È stato bello | Indie Tales

È stato bello | Indie Tales

“Ale! Smettila. Vieni qui! Cosa stai facendo? Smettila di fare lo scemo e torna qui a riva.

Muoviti! Ho freddo e fa buio”

In quel momento, a qualche centinaia di metri un ragazzo stava nuotando tra le onde del mare, nascondendosi tra la notte e i suoi pensieri.

I due ragazzi si erano appena conosciuti e lui stava già prendendo le distanze. Incosciente, disubbidiente fin dal primo sguardo, aveva girato la testa sulla pista da ballo e ora, incuriosito da quella situazione stava guardando a terra.

 

Forse laggiù stava bene, aveva paura di andare verso la riva, uscire dall’acqua e tuffarsi tra le labbra e i ricci di quella ragazza appena conosciuta.

Lui in realtà era a conoscenza di alcuni dettagli della sua vita, tipo che si era appena lasciata e che andava all’università.

Ale non si era neanche presentato aveva detto solo Ale senza aggiungere se fosse stato Alessandro, Alex come il protagonista di uno dei suoi libri preferiti o Alessio. Magari poteva avere qualche nome esotico chissà, magari l’aveva tenuto nascosto per imbarazzo o per aumentare la curiosità nei suoi confronti.

Era spaventato dal contatto, dalla condivisione e dall’idea di aver infranto certi patti e certe distanze, quando all’interno della discoteca era scattato prima un bacio poi un altro e altri ancora.

Cosa succederà dopo 100, 1000, 100000 e così via? L’amore da sempre è qualcosa di imprevedibile, irrazionale e molto pericoloso.

 

Lei, in piedi sul bagnoasciuga si stava iniziando ad innervosire, irritare e provare quasi un senso di colpa.

Usciti dal locale aveva proposto al ragazzo di andare a fare una breve passeggiata sulla spiaggia, mai avrebbe pensato che questo si potesse buttare e soprattutto rimanere lì a galla come una nave ricca di turisti che aspettano di attraccare.

Fin da piccola aveva dimostrato un senso di protezione verso i genitori e la sorellina più piccola. Da sempre era empatica verso gli altri, arrivando persino a mortificare se stessa senza colpe. La sua relazione era finita anche se aveva lasciato la libertà e offerto pietà. In quante litigate si era trovata a perdonare invece di rivendicare le sue ragioni.

Si sentiva spaventata ad interpretare la parte del fuoco che brucia, preferendo soffocare dentro piuttosto che eliminare in maniera netta e decisa i comportamenti che non solo non condivideva, ma dai quali veniva danneggiata.

Molte volte si era spostata, per lasciare passare gli altri o solamente permettergli di prendere più spazio. Aveva accettato di sentirsi messa all’angolo, o di stare anche un po’ scomoda e schiacciata contro abitudini ingombranti.

Adesso la rabbia lasciata in disparte poteva scoppiare da un momento all’altro. Una grande bomba ad orologeria, tenuta al sicuro per troppo tempo e chissà se adesso, con quel atmosfera romantica di sottofondo non stava per arrivare il momento di alzare la voce e buttare fuori un onda potenzialmente distruttiva.

Ale, invece non era spaventato dal confronto. Anzi la riteneva la strada ideale: partendo dal dialogo era possibile arrivare alla condivisione. Motivo per cui con le parole era molto bravo ad argomentare,  riuscendo senza troppa fatica a interpretare anche le volontà degli altri.

Adesso da distante era come un civile pronto ad essere convocato  per andare in guerra.  Un finto soltanto a cui restava la speranza di una giusta tattica militare o di trovarsi al momento giusto nel posto più sicuro.

 

Il suo scherzo innocuo poteva diventare la miccia di un conflitto. Quante volte si combatte con il nemico perché è difficile comprendere le sue ragioni.

La ragazza stava pensando alla prossima mossa. Poteva scegliere di aspettare ancora, fare finta di nulla o una terza opzione.

“Ale, piantala. Ma adesso mi sto stufando!”

E così si tolse i vestiti e prese la rincorsa, si tuffò e iniziò a nuotare verso il largo del mare.

Un bacio in mezzo al mare, l’intimità di un contatto lontano da occhi indiscreti.

La sensazione di vivere il momento senza troppe pretese.

Sì domani, probabilmente appena svegli entrambi potrebbero pensare: “È stato bello”!

RACCONTO LIBERAMENTE ISPIRATO AL BRANO “ È STATO BELLO” DI NACCI/ MADONIA