Cobalto: la voce della generazione degli eterni insoddisfatti

Sedersi sul divano, raccontarsi storie, tra sigarette e dischi dei Beatles, e veder nascere le proprie canzoni. Così hanno iniziato a fare musica i Colbato, band formata da Luca (voce e chitarra), Lorenzo (basso e voci), Martino (chitarra) e Matteo (batteria e cori). Spinti dall’amore comune per lo Swinging London di fine anni ’60, la musica psichedelica dei ’70 e tutto ciò che ha un sapore retrò, scrivono canzoni pop dal sound contemporaneo e al contempo vintage. Un mix di stili che serve alla band per raccontare, rigorosamente in italiano, il loro mondo spettinato e in continuo cambiamento.

A fine giugno è uscito il loro secondo singolo, Tommy è la star. Un brano potente, diretto ed elettrico, ma soprattutto senza compromessi. Attraverso questa nuova canzone i Cobalto possono esprimersi al massimo delle loro potenzialità, tra riff di chitarra Wha e sonorità tipiche degli anni ’70.

INTERVISTANDO COBALTO

Ciao ragazzi, come avete scelto il nome della vostra band?

Ciao, molto piacere. Guarda, il nome è nato da una delle tante serate che facciamo insieme nella nostra saletta. Avevamo appena chiuso il nostro vecchio progetto e stavamo sparando qualche nome insieme, e alla fine è venuto fuori Cobalto e ce lo siamo sentiti subito nostro. 

Come vi siete conosciuti e com’è nato il vostro progetto?

Suoniamo insieme praticamente da sempre. Tre di noi (Luca, Lorenzo e Matteo) hanno condiviso una band per 7 anni, gli Entropia, poi quando abbiamo capito con quel progetto avevamo dato tutto, abbiamo fondato i Cobalto. Oggi in più c’è Martino alla chitarra, con lui siamo entrati subito in sintonia e ci sembra suoni con noi da una vita. Per noi questa è la cosa fondamentale perché stare in una band è un po’ come avere 3 fidanzate, ci si deve capire al volo.

Se foste costretti a scegliere, quali sarebbero le tre canzoni che hanno segnato il vostro percorso musicale?

Diciamo Non mi conviene puntare in alto dei Ministri, che è una delle prime canzoni che abbiamo suonato insieme tantissimo tempo fa, e poi ci mettiamo Eppur mi son scordato di te e Lucy in the Sky with Diamonds, visto che Beatles e Battisti sono due riferimenti fondamentali per noi oggi.

A fine giugno è uscito il vostro ultimo singolo, Tommy è la Star. E’ un brano pop con una leggera “patina” vintage. Chi è Tommy e qual è la storia di questo brano?

Il pezzo racconta la storia di due persone che fanno fatica, un po’ come tutti i giovani d’oggi. C’è Tommy che sogna di fare la rockstar, ma suona davanti a quattro persone al solito bar, e dietro al bancone c’è Giulia. Si parla di amore, evasione, di quanto sia difficile vivere in questa società dei consumi, che ti impone di essere qualcuno, di possedere tante cose, di arrivare al successo a tutti i costi. Insomma sono due giovani immersi nel casino dei trent’anni che alla fine vanno a una festa e si lasciano andare. Alla fine però capiscono che delle cose, del lavoro e tutto il resto non se ne fanno niente e la canzone finisce bene.

“La vita è confusione, ti da tregua soltanto se inizi ad urlare”. In Tommy è la Star ci sono delusione amorosa, ricerca di accettazione, bisogno di emergere e farsi valere. Sono tematiche che vi riguardano da vicino o che avete a cuore?

In generale in ogni canzone che scriviamo cerchiamo di parlare di cose che ci toccano e che ci sono vicine. Quando scrivevamo a 18 anni chiaramente le priorità erano altre, invece oggi abbiamo la possibilità di toccare più temi, di divertirci di più. Crediamo che in generale ci sia una morbosa e diffusa ricerca di accettazione in tutti quanti oggi, probabilmente per colpa dei social e dei falsi idoli che ogni giorno siamo costretti a vedere. Siamo un po’ la generazione degli eterni insoddisfatti, e ci sentiamo un po’ tutti soli e abbandonati.

Noi ci sentiamo parte di questa affollata solitudine, come l’avrebbe chiamata Calvino, e attraverso la musica cerchiamo di raccontare le generazioni di oggi.

Uscirà un video di questo vostro nuovo singolo? 

Si, lo abbiamo già girato e uscirà a breve. Per il momento non vi diciamo altro!

Il vostro brano d’esordio si intitola Fuorigioco. Vi siete mai sentiti davvero in fuorigioco come artisti?

Anche qui ci sarebbe da parlare per ore. Sicuramente oggi con la nuova scena pop indie si sono creati degli spazi in più, ma soprattutto si è creato un pubblico di riferimento, e non è poco perché mancava da tanto tempo. Certo è che gli spazi sono sempre pochi, e dunque è facile passare da un grande entusiasmo alla sensazione di sentirsi… diciamo nel posto sbagliato al momento sbagliato. Quindi sì, ci capita, però abbiamo sempre superato tutto insieme e siamo ancora qua.

Avete in previsione di pubblicare un EP?

Abbiamo una serie di pezzi in cantiere pronti, altri li stiamo finendo. Non sappiamo ancora se poi questi brani diventeranno un EP, un disco, una serie di singoli o chissà che cos’altro. Per noi scrivere è un’urgenza, una vera esigenza, dunque abbiamo sempre tanto materiale, ma cerchiamo di gestirlo con furbizia e senza fare scelte avventate. 

Siamo in pieno periodo di festival. Potendo scegliere, su quale palco vi piacerebbe esibirvi?

Ovunque. Per noi il live è la parte fondamentale, dunque amiamo esibirci dappertutto, che sia un festival o un acustico scrauso con due chitarre davanti a 4 persone… un po’ alla Tommy diciamo! Qualsiasi sia la situazione noi cerchiamo sempre di dare il massimo. Pensa che una volta abbiamo suonato solo davanti al titolare del locale… però almeno la pizza era buona.

Quando potremo vedervi dal vivo? 

Abbiamo fatto qualche live nel 2019 tra Biella, Milano e Torino, ma ora siamo in studio con la nuova formazione per registrare. Dopo l’estate cercheremo a tutti i costi di portare la nostra musica in giro il più possibile.

 

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