante. Il brano si addentra nelle sfumature della distanza emotiva, nella difficoltà di esprimere amore senza sentirsi inadeguati, trasformando un’esperienza personale in un ritratto universale. “Mamma” è una carezza leggera e malinconica, un’istantanea di fragilità e affetto che anticipa il prossimo capitolo musicale di Cassio con un’intensità sottile eppure potente.
(Ilaria Rapa)

Cassio: 7,5

John Polidori

Il pericolo e la paura tendono l’uomo verso una certa curiosità, molte volte la follia di provare certi brividi è la molla che spinge ad andare oltre, gettandosi nei guai o in situazioni complicati dalle quali non solo è difficile riuscire a tornare indietro, anzi soprattutto alcune possono diventare errori che lasciano conseguenze, cicatrici sulla pelle o nell’anima.

Il lato oscuro però è un ombra presente nel dna umano, che quando viene alimentato può divorare tutto ciò che ci sta intorno come un lupo famelico e feroce. LAMIA con questa sua canzone non sfida a viso aperto convenzioni sociali, leggi o mette in atto comportamenti illeciti, fa un gesto molto più interessante dato che si sofferma sulla possibilità non di giudicare, ma di curare e guarire, prendendo coscienza dei propri vizi o debolezze. In fondo la tentazione è un vampiro succhia vita.

(Nicolò Granone)

LAMIA: 7

Tagliola

“È da un po’ che non torni, È da un po’ che non torni qui, E non ho fame”

In una rincorsa dove in gioco c’è molto di più rispetto all’amore chi dei due protagonisti è davvero il più sadico: chi scappa via senza salutare o chi aspetta, fermo nello stesso spunto, aspettando per sempre un ritorno che non ci sarà mai?

Questi sentimenti fanno paura e si trasformano in una tagliola dentro la quale, anche inconsapevolmente si finisce intrappolati diventando vittima o carnefice, preda o cacciatore.

E così la band Ricche le Mura ci introducono al loro prossimo disco sulle note del loro mondo fiabesco a tinte alt-rock.

(Nicolò Granone)

Ricche le Mura: 8

Il Primo Passo

La paura del futuro potrebbe dipendere da “Il Primo Passo” che a quanto dicono i Malvax è sempre una fatica farlo. Ascoltando la canzone e si tende maggiormente ad empatizzare con loro e con l’insicurezza di chi sa che ogni azione provoca sempre una reazione, quindi se si sbaglia a fare una mossa poi può essere che non esista più la possibilità di sistemare qualcosa. Sembra assurdo, e anzi fa ridere l’idea, che non si può rimediare ad una prima impressione, però effettivamente così è se vi pare.

Alcuni situazioni poi capitano senza troppa preparazione o esperienza, l’imprevedibile diventa l’unica condizione del destino dentro il quale bisogna essere presenti senza esitazioni.

(Nicolò Granone)

Malvax: 7,5