
La Bussola | Indie Tales
Buio e luce si stanno nascondendo dietro agli alberi in una danza che coinvolge contemporaneamente notte e giorno. Chissà se anche la vita e la morte si tengono per mano e danzano nell’universo, fino a che la musica non si spegne, le gambe si fanno pesanti e qualcuno, all’improvviso, cade a terra, nel silenzio dell’ultimo momento. Ogni giorno ci sono persone che si alzano e sono già in ritardo, corrono per recuperare il tempo perso, magari provare a prendere anche quello dei genitori per arrivare prima. Nella fretta cercano persino d’inseguire traguardi e alzare l”asticella.
C’è anche chi preferisce prendersela con calma, rinunciare a scomode pretese e dare valore al tempo. Non un giusto valore etico o matematico, ma prendersi dei momenti per guardare il tramonto, bere un caffè seduto al bancone del bar o scommettere su quale sarà la prima nuvola ad abbandonare il cielo. Non ha senso rimanere incollato a guardare le lancette che passano, i minuti che corrono via prima del previsto, tutto può cambiare da un momento all’altro.
Certo il passato prima o poi ritorna. I ricordi hanno un peso che invece di diminuire aumenta con gli anni. Lo sa bene chi pensa a chi non c’è più, sentendo la forza di quei destini sulle proprie spalle. Capita anche di sentirsi in colpa. Di arrabbiarsi con una storia beffarda, o di piangere per tutte quelle parole non dette. Nessuno è mai pronto agli adii, sia che questi siano davvero per sempre o che diano la sensazione di essere simili ad un semplice arrivederci. Molte speranze sembrano aspettare un nuovo incontro che però rimarrà all’infinito sospeso tra le pieghe del domani.
Quando si vuole liberare la mente, bisogna uscire di casa con dei vestiti pesanti addosso. Sì è fondamentale abituarsi all’abbraccio della montagna soprattutto durante i mesi invernali, che quasi per una coincidenza astrale e filosofica sono spesso quelli più pesanti. Siamo animali che hanno bisogno della compagnia, ma che riescono a trovare rifugio nel silenzio, che liberano le paure attraverso il sudore e la fatica. Nei momenti di difficoltà abbandonarsi alla natura diventa una strategia utile per ricaricare l’energie fidandosi, contemporaneamente, sia delle proprie gambe sia del proprio istinto.
Il viaggio diventa un moto verso la riscoperta di se stessi, una bussola che non ci orienta di fronte ad uno dei quattro punti cardinali, ma serve per capire non dove andare, bensì come trovare la propria via. Tra le montagne e i sentieri può tornare in mente l’affetto per tutte quelle persone che ci hanno accompagnato durante i nostri pellegrinaggi, e adesso che si è rimasti da soli, si sente ancora di più il peso della fatica.
Anche il dolore è un bagaglio personale da portarsi sempre dietro e anzi, più diventa ingombrante più diventa difficile fare finta di niente e abbandonarlo da qualche parte. Chissà se queste rocce si ricordano ancora dei nostri discorsi, fatti quando eravamo una famiglia felice o solamente una coppia di giovani innamorati. Loro sono sempre lì. Silenziose e scavate dal sole e dalla pioggia, in attesa di vedere cosa succedere un giorno, quando la terra sarà di nuovo sola e la luce splenderà lo stesso ovunque.
In un mondo senza uomini rimarrà comunque il ricordo, che adesso incatena coloro che cercano di liberarsi dalla malinconia. Questi pensieri, immagini e fotografie degli istanti di vita che non spariranno mai davvero, mantenendo un legame con le molecole di aria, acqua, luce, vento e fango. Forse anche le stelle non smetteranno mai di brillare, continuando a mandare segnali anche senza viaggiatori pronti a seguirli, libere di tracciare una via, anche quando non esisteranno più strade percorribili.
RACCONTO LIBERAMENTE ISPIRATO AL BRANO ” LA BUSSOLA” DI MICHELE PIARULLI