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Keda:” I ragazzi che non chiedono il permesso” | Indie Italia Mag

Di Nicolò Granone

I Keda nascono a Udine nel 2017, dopo i primi mesi passati a provare cover di artisti come Ministri, Fast Animals And Slow Kids e Gazebo Penguins la band decide di fare un passo avanti iniziando a comporre brani propri cercando di esprimere in musica le frustrazioni ed i dolori legati alle esperienze di vita di ciascun membro.

Da queste sessioni nasce il primo singolo “Rimpianto” accompagnato dal video, un concentrato di alternative rock, post punk e disagio. A settembre è uscito il secondo singolo “Permesso” con relativo lyric video. Questo nuovo capitolo si presenta come un brano dalle tinte cupe e dalla forte carica emotiva che ottiene un buon riscontro sia di critica che di pubblico.

Abbiamo intervistato  Keda

Cosa significa Keda?

Keda nasce dall’idea di creare un nome che racchiuda in esso una parte di ciascun membro del gruppo, poiché per noi la band non è solo un progetto musicale ma è una “Famiglia” in cui sfogare i demoni interiori e il disagio della quotidianità. La scelta è ricaduta nell’utilizzo della prima lettera del nome o del soprannome di ciascun membro del gruppo.

Com’è fare rock, oggi in Italia?

In italia suonare musica rock è da sempre difficile a causa di una burocrazia sempre “ostile” e poco incline a favorire le band emergenti. La scena però è vitale e solidale, fatta di gruppi che ci mettono passione, un pubblico caldo ed attento alle realtà emergenti e soprattutto blog e circoli che supportano la scena.

Quali sono state le vostre influenze musicali?

Le nostre influenze musicali sono piuttosto variegate e rispecchiano le diverse personalità dei musicisti coinvolti nel progetto, variando dal Rock/Punk fino al Black Metal. Parlando del Progetto Keda, le band che hanno avuto un forte influsso su di noi sono stati Fast Animals and Slow Kids, Timoria, Gazebo penguins, Zen Circus e Ministri.

Il video di Rimpianto è una critica all’uomo comune?

Certamente , Il video di Rimpianto è una critica alla vita moderna che rende l’uomo comune poco incline all’analisi delle problematiche che lo circondano e schiavo di una routine che lo rende l’ombra di se stesso.
Lo potresti avvicinare all’allegoria che utilizza Romero nei suoi film attraverso l’uso della figura degli zombie.

Secondo voi i giovani devono chiedere troppe volte permesso prima di riuscire a realizzare i propri sogni?

I giovani oggi sono costretti a chieder permesso per aprire le porte che vengono chiuse da un società ormai bloccata dove è difficile, ma non impossibile, cercare di emergere e realizzarsi senza aiuti seguendo i propri obbiettivi. Quindi diremmo di si, troppe volte bisogna chiedere permesso per riuscire a realizzare i propri sogni, anche se in un mondo normale questo non dovrebbe succedere.

Potete svelarci il titolo del prossimo Singolo?

Per ora no, ma ve lo diremo “questo mese”.

Siete pronti a salire sul palco?

Si, ci sentiamo pronti a salire sul palco e suonare i nostri pezzi mettendoci anima e passione, sperando di riuscire a colpire chi ci ascolta con la stessa intensità emotiva espressa dai nostri brani.

Come descrivereste Udine?

Udine non è una città canonica, ma piuttosto una cittadina con la mentalità da paese degli anni sessanta, all’interno della quale si vive un dualismo tra la tranquillità e sicurezza fornite e la mancanza di “vita” offerta.
Nonostante questo, ci sono molte realtà e persone che cercano di ravvivare con iniziative e concerti la staticità della città, la quale è spesso preda del dispotismo della politica locale e del suo elettorato anziano e bigotto.

Puoi ascoltare i Keda nella nostra playlist Spotify

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