Kaput Blue ha voglia di essere un vero imperfetto | Intervista

È cresciuto ascoltando pilastri della musica RnB e Pop come Stevie Wonder, Mariah Carey, Berry White e Michael Jackson. Oggi si sente musicalmente vicino ad artisti come The Weeknd, Drake e Chris Brown, punti di riferimento per l’hip hop e RnB contemporaneo. Lui è Kaput Blue, al secolo Antonio Caputo, giovane artista classe 1994.

Il suo sound, caratterizzato da una voce potente e dai tratti spiccatamente soul, è carico di groove, a volte arricchito da synth ‘80/’90 e drumkit, figli di una forte ricerca e sampling in ambiti urban. Con i suoi testi Kaput Blue vuole comunicare l’amore per le differenze, stralci di vita quotidiana, a volte un po’ complicata e racconti di vita personale.
Dopo aver pubblicato, nel 2017, il suo primo EP, dal titolo “Far”, l’artista è tornato con il suo nuovo singolo “FINGO”.

Il brano è un inno alla diversità, all’accettazione di se stessi e al non voler fingere di essere chi non si è, tutto raccontato attraverso la voce avvolgente dell’artista.

Ciao Antonio, come hai scelto Kaput Blue, il tuo nome d’arte?

Sono una persona che facilmente si annoia delle routines quindi ho deciso di “rompere” il Blue (malinconia, tristezza in inglese) apponendo “Kaput” davanti al colore stesso. Poi cavolo, il blu è il colore più bello in assoluto. Non potrete mai contraddirmi.

Dopo una ricca produzione di brani in inglese, oggi è il tuo nuovo singolo, il primo in italiano: FINGO. Com’è nato questo pezzo? 

Dopo essermi reso conto di dover comunicare in italiano, ho cominciato suonando qualcosa di comodo sulla mia tastiera e mi son venute in mente una serie di cose che solitamente mostriamo con orgoglio ma che in realtà son bugie. Probabilmente una parte di me ne voleva parlare, non so dirti bene il processo mentale. Fatto sta che sta canzone suonava tanto onesta ed anche ad Angapp Music (etichetta) piaceva.

Perché hai scelto di puntare sull’italiano per questa tua nuova canzone?

Ho deciso che è arrivato il momento di essere molto più diretto ed onesto nei confronti dei miei sostenitori italiani. Si creava sempre una conversazione tipo: “Bellissima ma.. di che parla esattamente? la farai in italiano? falla in italiano che la faccio ascoltare ad altri!”. Mi son annoiato subito a dar spiegazioni e ho deciso di cambiare semplicemente lingua. Tanto avrei scritto la stessa cosa anche in inglese!

Uscirà un EP prossimamente? Dobbiamo aspettarci altri brani in italiano? 

Dovete ASSOLUTAMENTE aspettarvi altri brani in italiano.

Il tuo nuovo brano mescola un sound pop e dance ad un testo molto serio. Come mai hai fatto questa scelta?

E’ un inno dedicato a chi non vuole più raccontare false scuse per non ballare in disco e far ridere gli amici, a chi ammette di non aver un soldo in tasca, a chi nasconde il suo passato, la sua famiglia poco aperta, la sua sessualità; a chiunque abbia voglia di essere, finalmente, un vero “imperfetto”. Questa è la motivazione per cui sotto un testo a tratti troppo serio, c’è una produzione divertente che gli Uponcue hanno compreso molto bene.

Uscirà un video di FINGO? Ci puoi raccontare qualcosa del concept che avete scelto?

FINGO non avrà un videoclip. E’ la mia porta alla scena italiana e per questo brano in particolare ho preferito che la gente lo ascolti anziché farsi suggestionare dalle immagini. Il concept del brano è molto soft. Ha una predominanza estiva ma anche riflessiva. Solo noi potevamo creare la song estiva “da contemplazione” (ride).

“Io tengo solo una faccia di me, che devo offrire quando esco la sera”. La tua scrittura è molto introspettiva e personale. Con questo brano tocchi un argomento che ci riguarda un po’ tutti. Parlando di musica e finzione, credi che questo sia un buon momento per il nostro panorama musicale? Abbiamo ricominciato a fare musica più “vera e sincera”?

Wow, che bella domanda. Io semplicemente credo che chi è abituato a fingere continua a fingere e chi è abituato a dir la verità la dice. Sommariamente ti direi di si; cavolo, ci troviamo in una società più free ed aperta rispetto a quella di anni fa. Ogni artista può decidere di esprimersi davvero in che modo vuole. Ti posso dire per certo che quelli che più sbagliano solo gli imitatori. Quindi ascoltate zio Kaput: se siete delle pietre sul palco non forzate la Beyoncè che è in voi ma siate degli splendidi Ed Sheeran, pieni di personalità.

Parliamo di live: tra le varie performance ti sei esibito al Reset Festival e ha condiviso il palco Venerus, grande talento in ascesa, per la data zero del suo tour. Come sono andate queste due esperienze?

Cavolo, sono state magiche. Alice ed i ragazzi del Reset sono dolcissimi e professionalissimi. Suonare a Torino è stata una cosa fighissima. Rispetto alla realtà geografica in cui vivo, vedevo persone allenate ad ascoltarci col cuore e non solo con le orecchie. Aprire Venerus è stato super emozionante per me che lo ascolto. Grande talento, grande persona, rispettoso ed umile.

Quest’estate ti esibirai al Farcisentire Festival di Scisciano. Sei pronto per questo palco? Quali sono le tue sensazioni?

Quel palco lo infiammeremo (metaforicamente, ovviamente!). Abbiamo preparato un set live proprio per il Farcisentire Festival che è un bel viaggio fatto di una carica assurda. Non vedo l’ora di salire su quel palco e di veder la gente ballare.

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