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Facile: “Siamo sempre in cerca di nuovi stimoli” | Intervista

I Facile nascono nel 2018 a Seregno, spinti dal bisogno di dare una forma reale al loro potenziale artistico ed alla loro passione per la forza devastante sprigionata dal rock. Proprio questo bisogno impellente di dare voce alle loro idee musicali li porta, nel giro di pochi mesi, a completare e pubblicare il loro primo EP omonimo, cantato in inglese. Le influenze rock, blues e soul della band sono tangibili già dagli inizi, ma nel 2020 i Facile decidono di dare una svolta alla loro carriera scegliendo di scrivere testi in italiano, senza però snaturare il sound vintage che li caratterizza.

In pochi mesi i Facile pubblicano Ade Personale Solo Stanottedimostrando una solida verve compositiva e creando un ottimo mix tra il rock di matrice anglosassone ed i testi in italiano, sicuramente più d’impatto e rivolti ad un pubblico ben preciso. Con Solo Stanotte la band si destreggia perfettamente all’interno del classico immaginario rock guascone, raccontandoci di serate milanesi, tra un bicchiere di troppo e sguardi così espliciti che non possono essere ignorati; ma poi, quando la notte finisce la domanda è sempre quella: se domani vuoi, andiamo a berci un caffè?

INTERVISTANDO I FACILE

Queste sonorità vintage sono frutto di una scelta stilistica precisa oppure avete cominciato a scrivere e tutto è uscito in modo naturale?

In generale si sentono molto le influenze che ha su di noi la musica con cui siamo cresciuti, Queen, Beatles, Pink Floyd, Ac/Dc; probabilmente è per questo che il nostro sound è riconducibile ad uno stile vintage. In particolare, nelle strofe del nuovo brano Solo Stanotte abbiamo inserito dei fraseggi registrati con un Fender Rhodes ed una chitarra suonata con uno slide che non seguono il tempo ed il ritmo del brano. Questi elementi richiamano lo stile di molti gruppi degli anni ’60 e ’70 anche se, la loro funzione, è quella di creare una sensazione di instabilità e movimento, quasi inebriante, per far vivere l’ebbrezza di una serata all’insegna del divertimento accompagnata da qualche bicchiere di troppo.

Le tematiche “frivole” presenti nel rock anni ’70/’80 sono, per lunghe linee, riprese anche in alcuni generi più attuali, come ad esempio la trap: ma qual è il vostro rapporto con le ultime tendenze musicali?

In generale siamo sempre molto aperti per quanto riguarda la musica, cerchiamo di non fermarci mai all’etichetta del genere. Essere disposti ad ascoltare tutto senza pregiudizi, secondo noi, è l’atteggiamento migliore che può avere un musicista. Se ci si fossilizza sull’ascolto di un solo genere si rischia poi di diventare ripetitivi quando si compone musica. Tutti e quattro cerchiamo di variare i nostri ascolti il più possibile, dalla fusion alla musica elettronica, dal classico rock n roll al rap, dal jazz al pop e così via. La trap in particolare non la ascoltiamo molto perchè, come tutti, abbiamo artisti e generi che ci piacciono e che non ci piacciono!

Se poteste tornare indietro, con quale artista/band vorreste condividere il palco ed il backstage per una volta? Invece, nel rock contemporaneo, chi vi affascina di più e perché?

Domanda molto interessante! Beh per quanto riguarda il passato sicuramente avremmo voluto partecipare al magico live di Wembley dei Queen. Freddie Mercury, affiancato da May, Taylor e Deacon, in quel concerto ha portato al massimo il concetto di “showman”, aveva il controllo totale sul pubblico, gli bastava un gesto, una parola ed il pubblico lo avrebbe seguito (e stiamo parlando di oltre 120 mila persone).
Per quanto riguarda gli artisti di oggi beh sicuramente i Muse per noi sono una grande fonte di ispirazione sotto diversi punti di vista. I testi dei loro brani sono spesso interessanti e profondi, dal vivo sono un’esplosione di potenza e la creatività ed il lavoro che c’è dietro ai loro dischi è impressionante. Vedere artisti come loro è sempre motivante!

Sui Navigli c’è casino fino alle sei è una frase molto evocativa per chi vive Milano: che effetto vi fa vedere i Navigli, le Colonne, la Darsena, completamente deserti in questo periodo?

È molto strano vedere la città (come il resto della nazione) in queste condizioni. Siamo tutti e quattro studenti di musica a Milano e la frequentiamo molto spesso per le lezioni, fare live, per incontrare amici che vivono lì o per andare a sentire dei concerti. È un periodo difficile e vedere ora le immagini della città praticamente deserta fa molto effetto. Speriamo che questa situazione si risolva il prima possibile e che presto si possa rivedere la Milano che conosciamo.

Cosa è cambiato tra i Facile del vostro omonimo EP del 2018 e quello che sono adesso?

Sicuramente suoniamo molto meglio ora! Scherzi a parte, il primo EP è nato di getto, volevamo solo registrare dei brani e pubblicarli il prima possibile e, così è stato. In pochi mesi abbiamo composto i brani, li abbiamo registrati e li abbiamo pubblicati. La voglia di creare sempre musica nuova è una costante per noi. Oggi siamo sicuramente più maturi e consapevoli come musicisti, ci stiamo rendendo conto di molti nostri pregi e difetti da migliorare, sia dal punto di vista dell’arrangiamento e composizione, sia dal punto di vista delle esibizioni dal vivo.

Siamo sempre in cerca di nuovi stimoli per scrivere canzoni nuove e non banali e creare dei live che possano essere coinvolgenti per il pubblico
Per concludere siamo maturati molto in questi due anni assieme, abbiamo avuto molte soddisfazioni ed altrettante delusioni ed abbiamo imparato molto dalle esperienze, positive e negative, che abbiamo vissuto. Certo, abbiamo molta strada ancora da fare, però siamo sempre più consapevoli dei nostri mezzi e sempre più determinati.

Come si svolge il processo di composizione per chi scrive in italiano in un genere storicamente molto più anglofono?

Nel nostro caso il processo di composizione varia in base alla canzone, non ne abbiamo uno definito. Generalmente qualcuno arriva con un’idea che può essere più o meno completa (un riff, una strofa ed un ritornello, un testo) e cominciamo a lavorarci insieme aggiungendo parti, sistemando quelle già presenti. Fortunatamente la composizione per noi è un procedimento abbastanza facile, c’è grande intesa e spesso, mentre creiamo, le parti si uniscono in maniera quasi spontanea.

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