Bounce Back

Bounce Back: la musica ci accompagna verso l’alto | Intervista

I Bounce Back sono un duo milanese, composto da Luca Lodigiani e Roberto Moretti, che aspira ad un’ascesa verso l’amore attraverso la musica. GIVE YOU WHAT YOU DESERVE, il primo singolo prodotto dalla band, è, per loro stessa ammissione il capitolo I di un viaggio da incubi ed ombre verso l’amore, capace di consolare chi si trova nelle più oscure profondità dell’anima, accompagnandolo verso la ricerca del bene.

GIVE YOU WHAT YOU DESERVE è un brano dalle sonorità rock ricercate, frutto di un gusto del tutto personale che va in netta controtendenza rispetto a ciò che si sente in questo momento in Italia; tuttavia fin dalle prime note, si capisce perfettamente che la musica non è un esercizio di stile per i Bounce Back, ma è un mezzo per esprimere sentimenti sinceri, arrivando puro e cristallino al pubblico.

Abbiamo intervistato Luca e Roberto per conoscere meglio GIVE YOU WHAT YOU DESERVE, le loro idee ed i progetti in cantiere per il prossimo futuro. Ecco cosa ci hanno risposto…

 

Bounce Back

 

Intervistando i Bounce Back

GIVE YOU WHAT YOU DESERVE è il vostro primo singolo, ma anche il primo capitolo di “un viaggio da incubi ed ombre verso l’amore”. Avete pensato quindi ad un concept album? Volete parlarci di questo viaggio? 

Esattamente, un concept album. Parla di rinascita, parla di solitudine, di introspezione e del potere della musica che accompagna verso l’alto, ma accarezza anche quando ci si trova in basso. Il protagonista del viaggio è indefinito, così come l’antagonista. Credo che ognuno abbia una propria battaglia in atto ed è giusto che chi ascolta cali la storia nella realtà che sta vivendo;  qualsiasi essa sia, vogliamo essere al suo fianco.

Quanta importanza ha avuto il grunge e più in generale tutta la scena a Stelle e Strisce degli anni ’90 nella vostra identità musicale? 

Il grunge? A livello strumentale abbiamo assorbito certamente qualcosa da quel genere, soprattutto nei brani più scuri. Amiamo anche il rock anni 80’, ma pensiamo poco a cosa vogliamo assomigliare e più a cosa vogliamo dire. Credo che alcune emozioni si possano esprimere meglio con un suono più duro, altre con un suono più melodico; per questo motivo mettiamo il messaggio sopra lo stile.

Essendo in due, è facile per voi comporre ed arrangiare in maniera democratica? Chi si occupa dei testi e degli arrangiamenti strumentali completi? 

Siamo in due, per ora… I testi li fa Roby, la voce, mentre le musiche Luca, la chitarra. Troviamo un equilibrio naturale, che non cambierà quando aggiungeremo componenti, anche se vorremmo sfruttare tutti gli spunti possibili, di tutti.

 

Il tema degli sbagli (“I carry many mistakes on my shoulders”) è ricorrente nella musica, ma voi come li affrontate? Preferite lasciarli indietro oppure portarli con voi, come bagaglio dolceamaro? 

Lo sbaglio è un fatto e i fatti non si cancellano. Rafiki del Re Leone (scusate l’off topic) diceva che dal passato si può scappare o imparare qualcosa ed è evidente che crescere voglia dire sposare la seconda opzione. Gli errori, cosa importante, si possono rimediare e quantomeno si può lottare per farlo. Per cui ci sentiamo di dire che gli errori possano essere visti quasi come una “risorsa”.

Di quale lavoro parlate nel vostro brano, in grado di dare ciò che si merita? Un lavoro su voi stessi o qualcosa di più fisico, materiale? 

Un lavoro su noi stessi. Nel brano si parla di strade ripide e passi faticosi, fatti con immagini impolverate dentro la borsa. Alludiamo al prendersi del tempo per fare un lavoro introspettivo e necessario, dopo aver fallito; solo così si può tornare migliorati da una persona amata che abbiamo perso o quasi. Crediamo nell’importanza dell’impegno e del lavoro, più che del risultato.

Facciamo un gioco: diteci due verità ed una bugia su di voi.

Verità su Roby: ama i dinosauri, è mancino. Bugie su Roby: E’ un grande nuotatore, è un grande cuoco. Verità su Luca: Scalatore di montagne, amante delle moto. Bugie su Luca: Latin lover, grande cuoco.

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